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Capitali e famiglie in fuga

MessaggioInviato: 10/12/2011, 19:13
da franz
da repubblica http://www.repubblica.it/economia/finan ... ref=HREA-1

LA CRISI
Capitali e famiglie in fuga
Un pezzo d'Italia sceglie la Svizzera

Sono imprenditori e liberi professionisti e hanno tra i 40 e i 50 anni. Temono l'incertezza politica ed economica, una stretta fiscale e sono in cerca di un investimento immobiliare sicuro. Sono loro i protagonisti della nuova migrazione oltralpe
di FRANCO ZANTONELLI
Capitali e famiglie in fuga Un pezzo d'Italia sceglie la Svizzera
MILANO - Una discreta transumanza di capitali, ma anche di persone. Durante l'agonia del governo Berlusconi, intimoriti dalla giostra dello spread, più recentemente dal rigore del governo Monti, molti italiani benestanti hanno deciso di trasferire i loro soldi, in alcuni casi anche i loro cari, in Svizzera. "Quelli che hanno grossi capitali, intere famiglie, stanno cercando di piazzare i propri beni in posti sicuri e in qualcosa che duri nel tempo", ha confermato, in un'intervista alla radio pubblica elvetica, la presidente della federazione di fiduciari del Canton Ticino, Cristina Maderni.

"Noi fiduciari siamo stati interpellati, per valutare se c'è la possibilità di un trasferimento totale di alcune famiglie", ha aggiunto. Per poi spiegare che "il fenomeno è sempre esistito ma è vero che, in questi ultimi mesi, abbiamo assistito a un'accelerazione delle richieste di questo tipo". Quindi la presidente dei fiduciari ticinesi rileva, pure, che quello che sta avvenendo assomiglia a una vera e propria fuga, dal belpaese. "Ci sono, ad esempio - dice - persone e gruppi famigliari, con consistenti patrimoni, che chiudono la loro attività imprenditoriale, per trasferirsi in Svizzera". Dove, in molti casi, chi lascia l'Italia e i suoi problemi, ha già sovente una residenza e, magari, un cospicuo gruzzoletto.

"Il più delle volte si tratta di 40-50 enni, in prevalenza lavoratori autonomi e imprenditori", ci conferma Giancarlo Cervino, del Centre for International Fiscal Studies di Lugano, secondo il quale il fenomeno è in corso da circa un anno e mezzo. Tutta questa gente, come ha avuto modo di constatare Cristina Maderni "è angosciata dall'insicurezza esistente, oggi, in Italia e nel resto dell'Europa" e, quindi, cerca posti come la Svizzera "dove la stabilità economica e politica e la forza della moneta sono tali, da trasformarsi in una sorta di polizza sulla vita".

Anche se, di questi tempi, di approdi sicuri ce ne sono sempre meno. Nella Confederazione, ad esempio, i prezzi di vendita, al metro quadro, degli immobili di un certo livello, vanno dai 10 mila euro in su di Lugano e dell'Engadina, ai circa 40 mila di Zurigo, tanto da far temere l'esplosione di una bolla immobiliare. Va detto, poi, che in caso di definitivo deragliamento dell'Ue e della moneta unica, la Svizzera ne soffrirebbe, pesantemente, le conseguenze.

Già adesso, in presenza della crisi nell'eurozona, la crescita del prodotto interno lordo elvetico è continuamente rivista al ribasso tanto che, l'anno prossimo, non dovrebbe superare lo 0,5 per cento. Anche nella Confederazione, inoltre, pur con uno Stato che, quest'anno, ha chiuso i conti in attivo, la pressione fiscale sta aumentando. Dal prossimo anno, ad esempio, potrebbe venire introdotta un'imposta di successione del 20 per cento, sui beni superiori ai due milioni di franchi, la qual cosa ha indotto molti benestanti a una corsa frenetica negli studi notarili, per trasferire i propri patrimoni agli eredi ed evitare, così, la stangata. "Ma la paura di un epilogo italiano alla greca, con manifestazioni di piazza e attentati anarchici, unito al timore di un default delle banche, è tale da indurre chi se lo può permettere ad andarsene", constata il fiscalista Cervino. "Sicuramente - conclude - in nessuna città svizzera metteranno mai una bomba davanti all'Agenzia delle Entrate, come è capitato a Roma".

(10 dicembre 2011)

Re: Capitali e famiglie in fuga

MessaggioInviato: 10/12/2011, 22:51
da trilogy
Indubbiamente è un fenomeno in crescita, non so dire quanto sia esteso numericamente, ma per esperienza personale mi capita sempre più spesso di avere a che fare con gente, soprattutto professionisti senza figli, che se ne va. Non solo in Svizzera ma anche nelle altre grandi città europee. Anche i motivi sono vari. Pesa la sfiducia sul futuro dell'Italia, ma anche le condizioni di vita. Il costo della vita in molte grandi città europee è nettamente inferiore a quello di una grande città italiana, e la qualità dei servizi nettamente superiore. Sono tutti fattori che incidono.
Per quanto riguarda la sicurezza delle banche svizzere, c'è da considerare che quelle grandi avrebbero seri problemi nel caso di una dissoluzione dell'euro, quelle cantonali, probabilmente, sono le più sicure.

Re: Capitali e famiglie in fuga

MessaggioInviato: 11/12/2011, 10:17
da franz
trilogy ha scritto:Indubbiamente è un fenomeno in crescita, non so dire quanto sia esteso numericamente, ma per esperienza personale mi capita sempre più spesso di avere a che fare con gente, soprattutto professionisti senza figli, che se ne va. Non solo in Svizzera ma anche nelle altre grandi città europee. Anche i motivi sono vari. Pesa la sfiducia sul futuro dell'Italia, ma anche le condizioni di vita. Il costo della vita in molte grandi città europee è nettamente inferiore a quello di una grande città italiana, e la qualità dei servizi nettamente superiore. Sono tutti fattori che incidono.
Per quanto riguarda la sicurezza delle banche svizzere, c'è da considerare che quelle grandi avrebbero seri problemi nel caso di una dissoluzione dell'euro, quelle cantonali, probabilmente, sono le più sicure.

In effetti questo tema è sorto spontaneamente anche in un altro thread ma lo farei convergere qui.
La mia esperienza personale è, da novembre 2009 una decina di piccole aziende al mese che si interessano per un trasferiento.
Ma anche singoli professionisti (medici, architetti) e imprenditori, con famiglia. Poi non tutti i casi si concretizzano. Come dicevo nell'altro thread ci sono centinaia di casi famosi solo in svizzera nell'ultimo decennio ma con la crisi del 2008 il frusso è drasticamente aumentato. Il caso piu' eclatante potrebbe diventare FIAT.
Solo nel Ct. Ticino il progetto Copernico ha favorito il trasferimento di 94 aziende in un decennio. Ancora di più in Vallese, Neuchatel, Friburgo, Vaud, Berna e Ginevra. Le paghe sono piu' alte (anche il doppio, per il netto) ma il tutto è compensato da uno stato che funziona, tasse e contributi piu' bassi.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
Non delocalizzano ma spostano tutta l’attività. E non vanno in Cina ma in Svizzera, in Austria o in Slovenia. Il motivo non è solo il costo del lavoro ma piuttosto la ricerca di Paesi dove la pubblica amministrazione è veloce, efficiente e le tasse sono moderate Anche grazie a vere e proprie campagne promozionali studiate per attirare le aziende


http://www.sconfini.eu/Economia/in-fuga ... ivere.html
http://diblas-udine.blogautore.repubbli ... -laustria/
http://leconomistamascherato.blogspot.c ... zzera.html
http://www.italiansinfuga.com/
http://fugadeitalenti.wordpress.com/
http://www.pubblinet.com/news/la-grande-fuga.php
http://miojob.repubblica.it/notizie-e-s ... re/3745446
http://www.repubblica.it/salute/2011/11 ... -24615211/
http://www.italiansinfuga.com/2010/03/1 ... -svizzera/
http://www.blitzquotidiano.it/economia/ ... ga-598818/
http://www.impresecheresistono.org/
http://www3.varesenews.it/lavoro/articolo.php?id=178776

Vedere per esempio cosa fa il Ct. Vallese (che ha ampi spazi a disposizione per imprese) per attirare aziende da tutto il mondo (non solo dall'Italia) con i poli tecnologici.
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