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Disciplina licenziamenti

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Disciplina licenziamenti

Messaggioda Robyn il 11/06/2011, 11:03

Allo stato attuale a difesa dei lavoratori c'è il controverso art 18 che prevede l'indennizzo e il reintegro per le aziende al di sopra dei 15 dipendenti.Quresta norma rende oggi il mercato del lavoro duale,e scarica tutta la flessibilità sui giovani.Morto il fordismo bisogna passare da un mercato del lavoro che protegge il posto fisso ad un mercato del lavoro che protegge il lavoratore attraverso tutele attive come la formazione permanente e gli ammortizzatori.In tal senso la giurisprudenza può anche evolversi dal momento che i lavoratori che optano per il reintegro a seguito di ricorso sono pochissimi.Il magistrato del lavoro può optare benissimo per l'indennizzo al lavoratore anzichè per il suo reintegro dal momento che in caso di licenziamento illeggittimo viene a mancare la fiducia reciproca tra lavoratore e datore di lavoro e quindi non è il caso di rimanere in quell'azienda.Se esiste una disciplina sui licenziamenti deve esistere anche una disciplina circa il licenziamento volontario.Spesso le aziende fanno firmare le dimissioni in bianco.Le dimissioni in bianco non devono valere e le dimissioni in qualsiasi caso non si possono fare in azienda.Per dare le dimissioni il lavoratore và al centro per l'impiego il quale le comunicherà al datore di lavoro.C'è da ricordare che le dimissioni volontarie non danno diritto a nessuna forma di protezione sociale ciao robyn
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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda franz il 11/06/2011, 13:11

Robyn ha scritto:Allo stato attuale a difesa dei lavoratori c'è il controverso art 18 che prevede l'indennizzo e il reintegro per le aziende al di sopra dei 15 dipendenti.Quresta norma rende oggi il mercato del lavoro duale,e scarica tutta la flessibilità sui giovani.

Si, i giovani e i dipendenti delle piccolissime imprese, sotto i 15 dipendnenti, non soggette a quell'articolo.
Che infatti in Italia sono numericamente piu' sviluppate che in altri paesi.
Una cosa che contribuisce alla stagnazione della produttività nazionale.
Infatti è noto che con il crescere del numero di dipendenti, aumenta la produttività di un'azienda.
Due aziende da 12 dipendenti sono meno produttive di una sola con 24.
Se in Italia scarseggiano le grandi imprese e sono predominanti le micro e piccole, è comprensibile che la produttività sia bassa.

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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda flaviomob il 11/06/2011, 13:59

Quindi la pubblica amministrazione, con milioni di dipendenti, è efficientissima.... :lol: :lol: :lol:


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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda Robyn il 11/06/2011, 14:18

L'obbiettivo non è la crescita dimensionale ma contrastare la precarietà e il mobbing.La crescita dimensionale che tende al monopolio è pericolosa per la democrazia.Casomai bisogna fare in modo che nascano nuove aziende.Nulla toglie che si possa crescere anche dimensionalmente che sò a 20 dipendenti.La produttività si affronta sotto un'altra angolatura.La bassa produttività è il riflesso della precarietà,della mancanza di formazione,di innovazioni di processo,del mobbing,etc etc.La produttività è bassa anche perchè l'economia italiana si è incentrata anche sui servizi sull'immateriale ,settori comunque fondamentali.Se c'è la crescita dimensionale pian pian i più forti assorbono i più deboli e si tende alla ricchezza nelle mani di pochi.La grande industria ha una grande capacità di investire al punto tale che con l'innovazione riduce sempre di più la forza lavoro,creando una riserva di manodopera mal pagata.Quando fallisce la grande industria interi territori cadono nel declino e con la grande industria non c'è molto spazio per un'economia che tuteli il lavoratore,non ci sono grandi possibilità per la concorrenza e la possibilità di trovare un'altro lavoro.E vero però che anche questa c'è ciao robyn
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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda franz il 11/06/2011, 20:46

flaviomob ha scritto:Quindi la pubblica amministrazione, con milioni di dipendenti, è efficientissima.... :lol: :lol: :lol:

Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.
Parlavo di aziende private, soggette a concorrenza e competizione.
Il pubblicio per definizione non lo è e quindi non ha bisogno di essere efficente.
Basta trovare polli disposti a pagare le tasse e farsi spennare.
E basta cercare di impedire leggi che possano mettere in concorrenza pubblico e privato. :o

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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda pianogrande il 12/06/2011, 0:15

E basta cercare di impedire leggi che possano mettere in concorrenza pubblico e privato.
Franz

Aribamba ..... (come diceva il mitico Manfredi).

Sul principio sono d'accordissimo con Franz.
Lo so benissimo che possono esistere leggi tali da mettere in concorrenza pubblico e privato.
Come possono esistere leggi che mettano in concorrenza (che obblighino alla concorrenza) privato e privato.
Ma di ogni legge che sbandiera questa finalità, bisogna entrare nel merito per vedere se è vero.
Se no, cadiamo nello stesso discorso per il quale tutto quello che è nuovo è migliore di tutto quello che è vecchio.

Il pubblico ed il privato tendono a mettersi d'accordo (mafie varie ce lo dimostrano).
Anche privato e privato tendono a mettersi d'accordo (cartelli vari e conseguenti monopoli).
L'oggetto/vittima di questi accordi siamo noi privati cittadini.
Anche noi dovremmo metterci d'accordo per rintuzzare questi attacchi.
I referendum sono una occasione d'oro.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda franz il 12/06/2011, 7:59

pianogrande ha scritto:E basta cercare di impedire leggi che possano mettere in concorrenza pubblico e privato.
Franz

Aribamba ..... (come diceva il mitico Manfredi).

Sul principio sono d'accordissimo con Franz.
Lo so benissimo che possono esistere leggi tali da mettere in concorrenza pubblico e privato.
Come possono esistere leggi che mettano in concorrenza (che obblighino alla concorrenza) privato e privato.
Ma di ogni legge che sbandiera questa finalità, bisogna entrare nel merito per vedere se è vero.
Se no, cadiamo nello stesso discorso per il quale tutto quello che è nuovo è migliore di tutto quello che è vecchio.

Il pubblico ed il privato tendono a mettersi d'accordo (mafie varie ce lo dimostrano).
Anche privato e privato tendono a mettersi d'accordo (cartelli vari e conseguenti monopoli).
L'oggetto/vittima di questi accordi siamo noi privati cittadini.
Anche noi dovremmo metterci d'accordo per rintuzzare questi attacchi.
I referendum sono una occasione d'oro.

Per una volta tanto, a parte l'ultima frase, sono perfettamente d'accordo.
Bisogna vedere caso per caso.
Ma i referendum, con la loro logica binaria (SI/NO per tutto) non vedono caso per caso.

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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda ranvit il 12/06/2011, 11:19

Ma i referendum, con la loro logica binaria (SI/NO per tutto) non vedono caso per caso.


Cosi' è! L'istituto del referendum cosi' com'è fa veramente pena...bizantino...italiano...
Ma nell'attuale situazione politica mi auguro che si raggiunga il quorum...


In Italia praticamente tutte le liberalizzazioni fatte fin'ora sono state fallimentari. L'acqua minerale di proprietà pubblica ma distribuite dai privati sono un furto continuo. Cosi' come le spiagge. Per non parlare dell' assicurazione auto.
Sul piano teorico concordo con Franz....ma poi sono d'accordo con pianogrande.

Vittorio

Ps Non ho capito cosa c'entra tutto cio' con la disciplina dei licenziamenti :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda franz il 12/06/2011, 11:26

ranvit ha scritto:Ps Non ho capito cosa c'entra tutto cio' con la disciplina dei licenziamenti :roll:

Basta rileggere il thread per capire come è stato dirottato. ;)

Franz
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Re: Disciplina licenziamenti

Messaggioda Robyn il 12/06/2011, 12:33

Per tutelare il lavoratore nel mercato del lavoro,anziche tutelare il posto fisso,serve uno sviluppo diffuso e qui il trust è necessario.Il miglior modello è quello del nordest che ha investito molto nell'industria leggera.Alluminio,plastica,elettronica.L'Italia è anche ricca di alluminio esistono giacimenti non sfruttati nell'Italia centrale,meridionale,nell'Istria.L'alluminio anche in previsioni di soluzioni ergonomiche per i lavoratori.Se si investe nell'industria pesante e dequalificante non lamentiamoci che poi nessuno vuole andarci
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