La caduta italiana

http://www.sinistrainrete.info/politica ... liano.html
Articolo di Stefano Perri
Ascesa e caduta del modello economico italiano
[...] [Conclusioni]
Insistere sul modello basato sui bassi costi del lavoro per rilanciare l’economia italiana, come pure da più parti si è tentati di fare, non ci fa uscire dalla spirale bassi salari, scarsa innovazione, bassa crescita della produttività del lavoro. Quello che i fatti stilizzati ci dicono è che questi venti anni si sono aperti con una diminuzione dell’occupazione ed un incremento della produttività oraria del lavoro e si sono chiusi, di nuovo, con un calo delle ore lavorate, ma questa volta con una diminuzione della produttività del lavoro. Nel primo quinquennio l’aumento della produttività del lavoro è stato il risultato di un processo di ristrutturazione e di razionalizzazione dell’esistente. La condizione favorevole che si è creata non è stata sfruttata, soprattutto negli anni successivi, per rinnovare la nostra struttura produttiva. Di conseguenza, quando nella seconda parte del primo decennio del nuovo secolo scoppia la crisi, la struttura produttiva italiana è debole e non è possibile ricreare le condizioni dei primi anni del 1990. Occorre allora ripensare il nostro modello di sviluppo e specializzazione. Ma non è pensabile che il mercato da solo, per quanto si voglia renderlo più efficiente e liberalizzarlo e tantomeno se si insiste sulla flessibilità del mercato del lavoro, con conseguenti ulteriori effetti negativi sui salari, crei gli incentivi sufficienti ad uscire dal circolo vizioso in cui siamo caduti.
Articolo di Stefano Perri
Ascesa e caduta del modello economico italiano
[...] [Conclusioni]
Insistere sul modello basato sui bassi costi del lavoro per rilanciare l’economia italiana, come pure da più parti si è tentati di fare, non ci fa uscire dalla spirale bassi salari, scarsa innovazione, bassa crescita della produttività del lavoro. Quello che i fatti stilizzati ci dicono è che questi venti anni si sono aperti con una diminuzione dell’occupazione ed un incremento della produttività oraria del lavoro e si sono chiusi, di nuovo, con un calo delle ore lavorate, ma questa volta con una diminuzione della produttività del lavoro. Nel primo quinquennio l’aumento della produttività del lavoro è stato il risultato di un processo di ristrutturazione e di razionalizzazione dell’esistente. La condizione favorevole che si è creata non è stata sfruttata, soprattutto negli anni successivi, per rinnovare la nostra struttura produttiva. Di conseguenza, quando nella seconda parte del primo decennio del nuovo secolo scoppia la crisi, la struttura produttiva italiana è debole e non è possibile ricreare le condizioni dei primi anni del 1990. Occorre allora ripensare il nostro modello di sviluppo e specializzazione. Ma non è pensabile che il mercato da solo, per quanto si voglia renderlo più efficiente e liberalizzarlo e tantomeno se si insiste sulla flessibilità del mercato del lavoro, con conseguenti ulteriori effetti negativi sui salari, crei gli incentivi sufficienti ad uscire dal circolo vizioso in cui siamo caduti.