Lberalizzazione ferroviaria: chi dice il falso, l’IBL o Moretti?
Pubblicato: Mer, 03/10/2012 - 08:15 • da: Carlo Stagnaro
L'Istituto Bruno Leoni ha pubblicato l'annuale Indice delle Liberalizzazioni, uno studio che analizza lo stato della concorrenza in Italia. Quest'anno c'è stato un miglioramento complessivo, ma a fianco ad alcuni settori che hanno segnato un incremento dell'indice di liberalizzazione, ce ne sono stati altri che hanno segnato una situazione stazionaria o un inditreggiamento (qui la sintesi dello studio, qui la versione intergrale). Il settore ferroviario segna una delle performance più basse e per questo motivo lo studio non è piaciuto all'ad delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che ha attaccato l'Istituto Bruno Leoni ("dice cose false") e ha definito il mercato ferroviario italiano come "il più liberalizzato d'Europa" (qui le sue dichiarazioni).
A Moretti ha risposto Carlo Stagnaro, promotore di Fermare il declino e curatore dell'Indice delel Liberalizzazioni, su Chicago blog.
Commentando il nostro Indice delle liberalizzazioni, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti, ha dichiarato:
per Bruxelles l’Italia é il Paese più liberalizzato d’Europa nel settore, al pari della Gran Bretagna. L’Istituto Bruno Leoni dice cose false.
Chi dice il falso?
Prima di entrare nel merito della questione, vorrei liberare il campo dal gossip. Moretti sostiene che il nostro presunto pregiudizio negativo sul mercato ferroviario italiano sia spiegabile alla luce del fatto che “il presidente [dell'IBL] è Nicola Rossi, che è anche membro del comitato direttivo di Italia Futura”, il cui presidente, Luca di Montezemolo, è pure presidente dell’unico concorrente di Trenitalia, cioè Ntv. Una catena di interessi tanto lunga è di per sé poco credibile, ma in questo caso a pensar male si fa peccato senza azzeccarci: la metodologia con cui costruiamo l’indice sulle ferrovie è sostanzialmente immutata fin dalla prima edizione, nel 2007. Nel 2007 Nicola non era presidente dell’IBL (lo è diventato nel 2011) e neppure esisteva Italia Futura (fondata nel 2009). Spero che questo chiuda la questione.
Nel merito. Naturalmente IBL non dice il falso: è facilmente verificabile che i risultati dell’Indice sono coerenti con la metodologia dichiarata (fin dalla prima edizione). Si può ritenere che tale metodologia sia inadeguata a rappresentare la realtà ma non che essa sia falsa. In più, l’indice è costruito attraverso indicatori facilmente reperibili e, credo, difficilmente contestabili (numero licenze concesse, numero operatori attivi, sviluppo trasporto merci e passeggeri, quote di mercato, ecc.). In verità, i nostri risultati sono coerenti con quelli di altre misurazioni simili (per esempio il Rail Liberalisation Index).
Per Moretti, a dispetto di quello che suggeriscono tutti i dati disponibili il mercato ferroviario italiano è liberalizzato, addirittura “il più liberalizzato d’Europa”.
Se intende che il settore ad alta velocità è liberalizzato in Italia più che in altri paesi, bisogna dargli ragione e non ci siamo mai sognati di dire il contrario. Purtroppo per i viaggiatori italiani l’alta velocità conta relativamente poco, perché la maggior parte del traffico viene effettuata in quello che si chiama trasporto regionale. A questo proposito riconosce lo stesso Moretti:
[I pendolari] Si lamentano per i treni regionali e hanno ragione.
E’ esattamente quello che diciamo noi. Il grafico seguente riporta i risultati di un’indagine Eurobarometro sui mercati ferroviari europei.
L’Italia è il paese dove convivono il massimo grado di insoddisfazione per la qualità dei servizi ferroviari (solo il 27% degli italiani si dicono soddisfatti, contro una media Ue27 del 46%) e un altissimo sostegno a misure di liberalizzazioni (le chiedono l’80% degli italiani contro il 71% degli europei). Sarebbe difficile non mettere in relazione questi risultati così netti con lo scarso uso che gli italiani fanno dei treni (dicono di usarli spesso il 48% degli italiani contro una media europea del 55%).
Gli italiani non si differenziano dagli europei nel chiedere prezzi più bassi (li vogliono il 40% degli italiani e il 43% degli europei) ma pretendono servizi più affidabili (24% contro 16%) e carrozze più pulite (31% contro 16%). Gli italiani, insomma, vogliono quell’attenzione al consumatore che è tipica di un mercato liberalizzato e che è irrilevante per un monopolista pubblico.
Se l’IBL mente dicendo che il mercato ferroviario deve essere liberalizzato, viviamo in un paese di 60 milioni di boccaloni. L’alternativa, ma non mi permetterei mai di considerarla, è che sia Moretti a prenderci in giro tutti quanti.