Robyn ha scritto:La disciplina sui licenziamenti prevede che si possa licenziare solo per giusta causa.La domanda che ci si pone è:perche licenziare un dipendente se non è legato a motivi di crisi aziendale o a sue inadempienze?Allora l'unica possibilità per regolare la flessibilità in uscita e agire sulla giusta causa che contiene norme troppo astratte e generaliste.Infatti la difficoltà di licenziare per giusta causa ha portato a chiedere che ci sia la possibilità di licenziare senza giusta causa,cosa che peraltro rappresenta solo un capriccio delle aziende.Agire sulla giusta causa evita una nuova crociata ideologica ciao robyn
Rispondo alla tua domanda: per cause personali, oggettive o ideologiche:
1) sta sulle palle a qualcuno;
2) non tiene alla stessa squadra di calcio del capo;
3) è comunista o fascista, o induista, protestante, cattolico, ebreo, nero, a seconda dei casi:
4) lavora poco e costa troppo, rispetto ad altri, e c'è la possibilità di assumere uno che si pensa sia migliore.
5) si è scopato la moglie del capo e lui si è offeso;
6) è inadatto al ruolo e non merita;
7) ieri c'era lavoro per 80, oggi solo per 70. Qualcuno deve rimanere a casa. Si torna al punto 1)
La serie potrebbe continuare ma come vedi già ora contiene motivi che possimo ritenere validi e motivi indegni, non validi.
A mio avviso nel calderone molti furbi tendono a nascondersi.
Chi non è valido, gruppo 4 o 6, si spaccia per uno del gruppo 1,2,3.
E trova un giudice disposto a crederci.
Naturalmente se in Italia esistessero validi ammortizzatori sociali, la flessibilità in uscita sarebbe piu' alta.
E quindi anche quella in ingresso.
Franz