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Speciale liberalizzazioni

MessaggioInviato: 30/12/2011, 13:38
da franz
I tassisti milanesi: «La liberalizzazione sarebbe mortale»

http://video.corriere.it/i-tassisti-mil ... 9ccdb19a32

E secondo voi, hanno ragione?

Re: Speciale liberalizzazioni

MessaggioInviato: 30/12/2011, 15:14
da flaviomob
Con la crisi e i prezzi dei taxi, ci credo che lavorano di meno. E' un'anomalia tutta italiana. Fino a ieri molte importanti multinazionali rimborsavano la spesa del taxi ai professionisti che ci lavoravano e magari finivano di lavorare molto tardi abitando fuori Milano. Oggi hanno tagliato questi rimborsi perché con la crisi diventano insostenibili. Forse perdere il lavoro indurrà molti tassisti a più miti consigli...

Re: Speciale liberalizzazioni

MessaggioInviato: 30/12/2011, 17:15
da pianogrande
Bisognerebbe spiegare a quello che ha pagato la licenza che lui è la più classica delle vittime della non liberalizzazione.
Certo.
Lui, ormai, l'ha pagata e vuole recuperare i soldi.
Per recuperare i soldi deve tenere alta la tariffa.
Guai se qualcuno la abbassa, sarebbe la sua rovina.
In questo allucinante marchingegno in cui i soldi girano all'interno della corporazione tra salatissimi acquisti di licenze e necessità di ammortizzare e di recuperare, alla fine della attività, un sorta di TFR, chi ci rimette è il solito utente che viene chiamato a pagare i passaggi di licenza ed il TFR finale.
Allora l'utente cerca alternative e fare il tassista diventa sempre meno remunerativo ma le tariffe non si possono abbassare e i clienti vanno truffati scegliendo le vie più trafficate e ricorrendo a spudorati passaggi a nord ovest.
Che brutta storia!

Forza Monti!
Dio t'assista!
Non è una bestemmia, c'è l'apostrofo.

Re: Speciale liberalizzazioni

MessaggioInviato: 30/12/2011, 18:14
da franz
pianogrande ha scritto:Guai se qualcuno la abbassa, sarebbe la sua rovina.

Appunto, ma sarebbe la fortuna di altri (molti di piu').
E con prezzi piu' bassi gli utenti potrebbero usarli di piu' e si sarebbero meno taxi fermi.
Una conferma che il protezionismo protegge la professione (chi è nel numero chiuso) ma non l'utenze e chi vorrebbe entrare nel giro.

Interessante questa documentazione http://www.taxistory.it/wordpress/?wpfb_dl=10
(in nero uno studio della banca d'Italia ed in blu le osservazioni dei tassisti)

PS: Dio t'assista! ... è bellissima!

Spesa notturna e avvocato low cost

MessaggioInviato: 07/01/2012, 10:07
da franz
Liberalizzazioni
Spesa notturna e avvocato low cost
Fantaviaggio in una società più aperta: benzina e farmaci al market, concorrenza tra taxi e distretti di negozi aperti fino a mezzanotte

Quando si parla di liberalizzazioni tutti abbiamo in mente le grandi città anglosassoni aperte 24 ore con il loro corredo di cornershop gestiti da pachistani, di taxisti provenienti da tutti i continenti e di farmacie straripanti di medicinali disponibili tutta la notte. Ma quanto di tutto ciò può avvenire in Italia se davvero la deregulation del commercio e degli altri servizi prenderà piede?

Anche noi abitanti del Belpaese, pur inguaribilmente politicisti, abbiamo cominciato a capire che a cambiare la vita alla fine non sono i grandi progetti declamati in campagna elettorale bensì le piccole e grandi iniezioni di modernità. La Tav che avvicina Milano/Roma a Bologna e Firenze, i supermercati aperti fino alle 22, i social network che incrociano le opinioni degli insonni. E oggi con la decisione del governo di prendere i dossier dai cassetti dell'Antitrust e farli diventar legge siamo di fronte a un (nuovo) passaggio di questo tipo. Sicuramente non arriveremo a tappe forzate verso una società h24 ma le novità che sono in cantiere potranno cambiare spezzoni della nostre abitudini quotidiane, almeno di coloro che abitano nelle grandissime città.

Prendiamo la decisione di rivedere la pianta organica delle farmacie. Significa che ne apriranno di più e che di notte o nei giorni festivi non ci dovrebbe essere più quella transumanza di automobilisti che consultano nervosamente tabelle e avvisi, chiamano con concitazione i familiari a casa, tutto per trovare l'agognata farmacia aperta dove però si dovranno mettere pazientemente in coda. Molte delle attuali parafarmacie dovrebbero fare il salto e specie nei piccoli centri l'offerta di punti vendita sanitari dovrebbe aumentare. Avremo anche noi nelle città catene come l'inglese Boots dove i medicinali sono esposti orgogliosamente come fossero formaggi o frutta esotica? È difficile, anche se l'Antitrust apre alla possibilità che si creino reti che colleghino fino ad otto farmacie e che quindi in teoria possono proporre al consumatore prezzi più convenienti e orari dilatati. Già oggi con le leggi vigenti è consentita ai farmacisti una certa flessibilità d'orario ma sono pochi (e malvisti) i titolari che ne hanno usufruito. Una novità importante che ci avvicinerà al modello anglosassone l'avremo però con i farmaci di fascia C che potranno essere venduti nei supermercati in appositi reparti con personale specializzato. I sostenitori della deregolazione giurano che non ci sarà solo maggiore libertà di scelta e più flessibilità negli orari ma che ci avvantaggeremo anche in termini di prezzi. Speriamo.

L'apertura dei supermercati alimentari di sera e di domenica ha già in qualche maniera inciso sulle nostre abitudini. È facile nel dì di festa trovare code alle casse perché gli italiani amano il pane fresco e pur di averlo si recano in pellegrinaggio alla Coop, all'Esselunga o da Carrefour e ovviamente comprano quasi sempre qualcosa d'altro. La flessibilità d'orario, almeno sulla piazza milanese, non è solo prerogativa dei grandi. Alcuni parrucchieri hanno cominciato a tener aperto fino alle 22 per permettere alle clienti di passare a tarda ora per tagliarsi i capelli, ritoccare il colore o anche solo farsi dare una pettinata prima di uscire a cena. Alcuni negozi di make up tengono aperto fino alle 21 per garantire il trucco dell'ultim'ora delle loro clienti affezionate. I bar hanno modulato la loro offerta diversamente, alla Zelig potremmo dire. Si adattano all'avvicendarsi dei diversi target. Al mattino servono caffè e brioche, all'ora di pranzo fanno da tavola fredda e nel pomeriggio organizzano l'happy hour. E dopo magari chiudono. Perché come sostiene Anna Zinola, docente di psicologia del marketing all'università di Pavia «è così che i piccoli negozi possono sopravvivere all'offensiva dei grandi». Non c'è bisogno di tenere aperto 24 ore ma di rapportare l'orario alle esigenze del cliente. Anche poche ore ma quelle giuste.

Tutte queste esperienze, che per ora vivono a livello sperimentale, in virtù delle annunciate nuove lenzuolate dovrebbero irrobustirsi e diffondersi anche nella città medie. È probabile che si verranno a creare piccoli distretti commerciali, zone come corso Buenos Aires a Milano o via Cola di Rienzo a Roma nelle quali i negozi resteranno aperti fino a mezzanotte. Oppure le organizzazioni dei commercianti di singoli quartieri potranno mettersi d'accordo per lanciare esperimenti del tipo Notte Bianca. Insomma, per farla breve, è difficile ipotizzare che avremo anche noi i corner shop gestiti da asiatici e diffusi come a Londra, è più probabile che nasca una via italiana all'orario lungo.

La ricetta che l'Antitrust ha scelto per liberalizzare i taxi è quella di raddoppiare le licenze però ciascun tassista ne avrà una in regalo come risarcimento. Potrà utilizzarla per mettere al lavoro la moglie o il figlio oppure potrà venderla. In questo modo a Roma si dovrebbe passare da 7.500 a 15 mila vetture. Nelle ore di picco in genere viaggia un terzo delle macchine e quindi capitolini e turisti avranno a disposizione in quei frangenti 5 mila taxi e non dovrebbero più fare le lunghe code di oggi a Fiumicino, alla Stazione Termini o in piazza di Spagna. È chiaro che questo ragionamento vale anche per Milano e forse per Firenze ma finisce qui. Nelle altre città italiane non c'è alcun bisogno di distribuire nuove licenze, l'offerta supera la domanda. I prezzi non dovrebbero cambiare a meno che l'accresciuta concorrenza non faccia sì che alcuni consorzi di tassisti mettano sul mercato soluzioni innovative. Come una card prepagata per fidelizzare i propri clienti oppure un'offerta-abbonamento a prezzi ridotti rivolta alle donne per il rientro a casa dopo le 24. È possibile anche che vedremo i primi tassisti extracomunitari anche perché la diffusione del navigatore satellitare ha reso non più indispensabile la conoscenza delle strade della città.

Sempre nel campo dei trasporti qualcosa potrebbe cambiare per i pendolari. L'affidamento dei servizi ferroviari locali a gara dovrebbe stimolare una concorrenza sulla qualità che oggi manca. In Emilia ne sta per partire una ma in questo caso e più in generale il modello prescelto non è quello anglo-thatcheriano (privatizzare tutto) bensì tedesco, dove un quarto dei trasporti locali su rotaia è gestito da soggetti diversi dalla compagnia leader, la Deutsche Bahn. Stiamo comunque parlando di novità che non si potranno realizzare almeno prima di tre anni in virtù dei contratti già in essere con le Ferrovie dello Stato.
A tempi più brevi ci sarà invece la possibilità per la grande distribuzione di vendere la benzina e i prodotti collegati. La difficoltà di ridurre il prezzo del carburante in Italia è legata, oltre allo straordinario peso fiscale, a una filiera eccessivamente lunga che vede la presenza ingombrante e costosa dei grossisti.

I grandi supermercati potranno spuntare, grazie alle più elementari economie di scala, prezzi più interessanti che dovrebbero poi trasferirsi al consumatore finale. In Francia dove è così da tempo nelle stazioni di servizio di Auchan o Carrefour la benzina costa il 10-15% in meno e qualcosa del genere si auspica che succeda anche in Italia dove gli stessi francesi sono presenti e dove un operatore come Coop ha grande voglia di entrare in campo. E del resto la grande distribuzione potrà usare la benzina come «prezzo civetta» per attirare clientela a cui sottoporre offerte commerciali di tutti i tipi. Nel campo dell'energia elettrica la liberalizzazione già c'è e una qualche forma di competizione tra operatori pure, gli effetti sulle tariffe non sono stati però così clamorosi da farne un caso di successo e novità a breve non sono previste, anche perché è rimasto irrisolto il nodo di Snam Rete Gas.


Arriviamo ai servizi professionali. L'Antitrust chiede al governo di abolire le tariffe minime. In alcune professioni, come ingegneri e architetti, sono già saltate mentre funzionano nei servizi legali. Il consumatore dovrebbe avvantaggiarsi della loro abolizione perché gli avvocati più giovani e che magari hanno studiato all'estero potrebbero presentarsi sul mercato, almeno in una prima fase, con politiche di prezzo aggressive almeno per le pratiche consulenziali più semplici. Del resto i grandi studi legali impongono tariffe rapportate al loro prestigio e quindi già operano in un regime di mercato libero. L'abolizione delle tariffe può avere qualche incidenza per chi deve rivolgersi a un dentista o a un commercialista, anche in questo caso per le operazioni più semplici. Se esaminiamo da vicino il business dei servizi odontoiatrici c'è da registrare che sono entrati massicciamente operatori stranieri come gli spagnoli di Vitaldent che possono, in virtù delle solite economie di scala e di un'organizzazione di tipo industriale, praticare prezzi molto concorrenziali e di conseguenza hanno già modificato il tradizionale rapporto tra il dentista e il suo cliente.

Una novità che potrà influenzare la scelta del professionista a cui rivolgersi riguarderà senz'altro la comunicazione commerciale. Già oggi vediamo timidi esperimenti di pubblicità e di marketing da parte di singoli professionisti o studi, molto spesso però gli Ordini intervengono per evitare che il fenomeno debordi e che la competizione a suon di slogan diventi troppo aggressiva. Ci dovremo abituare, invece, a trovare in metropolitana o in autobus i volti di dentisti, architetti e avvocati che ci invitano ad aver fiducia in loro e a servirsi della loro professionalità. A quel punto la deregulation avrà trionfato e le liberalizzazioni dell'Antitrust avranno prodotto i Giovanni Rana dell'arringa.

Dario Di Vico
www.corriere.it

I tassisti in trincea. Proteste dei farmacist

MessaggioInviato: 07/01/2012, 10:12
da franz
Liberalizzazioni, pronto il decreto
Sui carburanti i primi interventi
I tassisti in trincea: occuperemo le città. Proteste dei farmacisti

ROMA - Il governo prova ad accelerare sul fronte delle liberalizzazioni. Secondo le indiscrezioni che trapelano, già la settimana prossima Mario Monti porterà in Consiglio dei ministri un decreto «blindato» per recepire le proposte arrivate l'altro ieri dall'Antitrust.
L'Authority guidata da Giovanni Pitruzzella ha formulato un pacchetto di misure di «immediata applicazione» che vanno dalle professioni ai taxi, dall'energia ai servizi pubblici locali, dai servizi postali alle farmacie. A quanto si apprende, sulla base della segnalazione dell'organismo di controllo, il decreto dovrebbe fissare un cronoprogramma stringente e ravvicinato su tutti i capitoli affrontati dall'Antitrust e potrebbe già contenere le prime misure concrete, a partire dal settore dei carburanti. È questa infatti l'urgenza più grave: il caro benzina, con la verde lanciata verso i 2 euro a litro, non solo rischia di penalizzare il settore dei trasporti, ma potrebbe avere effetti a catena sul prezzo delle merci (praticamente tutte) che viaggiano su gomma, erodendo ulteriormente la capacità di spesa delle famiglie e causando un'ulteriore riduzione dei consumi. Senza considerare che già a novembre c'è stata una preoccupante flessione dei consumi petroliferi: se la tendenza si accentuasse, il governo sarebbe costretto a rivedere le stime sulle entrate fiscali derivanti appunto dalle accise sui carburanti.

Il premier Monti sta dunque lavorando d'intesa con il ministro Corrado Passera per definire nel dettaglio i contenuti del decreto. Ci sono da vincere le resistenze di lobby e corporazioni. «Andiamo avanti ma non è facile», ha sottolineato ieri Corrado Passera da Parigi. Il provvedimento potrebbe intervenire con effetto immediato sulla rete dei distributori di benzina e sui contratti fra compagnie e gestori per aumentare la concorrenza. E, ancora, potrebbe scattare subito il divieto per le banche di vendere ai propri clienti mutui con polizze assicurative collegate (meccanismo che fra le varie cose comporta spesso un aumento delle spese dei mutui stessi).

L'intervento sui taxi è invece ancora da definire. Ed è un capitolo delicatissimo. «Siamo pronti a occupare le città», hanno minacciato ieri le associazioni di categoria, rievocando lo spettro degli scioperi selvaggi (e talvolta sfociati in violenza) proclamati ai tempi del decreto Bersani. La lobby delle auto bianche conta fra l'altro sull'appoggio di una parte del centrodestra, come testimoniato ieri dalle dichiarazioni del senatore Maurizio Gasparri: «Non accetteremo attacchi unilaterali al mondo delle professioni e ai taxi». Il governo, come primo step della liberalizzazione, potrebbe fissare una scadenza entro la quale i Comuni saranno costretti al rilascio delle nuove licenze, mettendo in campo forme di compensazione economica per i titolari delle vecchie (l'ipotesi formulata dall'Antitrust è di assegnare una seconda licenza a ogni tassista per poterla vendere o affittare).

Anche farmacisti e petrolieri hanno già messo le mani avanti. «Il governo è già intervenuto sulla liberalizzazione dei farmaci - ha detto ieri Annarosa Racca, presidente di Federfarma -. Sui farmaci di fascia C il Parlamento ha già deciso di demandare la questione all'Aifa, che in questi giorni dovrà stilare un elenco dei medicinali che sarà possibile vendere fuori dalle farmacie. La questione è dunque stata già decisa». Pasquale De Vita, presidente dell'Unione petrolifera, invece, ha detto subito «no» a eventuali misure che possano consentire ai gestori delle pompe di benzina di rifornirsi bypassando le compagnie cui sono legati. «Gli impianti di distribuzione sono costruiti dalle società petrolifere, la manutenzione viene effettuata dalle società, il marchio è della società e con tutto questo sono dati in uso gratuito al gestore perché venda la benzina della società - ha dichiarato De Vita -. Non è pensabile che dopo tutto questo il gestore si vada a comprare la benzina da un'altra parte».

Sul fronte politico, Maurizio Lupi, vicepresidente dei deputati del Pdl, ha annunciato per lunedì un vertice del partito per definire la strategia, precisando che «sulle liberalizzazioni il Pdl ha una posizione più che chiara: più società meno Stato. Per questo siamo disponibili non solo a sostenere il piano che il governo ci presenterà, ma anche a fare proposte». Pierluigi Mantini, dell'Udc, ha invece annunciato pieno appoggio «alla proposta Pitruzzella, perché dal rapporto inviato al governo vengono numerose proposte utili. La legge sulla concorrenza è lo strumento migliore per le liberalizzazioni. C'è anche un risvolto europeo perché in Francia e in Germania la presenza pubblica nei servizi, nelle banche e nelle imprese è ancora molto forte. Anche questo tema deve essere posto da Monti negli incontri europei perché l'Italia non è l'ultima della classe in Europa».

Paolo Foschi
www.corriere.it

Re: Speciale liberalizzazioni

MessaggioInviato: 07/01/2012, 10:26
da franz
Sarebbe interessante una volta tanto vedere il popolo italiano scendere in piazza e sostenere in massa le liberalizzazioni, invece di manifestare come al soito contro qualche cosa.
Ma è solo un sogno.

Re: Speciale liberalizzazioni

MessaggioInviato: 07/01/2012, 10:46
da flaviomob
Strano ragionamento, mettere in relazione gli orari di apertura dei negozi alla solidità e alla competitività di un sistema. Strano perché in paesi dall'elevato livello di qualità della vita molti piccoli negozi chiudono qualche ora prima il sabato, come in molti cantoni svizzeri, o addirittura rimangono chiusi tutto il sabato pomeriggio (e la domenica, ovviamente), come a Monaco di Baviera...

Re: Speciale liberalizzazioni

MessaggioInviato: 07/01/2012, 10:56
da franz
flaviomob ha scritto:Strano ragionamento, mettere in relazione gli orari di apertura dei negozi alla solidità e alla competitività di un sistema. Strano perché in paesi dall'elevato livello di qualità della vita molti piccoli negozi chiudono qualche ora prima il sabato, come in molti cantoni svizzeri, o addirittura rimangono chiusi tutto il sabato pomeriggio (e la domenica, ovviamente), come a Monaco di Baviera...

Appunto, dove si sta bene e c'è grasso che cola, con elevata produttività, si puo' anche lavorare di meno.
È il caso dell'Italia?

Re: Speciale liberalizzazioni

MessaggioInviato: 07/01/2012, 14:21
da ranvit
Stare qui a difendere i cosiddetti negozi di vicinato mi sa tanto di italietta...

A parte il fatto che tra loro chi si sa specializzare e smetterla di fregare la gente (sul peso, sul prezzo, spacciando prodotti esclusivi per roba che si trova nei supermercat, etc per non parlare di evasione fiscale a tutto spiano), riesce a sopravvivere senza problemi; questo processo è in atto da decenni in altri Paesi e non si vede perchè chi va a fare la spesa.....la faccio ogni giorno da almeno 10 anni....debba non avere la tranquiliità di comprare in santa pace avendo il tempo di guardare, scegliere prezzo, peso rapportato ai propri bisohni di famiglie piccole, etc