Ecco lo 'spread' dell'inflazione:
il caro-prezzi colpisce chi spende meno
L'Istat inaugura una nuova serie di statistiche sull'impatto dei rincari sulle famiglie, differenziate a seconda del loro livello di spesa. Nel primo trimestre 2013 chi ha speso meno ha subito rincari del 2,5%, mentre chi ha speso di più dell'1,8%. Ma al picco della crisi il 'differenziale' tra i nuclei familiari è arrivato a 1,3 punti e in sette anni la differenza è stata del 4%
MILANO - Il caro-prezzi non è uguale per tutti, anzi colpisce paradossalmente di più proprio chi ha meno mezzi per sopportarlo. La rilevazione emerge da un nuovo studio Istat, che ha avviato oggi la pubblicazione semestrale di indici che misurano l'impatto dell'inflazione sulle famiglie italiane, suddividendole in 'sottopopolazioni' in base al loro livello di spesa.
I nuclei sono stati cioè divisi in cinque gruppi, ordinati in base alla loro spesa equivalente dal primo (con la spesa mensile più bassa) all'ultimo (spesa più alta). Il rilievo più vicino nel tempo riguarda il primo trimestre del 2013. Ebbene, nel periodo tra gennaio e marzo - rispetto ai primi tre mesi del 2012 - l’inflazione per le famiglie dei diversi quinti di spesa si è distribuita in un intervallo compresa tra il +2,5% del primo quinto (spesa mensile più bassa) e il +1,8% dell’ultimo. Nello stesso periodo l’indice dei prezzi al consumo generale ha segnato un +2,1%.
L’analisi - spiega l'Istat - mette in luce come il peso sul bilancio familiare di cibo ed energia diminuisca al crescere della spesa complessiva. In particolare, l’incidenza della spesa per 'Beni alimentari' e 'Beni energetici' per le famiglie del primo quinto è pari a circa il doppio di quella relativa all’ultimo. Proprio al maggior peso di queste tipologie di beni si può ascrivere il diverso impatto dell'inflazione sui nuclei familiari. Guardando i dati degli ultimi sette anni, cioè tra il 2005 e il 2012, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie con la spesa media più bassa è aumentato del 20,2%, a fronte del +16,0% registrato per le famiglie e del +17,5% generale.
Le distanze tra le varie tipologie di famiglie si sono allargate quando l'indice generale dei prezzi ha maggiormente accelerato, ad esempio nel 2008 e nello scorso ottobre, quando l'inflazione è stata prossima al 3%. Le famiglie con il livello di spesa più basso, nel 2008, hanno subìto un’inflazione pari al 4,4%, quelle al loro opposto del 3,1%: uno 'spread' inflazionistico di 1,3 punti.
(10 maggio 2013) http://www.repubblica.it
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