un governo che spende e spande in Italia si sono sempre contrapposte le famiglie che risparmiano. Lo Stato sciupone e le famiglie formiche. Ma adesso non è più così. A partire dal 2009, infatti, il risparmio nazionale netto dell’Italia è passato in territorio negativo per un ammontare pari all’1,2% del Pil. Il dato emerge da uno studio di Carmelo Pierpaolo Parello pubblicato dal sito di Nens (l’Associazione “Nuova Economia Nuova Società” fondata nel 2001 da Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco, insieme con Nicola Rossi, Giulio Sapelli, Giuseppe Farina e Paolo Ferro Luzzi). Nel primo anno della crisi, il 2008, l’Italia è riuscita a resistere, con un risparmio pari all’1,8% del Pil (dati Eurostat). Nel 2009, il tracollo, anche se al –1,2% italiano si contrappongono il –8,5% del Portogallo e il –8,1% della Grecia (ma anche un eccellente 6,8% della Germania).
“Dov’è finita la parsimonia italiana?”, si chiede l’autore dello studio. Ma soprattutto quali sono le conseguenze? “In primo luogo, la negatività del nostro tasso di risparmio netto, se trascurata, rischia di accelerare il processo di convergenza della struttura economia del Paese verso quella delle economie più deboli dell’Unione”. In altre parole, rischiamo di fare la fine della Grecia. Secondo: “La situazione del nostro risparmio nazionale netto indebolisce la nostra posizione finanziaria internazionale, mettendo il finanziamento dei nostri investimenti netti, e quindi il finanziamento della crescita economica futura dell’Italia, alla totale mercé del risparmio estero”. Da notare che “finora gli unici due Paesi a far registrare risparmi netti negativi sono stati Grecia e Portogallo”. E non è neanche il caso di ricordare che “sono proprio le economie di Grecia e Portogallo quelle maggiormente esposte alla bufera dei mercati finanziari”.
Non solo. L’analisi dei dati dimostra che, se il vero e proprio crollo del risparmio degli italiani si è verificato nel 2009, nel pieno della crisi, sotto il peso della disoccupazione dilagante, la tendenza ha radici lontane. La progressiva riduzione del risparmio comincia infatti nel 1996, ma “peggiora drammaticamente” a partire dal 2007. Un andamento analogo presenta la Spagna, mentre un andamento opposto si rileva in Germania, e sembra essere tra gli ingredienti della sua brillante performance degli ultimi sette/otto anni. Infatti a partire dal 2003 la curva del risparmio dei cittadini tedeschi schizza dal 4,6% all’11,4% raggiunto quattro anni dopo.
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