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Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

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Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda gabriele il 28/03/2012, 12:53

lo posto qua perchè quello "green" sarà il mercato del futuro. Quello che, per intenderci, porterà nuovi posti di lavoro e ci farà stare un passo avanti ai nuovi paesi emergenti

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Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%
di Alessandra Tibollo
28 marzo 2012

Comuni italiani sempre più green. A mostrare l'aumento costante dell'attenzione da parte degli enti locali italiani, l'edizione 2012 dell'annuale ricerca di Legambiente "Comuni rinnovabili".

Sono 23 i Comuni rinnovabili al 100%
Giungono a quota 23 le amministrazioni 100% rinnovabili, che per Legambiente "rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale". Realtà in cui si combinano diverse tipologie di impianti che riescono a coprire, se non superare, i fabbisogni termici ed energetici delle famiglie residenti.

I riconoscimenti
Fra questi, uno dei premiati da Legambiente: il comune di Varna (Bolzano) con i suoi 5 impianti diversi da fonti rinnovabili. Scendendo più a Sud, in Toscana, al comune di Vicchio (Firenze) va il riconoscimento di Legambiente per la qualità del suo progetto sulle biomasse forestali. E ancora, la provincia di Roma, premiata per l'investimento nella solarizzazione e il miglioramento dell'efficienza energetica negli edifici scolastici.

Boom del solare
Aumentano gli impianti da fonti rinnovabili, grazie anche a un vero e proprio boom del solare. Secondo i calcoli di Legambiente, sono presenti impianti che producono solare in particolare ed energie alternative in generale nel 95% dei comuni italiani. La crescita delle amministrazioni che danno il via a impianti puliti, giunti a quota 400mila, è costante e ha visto un raddoppio, nel giro di soli due anni, del numero dei comuni rinnovabili censiti dalla ricerca: dai 3.190 del 2008 ai 6.993 del 2010. Una produzione di energia green che ha contribuito nel 2011 al 26,6% dei consumi elettrici degli italiani. Dal 2000 ad oggi, calcola Legambiente, si sono aggiunti 32 TWh, prodotti grazie alle fonti rinnovabili, alla quota di energia dei tradizionali impianti idroelettrici e geotermici.

Sono 7.837 le amministrazioni che hanno scelto il solare
Fra le tipologie di rinnovabili più gettonate nei comuni italiani, il solare: sono 7.837 le amministrazioni che hanno scelto il sole per far fronte ai propri consumi energetici. Meleti (Lodi) e Marradi (Firenze), i due comuni che vantano il maggior numero di impianti montati sui tetti della città.
In crescita anche l'eolico, presente in 450 comuni, con 6.912 MW di potenza installata, grazie alla diffusione di impianti di varie taglie e, in particolare, un boom del minieolico.

Aumentano gli occupati del settore
La ricerca pone anche l'accento sui vantaggi della green economy, con una progressiva diminuzione del costo dell'energia nel mercato elettrico. A questo si aggiunge la crescita degli occupati nel settore, con oltre 100mila nuovi posti di lavoro, cui se ne potrebbero aggiungere altri 250mila nelle energie pulite e 600mila nel comparto dell'efficienza e della riqualificazione in edilizia.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbPQnGFF
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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda flaviomob il 29/03/2012, 9:37

Deve esistere un sistema premiale perché amministratori del genere siano incentivati, mentre quelli che non si attivano in questo senso vanno fortemente penalizzati.


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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda gabriele il 02/04/2012, 16:40

Boom delle rinnovabili? A rischio gli impianti convenzionali

Il boom nella produzione di energia rinnovabile, arrivata ormai a coprire oltre un quarto del fabbisogno nazionale di elettricità, unito a consumi ormai da anni stabili o in calo, rende sempre più mariginale la necessità di produrre energia dalle centrali tradizionali, costringendole a lavorare a scartamento ridotto, con pesanti ripercussioni sulla loro redditività.
A lanciare quello che per i grandi produttori di energia è un allarme rosso è il presidente dell’Enel Paolo Andrea Colombo. “Lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio”, ha lamentato oggi Colombo.
Le ultime conferme di come sta irreversibilmente cambiando il sistema di produzione e distribuzione dell’energia è arrivata non più tardi dell’altro ieri dal rapporto Comuni rinnovabili di Lega Ambiente. Dal 2000 ad oggi 32 TWh da fonti rinnovabili si sono aggiunti al contributo dei vecchi impianti idroelettrici e geotermici: è qualcosa di mai visto, che ribalta completamente il modello energetico costruito negli ultimi secoli intorno alle fonti fossili, ai grandi impianti, agli oligopoli”, si legge nel dossier.
Una lettura che non è ormai solo degli ambientalisti. Quanto è accaduto negli ultimi anni, spiegava il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, fa sì che ci sia “poco spazio per altre grandi centrali termoelettriche e questo impatta sul monopolio energetico nazionale”. “Ma ormai questo – concludeva Clini – è lo schema sul quale stiamo lavorando”. E allo stesso incontro anche il rappresentante di un’istituzione tradizionalmente cauta e conservativa come l’Autorità per l’energia ammetteva per bocca del suo presidente Guido Bortoni che “il paradigma è cambiato e il mondo dell’energia così come l’abbiamo conosciuto fino al 2008 non tornerà mai più”.
Il problema, agli occhi dell’Enel, è che quel mondo prevedeva una serie di impianti costati fior di investimenti ma che per essere redditizi hanno bisogno di produrre a ritmi ormai ampiamente superflui. In termini numerici a dare un’indicazione del fenomeno è l’ex consigliere di amministrazione di Enel G. B. Zorzoli, oggi presidente della sezione italiana dell’International Solar Energy Society”Questi (impianti, ndr) per ripagarsi dovrebbero funzionare circa 4-5mila ore l’anno, invece ne stanno funzionando, quando va bene, 3mila. Il ridotto uso dei cicli combinati si traduce anche in miliardi di metri cubi di gas in meno, con un innegabile vantaggio in termini ambientali e di bilancia dei pagamenti, ma con un danno economico per chi vende gas”.
Queste centrali servono infatti ormai sempre più come stabilizzatori della produzione, per dare continuità alla quantità di energia immessa in rete a fronte della inevitabile variabilità nella produzione da rinnovabili (legata alla quantità di sole e vento). Un compito che in un futuro sempre meno lontano dovrebbe essere svolto dalla cosiddetta “rete intelligente” (la smart grid) e dai sistemi di accumulo e back up.Un’evoluzione che Enel conta di rallentare (è stata anche oggetto di un duro scontro nei mesi scorsi con Terna 4) andando innanzitutto a rivedere il conto energia che nelle sue diverse versioni ha sino ad oggi fatto da volano a questa rivoluzione. Per questo Colombo ha invocato una “razionalizzazione degli incentivi” che consenta una maggiore efficienza, che “eviti gli sprechi inutili e garantisca lo sviluppo selettivo dei progetti”. “Tenuto conto dell’emergenza finanziaria – ha detto intervenendo alla Terza Conferenza del diritto dell’energia del Gse – è ragionevole attendersi un’adeguata ridefinizione dei meccanismi incentivanti”.
La riformulazione del conto energia (con il varo della sua quinta edizione), i nuovi incentivi per le rinnovabili extra fotovoltaico e quelli per le rinnovabili termiche sono in queste ore allo studio del governo 5 e stando alle prime indiscrezioni i provvedimenti andrebbero a colpire duramente il settore. Sul fatto che le concessioni fatte fino ad oggi siano state troppo generose, soprattutto alla luce del crollo dei prezzi dei moduli solari, è ormai opinione condivisa. L’orientamento politico iper punitivo mostrato sino ad ora dal governo (di “storuture insostenibili e da correggere” ha parlato anche oggi il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera) spaventa però gli operatori del comparto, alimentando più di un sospetto sul fatto che possa essere in qualche maniera ispirato proprio dagli interessi dei grandi gruppi come Enel. Emblematico, al riguardo, il giallo della bozza 6 circolata nei giorni scorsi e attribuita direttamente a un ghost writer di Enel. Circostanza seccamente smentita dall’azienda, senza però convincere l’autore della denuncia, il senatore del Pd Francesco Ferrante.

“Anche oggi – afferma il parlamentare democratico – Enel entra a gamba tesa sul tema dell’incentivazione alle rinnovabili, collegando lo sviluppo delle rinnovabili alle difficoltà incontrate sul mercato dalla produzione di energia elettrica da fossili. Le cose sono due: o si tratta di disinformazione o di una sorta di confessione di chi guarda al passato e ha paura del futuro. Sono comunque dichiarazioni gravi, a cui rispondiamo con argomentazioni fondate, ad esempio con l’autorevole studio dell’Università Bocconi diffuso proprio oggi, che stima i benefici netti delle Fer (fonti rinnovabili elettriche, ndr) al 2030 in 79 mld € nei prossimi vent’anni, suddivisi tra maggiore occupazione, mancato import combustibili fossili, export netto dell’industria e riduzione del prezzo di picco dell’energia”.

http://www.online-news.it/2012/03/31/bo ... enzionali/
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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda flaviomob il 02/04/2012, 18:42

Il problema, agli occhi dell’Enel, è che quel mondo prevedeva una serie di impianti costati fior di investimenti ma che per essere redditizi hanno bisogno di produrre a ritmi ormai ampiamente superflui. In termini numerici a dare un’indicazione del fenomeno è l’ex consigliere di amministrazione di Enel G. B. Zorzoli, oggi presidente della sezione italiana dell’International Solar Energy Society”Questi (impianti, ndr) per ripagarsi dovrebbero funzionare circa 4-5mila ore l’anno, invece ne stanno funzionando, quando va bene, 3mila. Il ridotto uso dei cicli combinati si traduce anche in miliardi di metri cubi di gas in meno, con un innegabile vantaggio in termini ambientali e di bilancia dei pagamenti, ma con un danno economico per chi vende gas”.


Previsioni sbagliate, quindi. Ma anche stagnazione dovuta alla crisi economica (e ai continui aumenti delle bollette).
Ora questi signori, che sono responsabili per le loro previsioni e per gli aumenti (in parte) oltre ad avere una posizione dominante nel mercato boicotteranno gli incentivi "verdi" per meschini interessi di bottega. Altro che "libera concorrenza"!


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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda gabriele il 03/04/2012, 10:48

flaviomob ha scritto:Previsioni sbagliate, quindi. Ma anche stagnazione dovuta alla crisi economica (e ai continui aumenti delle bollette).
Ora questi signori, che sono responsabili per le loro previsioni e per gli aumenti (in parte) oltre ad avere una posizione dominante nel mercato boicotteranno gli incentivi "verdi" per meschini interessi di bottega. Altro che "libera concorrenza"!


Intanto iniziano con l'aumentare la bolletta di quasi il 10 % in due mesi.

Monti, se ci sei batti un colpo!



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Consumi di energia elettrica in Italia: +2,2% a Febbraio
da Mondo Elettrico di Massimo J. De Carlo

Nel mese di febbraio 2012 l’energia elettrica richiesta in Italia, 27,8 miliardi di kWh, ha fatto registrare un incremento del 2,2% rispetto a febbraio dello scorso anno.
Depurata dagli effetti di calendario e temperatura, la variazione della domanda elettrica di febbraio 2012 diventa -1,9%. Rispetto a febbraio 2011, infatti, quest’anno si è avuto un giorno in più (anno bisestile) e una temperatura media inferiore di quasi un grado centigrado rispetto al corrispondente mese del 2011.
I 27,9 miliardi di kWh richiesti nel mese di febbraio 2012 sono distribuiti per il 46,7% al Nord, per il 29% al Centro e per il 24,3% al Sud.
A livello territoriale, la variazione della domanda si è articolata in maniera differenziata sul territorio nazionale: +2,7% al Nord, +2,4% al Centro, e +1,1% al Sud.
Nel mese di febbraio 2012 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 89,6% con produzione nazionale e per la quota restante (10,4%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
In dettaglio, la produzione nazionale netta (25,1 miliardi di kWh) è incrementata del 7,7% rispetto a febbraio 2011.
Sono in crescita le fonti di produzione termoelettrica (+9,0%), eolica (+38,6%) e fotovoltaica (+334,3%).In flessione le fonti idroelettrica (-31,8%) e geotermoelettrica (-1,2%).
In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di febbraio 2012 rispetto al mese precedente è risultata pari a +3,3%. Il profilo del trend delinea un andamento stazionario.
Nel primo bimestre del 2012 la domanda di energia elettrica è risultata pressoché stabile (-0,2%) rispetto ai valori del primo bimestre del 2011: a parità di calendario il valore è -2,3%.
Roma, 8 marzo 2012 - Comunicato stampa Terna.


—————- o O o —————


I nostri grafici

[...]

http://www.rischiocalcolato.it/2012/03/ ... braio.html
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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda franz il 03/04/2012, 11:10

bisognerebbe fare anche la tara alle migliiaia di interruzioni di corrente, durate ore ed anche giorni, dovute alle forti nevicate.
Inoltre molti stabilimenti industriali e piccole attività, nelle zone non raggiungibili hanno chiuso, consumando meno.
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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda gabriele il 03/04/2012, 15:48

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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda gabriele il 03/04/2012, 16:05

gabriele ha scritto:I dati di Terna si fermano per il momento al 2010.

Storici
http://www.terna.it/LinkClick.aspx?file ... &tabid=653

del 2010
http://www.terna.it/LinkClick.aspx?file ... 4&mid=2497



Da perfetto ignorante faccio notare.

Dati storici (pag 159):
La somma di tutti i consumi del 2009 (320 TWh) è perfettamente copribile dalla produzione interna nazionale (vedi dati 2008: 319 TWh). Come mai si è prodotto di meno con i mezzi di produzione tradizionale e si è invece preferito importare dall'estero?

Tale prassi è continuata anche nel 2010.

Il divario fra consumi e produzione è stato di 28 TWh. Perchè a fronte di una produzione interna da fonti tradizionali di 261 TWh del 2008, nel 2010 se ne sono prodotti 231 TWh? TWh che si potevano risparmiare dall'estero...

Da notare che il contributo maggiore di produzione di energia elettrica per le fonti tradizionali è relativo all'utilizzo di gas naturale (pagine 165 e 169). Si potrebbe pensare che i minori consumi siano dovuti all'indirizzamento delle risorse ad altri settori.
Però i dati sul consumo del gas naturale (fonte: Ministero dello sviluppo economico) rigettano tale tesi. I consumi totali di gas del 2010 ( 83'097 Milioni di Standard metri cubi a 38,1 MJ/m3) sono simili a quelli del 2008 (84'883). [nel 2011 i consumi sono 77'917)

Provo allora a pensare al fatto che esistano degli accordi internazionali che ci impegnano con Francia, Svizzera e altri paesi alla fornitura dell'energia elettrica indipendentemente dalla nostra produzione interna. Però è confutabile, allora, la tesi che prevede la nostra assoluta dipendenza dalla produzione estera.

Da notar infine al contributo delle fonti rinnovabili: dal 2008 al 2010 hanno raddoppiato la loro capacità produttiva
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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda franz il 03/04/2012, 16:31

gabriele ha scritto:Da perfetto ignorante faccio notare.

Dati storici (pag 159):
La somma di tutti i consumi del 2009 (320 TWh) è perfettamente copribile dalla produzione interna nazionale (vedi dati 2008: 319 TWh). Come mai si è prodotto di meno con i mezzi di produzione tradizionale e si è invece preferito importare dall'estero?

Da altrettanto perfetto ignorante immagino che se il costo interno in alcuni impianti supera quello dell'energia importata, conviene tenere chiuso quell'impianto e importare.

Inoltre il fatto che il totale dei consumi annuali corrisponda alla produzione nazionale non significa che cio' avvenga sempre, ora per ora durante la giornata. Ci sono picchi da coprire ed esigenze di rimpompaggio (notturne) che non sempre possono essere coperte dalle rinnovabili, visto che non garantiscono la prodizione costante. Il problema della produzione di corrente è che essa va modulata in ogni istante per calibrarla alla domanda. Se si sbaglia (immettendo troppa o troppo poca corrente) son dolori.

gabriele ha scritto:Da notar infine al contributo delle fonti rinnovabili: dal 2008 al 2010 hanno raddoppiato la loro capacità produttiva

Ed è per questo che aumenta la bolletta. Sono energie pulite ma piu' care. Come vedi dai dati, il petrolio oggi non incide quasi piu' nella bolletta. Se ne usa 1/10 rispetto al 1998.
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Re: Sono 23 i Comuni italiani rinnovabili al 100%

Messaggioda gabriele il 03/04/2012, 16:52

franz ha scritto:Da altrettanto perfetto ignorante immagino che se il costo interno in alcuni impianti supera quello dell'energia importata, conviene tenere chiuso quell'impianto e importare.


Se fosse così non si spiegherebbe il gap fra 2008 e 2010. Se l'energia prodotta all'estero costa di meno che produrla in Italia...


franz ha scritto:Inoltre il fatto che il totale dei consumi annuali corrisponda alla produzione nazionale non significa che cio' avvenga sempre, ora per ora durante la giornata. Ci sono picchi da coprire ed esigenze di rimpompaggio (notturne) che non sempre possono essere coperte dalle rinnovabili, visto che non garantiscono la prodizione costante. Il problema della produzione di corrente è che essa va modulata in ogni istante per calibrarla alla domanda. Se si sbaglia (immettendo troppa o troppo poca corrente) son dolori.


Certo, non sempre copribili con le rinnovabili ma con le tradizionali (il divario fra 2008 e 2010 è 30 TWh. La produzione delle rinnovabili 2010 è 11 TWh).


franz ha scritto:
gabriele ha scritto:Da notar infine al contributo delle fonti rinnovabili: dal 2008 al 2010 hanno raddoppiato la loro capacità produttiva

Ed è per questo che aumenta la bolletta. Sono energie pulite ma piu' care. Come vedi dai dati, il petrolio oggi non incide quasi piu' nella bolletta. Se ne usa 1/10 rispetto al 1998.


mmm...no. La bolletta è aumentata perché gli impianti tradizionali sono sottoutilizzati, non a causa dell'introduzione delle rinnovabili ma per il continuo approvigionamento da fonti estere, e i costi di manutenezione non si riesce più ad ammortizzarli con la produzione (vedi articolo più sopra...):

"A lanciare quello che per i grandi produttori di energia è un allarme rosso è il presidente dell’Enel Paolo Andrea Colombo. “Lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio”, ha lamentato oggi Colombo."

"In termini numerici a dare un’indicazione del fenomeno è l’ex consigliere di amministrazione di Enel G. B. Zorzoli, oggi presidente della sezione italiana dell’International Solar Energy Society”Questi (impianti, ndr) per ripagarsi dovrebbero funzionare circa 4-5mila ore l’anno, invece ne stanno funzionando, quando va bene, 3mila."

Ma allora, sempre da grande ignorante, dato che servono più TWh (energia dall'estero) e gli impianti dovrebbero lavorare di più (4-5 mila ore all'anno invece delle attuali 3 mila), perché non li si fanno lavorare di più invece di aumentare le bollette del quasi 10% in due mesi?
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