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Italia, salari inferiori del 20%

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Italia, salari inferiori del 20%

Messaggioda franz il 03/07/2008, 10:53

l rapporto dell'ocse: inoltre gli italiani lavorano più della media
Italia, salari inferiori del 20%
Se si confronta il potere di acquisto, la differenza sale al 22%. E si lavora 30 ore all'anno in più degli altri Paesi


MILANO - In Italia i salari sono inferiori di quasi il 20% alla media Ocse, ma se si guarda il potere d'acquisto il divario sale al 22%. Lo afferma un rapporto dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che raggruppa i Paesi più industrializzati del mondo). Il rapporto smentisce un altro luogo comune, cioè che gli italiani lavorano poco. Al contrario nel 2007 in Italia si è lavorato in media 1.824 ore, dieci in più dell'anno prima e trenta in più della media Ocse.

SALARI - Il salario medio loro [lordo, NDR] annuo in Italia nel 2006 è stato pari a 31.995 dollari, inferiore del 19,5% rispetto ai 39.743 dollari che costituiscono la media Ocse, ma sotto anche la media dell'Europa (37.516 dollari), della Ue-15 (38.759) e anche della Ue-19 (36.706). Se poi si considera il livello dei salari in termini di potere di acquisto, il dato italiano scende a 29.844 dollari, -22% rispetto ai 38.252 dollari della media Ocse e 34.322 della medie europea.

DRAGHI - Anche il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha lanciato l'allarme salari riprendendo in parte uno dei temi recenti più cari al sindacato, il quale chiede un innalzamento del tetto dell'inflazione programmata (1,7%) per essere più realistico rispetto all'inflazione reale (3,8%), innalzamento che vede contrari governo e Confindustria (secondo la quale il potere di acquisto dei salari è cresciuto e non diminuito) che non vogliono che si inneschi una spirale salari-prezzi, come richiesto anche dalla Banca centrale europea. Secondo l'Ocse, invece, i salari medi reali sono diminuiti dello 0,2% nel 2006 (mentre negli altri Paesi sono cresciuti dell'1,1%), dopo essere aumentati dello 0,8% nel periodo 1995-2000.

ALTRI PROBLEMI - Tra gli altri problemi dell'economia italiana, l'Ocse segnala l'alto tasso di disoccupazione, e in particolare la forte disoccupazione femminile, e un difficile accesso al lavoro per i giovani. La disoccupazione italiana, dopo essere diminuita dal 6,8% del 2006 al 6,1% dello scorso anno, è stimata in aumento al 6,2% quest'anno e al 6,5% nel 2009, contro una media per gli altri Paesi industrializzati del 5,7% quest'anno e del 6% il prossimo. Ma solo il 46,6% delle donne risulta al lavoro, lontano dal 57,4% che costituisce la media dei Paesi Ocse e dal 59,1% dalla Ue-15: solo Turchia, Messico, Grecia e Sud Corea fanno peggio. Inoltre il rapporto sottolinea come le donne in Italia hanno una minore probabilità di trovare un impiego buono e ben pagato rispetto agli uomini: nella fascia tra i 25 e i 54 anni le italiane con un impiego a tempo pieno guadagnano in media il 18% meno degli uomini per ora lavorata (il 22% in meno nel caso delle donne con un diploma universitario).


02 luglio 2008
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Re: Italia, salari inferiori del 20%

Messaggioda franz il 03/07/2008, 11:13

Francamente di fronte a certe statistiche mi stupisco ad osservare come illustri economisti dimentichino troppo facilmente come tra gli "altri problemi" non di poco conto c'è quello della evasione e del lavoro sommerso.
Non solo perché abbiamo centinaia di milioni di reddito e di ore lavorate che sfuggono alle rilevazioni particolari ma che appaiono a livello generale nella ricchezza nazionale prodotta, falsando le statitiche sul confronto con altri paesi, ma soprattutto perché, cito:

Friedrich Schneider ha scritto:(1) An increase in the size of the shadow economy is mainly caused by a rise in the overall tax and social security payments burden, which may lead to an erosion of the tax and social security bases and finally to a decrease in tax receipts and thus to a further increase of the budget deficit or to further increases of direct and / or indirect tax rates with the consequence of an additional increase in the shadow economy, etc.
(2) Under a growing shadow economy, (economic) policy is based on mistaken „official“ indicators (like unemployment, official labor force, income, consumption), it may to say the least, be wrong in magnitude. In such a situation a prospering shadow economy may cause politicians severe difficulties, becaus it „provides“ unreliable official indicators; the very direction of intended policy measures may therefore be questionable.
(3) The rise of the shadow economy can be seen as a reaction by individuals being overburdened by state activities (such as high taxes and an increasing number of regulations).
(4) A growing shadow economy may have strong incentive effects to attract workers (domestic and foreign) to work in the shadow economy and to work less (efficiently) in the official economy.

Da: Further Empirical Results of the Size of the Shadow Economy of 17 OECD Countries Over Time


Il che significa che nell'ambito di un imponente e crescente lavoro sommerso (e noi siamo in vetta a questa non molto onorevole statistica) ogni indicatore statistico riguardante redditi, consumi, occupati, disoccupati, produttività, risparmio ... è sicuramente falsato di vari ordini di grandezza e puo' quindi portare ad errori di valutazioni nelle politche economiche da attuare.
Da noi il sommerso rapprensenta un volume pari al 25-30% del PIL ed occupa (totalmente o parzilamente) tra 7 ed 11 milioni di lavoratori. Sono volumi che mancano nelle statistiche ufficilai in cui si scende a livello "pro-capite".

Ricordiamocelo sempre. Vedo che invece il nuovo governo - e la stampa - fa di tutto per farlo dimenticare agli italiani.

Ciao,
Franz
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Re: Italia, salari inferiori del 20%

Messaggioda asinello il 03/07/2008, 14:28

Finalmente! Ocse e Bankitalia rendono giustizia ai lavoratori italiani: i salari in Italia sono più bassi della media Ocse per circa il 20%, e molto incide il potere d'acquisto che si limita sempre più. Per non parlare delle ore lavorate, superiori alla media. Confindustria è servita. Smontati in un colpo solo i falsi miti degli industriali. Non che servisse l'Ocse per certificare che la situazione è insostenibile: da che mondo è mondo, il "falco" Marcegaglia avrebbe dovuto notare che, se i consumi interni calano, forse c'è qualcosa che non va. Lo nota bene il mio amico Lorenzo in un suo post:

"Il tema del consumo e del risparmio è uno dei temi centrali della nostra politica.
In questi ultimi anni abbiamo assistito impotenti a un'impennata dei prezzi causata in gran parte dal pessimo controllo del governo di centrodestra nel passaggio dalla lira all'euro. All'epoca ai commercianti fu permesso un aumento dei prezzi spropositato per qualsiasi tipo di bene anche quelli di prima necessità. Questa situazione si è ulteriormente aggravata in quest'ultimo anno per colpa di una crisi economico-finanziaria assai diffusa che passa attraverso l'aumento del prezzo del carburante, del gasolio (che ha addirittura superato la benzina in questa poco invidiabile classifica), fino ad arrivare all'aumento di pane, pasta, frutta e verdura: beni indispensabili.
Nel contempo i salari hanno perso valore perchè lo Stato non li ha aumentati, per quelli, guarda caso, la conversione da lira a euro è stata perfetta: se guadagnavi 3 milioni di lire al mese ora guadagni 1500 euro al mese. Questo Stato non ha mai trovato la forza di ridare potere di acquisto ai salari e questo ha causato un crollo dei consumi (il settore automobilistico ne sta facendo particolarmente le spese in questo periodo). Senza consumi la nostra economia non avanza, bisogna farcelo entrare bene nella testa e per rimettere in moto tutto questo circolo ci vorranno forti politiche di aiuti familiari, altro che grandi opere, robin hood tax e lodo schifani, il nostro paese ha bisogno di altro: aiuti alle famiglie, ma che siano aiuti concreti stavolta non parole al vento..."

Aggiungo, a quanto già detto da Lorenzo, pochi e brevi appunti: il governo di Romano Prodi aveva avviato un piano di liberalizzazioni, seppure un po' timide. E' preoccupante come ultimamente sia sparito dall'agenda della politica di governo questo tipo di interventi, assolutamente necessari per aprire il mercato interno e favorire la concorrenza, in modo da aumentare la qualità dei servizi e abbassare i prezzi, a tutto vantaggio del consumatore. Occorre ripartire dalla bozza della Lanzillotta sui servizi pubblici locali e intervenire per assicurare concretamente la portabilità dei mutui del decreto Bersani (invece di favorire le banche con l'allungamento dei mutui, vero Tremonti?) ed estendere il piano al mercato delle assicurazioni e dell'energia. L'altro nodo è quello riguardante la produttività: dimostrato dai dati Ocse che non c'è un problema di quantità di ore lavorate, il vero problema è quello della qualità, su cui occorre intervenire a partire dal tema dei "fannulloni" (non solo nella Pubblica Amministrazione) e dalla detassazione dei premi di produttività. Ma pare che l'attuale governo sia tutto un annuncio, tanto fumo e niente arrosto.

Per quanto riguarda Confindustria invece, credo che un'autocritica da parte degli industriali sia obbligatoria. A parte gli episodi da capitalismo straccione (Parmalat, Cirio), gli imprenditori italiani meritano certamente tasse più leggere (va detto, a suo tempo bene Prodi sull'Ires e sulla riduzione del cuneo fiscale) e una burocrazia più amica e più snella, ma per crescere occorre che in cambio si impegnino su tre fronti: puntare su innovazione e alta tecnologia (in questi settori siamo molto indietro in Italia, pur essendo stati dei pionieri nei lontani anni '60); scommettere e impegnare importanti energie sulla formazione professionale (abbandonata per risparmiare denaro), magari iniziando, anche con l'aiuto dello Stato, una fitta relazione con le Università; internazionalizzarsi, saper competere nella globalizzazione, e non vivere solo di rendita del chiuso mercato italiano. In poche parole, fare all'opposto di quanto dice Tremonti, l'esempio perfetto della politica sopraffatta dall'economia: invece di farci ritornare al protezionismo (prevengo, stessa critica per i candidati americani) o a immaginre un'Europa simil-crociata, dovrebbe impegnarsi come politico a far sì che la competizione globale venga corretta, ossia che tutti i competitors (gli ex Paesi emergenti, come India e Cina, per primi, e le multinazionali a seguire) partano dallo stesso nastro di partenza: diritti dei lavoratori e schiavitù minorile, insomma (mi verrebbe da dire "facciamoli scoprire la coscienza di classe!").
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Re: Italia, salari inferiori del 20%

Messaggioda franz il 03/07/2008, 20:23

asinello ha scritto:Finalmente! Ocse e Bankitalia rendono giustizia ai lavoratori italiani:

domanda (ingenua?) ... ma come si fa a rendere giustizia ai lavoratori italiani se quasi 11 milioni di loro (il 50% sul totale di 22) è coinvolto nel lavoro nero, nel secondo o terzo lavoro sommerso?

Eurispes: "Il sommerso salva l’Italia"
L'Italia in economia
03/07/2008 - 15:44

L'economia sommersa è l'unico ammortizzatore della crisi economica italiana ed è stimata per il 2007 in circa 549 miliardi di euro: è quanto afferma l'Eurispes.

L'economia sommersa è l'unico ammortizzatore della crisi economica che attanaglia l'Italia. E le famiglia italiane, "stakanoviste per sopravvivere", colmano il gap economico fra le uscite che devono sostenere e le effettive entrate a disposizione (inferiori a quanto necessario) con il sommerso. È quanto sostiene l'Eurispes a fronte di tutti gli indicatori economici che disegnano un paese in crisi: perdita di potere d'acquisto, aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, ricorso al credito al consumo per arrivare a fine mese, stipendi italiani fra i più bassi d'Europa. "Se gli italiani non scendono ancora in piazza dando vita a manifestazioni spontanee di forte dissenso - ha commentato il presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara - è solo perché esiste, in forma diffusa nel nostro Paese, un'altra ricchezza generata da un'economia non ufficiale: quella sommersa, ma anche quella legata ai business e ai proventi delle attività criminali".

Quali i numeri? "L'Eurispes stima che l'economia sommersa nel nostro Paese - sottolinea Fara - ha generato nel 2007 almeno 549 miliardi di euro, corrispondenti al 35% del Pil ufficiale che è di circa 1.500 mld di euro. Si tratta di un'altra economia che va ad integrare i redditi delle famiglie". E così, rileva l'istituto, il sommerso italiano finisce per equivalere al Pil di Finlandia, Portogallo, Romania e Ungheria messi insieme.

Lo stato economico italiano è sotto gli occhi di tutti e viene ricordato punto per punto dall'Eurispes. L'inflazione è tornata a crescere. Gli stipendi italiani sono fra i più bassi d'Europa e crescono meno rispetto agli altri Stati. Un italiano su quattro ricorre al credito al consumo per arrivare a fine mese. Dal 2002 al 2006 il credito al consumo in Italia è cresciuto complessivamente dell'85,6% e nel primo semestre 2007 è pari a quasi a 94 miliardi di euro con un incremento del 17,6% rispetto al primo semestre dell'anno precedente. Cresce l'allarme per l'insolvenza dei mutui per la casa. Aumenta la povertà dei ceti medi "avviati verso la deriva di una progressiva proletarizzazione" e quella dei "working poors", che lavorano ma non hanno una casa dove tornare la sera. Soluzione? Per l'Eurispes è l'economia sommersa che rappresenta l'unico ammortizzatore della crisi.

Nello scenario disegnato dall'Eurispes "il sommerso nel nostro Paese va ad integrare i redditi delle famiglie che, in seguito alla perdita del potere d'acquisto e alla forte inflazione che hanno caratterizzato l'economia italiana negli ultimi anni, si mantengono su livelli ben al di sotto della media europea e non tengono il passo con l'aumento del costo della vita".

L'istituto ha realizzato una simulazione individuando i livelli di reddito di alcune famiglie tipo e mettendoli in relazione alle spese che devono effettivamente sostenere per mantenere un livello di vita decoroso. Il risultato è che esiste sempre uno scarto significativo fra le uscite, considerate come spese minime necessarie, e le effettive disponibilità di reddito familiare: in genere una famiglia italiana deve poter disporre di un reddito superiore a quello che invece possiede. Come se ne esce? "È evidente allora - conclude l'Eurispes - come il sommerso prodotto nel nostro Paese va a colmare il gap economico riscontrato nel budget delle famiglie italiane" con un'integrazione media di circa 1330 euro mensili "in nero".

2008 - redattore: BS


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Re: Italia, salari inferiori del 20%

Messaggioda Perrynic il 04/07/2008, 14:03

franz ha scritto:domanda (ingenua?) ... ma come si fa a rendere giustizia ai lavoratori italiani se quasi 11 milioni di loro (il 50% sul totale di 22) è coinvolto nel lavoro nero, nel secondo o terzo lavoro sommerso?

Eurispes: "Il sommerso salva l’Italia"
L'Italia in economia
03/07/2008 - 15:44

L'economia sommersa è l'unico ammortizzatore della crisi economica italiana ed è stimata per il 2007 in circa 549 miliardi di euro: è quanto afferma l'Eurispes....

.... "È evidente allora - conclude l'Eurispes - come il sommerso prodotto nel nostro Paese va a colmare il gap economico riscontrato nel budget delle famiglie italiane" con un'integrazione media di circa 1330 euro mensili "in nero".

2008 - redattore: BS


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Concordo con Franz e con l'analisi fatta da Eurispes ...... sinceramente basta guardarsi in giro, le auto che girano, i ristoranti, i bar le discoteche, i villaggi turistici, e le località di vacanza (dove prenotavo gli altri anni, quest'anno c'era il pienone, un mio amico a fine giugno non ha trovato un posto libero nelle crociere nel mediterraneo, esclusi i posti di lusso,) per capire che il reddito definito dall'OCSE è irrealistico.

C'è sicuramente maggiore sofferenza rispetto a un po' di anni fa, ma signori non vedo città piene di disperati, affamati e nullatenenti.

Saluti Perrynic
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Re: Italia, salari inferiori del 20%

Messaggioda asinello il 04/07/2008, 17:16

Dalla lettura dell'analisi Eurispes non vedo contraddizioni con quello che dico io e i dati forniti dall'Ocse.

Anche l'Eurispes certifica che i salari italiani sono i più bassi e che il loro potere d'acquisto è sempre più limitato. Se prendiamo questi dati, dice Eurispes, la gente non potrebbe colmare le uscite. Quindi è una situazione insostenibile. Quindi Confindustria è smentita quando afferma che il potere d'acquisto dei salari è moderatamente aumentato.
La situazione in un Paese normale sarebbe questa.

In seguito l'Eurispes nota la variante dell'economia sommersa. La presenza di un'economia sommersa che fattura il 35% di PIL non è da Paese normale. Quindi che facciamo? Lasciamo la situazione così, tanto le famiglie ce la fanno comunque tramite il nero, oppure cerchiamo di rendere l'Italia un Paese normale, dove non ci sia bisogno di sommerso e i lavoratori possano campare degnamente con lo stipendio su cui pagano le tasse?
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Re: Italia, salari inferiori del 20%

Messaggioda asinello il 04/07/2008, 17:19

> Quindi Confindustria è smentita quando afferma che il potere d'acquisto dei salari è moderatamente aumentato

La resa di giustizia ai lavoratori sta qui, nel fatto che è stato confutato ciò che dice Confindustria. Lo so che è un rendere giustizia amaro e molto poco sostanzioso, ma sapete com'è, di fronte a un capitalismo italiano che sa solo parlare, c'è (almeno da parte mia) una certa soddisfazione se gli industriali vengono zittiti quando dicono bestialità.
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