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Norma sui precari

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Norma sui precari

Messaggioda Paolo65 il 28/07/2008, 13:38

ROMA - «Politicamente e socialmente inaccettabile, oltre che a rischio di costituzionalità». Così Walter Veltroni definisce l'emendamento sui precari approvato dalla Camera all'interno del decreto legge sulla manovra che dovrà passare poi all'approvazione definitiva da parte del Senato.
Walter Veltroni (Ansa)
Emendamento che ha provocato una vera e propria spaccatura all'interno del governo. Il leader Pd, chiede al governo «di ritirare immediatamente l'emendamento, che rafforza l'ingiustizia di questo Paese e aumenta la precarieta». Veltroni anticipa che «contrasteremo questo provvedimento in Parlamento con tutte le nostre forze, ne chiederemo il ritiro da parte del governo».
COMMENTO:
A me piacerebbe che Veltroni ed il PD siano corenti e facciano delle proposte politiche serie e non solo invettive.
Hanno portato in Parlamento il prof. Ichino, il quale da tempo ha la sua proposta sui precari ed in generale sui rapporti di lavoro:il contratto unico.
Perchè, oltre che dare battaglia di incostituzionalità alla norma passata al Senato, non si porta avanti la proposta Ichino, che a mio parere è di gran lunga più ad ampio raggio di quella di questo governo?

Paolo
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E senza emendamento sui precari per le Poste

Messaggioda Ful il 31/07/2008, 11:47

E senza emendamento sui precari per le Poste un “buco” nei conti da 350 milioni l’anno


di Pietro Piovani

ROMA (31 luglio) - Un impiego alle Poste è tuttora un traguardo ambito da tanti italiani, ma ad alcuni non basta. Sono almeno 4-5 mila gli ex dipendenti con contratto a termine che, pur avendo avuto l’opportunità di un’assunzione sicura e definitiva, hanno scelto di andare avanti con la causa. Non si accontentano del posto di lavoro fisso, vogliono l’indennizzo: un risarcimento economico pari allo stipendio che avrebbero percepito se negli anni passati avessero sempre lavorato con contratto a tempo indeterminato.

Sono cifre grosse, decine di migliaia di euro a testa. Per Poste Italiane questa storia dei precari è una calamità che va avanti da anni, e che si fa sentire sui bilanci. Nel 2008, per esempio, la società prevede di spendere 350 milioni di euro come arretrati dovuti al contenzioso. La metà della somma ormai è già andata, come si legge nella semestrale approvata l’altroieri. L’emendamento del governo però consentirebbe all’azienda di recuperare almeno una parte dei soldi, e di risparmiare per gli anni a venire. In gioco, come si diceva, non sono tanto i posti di lavoro. I 5 mila ex-contrattisti di cui stiamo parlando avrebbero potuto aderire all’accordo raggiunto con i sindacati nel 2006 (come hanno fatto tanti altri): avrebbero così ottenuto l’ingresso in pianta stabile negli organici, a condizione di firmare la rinuncia ad altre pretese economiche. I 5 mila invece sono quelli che, avendo scelto di continuare con l’azione legale, hanno vinto la causa in primo grado.

Ora però è arrivata una nuova offerta, destinata sia ai 5 mila che hanno rifiutato la prima proposta sia ad altri 10 mila che non potevano rientrare nei termini di quell’accordo ma che nel frattempo hanno a loro volta vinto una causa di primo grado. A questi 15 mila, che già sono in servizio alle Poste in virtù di una sentenza, l’azienda dice: noi siamo disposti a non presentare ricorso in appello, se voi ci restituite l’indennizzo che vi abbiamo dovuto pagare per ordine del giudice. La restituzione può avvenire a rate spalmabili in un periodo che può durare anche quindici anni. I sindacati caldeggiano l’adesione all’accordo, che è stato firmato da tutte le principali sigle. Anche i manager di Poste Italiane sperano che aderiscano in tanti, l’assunzione degli ex-contrattisti non è un problema per un’impresa che ogni anno deve rimpiazzare 4-5 mila dipendenti andati in pensione. Ecco perché l’amministratore delegato Massimo Sarmi ha premuto tanto, sia sul governo sia sulla Confindustria, affinché venisse presentato il cosiddetto emendamento anti-precari, ribattezzato da qualcuno «emendamento salva Poste». Una norma che esclude un risarcimento maggiore di qualche mensilità di stipendio darebbe alla società la certezza (o quasi) di vincere il ricorso. Ed è chiaro che i 15 mila potenziali destinatari dell’ipotesi di conciliazione avrebbero a quel punto tutto l’interesse ad accettare la transazione.

Qualcuno, leggendo i giornali, ha temuto che l’emendamento cancellasse anche l’accordo con i sindacati: «È una notizia destituita di ogni fondamento» avverte Ciro Amicone della Uil. «Per chi aderirà all’intesa, la stabilizzazione è garantita. L’emendamento del governo, che non è assolutamente giusto chiamare “salva Poste”, non modifica una situazione che eravamo già riusciti a risolvere».

A perdere invece ogni diritto con l’approvazione del decreto sarebbero coloro che non hanno ancora vinto una sentenza di primo grado. È vero che i lavoratori in causa con le Poste sono perlopiù precari di vecchia data (in genere risalgono ancora all’epoca di Corrado Passera) ma l’esito positivo di molte vertenze ha convinto tantissimi altri a rivolgersi all’avvocato anche in tempi recenti. Intanto per tutti i 155 mila dipendenti di Poste Italiane sta per arrivare l’anticipo del premio di risultato 2008: sulla busta paga di settembre ci saranno in media 1.040 euro lorde a testa.

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Re: E senza emendamento sui precari per le Poste

Messaggioda Ful il 31/07/2008, 12:24

Ful ha scritto:..
ROMA (31 luglio) - Un impiego alle Poste è tuttora un traguardo ambito da tanti italiani, ma ad alcuni non basta. Sono almeno 4-5 mila gli ex dipendenti con contratto a termine che, pur avendo avuto l’opportunità di un’assunzione sicura e definitiva, hanno scelto di andare avanti con la causa. Non si accontentano del posto di lavoro fisso, vogliono l’indennizzo: un risarcimento economico pari allo stipendio che avrebbero percepito se negli anni passati avessero sempre lavorato con contratto a tempo indeterminato.
...


Sembrerò reazionario, ma mi vien da chiedere:

E' possibile che si crei una situazione del genere? Una società pubblica come le Poste assumerà in base alle leggi vigenti, se cambiano le leggi, cambiando gli orientametni politici amministrativi è intuibile che si creino degli ingorghi come questi. Ma visto come va l'Italia un pò di responsabilità sia da parte dei sindacati, sia dei lavoratori, sia del datore di lavoro (Poste) non aiuterebbe a risolvere le difficoltà?

Detto in poche parole io vedo troppa rigidità nel sindacato, vedi Alitalia non ha accettato 2150 esuberi e ora ne è di fronte a 5000, con la prospettiva aggravante di accollare tutto il debito aziendale alle casse dello Stato e degli italiani.

Al di là della manovra mediatica di Berlusconi in campagna elettorale sull'Alitalia, vedo una rigidità ideologica nel sindacato. Non è che i dipendenti alitalia "sperassero in massa" negli scivoli dello Stato ? Si, non è politicamente corretto fare questa domanda, ma la percezione sociale rimane.

Alitalia (come le Poste) sono dei carozzoni. E' ora di smetterla di usarle come bacino elettorale di consenso! Chi paga sono sempre i soliti! Magari chi non ha mai volato con Alitalia (tanti miloni di italiani che non se lo possono permettere)

Ho dei dubbi che sia corretto difendere a "prescindere" situazioni come questa delle Poste! Non è un atteggiamento riformista.

Ful
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