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Gli italiani non risparmiano più

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Gli italiani non risparmiano più

Messaggioda franz il 21/05/2010, 7:53

un governo che spende e spande in Italia si sono sempre contrapposte le famiglie che risparmiano. Lo Stato sciupone e le famiglie formiche. Ma adesso non è più così. A partire dal 2009, infatti, il risparmio nazionale netto dell’Italia è passato in territorio negativo per un ammontare pari all’1,2% del Pil. Il dato emerge da uno studio di Carmelo Pierpaolo Parello pubblicato dal sito di Nens (l’Associazione “Nuova Economia Nuova Società” fondata nel 2001 da Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco, insieme con Nicola Rossi, Giulio Sapelli, Giuseppe Farina e Paolo Ferro Luzzi). Nel primo anno della crisi, il 2008, l’Italia è riuscita a resistere, con un risparmio pari all’1,8% del Pil (dati Eurostat). Nel 2009, il tracollo, anche se al –1,2% italiano si contrappongono il –8,5% del Portogallo e il –8,1% della Grecia (ma anche un eccellente 6,8% della Germania).

“Dov’è finita la parsimonia italiana?”, si chiede l’autore dello studio. Ma soprattutto quali sono le conseguenze? “In primo luogo, la negatività del nostro tasso di risparmio netto, se trascurata, rischia di accelerare il processo di convergenza della struttura economia del Paese verso quella delle economie più deboli dell’Unione”. In altre parole, rischiamo di fare la fine della Grecia. Secondo: “La situazione del nostro risparmio nazionale netto indebolisce la nostra posizione finanziaria internazionale, mettendo il finanziamento dei nostri investimenti netti, e quindi il finanziamento della crescita economica futura dell’Italia, alla totale mercé del risparmio estero”. Da notare che “finora gli unici due Paesi a far registrare risparmi netti negativi sono stati Grecia e Portogallo”. E non è neanche il caso di ricordare che “sono proprio le economie di Grecia e Portogallo quelle maggiormente esposte alla bufera dei mercati finanziari”.

Non solo. L’analisi dei dati dimostra che, se il vero e proprio crollo del risparmio degli italiani si è verificato nel 2009, nel pieno della crisi, sotto il peso della disoccupazione dilagante, la tendenza ha radici lontane. La progressiva riduzione del risparmio comincia infatti nel 1996, ma “peggiora drammaticamente” a partire dal 2007. Un andamento analogo presenta la Spagna, mentre un andamento opposto si rileva in Germania, e sembra essere tra gli ingredienti della sua brillante performance degli ultimi sette/otto anni. Infatti a partire dal 2003 la curva del risparmio dei cittadini tedeschi schizza dal 4,6% all’11,4% raggiunto quattro anni dopo.

http://amato.blogautore.repubblica.it/?ref=HRER2-1
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Re: Gli italiani non risparmiano più

Messaggioda pianogrande il 22/05/2010, 22:23

Un amministratore delegato della mia ditta, tanti (mamma mia quanti!) anni fa, diceva, più o meno, che tutto quello che sta fermo è un costo.
Anche il risparmio delle famiglie è, per loro, un costo.
Infatti, il risparmio deve essere, in qualche modo, remunerato.
Di questi tempi, due fattori principali concorrono ad abbassare il risparmio delle famiglie: la bassissima remunerazione ed il rischio di rimetterci tutto.
Domanda.
Dove vanno a finire i soldi che non entrano nel circuito del risparmio, visto che si produce e si investe meno, si consuma meno e l'inflazione non aumenta?
Qualcuno di questi dati è falsato, altrimenti i conti non tornano (o mi sfugge qualcosa).
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Re: Gli italiani non risparmiano più

Messaggioda franz il 22/05/2010, 23:42

pianogrande ha scritto:Un amministratore delegato della mia ditta, tanti (mamma mia quanti!) anni fa, diceva, più o meno, che tutto quello che sta fermo è un costo.
Anche il risparmio delle famiglie è, per loro, un costo.
Infatti, il risparmio deve essere, in qualche modo, remunerato.
Di questi tempi, due fattori principali concorrono ad abbassare il risparmio delle famiglie: la bassissima remunerazione ed il rischio di rimetterci tutto.
Domanda.
Dove vanno a finire i soldi che non entrano nel circuito del risparmio, visto che si produce e si investe meno, si consuma meno e l'inflazione non aumenta?
Qualcuno di questi dati è falsato, altrimenti i conti non tornano (o mi sfugge qualcosa).

Il risparmio non sta fermo. Quindi la visione di quell'amministratore delegato è sbagliata.
Il risparmio, a meno che non sia nascosto nel classico materasso, viene investito. Chi ha piu' soldi presta, tramite le banche, a chi ha bisogno di capitali per investimenti produttivi. La differenza di remunerazione tra interessi attivi e passivi non rende "fermo" il risparmio.
Il fattore principale che oggi rallenta il risparmio è che le spese degli italiani tendono a superare i redditi. Quando i redditi superano le spese, abbiamo risparmio. Quindi il risparmio alimenta gli investimenti. Gli investimenti generano incrementi di produttività e la maggiore produttività genera reddito e nuovi consumi. Spirale postiva. Ora siano nella situazione in cui se tutto è "meno", come dici (reddito, spese, investimenti) abbiamo che le spese di sempre piu' persone tendono a superare i redditi per cui il risparmio generale cala. Calano gli investimenti e cala la produttività. Spirale negativa. I soldi che non entrano nel circuito del risparmio, sono stati spesi prima di poterlo fare. Nel frattempo i soldi risparmiati a volte perdono valore, cosa che puo' capitare a tutte le cose. Anche la nostra casa, se di fronte aprono un bordello o un centro sociale autogestito. Oppure se lo stato fa troppi debiti e questo svaluta la moneta. I soldi perdono valore. I risparmi si affievoliscono. Non vedo il problema. A me i torni contano. Opps. I conti tornano.

Franz
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Re: Gli italiani non risparmiano più

Messaggioda pianogrande il 24/05/2010, 13:53

Franz
Mmmmmmm.
Forse, ho tentato di applicare il primo principio della termodinamica (nulla si crea, nulla si distrugge) all'economia.
Mi manca qualche fondamentale.
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Re: Gli italiani non risparmiano più

Messaggioda franz il 24/05/2010, 21:12

pianogrande ha scritto:Franz
Mmmmmmm.
Forse, ho tentato di applicare il primo principio della termodinamica (nulla si crea, nulla si distrugge) all'economia.
Mi manca qualche fondamentale.

Il primo non basta. Nulla si crea, nulla si distrugge, .. sottointende un contesto fisso, in cui tutto è costante.
L'economia e la politica non sono cosi'. Il contesto è veriabile.
Se facciamo bene ci guadagnamo tutti (o quasi); se facciamo male ci perdiamo tutti (o quasi).
Ma la somma delle perdite non coincide con la somma delle vincite.
Questa è una caratteristica fondamentale dell'economia.
Se cosi' non fosse saremmo ancora all'età della pietra.

Franz
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