Allora mi sono chiesto, e chiedo a lei, SS Berlusconi, che di questo è esperto:
il desiderio di accumulare montagne di soldi spinge ad evadere le tasse, a dichiararsi residenti all'estero, a creare società e falsi giri di fatture all'estero (sa di che parlo, e anche i suoi figli), a truffare non tanto lo Stato quanto gli altri italiani, a cui lo Stato dovrà negare qualcosa perché ha meno soldi.
Non è solo l'evasione, naturalmente. Il sistema che fa arricchire alcuni porta necessariamente a far impoverire altri. Anche il sistema fiscale delle due aliquote che lei propone, per esempio, farebbe pagare meno tasse a chi guadagna più di 45 mila euro e, quindi, meno entrate allo Stato che darà meno servizi a chi ne guadagna di meno. Come è avvenuto per l'ici.
Non contesto tutto il discorso fatto da Cardif nell'altro forum, anzi per me è tutto OK, salvo il periodo che ho quotato, che contiene varie inesattezze ed una cosa profondamente errata (ok, lo ammetto, ho usato il backspace ma d'istinto avevo usato un termine di moda alcuni mesi fa). E visto che siamo qui per discutere, mi pare giusto far emergere i ragionamenti sbagliati o imprecisi. Non tanto perché li ha espressi cardif ma perché rappresentano un "mito" a cui crede molta gente.
Iniziamo dalle inesattezze. L'evasione non è dettata dal desiderio di accumulo ma solitamente da un senso di ingiustizia relativo al prelievo che viene fatto sul guadagno. Il desiderio di accumuolo caso mai porta a lavorare tanto (a cantare tanto, in questo caso) mentre il desiderio di salvare questo accumulo porta all'evasione.
Pavarotti non lavora in miniera, dove il reddito è modesto e le imposte pure, ma guadagnava miliardi cantando in tuttto il mondo (tutto sommato una cosa molto piu' piacevole della miniera). Guadagnava miliardi nel mondo e gliene portavano via la metà in Italia. Ovvio che con quella metà lo Stato paga scuole, ospedali, polizia ma coma sappiamo ci sono anche sprechi, corruzzione, opere faraoniche mai finite, sussidi a pioggia dati a falsi invalidi, le escort del PdC. Insomma nelle opere dello stato non sono solo "opere di bene" e quindi a qualcuno secca che se guadagna un miliardo, 500 milioni prendano la strada fatta anche di malversazioni, tangenti, sprechi. Se decide di trasferirsi è un suo diritto (la libertà di movimento è una delle libertà fondamentali) solo che deve farlo realmente, non per finta. Se il trasferimento è solo di facciata ma Pavarotti rimane tutti i giorni in Italia, fa bene il fisco italiano a sanzionarlo. Ma farebbe ancora meglio di evitare prelievi fiscali da rapina ai buoni contribuenti. Loro possono liberamente trasferirsi in uno stato in cui non ci siano sprechi e corruzione e dove il prelievo è solo - mettiamo - del 30% . Per un contribuente pagare il 30% è meglio che pagare il 50% e se con il 30% è possibile finanziare esercito, polizia, strade, scuole, ospedali allora questo genere di concorrenza fiscale tra stati è legittima e salutare. Ovvio che uno stato deve anche pensare che se esagera con la tassazione dei ricchi (50%) rischia di perderli (0%) mentre una tassazione piu' modesta ed in linea con quella di altri paesi (35%) è pur sempre meglio di niente. Giusto quindi ridurre le aliquote, eliminando sprechi e ruberie e mantenendo i veri compiti dello stato.
Ulteriore inesattezza è relativa ai "falsi giri di fatture all'estero" perché questo non serve tanto ad evadere per evadere (per farlo non serve fare falsi) ma a creare la provvista del nero che serve per corrompere. E chi si deve corrompere se non lo principalmente stato stesso? E' difficile che nell'ambito privato ci sia corruzione. Te la vedi una ditta che deve comprare un milione di materiale e che dice all'altra ditta "se mi fai lo sconto ti faccio avere una tangente"?

Solitamente è lo Stato ad avere un grande potere corrompibile e quindi per corromperlo si da' al funzionario (o al giudice, come il nostro PdC sa bene) un importo che pero' è stato risparmiato dalle tasse. In fondo sono sempre tasse ma prendono una destinazione diversa e diretta.
Veniamo ora alla parte che mi ha richiesto un uso impegnativo del backspace per trovare termini critici che fossero politicamente corretti: Il sistema che fa arricchire alcuni porta necessariamente a far impoverire altri.
Ne abbiamo già discusso a lungo. L'economia non è un gioco a somma zero. Quello che uno guadagna e comporta arricchimento non implica la stessa perdita per altri. Tutti ci guadagnamo, chi piu' chi meno. Ovviamente non tutti in modo uguale, perché diverse sono le capacità e le conoscenze (know-how) di ognuno. Pavarotti guadagna piu' di un minatore, lo sappiamo. Il suo arrichimento non è pero' avvenuto a scapito del minatore o del povero che vive sotto la soglia di povertà. Questo lo possiamo dire anche per il capitano d'industria, il manager, il cardiochirurgo. I loro guadagni non fanno impoverire nessuno ma a arricchiscono anche gli altri, creando lavoro, riparando cuori o computer. E non solo in termini monetari, visto che il canto di Pavarotti, tanto apprezzato, ha sicuramente arricchito la parte spirituale e culturale di molti.
Sulle aliquote io sono nettamente contrario ad un sistema flat (una aliquota) o a due o tre aliquote. Per me le aliquote dovrebbero essere 100. Anche mille. Nel senso che le aliquote dovrebbero essere scalate in modo continuo e morbido. Non a gradoni.
Quello che conta pero' è la pendenza in salita della curva (la progressività). Piu' sono alte le spese dello stato e piu' lo stato deve chiede soldi a chi li ha (non potendo chiederli a chi non li ha). Ora fintanto che le spese sono quelle giuste (scuole, ospedali, assistenza, strade, difesa del cittadino, per intenderci) le spese dello stato non hanno motivo di superare il 30-35% del PIL (questo lo sappiamo osservando paesi in cui questo avviene) e quindi la pendenza della curva di prelievo è mite. Se oltre alle spese dovute alla missione pubblica abbiamo un costo supplementare per assistenzialismo a pioggia, corruzione, burocrazia, sprechi, clientelismo e quant'altro, ecco che si arriva in fretta al 45-50%. Non solo ma in questo caso il vero gioco a somma zero (e anche minore di zero) lo fa lo Stato, perché è lui che toglie agli altri per arricchire qualcuno.
Quando la pendenza della curva è troppo elevata (ripida) ogni ulteriore guadagno comporta un incremento di prelievo che scoraggia l'individuo a guadagnare. O che induce all'evasione, soprattutto se c'è anche molta burocrazia.
O che costringe ad emigrare realmente, portando residenza e ditta altrove.
Cosa che sta avvenendo da tempo e non solo con casi eclatanti come quello di Pavarotti.
La fuga delle multinazionaali che vediamo ora è solo un episodio ed è solo la cima di un iceberg.
Queste ditte non stanno scappando per andare a monaco o singapore. Si trasferiscono altrove in europa, dove trovano imposte leggermente piu' basse, servizi che funzionano, meno corruzione, meno burocrazia.
Scusate la lunghezza.
Franz