Ecco il nuovo patto di stabilità

La scheda
Ecco il nuovo patto di stabilità
Il Fiscal compact impone una più rigorosa disciplina di bilancio: il deficit non deve sforare il 5% del Pil. Il debito deve ridursi di un ventesimo all'anno. Allo studio il fondo permanente e le modalità dei vertici del'Eurozona
MILANO - Il "Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'Unione economica e monetaria", su cui i leader Ue ad eccezione della Gran Bretagna dovranno trovare un accordo, poggia su 16 articoli suddivisi in sei capitoli tematici. L'obiettivo è quello di "rafforzare la disciplina di bilancio attraverso un 'fiscal compact', il coordinamento delle politiche economiche e a migliorare la governance dell'Eurozona".
Le nuove regole prevedono che i paesi Ue s'impegnino ad avere il deficit sostanzialmente in equilibrio, con un valore massimo dello 0,5% [Forse è un errore: dovrebbe essere 5%, NDR] rispetto al Pil, e questa "regola d'oro" dovrà assumere la forma di una legge costituzionale o equivalente. Sarà la Corte di giustizia Ue a vegliare sulla corretta trasposizione di questa norma, mentre in caso di mancato rispetto potrà anche imporre multe pari allo 0,1% del Pil. Nel caso in cui il deficit di un Paese superi la soglia del 3%, scatteranno sanzioni semiautomatiche. Gli altri Stati si impegnano infatti ad approvare le raccomandazioni della Commissione Ue, che potranno essere bloccate solo con un voto a maggioranza qualificata rovesciata.
Il "Fiscal compact" sarà strettamente collegato con il Trattato istitutivo dell'Esm, il fondo salvastati permanente, la cui entrata in funzione sarà anticipata a luglio di quest'anno. Potranno infatti, precisa il preambolo, fare ricorso all'assistenza finanziaria dell'Esm solo quei Paesi dell'eurozona che avranno ratificato il nuovo Patto di bilancio.
Quanto al debito, confermata la soglia del 60% e il ritmo medio di riduzione pari a un ventesimo all'anno, ma resta uno dei nodi aperti sul tavolo se aggiungere o meno il riferimento alle sanzioni semiautomatiche nell'articolo 7. In entrambi i casi, però, verrà effettuata una valutazione complessiva dell'andamento del ciclo economico e dei "fattori rilevanti" come richiesto dall'Italia.
Altro punto 'caldo', le modalità di partecipazione ai summit dell'Eurozona, che dovranno essere convocati "almeno due volte all'anno". I Paesi che non sono ancora parte della moneta unica ma che sottoscriveranno il Patto vogliono avere la possibilità di essere presenti agli incontri. A guidare la protesta è la Polonia, alle cui richieste si oppone in particolare la Francia. Sul tavolo di Bruxelles un testo di compromesso prevede che i Paesi non membri dell'eurozona possano partecipare ad "almeno uno" degli "almeno due" eurosummit annuali.
Il nuovo Trattato, che dovrebbe essere firmato al vertice dell'1 e 2 marzo, dovrà entrare in vigore il primo gennaio del 2013, previa ratifica da parte di 12 paesi dell'Eurozona, ma si tratta di una clausola che potrebbe essere ancora modificata.
(30 gennaio 2012) www.repubblica.it
Ecco il nuovo patto di stabilità
Il Fiscal compact impone una più rigorosa disciplina di bilancio: il deficit non deve sforare il 5% del Pil. Il debito deve ridursi di un ventesimo all'anno. Allo studio il fondo permanente e le modalità dei vertici del'Eurozona
MILANO - Il "Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'Unione economica e monetaria", su cui i leader Ue ad eccezione della Gran Bretagna dovranno trovare un accordo, poggia su 16 articoli suddivisi in sei capitoli tematici. L'obiettivo è quello di "rafforzare la disciplina di bilancio attraverso un 'fiscal compact', il coordinamento delle politiche economiche e a migliorare la governance dell'Eurozona".
Le nuove regole prevedono che i paesi Ue s'impegnino ad avere il deficit sostanzialmente in equilibrio, con un valore massimo dello 0,5% [Forse è un errore: dovrebbe essere 5%, NDR] rispetto al Pil, e questa "regola d'oro" dovrà assumere la forma di una legge costituzionale o equivalente. Sarà la Corte di giustizia Ue a vegliare sulla corretta trasposizione di questa norma, mentre in caso di mancato rispetto potrà anche imporre multe pari allo 0,1% del Pil. Nel caso in cui il deficit di un Paese superi la soglia del 3%, scatteranno sanzioni semiautomatiche. Gli altri Stati si impegnano infatti ad approvare le raccomandazioni della Commissione Ue, che potranno essere bloccate solo con un voto a maggioranza qualificata rovesciata.
Il "Fiscal compact" sarà strettamente collegato con il Trattato istitutivo dell'Esm, il fondo salvastati permanente, la cui entrata in funzione sarà anticipata a luglio di quest'anno. Potranno infatti, precisa il preambolo, fare ricorso all'assistenza finanziaria dell'Esm solo quei Paesi dell'eurozona che avranno ratificato il nuovo Patto di bilancio.
Quanto al debito, confermata la soglia del 60% e il ritmo medio di riduzione pari a un ventesimo all'anno, ma resta uno dei nodi aperti sul tavolo se aggiungere o meno il riferimento alle sanzioni semiautomatiche nell'articolo 7. In entrambi i casi, però, verrà effettuata una valutazione complessiva dell'andamento del ciclo economico e dei "fattori rilevanti" come richiesto dall'Italia.
Altro punto 'caldo', le modalità di partecipazione ai summit dell'Eurozona, che dovranno essere convocati "almeno due volte all'anno". I Paesi che non sono ancora parte della moneta unica ma che sottoscriveranno il Patto vogliono avere la possibilità di essere presenti agli incontri. A guidare la protesta è la Polonia, alle cui richieste si oppone in particolare la Francia. Sul tavolo di Bruxelles un testo di compromesso prevede che i Paesi non membri dell'eurozona possano partecipare ad "almeno uno" degli "almeno due" eurosummit annuali.
Il nuovo Trattato, che dovrebbe essere firmato al vertice dell'1 e 2 marzo, dovrà entrare in vigore il primo gennaio del 2013, previa ratifica da parte di 12 paesi dell'Eurozona, ma si tratta di una clausola che potrebbe essere ancora modificata.
(30 gennaio 2012) www.repubblica.it