La burocrazia costa alle imprese 23 miliardi

il settore che incide di più sui bilanci delle pmi e' quello del lavoro e della previdenza
La burocrazia costa alle imprese 23 miliardi
La stima della Cgia del peso di un anno di adempimenti: un taglio della metà darebbe risorse per 300mila nuovi occupati
MILANO - La burocrazia in Italia pesa sempre di più sui conti delle imprese: ha ormai raggiunto quota 23 miliardi di euro. A stimare il costo di cui piccole e medie imprese italiane devono farsi carico, ogni anno, per espletare gli obblighi previsti dalla legge in materia di lavoro, di ambiente, di fisco, di privacy, di sicurezza sul lavoro, di prevenzione incendi , di appalti e di tutela del paesaggio, è la Cgia di Mestre. Un macigno, quello della burocrazia, «che drena risorse e appesantisce le strutture amministrative delle aziende e ormai costituisce uno dei principali ostacoli alla crescita del nostro sistema economico», spiega in una nota riportando le parole usate da uno studio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, presentato lo scorso anno.
OCCUPAZIONE - «Se con un colpo di bacchetta magica fossimo in grado di ridurne il costo della metà libereremo 11,5 miliardi di euro all'anno che potrebbero dar luogo, almeno teoricamente, a 300.000 nuovi posti di lavoro. Invece, tra il peso delle tasse e le difficoltà nel districarsi tra i meandri della burocrazia italiana, le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, continuano a perdere tempo e denaro», dice il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi.
LAVORO - Il settore che incide di più sui bilanci delle Pmi, come si evince dalle tabelle Cgia, è quello del lavoro e della previdenza: la tenuta dei libri paga; le comunicazioni legate alle assunzioni o alle cessazioni di lavoro; le denunce mensili dei dati retributivi e contributivi; l'ammontare delle retribuzioni e delle autoliquidazioni che costano al sistema delle piccole e medie imprese (Pmi) 9,9 miliardi di euro l'anno.
AMBIENTE - L'area ambientale, invece, pesa sul sistema delle Pmi per 3,4 miliardi di euro l'anno. Le autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, la documentazione per l'impatto acustico, la tenuta dei registri dei rifiuti e le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera sono le voci che determinano la gran parte degli oneri di questo settore.
AMMINISTRAZIONE - Piuttosto rilevante anche il costo amministrativo che le aziende devono sopportare per far fronte agli adempimenti in materia fiscale. Le dichiarazioni dei sostituti di imposta, le comunicazioni periodiche ed annuali Iva, etc, costano complessivamente 2,8 miliardi di euro. Gli altri settori che incidono sui costi amministrativi delle Pmi sono la privacy (2,2 miliardi), la sicurezza sul lavoro (1,5 miliardi), la prevenzione incendi (1,4 miliardi), gli appalti (1,2 miliardi) e la tutela del paesaggio e dei beni culturali (0,6 miliardi).
Redazione Online
www.corriere.it
La burocrazia costa alle imprese 23 miliardi
La stima della Cgia del peso di un anno di adempimenti: un taglio della metà darebbe risorse per 300mila nuovi occupati
MILANO - La burocrazia in Italia pesa sempre di più sui conti delle imprese: ha ormai raggiunto quota 23 miliardi di euro. A stimare il costo di cui piccole e medie imprese italiane devono farsi carico, ogni anno, per espletare gli obblighi previsti dalla legge in materia di lavoro, di ambiente, di fisco, di privacy, di sicurezza sul lavoro, di prevenzione incendi , di appalti e di tutela del paesaggio, è la Cgia di Mestre. Un macigno, quello della burocrazia, «che drena risorse e appesantisce le strutture amministrative delle aziende e ormai costituisce uno dei principali ostacoli alla crescita del nostro sistema economico», spiega in una nota riportando le parole usate da uno studio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, presentato lo scorso anno.
OCCUPAZIONE - «Se con un colpo di bacchetta magica fossimo in grado di ridurne il costo della metà libereremo 11,5 miliardi di euro all'anno che potrebbero dar luogo, almeno teoricamente, a 300.000 nuovi posti di lavoro. Invece, tra il peso delle tasse e le difficoltà nel districarsi tra i meandri della burocrazia italiana, le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, continuano a perdere tempo e denaro», dice il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi.
LAVORO - Il settore che incide di più sui bilanci delle Pmi, come si evince dalle tabelle Cgia, è quello del lavoro e della previdenza: la tenuta dei libri paga; le comunicazioni legate alle assunzioni o alle cessazioni di lavoro; le denunce mensili dei dati retributivi e contributivi; l'ammontare delle retribuzioni e delle autoliquidazioni che costano al sistema delle piccole e medie imprese (Pmi) 9,9 miliardi di euro l'anno.
AMBIENTE - L'area ambientale, invece, pesa sul sistema delle Pmi per 3,4 miliardi di euro l'anno. Le autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, la documentazione per l'impatto acustico, la tenuta dei registri dei rifiuti e le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera sono le voci che determinano la gran parte degli oneri di questo settore.
AMMINISTRAZIONE - Piuttosto rilevante anche il costo amministrativo che le aziende devono sopportare per far fronte agli adempimenti in materia fiscale. Le dichiarazioni dei sostituti di imposta, le comunicazioni periodiche ed annuali Iva, etc, costano complessivamente 2,8 miliardi di euro. Gli altri settori che incidono sui costi amministrativi delle Pmi sono la privacy (2,2 miliardi), la sicurezza sul lavoro (1,5 miliardi), la prevenzione incendi (1,4 miliardi), gli appalti (1,2 miliardi) e la tutela del paesaggio e dei beni culturali (0,6 miliardi).
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