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Non investite in Italia!

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Non investite in Italia!

Messaggioda flaviomob il 19/11/2012, 2:07

Investimenti esteri, l'amara verità
di Leonardo Maugeri

I rapporti sui Paesi in cui mettere i propri capitali sono concordi. Altro che costo del lavoro o sindacati, il vero buco nero dell'Italia ha due nomi: corruzione e burocrazia. Parola di manager
(15 novembre 2012)

Negli ultimi tempi mi è capitato più volte di vedere rapporti confidenziali sull'Italia redatti da esperti americani di "business location", cioè esperti della selezione dei paesi in cui realizzare investimenti. In tutti i casi, il giudizio di sintesi era unanime: tenetevi lontano dall'Italia. A motivare un simile verdetto non sono - se non in parte ridotta - la rigidità del mercato del lavoro o la forza del sindacato, come per mesi si è detto in Italia. No. Ai primi posti dei mali che impediscono investimenti e sviluppo nel nostro paese vi sono burocrazia, corruzione, giustizia civile e penale.

I rapporti sottolineano, per esempio, che in Italia le autorizzazioni necessarie a realizzare un investimento industriale a normale sensibilità ambientale possono richiedere oltre tre anni e il concorso di oltre 15 uffici pubblici (comunali, provinciali, regionali, nazionali) che possono salire drasticamente se aumenta la sensibilità ambientale dell'investimento. Le procedure per mettere d'accordo tutti sono considerate bizantine e "endless" (senza fine). Una volta avviata la costruzione di un sito industriale, poi, essa può essere interrotta in ogni momento per un accertamento da parte di un numero imprecisato di autorità. Cose che conoscevo bene per averle sperimentate sulla mia pelle. Per esempio, quando ero presidente della società petrolchimica dell'Eni mi venne presentata una lista di ben 51 (!) autorizzazioni necessarie per sostituire una centrale elettrica (dalle dimensioni di due roulotte) in un sito di interesse nazionale: se tutto fosse andato bene, sarebbero occorsi tre anni e mezzo per avere la nuova centrale in funzione.

Se il peso abnorme della burocrazia sconcerta e allontana gli investitori, il sibilo cupo della corruzione diffusa a ogni livello sgomenta. Non che negli altri paesi occidentali non esista una corruzione "fisiologica": ma nella maggior parte dei casi (e negli Stati Uniti in particolare) è ben lontana dal carattere pandemico che ha in Italia e la si può combattere grazie a una giustizia rapida che sa essere implacabile. Il corrotto, inoltre, finisce dietro le sbarre e perde ogni considerazione sociale, nel senso che - anche una volta scontata la sua pena - si troverà escluso dalla vita economica, dai circoli mondani e, soprattutto, non potrà tornare mai a rivestire cariche pubbliche. La corruzione italiana, invece, è percepita come un mostro diffuso a ogni livello, figlia di una cultura che l'accetta e ci convive, convinta che "così fan tutti". E se ti metti contro, prima o poi finirai per pagarne le conseguenze, vittima di un sistema che elude la legge e ti lascia da solo - per quanto grande tu possa essere - di fronte all'arbitrio del mostro indistinto e dei suoi mille artigli.

D'altra parte, gli stessi rapporti sottolineano che ricorrere alla giustizia civile o penale contro i soprusi della burocrazia o dei corrotti è vano, pena la perdita di altri anni e il rischio di un ulteriore accanimento della burocrazia e degli stessi corrotti - tutti parte di un sistema che si autosostiene e si difende con una straordinaria compattezza.

Non stupisce, quindi, che mercato del lavoro e fiscalità siano considerati problemi secondari, nel senso che pesano nel momento in cui un'attività è in corso di avvio, mentre l'indice degli esperti di "business location" punta contro problemi che impediscono l'avvio stesso di un'attività nei tempi utili a un qualsiasi investitore.

L'Italia ha un bisogno drammatico di investimenti e di aziende - anche straniere - per far ripartire la propria economia, ma l'intreccio letale di burocrazia e corruzione contro cui non sembrano esistere vaccini continuerà a tenerli lontani. Né serve indignarsi per eventuali esagerazioni interpretative della realtà del nostro Paese da parte di chi dà giudizi così severi: sarebbe come nuotare in un mare di fango e lamentarsi perché ci troviamo dentro un sacchetto di plastica.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ta/2194820


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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda Iafran il 19/11/2012, 10:26

flaviomob ha scritto:La corruzione italiana, invece, è percepita come un mostro diffuso a ogni livello, figlia di una cultura che l'accetta e ci convive

All'estero si ha questa impressione.

In Italia, invece, ci conviviamo tanto con la corruzione che ne diamo la giustificazione più ovvia: "così fan tutti". "Se ti metti contro, prima o poi finirai per pagarne le conseguenze, vittima di un sistema che elude la legge e ti lascia da solo - per quanto grande tu possa essere - di fronte all'arbitrio del mostro indistinto e dei suoi mille artigli".
È meglio, allora, fermarsi sui fattori più visibili (perché in superficie e perché è più conveniente): "la rigidità del mercato del lavoro o la forza del sindacato" e la sempre presente "sinistra" (dimenticando che è quella che paga il prezzo più alto, anche in vite umane, nel rivendicare, per tutti, il rispetto dei diritti e delle leggi) ... per sostenere la propria proposta!
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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda franz il 19/11/2012, 12:38

Iafran ha scritto:
flaviomob ha scritto:La corruzione italiana, invece, è percepita come un mostro diffuso a ogni livello, figlia di una cultura che l'accetta e ci convive

All'estero si ha questa impressione.

Le cause dei mancati investimenti sono tante e si deve lavorare su tutte, senza usarne alcune come alibi per non lavorare sulle altre.
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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda flaviomob il 20/11/2012, 15:43

Se fossi un imprenditore straniero, non investirei mai in Italia per un semplice motivo: non mi fiderei degli italiani.

Befera: «Incoerenti il 20% delle dichiarazioni
un milione famiglie a reddito zero, ma spende»


Una famiglia su cinque - 4,3milioni di nuclei circa - sostiene spese «incoerenti» con il proprio reddito. Mentre in un milione circa di casi la contraddizione è a dir poco sospetta: forti spese a fronte di redditi dichiarati quasi nulli, «vicini allo zero». Sono questi i risultati emersi da una simulazione sull'intera platea delle famiglie italiane, secondo quanto riportato dal direttore dell' Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Secondo la simulazione, tra le diverse categorie di reddito il tasso di irregolarità è maggiore nel reddito di impresa e nel reddito da lavoro autonomo.

REDDITOMETRO - Lo strumento per indagare le ragioni dell'incoerenza delle dichiarazioni sarà il nuovo redditometro. «È già pronto, e siamo in fase di approvazione del relativo decreto ministeriale e quindi sicuramente a gennaio sarà utilizzabile» ha detto Befera riconoscendo che si tratta di uno straumento per «stanare l'evasione» ma che sarà utilizzato «con la massima prudenza e soltanto per differenze eclatanti» tra le spese e i redditi dichiarati.

REDDITEST - I contribuenti possono intanto scaricare dal sito dell'Agenzia il ReddiTest: il software che misura la compatibilità tra reddito familiare e spese sostenute. È una sorta di autodiagnosi che coglie le principali caratteristiche che incidono sul tenore di vita e aiuta le famiglie a verificare la coerenza della propria dichiarazione prima che possa scattare un eventuale accertamento


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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda franz il 20/11/2012, 19:24

flaviomob ha scritto:Se fossi un imprenditore straniero, non investirei mai in Italia per un semplice motivo: non mi fiderei degli italiani.
...
[i]Una famiglia su cinque - 4,3milioni di nuclei circa - sostiene spese «incoerenti» con il proprio reddito. Mentre in un milione circa di casi la contraddizione è a dir poco sospetta: forti spese a fronte di redditi dichiarati quasi nulli, «vicini allo zero».

Simpatica considerazione. E se fossi un imprendtore italiano, invece ti fideresti? In fondo i dati riportati sono oggettivi e dovrebbero essere presi in considerazione non solo dagli stranieri ma da chiunque pensi di investire soldi e non voglia rischiare di perderli lavorando con gente inaffidabile e pronta fregare il prossimo. In realtà il termine "mai" è esagerato perché in 4 casi su 5 abbiamo a che fare con persone oneste, con cui si possono fare affari redditizi (se sono professionalmente all'altezza). Quindi vale sempre la pena fare affari con gli italiani, se non fosse che il maggior furbastro che frega a tutti almeno la metà dei guadagni senza dare servizi adeguati al costo è proprio lo Stato. E li' non è un problema di rischio statistico. È una certezza. :o
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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda ranvit il 24/11/2012, 13:12

Sarete smentiti :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda flaviomob il 24/11/2012, 14:47

Un imprenditore onesto si ritrova a competere contro tanti imprenditori che non lo sono. E' chiaro che, al di là delle battute, ci sono tanti imprenditori italiani onesti, che magari rinunciano alla propria retribuzione pur di non farla mancare ai dipendenti. Ma è anche chiaro che accanto a costoro ci sono tanti evasori, tanti che assumono in nero, tanti che pagano bustarelle o pizzo (magari, per non sbagliare, entrambi) e passano davanti agli altri. La concorrenza viene fortemente distorta ed evidentemente, in alcuni settori, gli imprenditori stranieri si tengono ben alla larga da noi. O pensi che queste cose siano tutte inventate, Ranvit? ;)


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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda franz il 24/11/2012, 15:49

flaviomob ha scritto:Un imprenditore onesto si ritrova a competere contro tanti imprenditori che non lo sono.
...O pensi che queste cose siano tutte inventate, Ranvit? ;)

Ma non è solo questo. Non solo si compete con imprenditri disonesti ma nel frattempo lo Stato ti porta via piu' di metà dei guadagni senza dare servizi adeguati in cambio (e quindi si dimostra piu' disonesto rispetto ad una famiglia su 5, come da statistica).
In ogni caso, quandi si parla di corruzione, di evasione, di servizi inadeguati, di burocrazia, di leggi impossibili e ballerine il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato. il problema è lo stato.
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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda ranvit il 24/11/2012, 16:50

stato=participio passato del verbo stare? :D

Si il problema è dello Stato....o per essere piu' esatti delle classi dirigenti....anche se è vero che in genere rappresentano il popolo che gestiscono, è anche vero che senza classi dirigenti capaci un popolo non migliora mai!

Flaviomob, ma tu pensi che tutti quei bei difetti e comportamenti criminogeni di tanti imprenditori italiani non siano comuni a quelli di tutto il mondo? Come dice franz "il problema è lo Stato" o come dico io "le classi dirigenti"....ma tieni conto che sono composte anche dalla sinistra storica italiana...compresi Pasolini e Berlinguer :oops:
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Re: Non investite in Italia!

Messaggioda franz il 24/11/2012, 18:31

ranvit ha scritto:stato=participio passato del verbo stare? :D

Ci sono 9 significati ... http://dizionari.corriere.it/dizionario ... tato.shtml ma avevate tutti capito a cosa mi riferivo :P
Si, alcuni comportamenti sono comuni ma questa non è una scusa.
Anche perché troviamo il peggio di comunanza con certi paesi sottosviluppati e meno (anche se non zero) con quelli piu' sviluppati. La soluzione pero' è nostra. Siamo noi a decidere cosa fare e non fare e quindi non ci sono alibi, scuse, giustificazioni, su quello che fanno o non fanno gli altri.
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