http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=LiberoIn Italia sale il costo del lavoro nell'industria (+7,3)
Rapporto Ocse: l'Italia attira pochi investimenti esteri
Nei tagli al cuneo fiscale l'Italia fa un passo indietro
Costo del lavoro, contratti e cuneo fiscale pesano sulla produttività
Almunia: «Deficit, a rischio Francia e Irlanda; costo del lavoro eccessivo in Italia»
Costo del lavoro sempre più caro in Italia. Diversamente da quanto accade negli altri Paesi industrializzati, dove questi costi salgono con una certa moderazione, in Italia il costo del lavoro corre ad un passo tre volte superiore alla media dei Paesi Ocse. Nel primo trimestre del 2008, secondo i dati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel nostro Paese il costo del lavoro nei servizi è cresciuto del 2,1% rispetto al trimestre precedente e quello nell'industria dell'1,3%, contro una media dell'area Ocse rispettivamente del +0,7% e +0,5%.
Dall'ultima fotografia scattata dall'organizzazione emerge che nei primi tre mesi dell'anno tutte le maggiori economie Ocse hanno registrato in media una «crescita moderata» del costo del lavoro unitario per i servizi. L'Italia figura al top della classifica degli aumenti, subito dietro l'Ungheria (+3%) e la Slovacchia (+2,5%), e ben oltre i livelli di altre grandi economie europee come Francia (+0,5%) e Germania (+0,3%).
L'unico Paese dove invece il costo del lavoro nei servizi è calato è la Corea (-0,4%). L'Italia batte anche Usa e Giappone, dove si è avuto un aumento rispettivamente dello 0,8% e 0,2%.
Rispetto al primo trimestre dello scorso anno, il costo del lavoro in Italia è cresciuto addirittura del 6,7%: anche in questo caso tre volte di più che nell'area Ocse (+2,1%), e in testa alla classifica dei Paesi dove il costo del lavoro corre a ritmi più alti (+10% in Ungheria e +6,7% in Slovacchia).
Aumenti più contenuti dei costi si registrano invece nell'industria, dove comunque l'Italia si posiziona al di sopra della media dei Paesi Ocse: «Nell'industria - evidenzia l'organizzazione - i costi unitari del lavoro sono continuati a crescere» nei primi tre mesi del 2008, con un +0,5% sia per l'area Ocse che per il G7 e un più modesto +0,2% per l'Euro-zona. L'Italia risulta tra i Paesi dove il costo del lavoro cresce di più, assieme a Canada (che guida la classifica con +2,4%), Norvegia, Australia, Nuova Zelanda e Danimarca.
Rispetto al primo trimestre 2007 il costo del lavoro nell'industria italiana è cresciuto di ben il 4,5%, contro il +0,5% della zona Ocse e il +0,1% dell'Euro-zona.
La performance italiana stride in particolare al confronto con altri colleghi del G7, come Francia e Germania, dove i costi del lavoro sono persino diminuiti (rispettivamente -0,1% e -0,3% rispetto al trimestre precedente). O come Usa e Giappone dove, dopo diversi mesi di calo (sei anni per il Giappone), il costo del lavoro tra gennaio è tornato a crescere (rispettivamente +0,3% e +0,6%), ma è comunque diminuito rispetto allo scorso anno.
http://www.sp.cna.it/approfondimento/eu ... lavoro.aspL'Italia è il Paese Ue dove è più alto il carico fiscale sul lavoro: lo ha reso noto oggi Eurostat in base al confronto effettuato sui dati relativi al 2007. Lo rivela Eurostat. In Italia le tasse e i contributi sociali rappresentano il 44% del costo del lavoro, contro la media del 34,3 nella zona euro. I livelli più bassi sono quelli di Malta (20,1%), Cipro (24%) e Irlanda (25,7%), mentre i più dati alti, dopo quelli italiani, sono quelli di Svezia (43,1%) e Belgio (42,3%).
Nel complesso, la pressione fiscale nel nostro Paese nel 2007 ha raggiunto il 43,3%, in aumento rispetto al 42,1% del 2006, e contro una media europea del 39,8% e del 40,4 dei paesi della zona euro.
Sempre secondo le tabelle diffuse oggi da Eurostat, tra il 2000 e il 2008 è invece diminuita di un punto percentuale l'aliquota massima applicata ai redditi delle persone fisiche, passata dal 45,9 al 44,9%. Le aliquote maggiori in questo campo sono quelle registrate in Danimarca (59%), in Svezia (56,4%) e in Belgio (53,7%), dove esiste un forste stato sociale, mentre le minori si riscontrano in Bulgaria ( 10%), Repubblica Ceca (15%) e Romania ( 16%).
Per i redditi delle imprese italiane, la riduzione dell'imposizione fiscale è arrivata a sfiorare i 10 punti percentuali. Si è passati dal 41,3% del 2000 al 31,4% di quest'anno. La tassazione tocca invece i livelli più alti a Malta (35%), in Francia (34,4%) e in Belgio (34%) e i più bassi in Bulgaria e a Cipro (10%) e in Irlanda (12,5%).
http://www.repubblica.it/2009/03/sezion ... avoro.html
PRESSIONE FISCALE SUL LAVORO (%)
BELGIO 55,2
UNGHERIA 53,4
GERMANIA 50,9
FRANCIA 49,2
AUSTRIA 47,9
ITALIA 46,5SVEZIA 43,2
FINLANDIA 42,4
CECHIA 41,9
GRECIA 41,5
DANIMARCA 39,4
SPAGNA 38,2
OLANDA 38,0
SLOVACCHIA 37,6
TURCHIA 37,5
NORVEGIA 37,4
PORTOGALLO 34,2
POLONIA 34,2
LUSSEMBURGO 34,0
GRAN BRETAGNA 32,5
CANADA 30,8
STATI UNITI 29,4
SVIZZERA 29,3
GIAPPONE 29,2
IRLANDA 28,6
ISLANDA 28,3
AUSTRALIA 26,7
SUDCOREA 19,7
NUOVA ZELANDA 18,4
MESSICO 15,3
Fonte: Rapporto Taxing Wagers Ocse
2010Nota: Calcolo fatto in percentuale e a parità di potere di acquisto
Ecco, Germania e Fancia forse hai ragione (ma li noi siamo ai vertici del prelievo, non certo delle prestazioni) ma la Gran Bretagna no, ti hanno detto male.
In ogni caso la notizia che per la prima volta in Italia i sindacati chiedono la riduzione delle tasse per rilanciare il lavoro e la crescita ha fatto il giro del mondo. Piu' o meno come quando la notizia è che un uomo ha morso un cane.
Franz