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No al referendum

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No al referendum

Messaggioda Robyn il 11/09/2012, 14:08

No ai referendum.La precarietà era dovuta a due cose
La prima è che nelle grandi aziende per paura di assumere per poi non poter licenziare portava assumere a termine o con contratti precari che non si stabilizzavano mai.Nelle piccole aziende invece la precarietà era dovuta al fatto che per non superare la soglia dei 15 si assumeva ugualmente con contratti a termine oppure c'era la spinta al lavoro nero
Per quel che riguarda invece l'art 8 è da cambiare sostanzialmente in parlamento.La prima cosa è togliere la possibilità di licenziare senza giusta causa per motivi disciplinari la seconda è ristabilire la gerarchia delle fonti tra il primo e il secondo livello.La sinistra massimalista quando si mette in testa una cosa sbagliata è molto difficile fagli cambiare idea
ciao robyn
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Re: No al referendum

Messaggioda matthelm il 11/09/2012, 20:11

No a referendum strumentali ed ideologici.
E Vendola subito dà un assaggio di come intende allearsi con il PD!
Questo eventuale referendum serve solo per scopi chiaramente politici che il "genio" Di Pietro lancia e che Vendola NON può che sposare. E Bersani? ...pettina le bambole!!!
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: No al referendum

Messaggioda Robyn il 12/09/2012, 7:28

Secondo Vendola con il referendum,seguendo quindi la scia di Di Pietro,pensa di togliere voti al PD.Mi chiedo se questa è politica.Vendola è uno che ha collaborato con pax cristy ed è stato alla squola cattolica dei salesiani ed adesso stà mettendo in pratica gli insegnamenti,insegnando al PD come deve essere la laicità per gli insegnamenti ricevuti.Le alleanze realizzate prima del voto con il premio di maggioranza alla coalizione non funzionano perchè per gli altri partiti il motto è che il mio programma è il tuo programma.La riforma elettorale deve prevedere le preferenze il premio del 12% al partito di maggioranza relativa e lo sbarramento al 5% ciao robyn
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Re: No al referendum

Messaggioda flaviomob il 12/09/2012, 23:55

Le modifiche all'art.18 sono state scritte in modo che concretamente cambi pochissimo, perché la stragrande maggioranza delle aziende che vogliono licenziare propongono una conciliazione (prima della modifica mi pare che per prassi ci si accordasse su 15 mensilità, ora forse c'è addirittura una tendenza all'aumento) che viene accettata dai dipendenti. Se il referendum passa, in concreto cambia molto poco, con la differenza che gli avvocati giuslavoristi riusciranno a dare dei numeri molto più fondati ai loro clienti, basati sull'esperienza di decenni.


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Re: No al referendum

Messaggioda Robyn il 14/09/2012, 10:15

Il referendum non passerà perchè non ci sarà e qualora ci fosse si e no il 15% circa si reca a votare.Quello dei mediatori in azienda è un sistema di mercificazione veramente da rigettare.Inoltre questo sistema non coinvolge le rappresentanze sindacali.L'art 18 lasciamolo stare così com'è.L'art 18 inoltre è stato causa di mobbing sul posto di lavoro e questo aspetto sfugge ai sindacati ed i particolare a chi parla di dignità del lavoro.La dignità del lavoro non si tutela con l'art 18 ma con una legge antimobbing esistente in tutti i paesi europei.Gran Bretagna Francia,Svezia,Austria.L'attacco alla riforma dell'art 18 è più che altro un'attacco alla cultura liberale della sinistra di tipo anglassasone che rientra in un disegno più ampio messo in atto dalla parte più estrema della sinistra.Infatti non dimentichiamo il divieto dei jeans e della musica inglese nei paesi dell'est a cui l'estrema si rifaceva.La sinistra oggi è possibile riunirla sù basi nuove e non con disegni nostalgici.Interclassista e ampiamente impostata sul welfare e sul sociale ciao robyn
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