pianogrande ha scritto:C'è un pallosissimo parametro che, nonostante il tempo passi, ha la sua determinante influenza.
Si chiama potere contrattuale.
Potere contrattuale tra parti sociali.
Ultimamente, i lavoratori non solo hanno perso quasi tutto questo potere ma già si esagera a definirli parte sociale.
Il benessere li ha divisi e le difficoltà non li hanno ancora riuniti.
Ne è rimasto uno di potere contrattuale; quello al ribasso.
Naturalmente, c'è sempre la professionalità ma quella è sempre meno in mano ai singoli e sempre più alle aziende.
Le domande per fare una analisi possono essere, essenzialmente, due.
Come riacquistare potere contrattuale (in senso migliorativo)?
Domanda delle domande:come far sì che qualcuno sia motivato a contrattare e non vada, invece, a contrattare con altri?
Le domande non sono geniali.
Potrebbe sempre esserlo qualche risposta.
In effetti mi dai l'occasione di riflettere sul fatto che forse da noi si pensa che il lavoro sia creato dal potere contrattuale (sociale) e dalla attuazione di un diritto, anch'esso sociale. Una esasperazione di questa visione per me ha depresso il lavoro, invece di incentivarlo. Ed il lavoro scappa (come scappano i lavoratori dai posti in cui non c'è per andare dove c'è).
Ritengo che senza lavoro sia illusorio pensare di avere o riguadaganere potere contratttuale.
Come a dire che se non c'è trippa per i gatti, se il pentolone è semivuoto, non puoi contrattare nulla.
Per riacquistare potere contrattuale ci vuole la materia prima: il lavoro (questo sconosciuto).
Il lavoro non è frutto di contrattazione o di rivendicazione.
Il lavoro va coltivato, come un fiore prezioso, con mille attenzioni.
Servono le condizioni giuste (il terreno, l'acqua) e le giuste condizioni di temperatura, umidità e soleggiamento.
Poi si sviluppa da solo. Ed allora si possono godere i frutti e ridistribuire.
Ma senza esagerare, altrimenti il terreno si inaridisce.
Come siamo arrivati alla situazione attuale?
Mah, penso che da decenni qualcuno sia finito in una buca ed invece di smettere di scavare abbia continuato a scavare sempre piu' in fondo.
Non escludo pero' che in questa situazione di disagio ci siano molti (o non pochi) che stanno benone, dalle caste di priviegiati (politici di ogni livello in testa) ai potenti delle varie corporazioni, a chi gestisce e dispensa clientele, a chi gestisce quel 52% di PIL tramite lo Stato, a chi sfrutta le rendite parassitarie, ai milioni di dipendenti statali in esubero, ai pensionati di anzianità, ai percettori di finte invalidità. Insomma tutti si arrangiano come possono, compresi alcuni milioni di lavoratori in nero. Ai privati rimane solo quel 48% di PIL da creare ed è verameente poco per creare lavoro. Molto meglio anche per loro fare la gara per mungere la grande vacca che si chiama stato e che dispensa sussidi, rottamazioni, incentivi, assunzioni clientelari. Qualcuno si illude che lo faccia per "stimolare l'economia" ma credo sia piu' realistico concludere che lo fa per giustificare la propria mole elefantiaca e rimandare le indispensabili cure dimagranti.
Franz