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Drunk bond

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Drunk bond

Messaggioda flaviomob il 01/04/2013, 13:14

LA CRISI SPIEGATA IN MODO SEMPLICE...

Helga è la proprietaria di un bar, di quelli dove si beve forte.
Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito. Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti).
La formula “bevi ora, paga dopo” è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città.

Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande e naturalmente nessuno protesta, visto che nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il volume delle vendite aumenta ancora.

La banca di Helga, rassicurata dal giro d’affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager, il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i clienti: il collaterale a garanzia.

Intanto l’Ufficio Investimenti & Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i crediti del bar di Helga e li usano come garanzia per emettere un’obbligazione nuova fiammante e collocarla sui mercati internazionali: gli Sbornia Bond.

I bond ottengono subito un rating di AA+ come quello della banca che li emette, e gli investitori non si accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi disoccupati. Così, dato che rendono bene, tutti li comprano.

Conseguentemente il prezzo sale, quindi arrivano anche i gestori dei Fondi pensione a comprare, attirati dall’irresistibile combinazione di un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre. E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Sbornia Bond.

Un giorno però, alla banca di Helga arriva un nuovo direttore che, visto che in giro c’è aria di crisi, tanto per non rischiare le riduce il fido e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite.

A questo punto Helga, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile essendo loro dei disoccupati che si sono anche bevuti tutti i risparmi.

Helga non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i fondi.

Il bar fallisce e tutti gli impiegati si trovano per strada.

Il prezzo degli Sbornia Bond crolla del 90%.

La banca che li ha emessi entra in crisi di liquidità e congela immediatamente l’attività: niente più prestiti alle aziende. L’attività economica locale si paralizza.

Intanto i fornitori di Helga, che in virtù del suo successo, le avevano fornito gli alcolici con grandi dilazioni di pagamento, si ritrovano ora pieni di crediti inesigibili visto che lei non può più pagare.

Purtroppo avevano anche investito negli Sbornia Bond, sui quali ora perdono il 90%.

Il fornitore di birra inizia prima a licenziare e poi fallisce.

Il fornitore di vino viene invece acquisito da un’azienda concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli impiegati e delocalizza a 6.000 chilometri di distanza.

Per fortuna la banca viene invece salvata da un mega prestito governativo senza richiesta di garanzie e a tasso zero.

Per reperire i fondi necessari il governo ha semplicemente tassato tutti quelli che non erano mai stati al bar di Helga perché astemi o troppo impegnati a lavorare.

Bene, ora potete dilettarvi ad applicare la dinamica degli Sbornia Bond alle cronache di questi giorni, giusto per aver chiaro chi è ubriaco e chi sobrio


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Re: Drunk bond

Messaggioda pianogrande il 01/04/2013, 17:09

Qualsiasi pezzo di carta (o di qualsiasi altro materiale) ha un valore legato al fatto che chi lo accetta crede in questo valore.
Vale per le opere d'arte, per i gioielli, per i titoli di credito, per i pezzi da collezione ......
Potrebbe non essere lontano il giorno in cui si comincerà a non credere nemmeno nel denaro contante (per non parlare di quello elettronico o comunque virtuale).
Un meccanismo sul quale si sta giocherellando un po' troppo.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Drunk bond

Messaggioda franz il 01/04/2013, 20:27

è spiegata in modo non semplice ma semplicistico.
La crisi dei subprime non è basata su un bene effimero, la birra, che una volta bevuta esce dal corpo da altri parti e con lo stesso colore.
È basata su un bene stabile (immobile) e sulla scommessa (rischio) che il suo valore cresca sempre.
Non è una differenza da poco. Alla fine qualcosa con la casa rimane, con la birra no.

Giuste le responsabilità delle banche (solo che nel caso dei subprime usa erano le banche pubbliche Fannie Mae e Freddie Mac a fare la maialata, e sono state salvate) e delle agenzie di rating, ma nella banalizzazione manca il ruolo dello stato, il quale nell'esempio potremmo dire che emana leggi per cui ad ogni lavoratore disoccupato deve essere garantita la birra in adeguata quantità e che le banche devono agevolare il finanziamento delle birrerie che concendono crediti ai disoccupati, anche se ubriaconi.

Cosi' l'esempio regge meglio. ;)
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Re: Drunk bond

Messaggioda trilogy il 02/04/2013, 21:22

La storiella è del 1977 ripresa poi da Krugman. L'eurozona in miniatura :mrgreen:

la storia della cooperativa di baby-sitter di Capitol Hill.
Questa cooperativa era un’associazione di circa 150 giovani coppie che si erano messe d’accordo per aiutarsi a vicenda con i bambini quando qualcuna di loro voleva prendersi una serata libera. Per accertarsi che ogni coppia facesse la sua parte, la cooperativa introdusse una sorta di buono: dei tagliandi di cartone, ciascuno dei quali riconosceva il diritto a mezz’ora di baby-sitting. I soci della cooperativa ricevevano venti tagliandi al momento dell’adesione e dovevano restituirne altrettanti quando decidevano di lasciarla.
Venne fuori che i soci della cooperativa, mediamente, volevano aumentare la riserva di tagliandi iniziali, nell’eventualità che decidessero di uscire per più sere di fila. E così, poche coppie volevano spendere il loro buono e uscire, mentre la maggior parte preferiva badare ai figli degli altri per aumentare il gruzzolo. Ma dal momento che per fare i baby-sitter bisognava che qualcuno uscisse, era difficile accumulare i buoni, e questo rendeva i soci della cooperativa ancora più restii a uscire, rendendo ancora più difficile accumulare i buoni. Per farla breve, la cooperativa entrò in recessione.
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Re: Drunk bond

Messaggioda pianogrande il 02/04/2013, 23:28

Chiaro Trilogy.
Quando i soldi stanno fermi non hanno nessun valore se non quello psicologico o potenziale datogli da chi li detiene.
I soldi fanno il loro dovere quando passano di mano perché quello che ha valore reale in economia non sono i soldi ma il lavoro (quindi la produzione di beni e servizi) conseguente alla loro circolazione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Drunk bond

Messaggioda franz il 03/04/2013, 8:37

Certo, Piano, hai azzeccato quello che Krugmam, da buon neokeynesiano sostiene.
Ma i soldi non sono semplici pezzi di cartone, come nell'esempio.
I pezzi di cartone si accumulano in attesa di poterli usare dopo (ed il risparmio ha una grande funzione economica) mentre i soldi risparmiati puoi anche investirli, pur con un certo rischio. Investirli significa, in concreto, prestarli ad aziende sotto forma di azioni, obbligazioni. A grandi lineee chi ha risparmiato un milione non lo tiene certo tutto in contanti. Terrà solo una certa liquidità, per le emergenze, mentre il resto verrà investito in beni mobili (fondi etc) oppure immobili (case, terreni) in grado di dare un certo rendimento (rendita). Anche la liquidità che rimane in banca o in posta si muove e viene usata per chi va in rosso temporaneamente.
Non è quindi del tutto vero, a parte chi tiene i soldi sotto il materasso, che i soldi risparmiati sono fermi. Girano e permettono all'economia di funzionare, prestandosoldi a chi non ne ha. Diversamente solo i ricchi potrebbero fare impresa.

Come potremmo pero' perfezionare l'esempio di Krugman?
Immaginando che qualche intelligentone ritenga che quei pezzi di cartone allora tanto vale prestarli allo Stato, che sa bene come spenderli ;) E difatti vediamo dove siamo finiti, come debito pubblico. Cosa potremmo pensare, rispetto ai 2000 miliardi di debito? Che qui soldi prestati allo stato forse avrebbero potuto futtare meglio se prestati al sistema delle imprese, italiane o estere. Io credo che avrebbero creato piu' lavoro vero, quindi meno impieghi pubblici e piu' valore aggiunto creato dalle industrie e dal terziario. Prestandoli allo stato li abbiamo veramente trasformati in pezzi di cartone.
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