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Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

MessaggioInviato: 26/10/2013, 16:27
da franz
Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

Crollo delle iscrizioni agli istituti professionali a indirizzo industriale e boom delle scuole di enogastronomia


In Italia ci saranno più di due cuochi per ogni operaio con la crisi che ha cambiato profondamente le aspirazioni dei giovani ed ha provocato il crollo delle iscrizioni agli istituti professionali con indirizzo industriale, scese al minimo storico rispetto al boom delle scuole di enogastronomia, turismo ed anche agraria. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulle iscrizioni al primo anno della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie, nell’anno scolastico 2013/2014.

SCIENZE AGRARIE -Quest’anno - sottolinea la Coldiretti - si sono iscritti alle prime classi degli istituti professionali per le produzioni industriali, la manutenzione e l’assistenza tecnica appena 21.521 giovani, pari a meno della metà di quelli che hanno optato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, che sono stati 46.636, mentre sono salite a 13.378 quelle agli Istituti professionali e tecnici di agraria. Quasi uno studente neoiscritto alle scuole superiori su 10 ha scelto gli Istituti professionali dedicati all’enogastronomia e all’attività alberghiera per i quali negli ultimi anni - continua la Coldiretti - si è registrata una escalation senza freni tanto che oggi rappresentano oltre il 9 per cento dei totale dei 515.807 giovani iscritti al primo anno delle scuole secondarie.

Complessivamente - precisa la Coldiretti - oltre la metà dei giovani iscritti al primo anno (49 per cento) ha scelto il liceo, il 31,4 per cento gli istituti tecnici ed il restante 19,6 per cento gli istituti professionali. La tendenza a privilegiare l’alimentazione con sbocco lavorativo è confermata anche dai livelli superiori di istruzione, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare la crescita più alta nel periodo considerato con un aumento del 45 per cento mentre l’ultimo gradino è occupato da ingegneria industriale (19 per cento).

26 ottobre 2013 www.corriere.it

Re: Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

MessaggioInviato: 26/10/2013, 18:41
da franz
potenza delle mille trasmissioni di cucina, tipo "la prova del cuoco"?

Re: Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

MessaggioInviato: 26/10/2013, 19:02
da trilogy
La TV ha sicuramente influito in particolare quelle trasmissioni dove i cuochi sono diventati delle vere superstars come masterchef, hell's Kitchen, cucine da incubo.

Re: Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

MessaggioInviato: 26/10/2013, 19:59
da mauri
ma anche la crisi che viviamo, buttarsi su lavori pratici che possono essere fatti anche in altri paesi, i maniscalchi sono super pagati, io penso che dopo una laurea convenga imparare un mestire come idraulico ed elettricista, tagliacuci e calzolaio, speriamo in un cambiameto di mentalità da parte dei giovani e comincino a muovere le mani perchè non sanno fare nulla in casa, nemmeno cambiare una presa
ciao mauri

Re: Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

MessaggioInviato: 26/10/2013, 21:50
da pianogrande
Il fai da te sarà sempre più raro e complicato e frequentare una scuola tecnica a quello scopo mi sembrerebbe poco redditizio.
Più che l'alternativa tra cuoco e operaio esaminerei quella tra il diploma tecnico (da istituto tecnico) e quello alberghiero.
Direi che i tecnici di livello intermedio (periti, geometri e ragionieri vari) stanno perdendo quota in particolare nel campo della libera professione ma anche nelle fabbriche.
Ormai ci vuole la firma dell'ingegnere anche per piantare un chiodo (per erigere un ponteggio, tanto per fare un esempio).
I geometri stanno diventando semplici burocrati direttori del traffico di timbri e marche da bollo.
Ho lavorato nell'industria ed ho visto tecnici intermedi accontentarsi di lavori da operaio più o meno specializzato mentre i laureati venivano inseriti in posizioni che la laurea non la richiedevano, commettendo anche l'errore di considerare la laurea una specie di super diploma (dove va bene un perito, un ingegnere va meglio) e creandosi una schiera di aspiranti/frustrati. E' come pretendere di mettere un capitano al posto di un sergente maggiore o un medico al posto di un infermiere.
Ecco che, tra un diploma tecnico e il miraggio del superchef, la scelta sarà quasi scontata.

Re: Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

MessaggioInviato: 27/10/2013, 9:10
da franz
Non dimentichiamo la rivoluzione dietro l'angolo, quella delle stampanti 3D, di cui già abbiamo parlato.

Re: Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

MessaggioInviato: 27/10/2013, 10:13
da Robyn
mauri il problema è che nel nostro paese manca il merito.Altra cosa sono i periti tecnici e i laureati che fanno lavori da operaio nell'industria,dipende dal fatto che l'industria richiede meno periti tecnici o specializzati di quanti ne servono.Infine a differenza di altri paesi europei in Italia alcuni lavori sono considerati lavori di serie B,dequalificati nell'immaginario comune a lavori degradanti quando invece servirebbe la valorizzazione del lavoro manuale dell'elettricista,di quello che fà la raccolta differenziata,dell'operaio,dello spazzino.Tutti i lavori sono sullo stesso piano dall'ingegnere,al perito industriale,all'operaio, all'elettricista,allo spazzino così insegnano nella scuola dell'obbligo

Re: Crisi: fabbrica addio, 2 cuochi per ogni operaio

MessaggioInviato: 27/10/2013, 10:54
da trilogy
franz ha scritto:Non dimentichiamo la rivoluzione dietro l'angolo, quella delle stampanti 3D, di cui già abbiamo parlato.


Si In quel settore c'è già molta domanda, ma l'offerta di formazione scarseggia. Servono investimenti in laboratori, tecnologia, personale docente, accordi con le imprese, così i primi a muoversi sono state le università private, che hanno maggiore flessibilità e sensibilità alle esigenze del mercato.


[..]In un momento di crisi economica gli imprenditori, pur di competere sui mercati
internazionali, stanno realizzando progetti innovativi. Quello per creare un prototipo a tre
dimensioni e basso costo, presentato dall'Università «Guglielmo Marconi», la più grande
università a distanza italiana, sta conseguendo risultati interessanti mettendo a
disposizione le proprie prototipatrici 3D che realizzano in tempi brevissimi modelli e
prototipi.
L'ateneo ha istituito anche un Corso di alta formazione post-diploma per tecnici di
prototipazione 3D e artigiani digitale, che dà agli studenti capacità teoriche e pratiche
uniche per immettersi nel mondo del lavoro rapidamente, così come richiesto dalle Pmi.
Le domande del primo corso hanno superato di oltre il 30% i posti disponibili.
Cosi è
partita una collaborazione con oltre 30 aziende dei settori design, moda, tecnologia e
meccanica che, per via della crisi, abbandonano il vecchio modello di prototipazione
troppo costoso e con un tempo di produzione molto più lungo, e stampano i loro prototipi
in 3D con queste nuove stampanti.
Attualmente la produzione di un modello stampato in 3D del peso di 20 grammi si aggira
intorno a 10 euro. Un rapporto 1 a 20 rispetto alla vecchia tecnologia di prototipazione

http://www.unimarconi.it/images/uploadf ... ornale.pdf

http://www.youtube.com/watch?v=0uIDlBFg ... e=youtu.be