da Robyn il 01/07/2013, 16:27
La piaga della precarietà è meno presente in Europa.La Gran Bretagna usa solo il 5% dei contratti a termine,la Francia l'8% l'Italia e la Spagna guidano la classifica rispettivamente con il 12 e il 25% dei contratti a termine.Ma siamo proprio sicuri che la piaga della precarietà dipenda dalla rigidità e che non sia invece un fenomeno patologico?L'Europa nella sua direttiva raccomanda di porre un limite al complesso dei contratti a termine,per ex due anni,al numero di contratti a termine reiterabili all'interno di questo limite.La forma indeterminata specifica l'Europa è la forma ricorrente ma all'interno di questa sono ammesse deroghe con l'uso del contratto a termine.In Italia la normativa permette l'utilizzo dei contratti a termine in limiti ben precisi se legati alla temporaneità,ma anche riferiti all'ordinaria attività lavorativa.Quindi l'attenzione deve concentrarsi sù questi,perche riferifibili all'ordinaria attività lavorativa,significa che sono permessi in funzione di una attività lavorativa che presenta caratteri di stabilità.Quindi come fanno questi contratti a non trasformarsi a tempo indeterminato soprattutto in ragione che la flessibilità in uscità non è più rigida?di certo questi contratti possono essere usati per verificare se un dipendente può essere assunto a tempo indeterminato.Ma non è che per caso le assunzioni non ci sono perchè manca la cultura del merito che è quella che permette di premiare con l'assunzione indeterminata chi supera il test dei contratti a termine? non è che la precarietà è una malattia sociale,una patologia?In questo caso bisogna intervenire con una riforma organica sui contratti a termine con il quale si stabilisce un limite,due anni per esempio,all'interno di questo limite il numero massimo dei contratti reiterabili,la durata minima di un contratto a termine per esempio quattro mesi,la reiterabilità con un contratto a termine di uguale durata dei precedenti,nonche le pause fra un contratto a termine all'altro"10,20"giorni in cui non si stà a casa ma dove la prestazione lavorativa c'è anche nella pausa,o che in alternativa vengono retribuiti.Per limitare l'uso dei contratti a termine legati alla temporaneità,bisogna estendere la plurisettimanalità e la multiperiodalità nel turno centrale o nei due turni con la contrattazione decentrata,poche l'uso smodato non dipende solo dalla mancata trasformazione del contratto a termine in indeterminato ma dal fatto che la plurisettimanalità e la multiperiodalità è ancora poco estesa e questo costringe a fare ricorso ai contratti a termine per fare fronte ad incrementi temporanei di lavoro
Locke la democrazia è fatta di molte persone