Il silenzio del forum

C’è un silenzio assordante su queste pagine di forum intorno alla vicenda degli operai di Melfi.
Quasi una sorta di imbarazzo per il concretizzarsi di un’ ipotesi più volte evocata da qualcuno, la libertà di manovra di un impresa all’interno del proprio fortilizio aziendale.
Come se il diritto di proprietà comprendesse un sistema di regole unilateralmente imposte a chiunque entri ad operare nell’ambito della propria attività, una libertà decisionale fondata sul ricatto del licenziamento.
Il reintegro disposto da una sentenza è stato volutamente stravolto allo scopo di umiliare dei sottoposti, additandoli come parassiti. All’interno dell’azienda, neppure le leggi dello stato valgono, perché si rinuncia al lavoro pur di riaffermare la propria autorità, in una sorta di delirio padronale verso una controparte da addomesticare.
Il lusso dei diritti sindacali, delle norme di sicurezza, delle condizioni e degli orari di lavoro, dati per acquisiti da decenni, sono ora messi indiscussione dall’isteria indotta dalla globalizzazione, il cui portato principale è la nascita di lontane classi operaie senza diritti, che fanno gola a tutti gli imprenditori senza scrupoli sociali.
Parlare di lusso riferendosi a soggetti che lavorano per poco più di 1000 euro l’ora, che pagano fino all’ultimo euro tutte le tasse e i contributi previsti dallo stato, che avranno pensioni da fame, che producono beni che non si possono permettere, incolpevoli delle scelte sbagliate dei managers e degli incroci finanziari e speculativi che scuotono le borse, è oltremodo stomachevole a fronte degli sprechi colossali promossi dalla politica e dalla classe imprenditoriale.
Soniadf
Quasi una sorta di imbarazzo per il concretizzarsi di un’ ipotesi più volte evocata da qualcuno, la libertà di manovra di un impresa all’interno del proprio fortilizio aziendale.
Come se il diritto di proprietà comprendesse un sistema di regole unilateralmente imposte a chiunque entri ad operare nell’ambito della propria attività, una libertà decisionale fondata sul ricatto del licenziamento.
Il reintegro disposto da una sentenza è stato volutamente stravolto allo scopo di umiliare dei sottoposti, additandoli come parassiti. All’interno dell’azienda, neppure le leggi dello stato valgono, perché si rinuncia al lavoro pur di riaffermare la propria autorità, in una sorta di delirio padronale verso una controparte da addomesticare.
Il lusso dei diritti sindacali, delle norme di sicurezza, delle condizioni e degli orari di lavoro, dati per acquisiti da decenni, sono ora messi indiscussione dall’isteria indotta dalla globalizzazione, il cui portato principale è la nascita di lontane classi operaie senza diritti, che fanno gola a tutti gli imprenditori senza scrupoli sociali.
Parlare di lusso riferendosi a soggetti che lavorano per poco più di 1000 euro l’ora, che pagano fino all’ultimo euro tutte le tasse e i contributi previsti dallo stato, che avranno pensioni da fame, che producono beni che non si possono permettere, incolpevoli delle scelte sbagliate dei managers e degli incroci finanziari e speculativi che scuotono le borse, è oltremodo stomachevole a fronte degli sprechi colossali promossi dalla politica e dalla classe imprenditoriale.
Soniadf