La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

I bond della morte

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

I bond della morte

Messaggioda flaviomob il 21/05/2011, 6:55

http://blog.panorama.it/economia/2011/0 ... lla-morte/

Wall Street scommette sui derivati della morte

E’ possibile spronare gli investitori a scommettere sulla morte? A Wall Street sì, e infatti Goldman Sachs, Deutsche Bank e JP Morgan Chase, i colossi della finanza già protagonisti della grande crisi finanziaria da cui l’Occidente stenta ancora a riprendersi, hanno deciso di investire proprio in questo settore. Dal momento che i fondi pensionistici americani valgono più di 23 trilioni di dollari di asset, le banche americane sentono oggi il bisogno di assicurarsi contro il rischio che i clienti vivano più a lungo delle attese. Per riuscirci, hanno sviluppato mercati alternativi in cui vengono tratati tutti i titoli legati al “rischio longevità” e indici in grado di misurare in maniera più accurata i “tassi di mortalità” dei clienti.

Da un lato ci sono quindi i colossi della finanza che, dopo aver contabilizzato questi rischi in titoli, cercano potenziali investitori a cui vederli. Dall’altro, operatori particolarmente scettici e non così propensi a scommettere sui “bond della morte”, essenzialmente perché si tratta di titoli che potrebbero rivelarsi redditizi dopo moltissimo tempo. Per non parlare dell’aspetto etico di questi derivati: agli investitori si chiede infatti di scommettere che le persone muoiano prima del previsto.

La banche hanno escogitato questo nuovo sistema di pagamenti essenzialmente per recuperare liquidità con cui coprire i bilanci onerosi dei fondi pensione. Se i clienti intestatari del fondo vivono molto più del previsto, la banca potrebbe trovarsi costretta a spendere più denaro per erogare i contributi previdenziali garantiti. Una pagamento che diventerebbe più facile grazie al contributo economico di un altro investitore che ha deciso di acqustare un bond della morte ma che potrebbe poi ritrovarsi a non guadagnare nulla proprio a causa della longevità inattesa del cliente. Se invece la scommessa su un decesso anticipato viene vinta dall’investitore, la banca potrà comunque permettersi di pagare il suo premio grazie al risparmio ottenuto con la mancata erogazione dei contributi del fondo pensione.

Ecco, spiegato nella maniera più semplice possibile, come dovrebbe funzionare questo nuovo mercato: immaginiamo che un fondo pensione si rivolga a una banca d’affari per cercare investitori disposti a scommettere che i pensionati da esso coperti muoiano prima del previsto. Immaginiamo poi che i derivati vengano emessi quando la persona raggiunge i 70 anni di età, e che la morte sia stata stimata per i 90 anni. Da quel momento, ogni mese o anno, a seconda dell’accordo, l’investitore paga un premio al fondo pensione. Se il pensionato raggiunge o supera i 90 anni, l’investitore contribuisce al pagamento di una buona parte della sua pensione, senza ottenere nulla in cambio. Se arriva a 75 anni, l’investitore paga un premio nei primi cinque anni e riceve dal fondo pensione un contributo più o meno equivalente alla cifra versata. L’investitore, quindi, di fatto guadagna solo se il pensionato muore in tempi piuttosto rapidi.

Possibile, però, che di fronte a questo tipo di invadenza dei mercati la comunità internazionale non decida di ribellarsi? O è più probabile che gli investitori si lascino trascinare dal desiderio di guadagnare di più, disinteressandosi dell’aspetto etico-morboso connesso con questo tipo di derivati e limitandosi semplicemente a valutare che i fondi pensionistici americani valgono 23 trilioni di dollari? E’ difficile prevedere se questi “derivati della morte” avranno successo sul mercato, ma l’impressione generale è che a guadagnarci saranno principalmente le banche.

claudia astarita
Venerdì 20 Maggio 2011


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: I bond della morte

Messaggioda franz il 11/02/2012, 12:19

Ecco un interessante approfondimento sul tema
http://noisefromamerika.org/articolo/li ... -economica

e qui un altro, di paolo manasse, collaboratore di lavoce.info
http://paolomanasse.blogspot.com/2012/0 ... -e-il.html
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: I bond della morte

Messaggioda flaviomob il 12/02/2012, 12:43

A questo punto mi pare corretto riportare l'articolo di Rodotà.

“Se le banche lanciano i bond della morte”
di STEFANO RODOTÀ
da La Repubblica dell’8 febbraio 2012

NELLA frenetica ricerca di nuovi “prodotti finanziari”, con i quali continuare ad intossicare il mercato, la riverita Deutsche Bank ha superato ogni limite, facendo diventare la vita stessa delle persone oggetto di speculazione. Il caso si può così riassumere. Si individua negli Stati Uniti un gruppo di cinquecento persone tra i 72 e gli 85 anni, si raccolgono con il loro consenso le informazioni sulle condizioni di salute, e si propone di investire sulla durata delle loro vite. Più rapidi sono i decessi, maggiore è il guadagno dell´investitore, mentre il profitto della banca cresce con la sopravvivenza delle persone appartenenti al campione. Sono così nati quelli che qualcuno ha definito i “bond morte”.
Molte sono state le reazioni: la stessa Associazione delle banche tedesche ha detto che «il modello finanziario di questo fondo è contrario alla nostra morale e alla dignità umana». Ma il fatto rimane, segno inquietante di che cosa stiano diventando i nostri tempi. La vita entra senza riserve a far parte del mercato, è puro oggetto di calcolo probabilistico, è consegnata a uno dei tanti algoritmi che ormai regolano la nostra esistenza. E tutto diventa ancor più inquietante se si guarda alla composizione del campione. Si scommette sugli anziani, un gruppo che già conosce forme crescenti di discriminazione, con l´esclusione della gratuità di taluni farmaci e con il divieto di accesso ad una serie di trattamenti sanitari.
Non più produttiva, la vita degli anziani diventa “vita di scarto”, la loro dotazione di diritti si impoverisce, appare incompatibile con la logica dell´economia. Si scivola verso un “grado zero” dell´esistenza, con il trascorrere degli anni si entra in un´area nella quale si è sempre meno “persone”, disponibili come di uno dei tanti oggetti con i quali si costruiscono i prodotti finanziari. Tra il mondo delle persone e quello delle cose non vi sono più confini, si stabilisce un perverso continuum.
Non voglio evocare con colpevole superficialità tragedie del passato. Ma la decisa reazione dell´Associazione delle banche tedesche non si comprende se si ignora che proprio lì, negli anni del nazismo, la formalizzazione giuridica delle “non persone”, gli ebrei in primo luogo, portò a considerare vita e corpi come oggetti disponibili per il potere politico e medico. Oggi il potere sommo della finanza pensa di avere titolo per impadronirsene, in un modo immediatamente meno distruttivo, ma che porta con sé l´insidia della vita come merce.
Non a caso i banchieri tedeschi evocano la dignità, la barriera che si volle levare contro la perversione giuridica del nazismo, scrivendo in apertura della costituzione tedesca che “la dignità umana è inviolabile”. È ragionevole ritenere, allora, che i giudici tedeschi sapranno intervenire in maniera adeguata se quel prodotto finanziario continuerà a circolare. La questione è della massima rilevanza, perché tocca il tema attualissimo del rapporto tra libertà economica e diritti fondamentali. Nel 2004, la Corte di giustizia europea pronunciò una importante sentenza, indicando proprio nel rispetto della dignità umana un limite insuperabile nell´esercizio dell´iniziativa economia privata. Sentenza giustamente citata, ma che non può far dimenticare che la Costituzione italiana quel limite lo ha già esplicitamente segnato.
Nell´articolo 41, infatti, si afferma che l´iniziativa privata è libera, ma non può svolgersi “in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Questa non è la rivendicazione di una primogenitura, dell´abituale lungimiranza dei nostri colti costituenti. È la sottolineatura di un rischio che stiamo correndo, visto che decreti di ieri e di oggi si aprono proprio con forzature interpretative che vogliono imporre letture dell´articolo 41 tutte centrate sulla preminenza della libertà economica. Queste letture riduzioniste e “revisioniste” sono costituzionalmente inammissibili, e sarebbe bene che ne avessero memoria tutti coloro i quali invocano un ritorno della politica, che non è possibile se vengono recise le radici dell´ordinamento repubblicano.
La dignità umana non è violata solo in casi limite come quello dei “bond morte”. È violata quando si capovolge il rapporto tra principio di dignità e iniziativa economica, attribuendo a quest´ultima un valore prevalente, come si cerca di fare oggi in Italia. L´esistenza “libera e dignitosa”, di cui parla l´articolo 36 della Costituzione, viene negata quando una considerazione tutta efficientistica del lavoro affida la vita delle persone al potere dell´economia, consegnandola alla logica della merce. Indigniamoci per le cose tedesche, ma diamo uno sguardo anche in casa nostra.

“Se le banche lanciano i bond della morte” di STEFANO RODOTÀ da La Repubblica dell’8 febbraio 2012


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: I bond della morte

Messaggioda franz il 13/02/2012, 15:20

Gli risponde De Benedetti, con controreplica di Rodotà

http://www.francodebenedetti.it/i-bond- ... ulla-vita/
De Benedetti
I “bond della morte” (Stefano Rodotà, Repubblica, 8 febbraio) hanno un precedente, seppur di segno contrario, di cui parla Raghuram Rajan in Fault Lines. Poiché la monarchia francese nel XVIII secolo, pur di far cassa, aveva escogitato la vendita di rendite vitalizie, banchieri ginevrini pensarono di selezionare gruppi di donne “per la maggiore aspettativa di vita rispetto agli uomini” sui trent’ anni, in salute, di “impacchettarne” i vitalizi per diversificare rispetto al rischio di morte accidentale, e di rivenderne quote.

Ma venne il 1789, il governo rivoluzionario pagava con moneta svalutata, le annualità erano dovute nella ben più pregiata valuta svizzera, i banchieri falliscono: classico esempio di tail risk (eventi estremamente improbabili ma che, se si verificano, hanno conseguenze disastrose). Quella era una scommessa sulla vita. Scommesse sulla morte sono le assicurazioni sulla vita e i vitalizi, venduti da sempre da società che godono, normalmente, di buona salute: non mi sembra che siano da temere rischi, né di coda né di testa.

Quel sottile confine della dignità umana
di Stefano Rodotà

I colti riferimenti di Franco Debenedetti (ai quali potrei aggiungerne almeno una decina) non colgono la novità dei “bond morte”, di cui parlavo su Repubblica dell’8 febbraio. il nuovo fondo, chiamato “db Kompass Life 3″ era stato preceduto da un “db Kompass Life 2″ che aveva come riferimento le polizze assicurative che gli interessati vendevano ad istituti ed hedge founds, che al decesso incassavano il capitale assicurato. In questi casi si trattava di azioni che aveva come oggetto un “titolo” (con una qualche parentela con i casi ricordati da Debenedetti). I nuovi bond invece operano in presa diretta sulla vita delle persone, così parificate a un titolo astratto o a una delle tanti merci sulle quali si scommette attaverso i più vari strumenti finanziari. Si tratta, come si usa dire, di un vero cambio di paradigma qualitativamente significativo. Non a caso, sono stati gli stessi banchieri tedeschi a protestare contro quella iniziativa, nella quale hanno colto un degrado della loro professione. Vi sono confini, apparentemente sottili, che non possono essere superati senza negare la dignità delle persone.



Da notare che i parlamentari in genere, con i vitalizi che prendono da decenni, sarebbero i meno indicati a fare la morale sulla scommesse sulla morte e sulla vita :D
Prendiamo un parlamentare con un vitalizio ed un'assicurazione sulla vita.
Con il vitalizio chi lo percepisce spera di vivere piu' a lungo possibile, e chi lo eroga conta che chi lo riceve muoia il piu' presto possibile. Con l'assicurazione sulla vita è esattamente il contrario. Chi eroga l'assicurazione spera che il contraente viva il piu' a lungo possibile (cosi' lui paga a lungo i soldi del premio e non deve ricevere la somma pattuita alla morte) e sostanzialmente chi paga scommette sulla propria morte, lasciando come beneficiari i familiari (e nei migliori gialli questo innesca un certo azzardo morale in consorti, figli, nipoti).
In entrambi i casi sono scommesse sulla vita e sulla morte bilanciate e controbilanciate. Esistono da centinaia di anni, come De Benedetti ci spiega, comportano un notevole rischio e non si capisce dove stia il "salto di paradigma" che Rodotà vede. Una differenza è che i casi sono statisticamente selezionati. Ma una selezione statistica (che minimizza i rischi) non puo' essere un cambio di paradigma. L'altra è che se prima c'era una polizza venduta a terzi, ora non c'è nemmeno quella ed i terzi se la sbrigano da soli. I 500 americani (tutti volontari) che hanno venduto i dati alla DB ci hanno comunque guadagnato. Non sono dati gratis, e fintanto che nessuno degli scommettitori cerca di intervenire cambiando il destino naturale, direi che sono fatti loro.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: I bond della morte

Messaggioda flaviomob il 14/02/2012, 2:16

fintanto che nessuno degli scommettitori cerca di intervenire cambiando il destino naturale...


Per quello aspettiamo ansiosamente i Db Kompass life 4... :lol:


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: I bond della morte

Messaggioda franz il 16/02/2012, 16:56

Una analisi spietata delle affermazioni di Rodotà

Cominciamo dal dissenso sui fatti, su cui spero si possa arrivare più facilmente a un accordo. Il lettore afferma che Rodotà ha espresso i suoi argomenti ''in maniera pacata, senza insultare e dare dell’imbecille a nessuno''. Infatti non ha dato dell'imbecille. Ha solo detto che i dirigenti di Deutsche Bank hanno ''superato ogni limite'', che con il loro comportamento hanno ''violato la dignità umana'' ed ha proceduto a costruire un parallelo tra la pratica nazista di considerare gli ebrei come non-persone e la pratica di usare l'informazione medica su 500 americani per costruire un prodotto finanziario che limiti le possibili perdite delle assicurazioni sulla vita in caso di aumento inatteso della mortalità. A me questa tecnica argomentativa sembra tutt'altro che pacata. Mi ricorda invece molto da vicino la performance di un certo presidente del consiglio al parlamento europeo, che suggerì un deputato tedesco per il ruolo di kapò in un film sul nazismo. Certo, il linguaggio del palazzinaro divenuto statista è diverso da quello del pomposo giurista-moralista che attribuisce patenti di dignità. La sostanza, purtroppo, a me pare drammaticamente identica

Veniamo ora al nocciolo dell'argomentazione. Sì, in effetti sono cosciente dell'esistenza di un dibattito filosofico sull'opportunità di proibire transazioni volontarie (sottolineo, volontarie) in nome della dignità umana. È un dibattito difficile è complicato e che rischia sempre di porre la società su un terreno assai scivoloso, per due problemi. Il primo è che non sempre è ovvio definire la dignità umana e stabilire come proteggerla.Si pensi al commercio degli organi. Cosa è più dignitoso, impedire che una persona sana possa vendere il proprio rene o permetterlo e salvare una vita umana?

Risposta difficile, che non mi azzarderò a dare senza conoscere molto meglio la questione. Il secondo problema è che una volta che apriamo le porte al divieto di transazioni volontarie in nome di un bene supremo, esiste il molto vivo rischio pratico che tale bene supremo venga usato come scusa per imporre una dittatura della maggioranza e per violare i diritti individuali. Immagino che la cosa risulti molto chiara in altri ambiti. Molta gente, meno che nel passato ma probabilmente ancora in maggioranza in molti paesi, ritiene indegni e abominevoli i rapporti omosessuali. Invocando la dignità umana si può quindi decidere di mettere in galera chi ha un partner dello stesso sesso, o comunque di rendergli la vita difficile. Sono certo che Rodotà inorridirebbe di fronte a tale prospettiva, ma sembra non rendersi conto che esiste una stretta continuità tra il moralista che vuole raddrizzare a suon di circolari e decreti i costumi sessuali del paese e il moralista che, con gli stessi strumenti, pretende di stabilire quali transazioni commerciali volontarie siano ammissibili.

E inoltre ...
Fatemi spiegare di nuovo il ''cambio di paradigma'', come immaginato dall'insigne giurista. Nel caso del Kompass Life 2 si va in giro per le case a comprare contratti di assicurazione sulla vita che gli originali detentori sono disposti a vendere. Le polizze, ormai staccate dallo stipulante iniziale, vengono conferite a un fondo che continua a pagare i premi per mantenerle attive e che incassa il compenso in caso di morte dello stipulante originario. Secondo Rodotà tutto questo non viola la dignità umana, cosa su cui non si può che essere d'accordo. Ma la ragione per cui non la viola è misteriosa: perché il fondo ha per ''oggetto un titolo''. La dignità umana invece viene gravemente violata da Kompass Life 3, che fa esattamente la stessa cosa del Kompass Life 2 ma con maggiori informazioni e senza l'ingombro di dover cercare gente che ha già un contratto di assicurazioni. In tal modo, apparentemente, si varca il confine della dignità umana, che perlomeno ora Rodotà ammette essere ''sottile''. Domanda per Rodotà: se, anziché semplicemente chiedere alle persone incluse nel campione statistico il permesso, DB avesse loro fatto firmare un contratto in cui simultaneamente acquisivano una assicurazione sulla vita e la rivendevano a DB, la linea si sarebbe oltrepassata? In tal caso il titolo materiale, l'assicurazione sulla vita, che apparentemente garantiva la dignità umana nel fondo precedente sarebbe esistito. Ma, palesemente, si sarebbe trattato esattamente della stessa cosa. Francamente, è un argomento farsesco.

L'interpretazione più benevola che posso dare della vicenda è che Rodotà si è fatto prendere da un moto d'indignazione, simile a quello che prende l'anziano non particolarmente illuminato che vede due uomini baciarsi, e che abbia reagito di getto. L'anziano scarsamente illuminato molesta con i suoi rantoli il malcapitato che ha la sfortuna di sedere al suo fianco al bar. Rodotà invece pubblica i suoi sfoghi in prima pagina su Repubblica. Quando qualcuno gli fa notare che ciò che dice è assurdo, si esibisce nel più spettacolare azzeccamento di garbugli, inventando sottili linee che generano giganteschi cambi di paradigma e che, ovviamente, solo lui nella sua infinita saggezza è in grado di identificare.


Tutto l'articolo ed i commenti sono su http://noisefromamerika.org/articolo/la ... cche-sacre
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: I bond della morte

Messaggioda trilogy il 16/02/2012, 18:06

flaviomob ha scritto:A questo punto mi pare corretto riportare l'articolo di Rodotà.

“Se le banche lanciano i bond della morte”
di STEFANO RODOTÀ
da La Repubblica dell’8 febbraio 2012

.... Ma il fatto rimane, segno inquietante di che cosa stiano diventando i nostri tempi. La vita entra senza riserve a far parte del mercato, è puro oggetto di calcolo probabilistico, è consegnata a uno dei tanti algoritmi che ormai regolano la nostra esistenza. ....
“Se le banche lanciano i bond della morte” di STEFANO RODOTÀ da La Repubblica dell’8 febbraio 2012


Bisognerà informare Rodotà che il governo italiano ha introdotto il fattore: "aspettativa di vita" nel calcolo delle rendite pensionistiche di tutti i cittadini, e con quello adegua (tradotto = taglia) periodicamente il rendimento delle pensioni future in base al calcolo probabilistico-statistico.
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58


Torna a Economia, Lavoro, Fiscalità, Previdenza

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti