Torino, 12 ott. - (Adnkronos) - La spesa legata al social housing rappresenta mediamente l'1% del prodotto interno lordo dell'Unione Europea, anche se le differenze sono notevoli da Paese a Paese. Lo spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, nel corso dell'intervento su "Il social housing come modello di un welfare auropeo" in occasione della giornata inaugurale di Urbanpromo, a Torino. Nel suo intervento, Breglia traccia anche la classifica dei Paesi europei più o meno attenti al social housing.
Sul podio ci sono i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito, caratterizzati da un notevole intervento statale e dove si registra il più vasto settore di alloggi a canone sociale dell'Unione Europea: i loro governi spendono oltre il 3% del prodotto interno lordo per il social housing. Seguono Austria, Danimarca, Francia e Germania dove la spesa pubblica per la politica relativa all'edilizia abitativa è generalmente compresa tra l'1 e il 2% del Pil. In Irlanda, Italia, Belgio, Finlandia e Lussemburgo formano un gruppo disparato, ma presentano tutti un vasto settore di alloggi occupati dagli stessi proprietari, e un settore di alloggi a canone sociale relativamente ridotto: qui la spesa governativa, generalmente, non supera l'1% del prodotto interno lordo.
Infine, Portogallo, Spagna e Grecia: qui il settore degli alloggi occupati dagli stessi proprietari è particolarmente vasto, mentre il numero di alloggi a canone sociale è minimo e la spesa pubblica è inferiore all'1% del Pil. In un quadro europeo, la suddivisione dello stock residenziale è per il 64% composta da case di proprietà; per il 20% da affitti privati e solo dal 15% da affitti sociali. In questo contesto, gli affitti sociali sono riconducibili per il 52% al settore pubblico e per il 48% al settore privato.
Testo dell'intervento: http://www.internews.biz/editoriale/SCE ... STAMPA.pdf