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Nel mondo di ladri la meritocrazia è alibi del clientelismo

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Nel mondo di ladri la meritocrazia è alibi del clientelismo

Messaggioda Iafran il 07/01/2013, 0:41

Brunetta ha voluto l'organismo per la "valutazione delle performance" (Oivp) e nella PA si riconoscono facoltà eccezionali ai "cittadini con le spalle ben coperte", mentre si discriminano gli altri.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/ ... 50684/?rss

Foggia, lo scandalo dei premi ai dirigenti voti da "30 e lode" e quasi un milione di bonus

Al Comune l'Oivp, l'organismo per la "valutazione delle performance" voluto da Brunetta, ha riconosciuto il massimo del merito ai tecnici della città che ha festeggiato il Natale tra i rifiuti e staziona fissa agli ultimi posti in Italia per qualità della vita. Il dg, dopo le polemiche, congela il pagamento. "Neanche alle elementari tutti i bambini vengono promossi con tutti dieci".

. . . . .
Il Comune di Taranto, sotto la Giunta di Rossana Di Bello (Forza Italia), è fallito per i debiti e gli scandali degli amministratori e per gli stipendi d'oro a funzionari (25-30 mila euro mensili), durante il quinquennio 2001-2005. (http://www.repubblica.it/2006/10/sezion ... lisce.html).
I cittadini sono stati chiamati a ripianare il deficit con le loro tasche.
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Re: Nel mondo di ladri la meritocrazia è alibi del clienteli

Messaggioda lucameni il 07/01/2013, 0:58

Bè la meritocrazia è necessaria e purtroppo a sinistra spesso è intesa come forma di sfruttamento padronale o chissà cosa.
Soltanto che, per chi sa come funziona la P.A. in Italia, era chiaro che le riforme imbastite da Brunetta, con buona pace di coloro che anche in questo forum le hanno viste come positivo primo passo per arrivare al "merito", erano e sono fumo negli occhi ed anzi qualcosa che rischia di far perdere tempo prezioso e fare peggio che altro. Purtroppo - e va detto - la prima versione della legge era stata imbastita insieme a Ichino ed era ancor più rigida e assurda di quanto sia l'attuale in vigore.
Questo conferma come molti "professori" prestati alla politica, a parte la palese e incredibile arroganza del nanerottolo che è caso patologico e del tutto peculiare, hanno una visione meramente speculativa e - temo - non sappiano nemmeno di cosa stiano parlando, su quale realtà disastrata vanno ad incidere.
La conclusione è presto detta: se questi sono i "riformisti" tanto invocati, pur immaginando in alcuni la loro buona fede, stiamo freschi.
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Re: Nel mondo di ladri la meritocrazia è alibi del clienteli

Messaggioda flaviomob il 07/01/2013, 3:09

Brunetta non viene da marte e neppure le giunte scellerate che si sono susseguite a Taranto, così come in altri comuni italiani. E' difficile parlare di premiare il merito in un paese che tanto spesso nella sua storia unitaria ha scelto di dare il potere alla parte peggiore, magari facendosi scudo di vari alibi (tra cui l'anticomunismo con cui persino Totò Riina si cimentò nel 1994). Non che la "sinistra" sia immune, come ha dimostrato il caso della Campania, ma in alcuni casi si è scelto deliberatamente il peggio per decenni ed è impossibile, con una simile classe dirigente, anche solo ipotizzare di selezionare "il meglio" per gli altri ranghi quando il vertice della piramide è talmente compromesso...


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Re: Nel mondo di ladri la meritocrazia è alibi del clienteli

Messaggioda Iafran il 07/01/2013, 12:28

flaviomob ha scritto:E' difficile parlare di premiare il merito in un paese che tanto spesso nella sua storia unitaria ha scelto di dare il potere alla parte peggiore, magari facendosi scudo di vari alibi (tra cui l'anticomunismo con cui persino Totò Riina si cimentò nel 1994).

È il famigerato "conflitto di interessi" (condannato a parole) la molla principale a spingere molta gente "a darsi alla politica" o a sostenere chi si propone in Parlamento.
Si vorrebbe combatterlo e si vorrebbe risolverlo con una legge! Cioè si vorrebbe legiferare per indicare un comportamento da tenere per far sapere a tutti che si perseguirebbe il bene comune!
I nostri rappresentanti hanno bisogno di una legge per dimostrare che possiedono etica?!
'Mmazza che signori, "al di sopra di qualsiasi sospetto e di umana debolezza", eletti a nostra rappresentanza!
Il conflitto di interessi è rimasto irrisolto perché è irrisolvibile, ed esso è irrisolvibile perché non è ricevibile dalle parti interessate: si arriva a "vendere l'anima al diavolo" per il potere e per fare i porci comodi e poi ci si lascerebbe prendere dai buoni propositi per l'interesse della collettività o dagli scrupoli di coscienza? :o
Questo si può dire in un pubblico comizio, in piazza o in TV (e pure in Parlamento), ma in Italia non si fa nessuna legge se non si è già trovato il modo per aggirarla!
Il concetto di "meritocrazia", nel nostro Stato, serve solo per zittire coloro che avrebbero qualcosa da dire sulle attribuzioni di premi o sulle deliberazioni di nomine o di promozioni nella carriera, fatte in assoluta libertà a persone ben precise, discriminandone altre per ragioni discutibili: il merito lo stabilisce il più delle volte una Commissione, i cui membri, espressione del potere dominante al momento, scelgono secondo insindacabili giudizi di affari celati, di simpatia personale, di contropartite varie.

flaviomob ha scritto:in alcuni casi si è scelto deliberatamente il peggio per decenni ed è impossibile, con una simile classe dirigente, anche solo ipotizzare di selezionare "il meglio" per gli altri ranghi quando il vertice della piramide è talmente compromesso...

Non dimentichiamoci che la piramide più alta delle altre, quella costruita sulla spiritualità e che conferisce il più alto potere sui suoi credenti, fa sentire la sua "presenza" (ed il suo fascino) in Italia da millenni. ;)
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Re: Nel mondo di ladri la meritocrazia è alibi del clienteli

Messaggioda pianogrande il 07/01/2013, 17:51

La meritocrazia c'è da sempre e funziona benissimo e questa non è una provocazione.
In questi ragionamenti si sta saltando un passaggio.

Che cosa costituisce merito nella nostra società?
Questo è il vero problema.

Problema molto più difficile da risolvere perché richiede un cambio di cultura e di costume etc.

Non si può fare una legge che cambi la mentalità della gente.

Esempio.
Per il potente di turno quale può essere il parametro su cui basarsi per assumere un collaboratore?
I diplomi e le lauree ed i master e la fedina penale e .... ?

Va be', va be', direbbe il grande Albanese (Cetto La...).

Quello che interessa al detto potente è che quella persona sia pronta a tutto per fare gli interessi del capo e magari che questa condizione sia garantita da amici o amici degli amici e che sia una persona dalla morale elastica e possibilmente ricattabile e quant'altro.

Quelli sono i meriti.

Al di fuori di tutto questo, si viene trattati da idealisti rompic.... filosofi, ingenui e, in qualche caso, perfino da infantili ...
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Nel mondo di ladri la meritocrazia è alibi del clienteli

Messaggioda flaviomob il 07/01/2013, 20:55

E' il punto più critico della cultura (in senso antropologico) italiana.
Premiare il merito (in realtà l'impegno, l'onestà, il lavoro a favore di un obiettivo chiaro e dichiarato) significa mettere a repentaglio ogni posizione di potere. Sappiamo che il potere, in Italia, si conquista a fatica e attraverso conflitti e contrasti molto forti, con modalità talvolta torbide e spesso attraverso compromessi altamente complessi. In questa autentica lotta di potere ci sono mezzi, strumenti ed obiettivi apertamente dichiarati ma anche impliciti, nascosti, imperscrutabili e sotterranei. Inoltre le gerarchie detentrici del potere (non solo politico, si pensi alla Chiesa cattolica, alle logge deviate, alle famiglie a capo della criminalità organizzata) in Italia si caratterizzano per uno scarso ricambio, una quasi totale assenza della logica dell'alternanza, tempi storici di rinnovo generazionale assolutamente dilatati rispetto agli altri paesi occidentali.
Talvolta anche una facciata di rinnovamento serve solo in senso gattopardesco per comunicare verso l'esterno la presenza di una forma di cambiamento, quando in realtà le leve che contano rimangono nelle stesse (poche) mani.
Negli Stati Uniti hanno un forte potere le lobby private, che spesso sono determinanti nel condizionare il voto parlamentare. In Italia esiste invece una palude ancora più forte, un'area di influenza schierata verso alcuni principi base che politicamente si possono collocare al centro o perfino nel centrodestra, come area politica conservatrice e tradizionalista, ma che dispone di una "golden share" sempre disponibile ad evitare le manovre più ardite anche all'interno dello schieramento progressista. Si pensi addirittura al momento costituente, quando fu determinante il PCI nel voto a favore del concordato in Costituzione.
In questa logica, diventa più importante sapere da che parte sei schierato e per fare cosa, nel momento in cui si distribuiscono gli incarichi di potere, piuttosto che il valore e l'impegno personale.
Questo può apparire eccessivo e di portata troppo elevata rispetto a, che so, un tema come la ricerca dell'efficienza (e del premio al merito) all'interno della PA. Ma di fatto, un tale meccanismo di selezione delle classi dirigenti si ripercuote a cascata su tutto ciò che sta sotto e che può anche orientare il voto dei vari bacini elettorali. In fondo assegnare un posto fisso in maniera clientelare può valere un numero di voti pari al totale dei familiari del "raccomandato", più qualche "passaparola" tra amici e conoscenti. E' chiaro che in questa dinamica è il cittadino a dover compiere un passo in avanti per generare un cambio di mentalità, ma è molto difficile in un momento di crisi in cui la precarietà può diventare un nuovo strumento di ricatto (così come il posto fisso quasi inamovibile una sorta di "paradiso" in grado di influenzare profondamente le scelte individuali e il compromesso con la propria etica).


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