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Alitalia: salvataggio o fallimento?

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Re: Alitalia: salvataggio o fallimento?

Messaggioda pagheca il 18/11/2008, 17:16

Brava Annalu'. La cosa preoccupante e' il numero di opinioni esposte su una questione cosi' evidente (che e' diverso dal supporre che le cose siano diverse da quanto riportato, che e' legittimo fino a prova contraria).

Credo che ormai il livello di confusione per quanto riguarda i diritti civili sia tale che anche una forma di discriminazione cosi' odiosa nei confronti per esempio delle donne (le uniche che fino a prova contraria riescono a portare a termine una gravidanza) riesce a raccogliere l'indifferenza di gente che si dichiara di sinistra. Non e' un'accusa a costoro ma un'altra verifica delle condizioni in cui verte l'opinione pubblica nel nostro paese.

saluti
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Re: Alitalia: salvataggio o fallimento?

Messaggioda ranvit il 18/11/2008, 20:07

Come ha detto franz stiamo discutendo di aria fritta.

Ho letto oggi sui giornali infatti che non c'è alcuna discriminazione!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Alitalia: salvataggio o fallimento?

Messaggioda annalu il 18/11/2008, 21:25

ranvit ha scritto:Come ha detto franz stiamo discutendo di aria fritta.

Ho letto oggi sui giornali infatti che non c'è alcuna discriminazione!

Vittorio

Aria fritta?
Puoi dare il link della notizia che non c'è più alcuna discriminazione?

Perché sono andata a cercare tutta la vertenza, e fino al 6 novembre le cose non erano affatto chiare, e le associazioni che tutelano i disabili (1), e (2) erano in grande agitazione: pare addirittura che circolassero delle liste di dipendenti che usufruivano della legge 104, per poterli discriminare.
Se davvero sei venuto a conoscenza dell'assenza reale di discriminazioni, questo non può che essere il risultato delle lotte dei dipendenti e delle associazioni di portatori di handicap.

Ricordiamo che sì, è proprio vero, il sindacato negli ultimi anni ha compiuto moltissimi errori, squalificandosi parecchio agli occhi di tutti.
Ma senza sindacati, cosa potrebbe accadere?
Una prima avvisaglia l'abbiamo vista in questa occasione, ed un domani potrebbe andare molto peggio.

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Colleghi Alitalia, ripensateci

Messaggioda franz il 18/11/2008, 23:19

"Io, giovane pilota senza futuro - Colleghi Alitalia, ripensateci"

Una missiva aperta a Colaninno e ai comandanti della compagnia
Il racconto di un sogno e di un'esperienza da precario dei cieli

di MASSIMILIANO BUSATTO

Da Massimiliano Busatto, pilota di una compagnia italiana "low cost", riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Egregio Direttore e Dott. Colaninno,

mi chiamo Massimiliano Busatto e sono un giovane pilota di linea. Le scrivo questa lettera perché, come ogni italiano che si interessa di cosa succede nella sua nazione, guardo i telegiornali e leggo i quotidiani. Non c'è giorno che passi che non si parli del caso Alitalia e delle sue ripercussioni dirette e indirette sulla vita di tutti noi. Data la mia professione desidero perciò esprimere una mia personale e, penso competente, opinione in merito.

Voglio però fare un accenno alla mia, se pur breve, carriere nel mondo dell'aviazione e lo voglio fare per portare alla ribalta tutti quei colleghi che, come me, hanno sacrificato molti anni della loro vita e molti dei loro risparmi per inseguire un sogno. Io mi sono diplomato come perito chimico ormai 7 anni fa, ma con la chimica non ho mai avuto molto a che fare: il mio sogno fin da piccolo era quello di diventare pilota. Finita la scuola ho svolto il servizio di leva e subito dopo essermi congedato mi sono iscritto all'aeroclub di Treviso.

Tra i corsi di teoria e i voli di addestramento dovevo anche lavorare per far fronte ai costi del volo e per potermi permettere qualche uscita con gli amici nei weekend. Con davvero molto sacrificio sono riuscito a conseguire il brevetto di pilota privato di aeromobile. Fatto ciò ho cominciato ad informarmi su quali potessero essere le migliori scuole di volo da frequentare per ottenere le varie licenze per poter esercitare la professione di pilota commerciale. Per una serie di motivi, tra cui la cronica arretratezza dell'Italia nell'adottare gli standard europei, scelsi la Spagna. Detto ciò partii nel settembre del 2005 per affrontare un corso di 16 mesi con un costo totale, compreso l'alloggio per tutta la sua durata, pari a 75.000 euro.

Nel gennaio dello scorso anno tornai in Italia con l'orgoglio di essere stato tra i migliori del mio corso e con l'euforia di poter finalmente coronare il sogno di una vita: mi sbagliavo! Dopo mesi e mesi di curriculum inviati senza ricevere alcuna risposta, mi decisi a fare un ultimo sforzo economico pagandomi il corso macchina per poter pilotare aeromobili della famiglia Airbus. Diciamo che la scelta fu obbligata perché oggi giorno la sola licenza di pilota commerciale non basta, anzi è meno di niente. Per poter dire una parola in più sul mercato decisi di pagarmi anche l'addestramento in linea che mi avrebbe garantito un impiego immediato ed almeno 100/150 ore di volo in portafoglio.

Il corso macchina lo feci per metà in Svizzera e per metà in Finlandia, mentre l'addestramento in linea lo feci con una compagnia italiana. Corso macchina più addestramento in linea incrementarono vertiginosamente l'esborso economico fino alla cifra di circa 120.000 euro, cifra che senza un cospicuo aiuto dei miei genitori non sarei mai riuscito a pagare.

Ora sto lavorando per la stessa compagnia, ma il mio contratto sta per scadere e purtroppo non mi sarà rinnovato per questioni di riduzione del personale: dopo circa un anno da quel primo emozionante volo da pilota di linea, mi ritrovo a terra.

Quando più mi sentivo sicuro di aver finalmente raggiunto l'obbiettivo, di aver finito il periodo di sacrifici, di potermi rilassare e di godermi la mia meritata tranquillità, mi devo rimboccare le maniche per trovare un'altra compagnia.

Questa lettera vuole essere una riflessione su chi, pur avendo la possibilità di godere di un impiego fisso peraltro di prestigio in una compagnia come l'Alitalia, decide di alzare delle barricate in nome di pretese ormai fuori da ogni logica di mercato e, soprattutto, di buon senso.

Una buon numero di piloti Alitalia ha alle spalle una carriera nell'Aeronautica Militare e questo significa che per la loro formazione aeronautica non hanno speso un solo centesimo. Oggigiorno un giovane ragazzo che vuole intraprendere questa professione sa che dovrà spendere non meno di 100.000 euro e che le possibilità di trovare un impiego sono praticamente nulle, a meno che non abbia amicizie forti.

Quando sento certe dichiarazioni vorrei tanto che chi ha il coraggio di "piangere il morto" analizzasse in maniera più approfondita come va il mercato al di fuori di Fiumicino: c'è chi vola per molto meno e con molto meno, ma mantiene una dignità e una dedizione al lavoro pari se non superiore a chi si vanta di una professionalità ormai perduta.

Non metto in dubbio che il personale navigante di Alitalia abbia delle ottime ragioni per protestare e per proseguire uno sciopero "bianco" e che tanti di loro sentano a rischio il proprio posto di lavoro, ma non è giustificabile alzare delle barricate in un momento in cui nulla si può ottenere, con l'unico risultato di condannare l'utente finale, il passeggero, a dover subire ogni tipo di torto pretendendo che capisca ragioni alle volte incomprensibili.

Scene negli aeroporti come quelle che stiamo vedendo in questi giorni non fanno altro che ridicolizzare il nostro paese, minimizzare il valore della nostra compagnia di bandiera e incoraggiare il passeggero a guardare ad altri vettori, magari stranieri, dove i servizi e l'efficienza sono di gran lunga diversi.

Se i dipendenti Alitalia vogliono lottare per i loro diritti devono trovare altri metodi di protesta e comunque non possono pretendere che l'opinione pubblica li capisca incoraggiandoli ad arrecare un danno alla loro azienda in momento in cui di tutto c'è bisogno tranne che di ulteriori problemi.

Io in primis che faccio parte di questo mondo mi ritengo nauseato da una questione che va avanti da mesi e mesi e mesi e sono convinto che gran parte dei cittadini italiani siano stanchi di pagare e sopportare le beghe di questo carrozzone: ci vorrebbe una ventata di aria nuova, bisognerebbe voltare la pagina della vecchia Alitalia con tutte le sue inefficienze ed aprirne una nuova con altre persone molto più motivate.

Forse il Dott. Colaninno non ha tutti i torti a voler guardare verso altri bacini da dove prelevare forze nuove, ma prima dei piloti Ryanair ci sono molti giovani piloti italiani desiderosi di far parte di un grande gruppo con grandi idee. Io sono tra uno di quelli che ha spedito il proprio curriculum con la speranza di essere preso in considerazione ma in Italia, come si sa, spesso la buona volontà, l'impegno e la professionalità vengono dopo a molte altre cose. Mi auguro che alla fine prevalga il buon senso e che chi continua a restare fermo sulle proprie posizioni si faccia un esame di coscienza e che capisca che oggi è il momento di dare, magari un domani con una situazione più rosea si potrà ritornare a chiedere.

Massimiliano Busatto

(18 novembre 2008)
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Re: Alitalia: salvataggio o fallimento?

Messaggioda franz il 18/11/2008, 23:30

annalu ha scritto:Ricordiamo che sì, è proprio vero, il sindacato negli ultimi anni ha compiuto moltissimi errori, squalificandosi parecchio agli occhi di tutti.
Ma senza sindacati, cosa potrebbe accadere?

Il problema non si pone: CGIL, CISL, UIL, UGL hanno firmato l'accordo.
Possibile che non abbiano saputo di queste "discriminazioni", con la sensibilità che hanno e ben conosciamo?
O che se scoperte piu' tardi, non le denuncino?
Possibile che sono un manipolo di irriducibili rifondaroli, con cifre a tre zeri, possegga la sacra verità sugli accordi?
Poi se c'è proprio un sindacato che in questi decenni si è squalificato agli occhi di tutti è proprio il CUB dei trasporti.
Scioperi improvvisi selvaggi nel trasporto aereo, nelle ferrovie, tram, autobus e metropolitane nei periodi piu' sensibili, che hanno lasciato a terre ed a piedi milioni di persone negli anni passati.
Scusa Annalu ma tra GCIL e CUB non ho dubbi su chi sia piu' serio, responsabile e credibile.

Ciao,
Franz
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Re: Alitalia: salvataggio o fallimento?

Messaggioda annalu il 19/11/2008, 9:59

franz ha scritto:
annalu ha scritto:Ricordiamo che sì, è proprio vero, il sindacato negli ultimi anni ha compiuto moltissimi errori, squalificandosi parecchio agli occhi di tutti.
Ma senza sindacati, cosa potrebbe accadere?

Il problema non si pone: CGIL, CISL, UIL, UGL hanno firmato l'accordo.
Possibile che non abbiano saputo di queste "discriminazioni", con la sensibilità che hanno e ben conosciamo?
O che se scoperte piu' tardi, non le denuncino?
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Scusa Annalu ma tra GCIL e CUB non ho dubbi su chi sia piu' serio, responsabile e credibile.

Ciao,
Franz

Prima di scrivere il mio ultimo post, mi sono documentata.
Da quello che ho capito, la battaglia sindacale è stata condotta su due piani: una più rilevante e sentita da tutti, riguarda gli esuberi: quante e quali persone riassumere, e a quali condizioni. Su questo il sindacato si è impegnato molto, ed i giornali ne hanno parlato ampiamente.
Il problema delle discriminazioni era più sottile, dirompente se portato alla luce del sole (tra l'altro, certe discriminazioni sono fuori legge anche in Italia) ed è stato portato avanti in sordina, soprattutto dalle associazioni dei portatori di handicap, con l'ovvio sostegno dei sindacati.
Al 6 novembre, ultimo giorno in cui ho trovato documenti sul tema, la trattativa aveva fatto un passo avanti, ed erano state escluse dalle discriminazioni almeno le madri di bimbi con handicap, e forse qualche altra categoria, ma ancora si rivendicava che venisse garantita la non-discriminazione verso tutti i dipendenti che usufruivano della legge 104.
Il fatto che io non abbia trovato documentazioni sull'argomento nei giorni successivi, mi fa pensare che la questione sia stata risolta.

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Re: Alitalia: salvataggio o fallimento?

Messaggioda pagheca il 03/12/2008, 10:10

Non siamo arrivati a una conclusione certa sull'argomento, ma alla luce della nuova Convenzione sui diritti dei disabili mi chiedo se l'accordo CAI sarebbe considerato discriminante.

saluti
pagheca
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Re: Alitalia: salvataggio o fallimento?

Messaggioda franz il 07/12/2008, 11:28

pagheca ha scritto:Non siamo arrivati a una conclusione certa sull'argomento, ma alla luce della nuova Convenzione sui diritti dei disabili mi chiedo se l'accordo CAI sarebbe considerato discriminante.

saluti
pagheca

Col tempo e con calma poi le conclusioni arrivano.

L'articolo 3 della legge sul collocamento dei disabili prevede l'esonero da questo obbligo esclusivamente nel caso di aziende che, a fronte di una crisi, ricorrano a procedure di mobilità, a contratti di solidarietà, o alla cassa guadagni strordinaria.
Quindi le aziende in crisi (l'Alitalia lo è e per un paio di anni probabilmente lo sarà anche la nuova compagnia) non sono soggette (se esonerate) a quell'obbligo di legge.
Vedere Legge 12 marzo 1999, n. 68 http://www.parlamento.it/parlam/leggi/99068l.htm

Ciao,
Franz
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