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bad bank

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bad bank

Messaggioda trilogy il 11/03/2013, 15:00

Crediti dubbi, per la copertura alle banche italiane servono 21 miliardi. Allo studio l'ipotesi di una bad bank

Alle banche italiane servono 21 miliardi di euro per aumentare la copertura dei crediti dubbi, allineandola agli standard europei. È quanto indicano gli analisti di Mediobanca Securities in uno studio pubblicato oggi. Gli istituti della Penisola hanno attualmente una copertura media del 39% dei crediti dubbi, ben al di sotto della media europea (53%) e si va dal 43% di Unicredit e Intesa Sanpaolo al 24% del Banco Popolare.

Nel bilancio 2012 la «pulizia» dei conti
Secondo lo studio, la «pulizia» di bilancio potrebbe avvenire nel 2012, a carico quindi dei conti del quarto trimestre, mantenendo adeguati indici patrimoniali e dividendi in linea con le attese. Per Unicredit e Intesa si tradurrebbe di uno «sforzo» da 8 miliardi ciascuna. Mediobanca Securities rilancia l'idea di una «bad bank» in cui far confluire sofferenze ed incagli, finanziata dall'Esm, con un capitale da 18 miliardi di euro.

Ipotesi bad bank al vaglio del mercato
Importo questo «più gestibile» dei 33 miliardi indicato in un report dello scorso ottobre. «Pensiamo che il mercato accoglierebbe con favore (la bad bank), perché probabilmente stimolerebbe anche la disponibilità di credito per far ripartire l'economia» e «per le istituzioni europee sarebbe ben difficile negare» questa possibilità all'Italia dopo averla accordata alla Spagna e tenendo conto dei 125 miliardi di contributo italiano all'Esm.
Serve un Governo
La cattiva notizia» é che «l'attuale incertezza politica italiana ostacola un progetto di bad bank perché il Paese al momento non ha un Governo che potrebbe negoziare i termini con le istituzioni europee».

11 marzo 2013
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AbJn9vcH
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Re: bad bank

Messaggioda trilogy il 12/03/2013, 17:59

L'Abi boccia l'ipotesi di una bad bank per l'Italia
Di Francesca Gerosa

L'Abi boccia l'ipotesi di una bad bank per l'Italia, ovvero un veicolo societario in cui far confluire le attività tossiche degli istituti di credito. "L'ipotesi di una bad bank", ha detto il direttore generale dell'associazione bancaria, Giovanni Sabatini, dopo la proposta avanzata da Mediobanca Securities, "si fonda su un presupposto non corretto. Noi siamo in una situazione diversa dalla Spagna".

Infatti il nostro Paese non ha avuto, ha osservato Sabatini, una bolla immobiliare. C'è attenzione al problema dei crediti deteriorati, ma non ci sono aspetti patologici tali da richiedere cure sistemiche come in Spagna. Il problema è sempre quello di fare confronti sulla base di dati disomogenei.

Ancora oggi il Financial Times, commentando lo studio di Mediobanca, fa riferimento a percentuali di copertura che per le banche spagnole sono più alte di quelle delle banche italiane. I dati non sono comparabili e mentre in Italia i crediti deteriorati sono rilevati in maniera rigorosa, in altri Paesi ci sono prassi assolutamente disomogenee. "I confronti quindi sono assolutamente inattendibili", ha precisato Sabatini.

Mediobanca è invece convinta che 18 miliardi di euro di capitale per una bad bank per l'Italia, finanziata dall'Esm, siano gestibili. Inoltre ritiene che il mercato la accoglierà bene anche perché stimolerà la disponibilità di credito per far ripartire l'economia vista la disciplina di bilancio di Monti. Al contempo difficilmente le istituzioni europee potranno negare all'Italia questa operazione, visto il precedente spagnolo e i 125 miliardi il contributo italiano all'Esm.

La Bad Bank spagnola, il Sareb, come ha confermato oggi il ministro delle Finanze spagnolo, Luis de Guindos in un discorso al parlamento spagnolo, detiene attualmente asset per un valore di 50 miliardi di euro incluse 76.000 case sfitte. Fino a questo momento ha ricevuto asset per un valore di 36 miliardi di euro dalle banche iberiche nazionalizzate, mentre i rimanenti 14 miliardi provengono dagli altri istituti di credito in difficoltà, nel quadro di assistenza finanziaria al sistema finanziario del Paese dell'Unione europea. L'intenzione ora è di cedere attività entro l'anno per 1,5 miliardi di euro,

Le banche italiane non avranno bisogno di richiedere cure sistemiche come quelle spagnole ma, come ha ammesso lo stesso Sabatini, la situazione del credito in Italia resta complessa, con le banche frenate dalle difficoltà nella raccolta e dal forte aumento delle sofferenze. "La situazione del credito", ha detto, "è sicuramente in una fase complessa e a fronte della crescita delle sofferenze è chiaro che le politiche creditizie devono essere più attente".

Le banche italiane continuano infatti a fare più impieghi di quanto raccolgono sul territorio. Prima il differenziale era coperto dai mercati internazionali, ma oggi si sono richiusi anche per il quadro istituzionale italiano. È quindi necessario per Sabatini trovare strumenti per far tornare le banche italiane a raccogliere.

fonte: http://www.milanofinanza.it/news/dettag ... 20l'Italia
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