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Liberi di Scegliere

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Liberi di Scegliere

Messaggioda franz il 04/09/2013, 10:13

da Istituto Bruno Leoni

L’Istituto Bruno Leoni è lieto di presentare al pubblico italiano la serie televisiva “Liberi di scegliere”di Milton Friedman: un grande documentario a puntate che ispirò il libro “Liberi di scegliere”, scritto con la moglie Rose.
“Liberi di scegliere” è nato come serie televisiva della PBS, interpretato dall’economista Milton Friedman (Premio Nobel 1976). “Liberi di scegliere” è anche un libro scritto da Milton e Rose Friedman, pubblicato da Harcourt Brace Jovanovich, best-seller nel 1980 e da allora considerato un vero e proprio classico. Libro e serie televisiva sono stati tradotti in almeno una ventina di lingue - ma fino ad oggi la serie TV non era mai stata presentata al pubblico italiano.

“Liberi di scegliere” parla della libertà, delle relazioni reciproche tra la libertà personale, politica ed economica. “Liberi di scegliere” illustra le idee di Milton e Rose Friedman, idee che ispirano il dibattito pubblico decenni dopo che sono state espresse per la prima volta. “Liberi di scegliere” parla di coloro che hanno perfezionato e continuato a diffondere queste idee.

1ª puntata: La forza del mercato
Forte di una serie di esempi che vengono da Hong Kong, Stati Uniti e Scozia, Milton Friedman spiega come il libero mercato sia il motore del progresso economico. In un’economia libera, ciascun individuo può dedicarsi all’attività che preferisce, concludere scambi con chiunque lo desideri, il quale a sua volta può acquistare beni e servizi al prezzo più basso che riesce ad ottenere, o vendere al prezzo più alto che riesce a spuntare.
Nel processo di mercato, i produttori di beni e servizi rispondono ai segnali che ricevono dagli altri partecipanti: quello che essi sono disposti ad acquistare, quello che gli altri produttori offrono e a quale prezzo. La concorrenza favorisce l’efficienza: i produttori hanno l’incentivo a praticare costi più bassi a parità di prodotto, con la conseguenza che le risorse sono utilizzate nel modo più efficiente.
Un libero mercato favorisce la collaborazione tra estranei, senza che sia necessario l’intervento di un potere ordinatore: Friedman si avvale del famoso esempio della matita, evidenziando che nessun singolo individuo è in grado di costruirne una, ma che la sua realizzazione richiede la collaborazione di una miriade di soggetti, molto distanti tra loro e ignari della loro reciproca esistenza. Le matite nascono grazie alla cooperazione di tutti questi individui, senza l’intervento del potere dello Stato.
La libertà individuale e la libertà economica sono strettamente connesse: è pressoché impossibile concepire la libertà personale in assenza di libertà economica. Il mercato, quindi, non solo promuove il progresso economico, ma rafforza le nostre libertà individuali.

Guarda il video sul sito di IBL
http://brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=13533
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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda pianogrande il 05/09/2013, 16:02

Siamo alle solite.
Lo stato non deve rompere.
Giusto ma fino a un certo punto.

Un mercato libero è, per definizione, onesto?
Non commette violenze o abusi?

Il mercato ha un fortissimo bisogno dello stato proprio per restare "libero".

Chi le fa rispettare le regole? Il cugino del salumiere che evade le tasse e mescola roba avariata con quella buona e incarica il guappo del quartiere per intimidire la concorrenza?

La stessa proprietà privata non avrebbe alcun senso senza una collettività che la garantisca.

Senza uno stato che faccia rispettare certe regole, la libera concorrenza esisterebbe solo nelle chiacchiere di chi di regole da rispettare non ne vuole.

Insomma.
Del "potere ordinatore" non si può assolutamente fare a meno.
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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda flaviomob il 05/09/2013, 21:11

Pinochet è stato elogiato sulle pagine del Corriere (mi pare da Ostellino ma non sono sicuro) per aver creato un regime che difendesse la "libera iniziativa", la concorrenza, etc.

E' evidente che tutto ciò non ha una correlazione certa ne' con le libertà individuali (che in molti paesi del mondo non vengono rispettate, pur accogliendo multinazionali in cerca di manodopera a basso costo) ne' con la democrazia; del resto Hitler stesso riscuoteva grande consenso, inizialmente, tra una buona parte dei capitalisti tedeschi e inglesi dell'epoca.


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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda pianogrande il 05/09/2013, 23:03

Ce lo abbiamo già in Italia il "popolo delle libertà".
Non dobbiamo andare a cercare altri esempi.
E' composto da milioni di persone che vogliono fare quello che gli pare.
Vogliono chi li protegge dalle regole e li lasci lavorare.
Lo stato è utilissimo per costruire le strade e gli ospedali e le scuole etc.
L'importante è che a pagare tutto questo ci pensi qualcun altro che non sia impegnato a produrre ed a commerciare.
Quella gente non va disturbata.
Va lasciata libera.
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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda franz il 06/09/2013, 8:01

pianogrande ha scritto:Un mercato libero è, per definizione, onesto?
Non commette violenze o abusi?

Il mercato ha un fortissimo bisogno dello stato proprio per restare "libero".

Chi le fa rispettare le regole? Il cugino del salumiere che evade le tasse e mescola roba avariata con quella buona e incarica il guappo del quartiere per intimidire la concorrenza?

La stessa proprietà privata non avrebbe alcun senso senza una collettività che la garantisca.

Senza uno stato che faccia rispettare certe regole, la libera concorrenza esisterebbe solo nelle chiacchiere di chi di regole da rispettare non ne vuole.

Insomma.
Del "potere ordinatore" non si può assolutamente fare a meno.

Se hai seguito il filmato (mezz'ora di esposizione e mezz'ora di dibattito con politici del congresso ed imprenditori USA), è questa la tesi di Milton Friedman. Solo che il potere ordinatore come tutte le cose tende a crescere a dismisura (naturalmente i politici sono ampiamete interessati a che cio' avvenga ed anche molti imprenditori) e quindi ad esagerare, prevaricando le libertà individuali. Milton affernma di non essere un anarchico, di non volere l'abolizione dlelo stato, solo un equilibrio diverso, come meno stato e piu' iniziativa privata.
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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda pianogrande il 06/09/2013, 10:29

No Franz.
Ammetto di non aver visto il filmato.
Continuando a riflettere anche su quello che ho detto io arrivo ad una conclusione non troppo incoraggiante (almeno nell'immediato).
Uomini di aziende private, uomini di stato, sempre uomini sono.
Se il discorso non è sul rispetto delle regole ma sul fatto che siano i privati migliori dello stato, credo proprio che stiamo dibattendo su un falso problema.
Il vero problema è come superare la legge del più forte (che è il problema fondamentale di chi cerca giustizia).
Fino ad ora, nessuno ha proposto soluzioni più efficaci dell'equilibrio dei poteri.
Vale anche per il mercato.
Vale a prescindere dal fatto che il più forte sia lo stato o un privato o una associazione di privati o una associazione (magari meno evidente al pubblico) tra stato e privati (tanto, sempre uomini sono).
A questo punto, possono essere ammesse discussioni (caso per caso e quindi non solo nei confronti dello stato o meglio dello stato preso in considerazione) su chi sia il più forte e su quali parametri del libero mercato siano compromessi da questa forza.
Insomma, ci dovremmo augurare una competitività nella quale nessuno prevalga più di tanto se no il meccanismo si inceppa.
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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda franz il 06/09/2013, 12:28

pianogrande ha scritto:No Franz.
Ammetto di non aver visto il filmato.

Ok, il consiglio è di farlo. Solo un'ora del tuo tempo. Ma poi discutiamo entrambi sulla base di quello che abbiamo visto e sentito. Cosi' non si perde tempo a discutere sui "se" (se il problema è A o B o il privato migliore del pubblico).
Il filmato è ovviamente datato. Sarà della fine degli anni 80 ma quello che spiega di Honk Kong è notevole.
Perché spiega, indirettamente, perché noi non cresciamo e come potremmo tornare a crescere.
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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda franz il 16/09/2013, 14:00

2ª puntata: La tirannia dello statalismo
Avvalendosi degli esempi di India, Giappone e Stati Uniti, Milton Friedman spiega come le nazioni le cui politiche economiche di fondo sono ispirate ai principi del libero mercato tendano a svilupparsi più rapidamente e a soddisfare le esigenze dei cittadini meglio di quanto non accada in quei paesi operanti in condizioni di pianificazione centrale e di controllo dell’economia. Come illustra il grande pensatore settecentesco Adam Smith, le economie di libero mercato si fondano sulla convinzione che il permettere a ciascun individuo di perseguire il proprio interesse ha la felice conseguenza di servire l’interesse della società nel suo insieme. Friedman evidenzia la crescita dell’economia britannica nel corso del XIX secolo e di quella dell’economia giapponese nel XX come esempi del vigoroso sviluppo che si verifica quando le autorità permettono al libero mercato di operare senza vincoli. Quando invece un paese ha adottato politiche di pianificazione economica, lo sviluppo è risultato considerevolmente inferiore. Sebbene la pianificazione sia adottata con i migliori propositi, essa ritarda immancabilmente lo sviluppo economico: Friedman cita il caso dell’India come esempio classico di un paese che possiede un enorme potenziale di sviluppo economico, ma che – proprio in virtù del controllo politico dell’organizzazione delle attività economiche – ha inutilmente condannato gran parte della sua popolazione ad un livello di vita più misero. La puntata illustra inoltre l’importanza della libertà degli scambi: se gli individui sono liberi di concludere scambi economici con chiunque offra i termini più vantaggiosi, le risorse vengono utilizzate nel modo più efficiente, garantendo un livello di vita più elevato. ma il libero scambio richiede una concorrenza libera e aperta. Molti produttori invocano misure politiche per proteggere le proprie aziende dalla concorrenza nel nome del “pubblico interesse”. Friedman ci rammenta che bisogna sempre essere diffidenti nei confronti dei paladini del pubblico interesse, giacché sovente le misure da essi invocate vanno a beneficio di interessi particolari ai danni del resto della società.
- See more at: http://brunoleoni.it/nextpage.aspx?codi ... Mlc26.dpuf

Video
https://www.youtube.com/watch?v=jv2x1ak ... r_embedded
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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda trilogy il 16/09/2013, 14:19

Chiasso vuole attrarre imprese italiane. Ma rispondono in troppe

L’iniziativa era riservata a un massimo di 150 aziende. Ma sarebbero già 178 le società italiane che hanno aderito a «Benvenuta impresa nella città di Chiasso», operazione lanciata dal comune della città svizzera per attrarre sul proprio territorio aziende straniere.
http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio ... n%20troppe
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Re: Liberi di Scegliere

Messaggioda franz il 16/09/2013, 15:29

trilogy ha scritto:Chiasso vuole attrarre imprese italiane. Ma rispondono in troppe

L’iniziativa era riservata a un massimo di 150 aziende. Ma sarebbero già 178 le società italiane che hanno aderito a «Benvenuta impresa nella città di Chiasso», operazione lanciata dal comune della città svizzera per attrarre sul proprio territorio aziende straniere.
http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio ... n%20troppe

Si, lo avevo letto. La cosa meno nota è il numero di aziende italiane che sono approdate in vallese, in questi anni.
Naturalmnte se Como,, Cuneo o Enna lanciassero pari appello (ammesso che potessero garantire condizioni di favore) in quanti aderirebbero?
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