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Chi fa il rating a chi fa il rating?

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Chi fa il rating a chi fa il rating?

Messaggioda flaviomob il 08/08/2011, 21:34

Ma chi fa il rating a chi fa il rating?

E’ la domanda che molti si fanno da alcuni anni a questa parte e che dopo il declassamento degli Usa da parte di Standards & Poor’s torna prepotente. Assieme a Moody’s e Fitch, S&P è una delle tre agenzie di rating che valutano l’affidabilità finnziaria di un soggetto emittente di titoli, sia esso un ente privato o uno Stato (sovereign rating). Come ha ben spiegato in una recente ricerca Federico Parmeggiani, le agenzie di rating hanno subito una strana evoluzione: nate come agenzie di stampa specializzata per fornire informazioni agli investitori hanno finito per aver come clienti proprio i soggetti emittenti.

Il ‘problema’ è che, nel corso del tempo, la valutazione di queste agenzie ha finito per avere un ruolo ‘regolamentare’, subordinando il proprio rating all’adozione di determinate scelte o politiche. Hanno assunto un ruolo talmente pervasivo che molti contratti finanziari prevedono i cosiddetti rating triggers, clausole che attribuiscono agli obbligazionisti determinati diritti nel caso in cui il titolo il loro possesso subisca un downgrading da parte di una o di tutte e tre le agenzie di rating. La valutazione delle agenzie finisce così per avere immediati effetti a cascata, anche a seguito del solo effetto annuncio.

Ma quanto fondati sono questi giudizi? Le metodologie impiegate sono molto sofisticate e gli indicatori molteplici. Per anni le agenzie hanno svolto un ruolo molto importante nel garantire la stabilità dei mercati finanziari. Tutti ricordiamo tuttavia il caso Lehman, tra gli altri: la mattina del default, le agenzie attribuivano A- a un titolo che era già carta straccia. Da allora, la reputazione delle agenzie ha subito seri colpi e ha dato il via a talune, timide, riforme negli Stati Uniti e in Europa, con Basilea II.

L’impressione è che, per sopravvivere alla crisi di reputazione, queste agenzie oggi siano più aggressive: in fondo, si potrebbe dire, meglio – per i creditori – essere accusati di ‘pessimismo’ che di ‘ottimismo’ nella valutazione di un titolo di debito. Ma è poi davvero così? Come si fa a stabilire se un rating era davvero giusto o sbagliato? Il rating finisce infatti per ‘auto-realizzare’ la propria previsione, specie se questa è al ribasso.

Il caso di questi giorni è esemplare: S&P riconosce di aver sbagliato, e di parecchio, la valutazione delle spese discrezionali dei prossimi anni. Ma dopo averle corrette, ha mantenuto il downgrading e l’outlook negativo. Lo ha fatto per salvare la faccia o in ossequio ad una rigorosa metodologia? Non lo sapremo mai. Il sospetto resta anche in ragione della sorprendente motivazione offerta ds S&P: resterebbe intatto il ‘rischio politico’ negli Usa. Rischio politico? E come si calcola? E soprattutto esso è riferito al Presidente o al comportamento ostruzionistico dei Republicans? Oggi i democratici dicono che S&P ha colpito l’irresponsabilità di una destra alla deriva del Tea Party. Questi ultimi dicono che è stato sconfessato il responsabile del tesoro Tim Geithner. Insomma, il downgrading di S&P, basato su un sedicente ‘rischio politico’, quel rischio lo ha aumentato nel giro di poche ore.

Ma possono le agende dei governi essere decise da un oligopolio di tre ‘indipendenti’ agenzie di rating? Quanta reputazione sono disposte a distruggere le rating agencies per tutelare la propria? Le agenzie si difendono con grande semplicità: le loro sono solo opinioni…

(Il Fatto Quotidiano, A. Nicita)


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Re: Chi fa il rating a chi fa il rating?

Messaggioda pianogrande il 09/08/2011, 0:30

Tutta questa importanza data alla opinione delle agenzie potrebbe sottintendere un generale impreparazione di chi si muove nei mercati.
Una mancanza di opinioni autonome.
Sono più propenso a ritenere che si tratti di trucchi per i gonzi mentre gli specialisti sanno benissimo come muoversi e come approfittare della situazione.
Tutto questo, fermo restando che l'influenza di queste opinioni è fortissima e che l'Italia è sotto attacco della speculazione perché ha un debito pubblico da capogiro.
Questo ultimo dato è il punto di partenza di tutto il resto.
Che a non credere più nell'Italia siano i suoi diretti creditori o le agenzie di rating o tutti assieme, che differenza fa ai fini pratici?
I debiti vanno pagati.
Questa è la sostanza.
I creditori vogliono essere pagati prima del default (e solo per questo cercano di darci una mano).
Questa è la sostanza.
Fate debiti e tutti pregheranno per la vostra salute.
Ma fino ad un certo punto.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Agenzie di rating sotto inchiesta: manipolazione

Messaggioda flaviomob il 09/08/2011, 21:32

SOTTO INCHIESTA I RESPONSABILI DI STANDARD & POOR'S E MOODY'S

La Procura di Trani: «Così le agenzie di rating hanno manipolato il mercato»
«Con giudizi falsi, tendenziosi e imprudenti». Già sentiti Prodi, Draghi e Tremonti

MILANO - «Giudizi falsi, infondati o comunque imprudenti» sul sistema economico-finanziario e bancario italiano: così le agenzie di rating Standard & Poor's e Moody's avrebbero manipolato il mercato, secondo l'accusa ipotizzata dalla procura di Trani. È quanto si legge nell' «Ordine di esibizione di atti e documenti» eseguito il 3 agosto scorso presso la Consob, dove la Guardia di finanza di Bari ha prelevato la documentazione relativa al procedimento di «registrazione» delle due agenzie. Secondo quanto si è appreso finora, sono sei gli indagati nell'ambito dell'inchiesta: tre analisti «con funzioni apicali» di S&P, uno di Moody's e i responsabili legali per l'Italia delle due agenzie.
CHI SONO - Nell'ordine di esibizione di atti, gli analisti di Standard e Poor's indagati vengono individuati in Eilen Zhang, Frank Gill e Moritz Kraemer (quest'ultimo responsabile per il debito europeo), ai quali si aggiunge un non identificato dirigente senior analyst di Moody's e un numero imprecisato di «persone da identificare». Per quanto riguarda Moody's, gli indagati sono accusati del reato di «manipolazione del mercato» per avere «elaborato e diffuso» il 6 maggio 2010, «a mercato aperto, verso le ore 11.15, notizie false (anche in parte) sulla tenuta del sistema economico e bancario italiano». Nel report sarebbero stati espressi «giudizi da ritenersi falsi, infondati o comunque imprudenti secondo quanto asserito da altre agenzie di rating oltre che dalle supreme autorità nazionali». Secondo la procura, «in conseguenza della diffusione dei giudizi di Moody's si determinava un'alterazione (da quantificare) di strumenti finanziari». I tre analisti di S&P sono invece accusati, oltre che di «manipolazione del mercato» anche di «abuso di informazioni privilegiate» per aver «elaborato e diffuso», nei mesi di «maggio, giugno e luglio 2011 - anche a mercati aperti - notizie non corrette (dunque false anche in parte), comunque esagerate e tendenziose sulla tenuta del sistema economico-finanziario e bancario italiano».

IL REPORT - In particolare, il 20 maggio 2011 «divulgavano in un report l'avvenuto «taglio dell'outlook del debito sovrano dell'Italia da stabile a negativo», con «giudizi/previsioni da ritenere falsi, parzialmente infondati e comunque imprudenti, tendenziosi e scorretti (anche nelle forme di comunicazione) secondo quanto asserito da altre Agenzie di rating (Moody's e Fitch), oltre che dalle supreme Autorità nazionali (Ministero Economia) che smentiva - alla stregua di dati macroeconomici ufficiali - il giudizio di S&P che (con)causava sensibili perdite di titoli azionari, obbligazionari e dei titoli di Stato nazionali». Inoltre, «il giorno venerdì 1 luglio 2011 poco dopo le 13.00 (prima della chiusura dei mercati) elaboravano e divulgavano in un'ulteriore nota giudizi negativi sulla manovra finanziaria presentata in Consiglio dei ministri dal ministro dell'Economia quando il testo della stessa non era ancora ufficiale e definitivo, così determinando ulteriori turbolenze sul mercato dei titoli e sulle aste dei titoli di Stato». La procura di Trani basa la propria competenza sul fatto di essere stato il primo (ed unico) ufficio del pm ad iscrivere la notizia di reato. Nell'ambito dell'inchiesta sono già state sentite numerose persone - tra cui l'ex premier Prodi, il governatore di Bankitalia Draghi e il ministro dell'Economia Tremonti - e acquisita copiosa documentazione: per ultimo, appunto, le carte relative al procedimento di «registrazione» delle Agenzie presso la Consob per verificare la sussistenza «dei requisiti e delle condizioni» per l'esercizio di attività di rating nei confronti di «entità italiane». (fonte: Ansa)

http://www.corriere.it
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link utile

http://www.reatisocietari.it/index.php? ... &Itemid=42


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