Gli industriali da Parma: "'Servono concorrenza e legalità, pil al palo da anni"
Il ministro: "Situazione da videogame, la crisi fa ancora paura"
Allarme Confindustria: Italia ferma
Tremonti: "Subito la riforma fiscale"
Bersani: "Se vogliono fare riforme utili alla società vado ad Arcore a piedi"
PARMA - L'economia è ferma, anche il pil. E per l'Italia il futuro è fosco. Così lo vedono gli imprenditori che hanno applaudito, in migliaia, all'analisi preoccupata di Confindustria nel convegno organizzato alle Fiere di Parma. Lo hanno fatto davanti al ministro dell'Economia, aumentando il pressing sul Governo e incassando la promessa di Tremonti: "Priorità alla riforma fiscale".
Ad aprire il dibattito è stato Luca Paolazzi, direttore del Centro studi di Confindustria. Ha esordito chiedendo di voltare pagina nella gestione dell'economia: "E' necessario abbattere le tante muraglie all'interno del nostro Paese, le muraglie che ostacolano le sfide per la modernità''. Di fronte a una platea di cinquemila imprenditori, Paolazzi ha ripercorso i cambiamenti nei cento anni che Confindustria compie nel 2010. Una analisi sui ''progressi fatti'' per sottolineare ''i progressi mancati'' e il calo del Pil pro capite, che negli ultimi dieci anni è sceso del 4,1% e che da qui al 2014 si attesterà sotto la media Ue di almeno 10 punti. Un futuro "fosco" che chiede un cambio di passo: "Per tornare a crescere occorrono riforme". Oltre che "più concorrenza, più libertà d'impresa, meno burocrazia, più infrastrutture, energia meno cara, riforme del mercato del lavoro, migliore formazione e università più meritocratica".
La promessa agli industriali è arrivata, a chiusura dei lavori, dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che non ha negato l'empasse: "Il rischio non è finito. E' come in un videogame... la crisi è mutata''. Colpa della globalizzazione, che ha portato a un radicale e repentino cambiamento. Il passaggio è stato anche dal debito privato a quello pubblico: "Ogni 8 secondi si emette 1 milione di euro di titoli pubblici. Il problema non è emetterli, è collocarli. Ma il debito pubblico o privato è sempre debito ed il debito è sempre pericoloso". Il Governo italiano, secondo il Ministro, avrebbe invertito la marcia: "Per la prima volta la velocità di crescita del deficit e del debito pubblico italiani è inferiore alla media europea''.
Poi la promessa a Confindustria: "Per l'Italia le riforme sono in assoluto una necessità storica, che avremmo a prescindere dalla crisi. Oggi siamo l'unico paese europeo che pianifica riforme strutturali". La prima, in ordine di priorità, è quella fiscale: "Il mondo è cambiato e in un simile contesto, è impensabile che il fisco resti lo stesso di quello messo in legge negli anni '70 e poi continuamente rattoppato". La ricetta è quella del federalismo: "Basta con un sistema in cui i poveri delle regioni ricche finanziano i ricchi, ladri, delle regioni povere''.
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervenuto poche ore prima di Tremonti, aveva chiesto alla maggioranza di smettere di scaricare le colpe sugli altri, invitando tutti ad avere "un grande senso di responsabilità per risollevare le sorti del Paese". Una battuta - "Se vogliono discutere di riforme sono disposto ad andare ad Arcore a piedi con l'intenzione di presentare proposte nuove" - per evitare "le chiacchiere che rischiano di allontanare ancor di più la politica dalla società". Poi, lapidario, il commento finale: ''Da Tremonti soliloqui con qualche frase sconsiderata e nessuna risposta concreta alle richieste degli imprenditori e dell'opposizione''.
(09 aprile 2010)
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