Valori ed etica nell'impresa sociale

Il tema dell'imprenditoria sociale rappresenta una delle questioni più rilevanti che attraversano-oggi come nel prossimo futuro -lo sviluppo della nostra società e dell nostra economia.Negli ultimi anni numerose realtà appartenenti alla sfera del volontariato e del terzo settore non solo hanno costituito associazioni,ma hanno anche sfidato il mondo dell'impresa sul campo,attraverso,ad sempio,lo strumento della cooperazione sociale.Dimostrando di possedere una capacità di imprenditività e -quindi-una solida capacità economica.Infatti le cooperative sociali non solo si sono moltiplicate,ma si sono sempre più caratterizzate per la competenza dal punto di vista qualitativo,economco e gestionale.In questa evoluzione,tale modello di cooperazione è riuscito a manenere alcuni valori fondanti,fra i quali si può ricordare la mutualità e l'apertura alle categorie marginali,trasformandoli da attenzione assistenziale in elementi strutturali delle stesse imprese sociali.Certo ,non si è trattato-e non si tratta-di un cammino agevole.Spesso la cooperazione sociale ha rischiato di soccombere di fronte alle difficolà,soprattutto di carattere finanziario.Eppure è cresciuta e oggi si ripropone più forte e in grado di essere uno stimolo positivo per l'intero mondo della grande economia.Infatti,questo universo di imprese sociali non ha il solo merito di aver affiancato positivamente gli interventi a favore delle fasce svantaggiate della cittadinanza,ma di aver tradotto la stessa dimensione sociale in valide idee aziendali,senza per questo dimenticare un'enorme patrimonio di solidarietà che,invece,<<deve restare coeso allo sviluppo economico>>.In queste imprese la componente etica non è diventata un'elemento sovrastrutturale,ma è essenzialmente fondante,soprattutto in rapporto alla socialità e alla trasparenza dei processi aziendali.Basti pensare a due temi che sono da sempre caratteristici di queste realtà:la responsabilità sociale d'impresa e il bilancio sociale.Quest'ultimo,inteso come bilancio che contiene in sè il prodotto sociale come valore aziendale decisivo per la partecipazione alla costruzione di un"welfare community".Così le cooperative hanno dato prova di restare vicino alle categorie a rischio di esclusione,pur cercando di essere economicamente sostenibili e in grado di affrontare le dinamiche del mercato.<<Certo è difficile sostenere questo percorso senza smantellare l'idea che questa cooperazione sociale funga da valvola assistenziale del mercato,visione,questa,che confonde ancora volontariato e impresa sociale.Vale la pena sottolinerare che la logica del non profit non esclude il profitto,ma ha come asse portante il suo riutilizzo a fini sociali>>.E per ottenere tale scopo ,occorre mettere in campo una solida strategia d'impresa.Per questo nel dibattito in corso sulla responsabilità sociale ,l'universo della cooperazione non debba più avere una funzione di mera testimonianza ,ma un ruolo attivo.La sfida principale è dimostrare che la logica imprenditoriale non escude la produzione di benessere sociale e l'innalzamento dei livelli della qualità della vita.E impegnarsi per costruire una nuova cultura di impresa ,dove i temi dei valori,degli ideali segnati dalla coerenza etica e dalla costruzione delle reti di prossimità diventino determinanti.La cooperazione sociale è matura e capace di offrire questo apporto al mondo tradizionale aziendale.L'obbiettivo è di contribuire al superamento della logica assistenziale e di ricollocare l'impresa sociale dentro la realà economica e produttiva come fattore di sviluppo per la comunità,soprattutto a livello locale.La sfida è sperimentare e far crescere queste imprese per offrire risposte adeguate alle aree di esclusione della società trasformando così lo svantaggio in risorsa e capitale sociale e restituendo a queste persone il valore di cui sono portatrici.Si tratta di una sfida alta,che incrocia la domanda di inclusione sociale e di tutela dei diritti di cittadinanza
Ciao Robyn
Ciao Robyn