Le parte sociali spronano il governo
«Serve un patto per la crescita»
Confindustria, sindacati, banche e cooperative chiedono «discontinuità». Ma la Uil si dissocia: «Politica dorotea»
MILANO - C'é allarme nel mondo delle imprese e dei sidacati, per la situazione finanziaria. E le parti sociali cercano una sponda tra di loro per stimolare il governo. Una nota congiunta di imprese, banche, cooperative, sottolinea la «preoccupazione» per l'attacco ai mercati. E sollecitano al governo misure per la crescità: oggi è «necessario un patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione».
ALLEANZA - L'appello è generale: da Confindustria ai sindacati con Cigl, Cisl, e Ugl ma con l'eccezione della Uil che in serata si dissocia. Luigi Angeletti ha definito la nota congiunta, «dialettica dorotea» per la mancanza di un vero interlocutore. Alla chiamata hanno però risposto le Banche con l'Abi, le coop dell'Alleanza cooperative italiane (Confcooperative, Lega Cooperative, Agci); Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti) e la Confapi; gli agricoltori con Cia, Condiretti e Confagricoltura. L'Iniziativa nasce, a quanto si apprende, da un colloquio telefonico in mattinata tra il leader delle banche Giuseppe Mussari e la presidente degli industriali Emma Marcegaglia. Che poi nel primo pomeriggio ha chiamato i leader dei sindacati. Nel giro di poche ore si è così coagulato il consenso delle sigle che avevano già aderito, dallo scorso novembre, al tavolo per definire proposte da presentare insieme al governo per sostenere la crescita. Hanno ricordato l'invito alla coesione sociale lanciato nei giorni scorsi dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ed hanno invocato «lo spirito della concertazione del 1992».
DISCONTINUITA' - La parola chiave dell'appello è «discontinuità», non per chiedere una crisi di governo al buio, ma per chiedere ancora una volta al governo di non puntare solo sul rigore dei conti, comunque necessario, ma anche sulla leva economica, su misure per spingere una crescita troppo lenta.E di farlo con una visione più collegiale all'interno dell'esecutivo, con più spazio al lavoro dei ministri «economici» sul fronte dello sviluppo, accanto all'impegno sui conti pubblici del ministro dell'Economia. «Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari», scrivono quindi le parti sociali: «Il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell'Italia. Siamo consapevoli che la fase che stiamo attraversando dipende solo in parte dalle condizioni di fondo dell'economia italiana ed è connessa a un problema europeo di fragilità dei paesi periferici. A ciò si aggiungono i problemi di bilancio degli Stati Uniti. Ma queste incertezze dei mercati si traducono per l'Italia nel deciso ampliamento degli spread sui titoli sovrani e nella penalizzazione dei valori di borsa. Ciò comporta un elevato onere di finanziamento del debito pubblico ed un aumento del costo del denaro per famiglie ed imprese». E per evitare che la situazione «divenga insostenibile» per imprese e sindacati «occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori» (fonte: Ansa).
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