ROMA (2 novembe) - A due anni dalla cessione di Alitalia alla cordata guidata da Roberto Colaninno riesplode la polemica sul futuro della compagnia.
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L'amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli ha detto, in una intevista a Bruno Vespa, che farà una raccomandazione agli azionisti di Alitalia di costruire una fusione con Air France per «confluire in un aggregato più grande». «Può essere un pensiero di Sabelli. Non è condiviso dagli azionisti», ha replicato a stretto giro il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno.
«Alitalia dovrà rimanere italiana», ha ribadito invece sempre a Vespa il presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
La proposta di Sabelli, anche se smentita, ha però scatenato subito la polemica. «Proporre oggi la fusione di Alitalia con Air France vuol dire alzare bandiera bianca e certificare il fallimento della privatizzazione voluta dal Presidente Berlusconi e costata 3 miliardi e mezzo di euro ai contribuenti, insieme ad un impoverimento gravissimo per il sistema del trasporto aereo nazionale», ha affermato il deputato del Pd e capogruppo in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta. «Con quale coraggio si propone oggi di far confluire Alitalia in un aggregato più grande quando - aggiunge Meta - per mesi il premier si è sbracciato a garantire che l'ex compagnia di bandiera sarebbe rimasta nelle mani italiane».
«Siamo molto preoccupati per le possibili ripercussioni occupazionali che avrebbe una eventuale fusione tra Air France e Alitalia lo dichiara - in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti -. Non erano queste le premesse che il presidente del consiglio aveva descritto quando tre anni fa mise in campo il progetto di recuperò per la compagnia di bandiera. Con questo scenario è evidente che Air France ingloberebbe Alitalia, Parigi comanderebbe su Roma e i conseguenti tagli occupazionali che nascono da una fusione sarebbero pagati esclusivamente da migliaia di lavoratori del nostro territorio che stanno già rischiando il posto. Ricordiamo, inoltre, che questa operazione di salvataggio è già costata alle tasche degli italiani oltre 3 miliardi di euro e ha prodotto migliaia di licenziamenti e lavoratori in cassa integrazione. Un vero e proprio incubo, l'ennesimo che il Governo Berlusconi regalerebbe a tutti gli italiani e in modo particolare ai lavoratori Alitalia di Roma e provincia».
«Berlusconi continua a negare la realtà e in risposta all'amministratore delegato di Alitalia, che propone la fusione con Air France, dice che la compagnia di bandiera deve rimanere italiana. In realtà Alitalia è troppo piccola per sopravvivere, così come tutti avevamo capito già tre anni fa. Ecco perchè la soluzione Air France proposta da Prodi era vantaggiosa». A dichiararlo è il vicecapogruppo dell'Idv alla Camera, Antonio Borghesi. «Ora ci arriveremo, ma solo dopo che, per colpa di Berlusconi, ai contribuenti italiani lo scherzetto - sottolinea Borghesi - è costato non meno di tre miliardi di euro».
«Dopo il costo enorme sostenuto dal Paese - ha commentato il segretario generale della Filt Cgil, Francor Nasso - le reiterate promesse e il costante ottimismo del presidente del Consiglio, quella che fino ad oggi è stata considerata "azienda di famiglia" dall'intero Governo, scopre le carte. Non vorremmo -sottolinea il dirigente sindacale della Filt - trovarci nuovamente davanti al tentativo di far pagare ai lavoratori il prezzo della definitiva "ripulitura" dell'azienda con l'obiettivo di renderla più facilmente vendibile. È chiaro che di fronte a questa eventualità la Filt Cgil si opporrà con tutte le sue forze».