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Consumi, crisi profonda

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Consumi, crisi profonda

Messaggioda franz il 05/07/2008, 8:41

Le cifre di Confcommercio rispetto allo stesso mese del 2007
E' il settimo segno negativo consecutivo: "E' crisi strutturale"
Consumi, crisi profonda
"A maggio -2,7 per cento"


ROMA - In Italia si tira la cinghia e si acquista sempre meno. A maggio l'Indicatore dei Consumi di Confcommercio registra una riduzione del 2,7% delle quantità rispetto allo stesso mese del 2007. E' il settimo segno negativo consecutivo ed ha portato ad una flessione dell'1,9% nei primi cinque mesi dell'anno, contro un +1,1% dello stesso periodo del 2007. Per Confcommercio "questo dato fa sfumare definitivamente l'ipotesi di uscire entro breve da una crisi ormai strutturale, profonda" e rafforza la previsione di crescita italiana che nel 2008 sarà "prossima allo zero".

In calo sono soprattutto auto e benzina, ma anche cibo e vestiti. Rispetto all'anno precedente, sono crollati del 13,5% gli acquisti di beni e servizi per la mobilità - un capitolo nel quale sono inserite auto e moto, ma anche benzina e biglietti aerei - ma cala anche la quantità di alimentari comperati (-3,3%), quella dei beni e dei servizi ricreativi (-4,9%), quella di abbigliamento e calzature (-2,3%), e l'acquisto di beni e servizi per la casa (-1,2%) che riguardano non solo gli elettrodomestici (che sono in lieve crescita) ma anche le bollette della luce.

Anche i consumi di beni per la comunicazione, che continuano a segnalare una crescita del 6,9%, mostrano i primi sintomi di rallentamento. Gli italiani invece non riducono la spesa per alberghi e pasti fuori casa (+0,4%) e quella dei beni e servizi per la cura della persona (+2,8%).
( 4 luglio 2008)
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Re: Consumi, crisi profonda

Messaggioda franz il 05/07/2008, 8:51

Da notare che in piu' parti dell'articolo si fa riferimento al calo di quantità.
Cose che, visti gli aumenti dei prezzi, non significa quindi un calo del volume d'affari.
Se prima aumentare i prezzi significava aumentare la cifra d'affari, oggi invece sempre più consumatori reagiscono comprando di meno.
Non la definirei una "crisi strutturale".
Semlicemente tra i vari consumi ce ne sono alcuni che possiamo ritenere superflui (ognuno fa le sue valutazioni) e possiamo qundi rimodulare la spesa mensile rinunciando a qualche cosa.
Puo' anche darsi che gli aumenti dei prezzi abbiano indotto alcuni ad acquisti fuori dai circuiti normali; esiste un mercato sommerso e ci sono anche tanti (sempre piu') cammion che portano frutta e verdura dal sud e la vendono a prezzi popolari (tutto ad 1€ al Kg).

Ciao,
Franz
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Inflazione, quella percepita è tripla

Messaggioda franz il 10/07/2008, 7:59

Sondaggio Ipr: i consumatori avvertono rincari molto più alti dei dati Istat
Nel settore alimentare la sensazione è di aumenti del 19% anziché del 6%
Inflazione, quella percepita è tripla
sempre più italiani vedono nero

Per il 71% degli intervistati la situazione familiare è "poco o per nulla positiva"
di VALERIO GUALERZI

ROMA - Italiani pessimisti e vittimisti incalliti o Istat sempre più inadeguato a fotografare il vero andamento del costo della vita? Stando al sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Repubblica.it sul tasso di inflazione percepito, il divario tra i dati ufficiali certificati dall'istituto centrale di statistica e quello che provano gli italiani è notevole. Secondo il campione di mille persone rappresentative dell'intera popolazione nazionale intervistato il 5 e 6 luglio per via telematica, l'inflazione percepita è decisamente più marcata di quella registrata dall'Istat nell'ultimo bollettino diffuso lo scorso 30 giugno.

LE TABELLE

Rispetto a un anno fa, il comparto dove gli italiani sentono di aver perso maggiormente potere d'acquisto è quello alimentare. In base alla loro esperienza personale i prezzi sono aumentati del 18,9%, più del triplo rispetto al 6,1% sancito dall'Istat. A seguire ci sono i trasporti, con un'inflazione percepita (15%) più che doppia rispetto a quella reale (6,9%). La forbice tra rincari percepiti e rincari ufficiali si allarga ancora di più nelle spese per l'abbigliamento e il tempo libero. Nel primo caso è dell'11,1% contro l'1,8% certificato dall'Istat. Nel secondo caso, gli italiani avvertono aumenti dell'ordine dell'11,3%, mentre l'istituto di statistica alla voce "spettacoli e cultura" segnala un +1,1%.

Se nel sondaggio realizzato dall'Ipr si consulta poi la tabella con i dati scorporati tra grandi aree geografiche, si scopre che è al Sud che nell'ultimo anno il carovita si è fatto sentire di più. Nel Mezzogiorno e nelle isole il 18,9% dell'inflazione percepita su base nazionale nel comparto alimentare s'impenna al 21,9% e anche negli altri settori gli aumenti avvertiti sono quasi sempre superiori a quelli medi. A seguire viene poi il Centro, mentre al Nord il sondaggio indica un'inflazione percepita inferiore alla media nazionale.

Se è possibile, come detto, che il pessimismo generale influenzi la percezione dei rincari, facendoli sembrare maggiori del reale, è senz'altro vero che i rincari fanno crescere il pessimismo, come certifica il sondaggio sul "sentiment" dell'economia realizzato dall'Ipr contestualmente a quello sull'inflazione percepita. Alla domanda "secondo lei la situazione economica della sua famiglia oggi è...", il 27% ha risposto "molto o abbastanza positiva". Una definizione che nel gennaio 2008, rispondendo allo stesso quesito, aveva dato il 35% degli intervistati. Allo stesso modo se a gennaio il 63% sosteneva che la situazione economica della propria famiglia era "poco o per nulla positiva", oggi ad essere pessimista è il 71%.
(10 luglio 2008)
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