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Il 35% dei lavoratori dipendenti costretto al doppio lavoro

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Il 35% dei lavoratori dipendenti costretto al doppio lavoro

Messaggioda franz il 26/11/2009, 23:51

Sommerso. Eurispes: il 35% dei lavoratori dipendenti costretto al doppio lavoro

4 luglio 2008. Secondo l’ultima rilevazione in Italia nel 2007 almeno 549 miliardi di euro, corrispondenti al 35% del Pil, sono stati prodotti “in nero”: un’economia parallela a quella “ufficiale” e che è pari alla ricchezza di Finlandia, Portogallo, Romania e Ungheria messe insieme

ROMA - "Esiste, in forma diffusa nel nostro Paese, un'altra ricchezza generata da un'economia non "ufficiale": quella sommersa, in parte anche legata ai business e ai proventi delle attività criminali". Lo ha dichiarato Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, presentando le ultime stime dell'Istituto sul lavoro nero in Italia. Secondo l'Eurispes l'economia sommersa ha generato nel 2007 almeno 549 miliardi di euro, pari al 35% del Pil ufficiale (1.500 mld di euro). "Si tratta di una massa di denaro che va ad integrare i redditi delle famiglie, equivalente - a titolo di paragone - ai Pil di Finlandia (177 mld), Portogallo (162 mld), Romania (117mld) e Ungheria (102mld) messi insieme", ha aggiunto Fara.

Un fenomeno che coinvolge tutti i comparti economici. Secondo l'Eurispes, il fenomeno dell'economia sommersa coinvolge in Italia i settori più diversi: si va dall'agricoltura all'edilizia, passando attraverso i servizi e l'industria, nelle forme del lavoro nero continuativo, del doppio lavoro e del lavoro nero saltuario. Il 54,6% dell'economia non osservata (quelle attività che, non registrabili in modo diretto, non sono incluse nelle indagini statistiche presso le imprese o nei dati fiscali e amministrativi utilizzati ai fini del calcolo del Pil) è rappresentato, dunque, proprio dal lavoro sommerso ed è stimata intorno ai 300 miliardi di euro. Seguono la mancata fatturazione a opera di aziende e imprese (28,4%) e la cosiddetta economia "informale" (17%).

Il 35% dei dipendenti costretti al doppio lavoro per arrivare a fine mese. Molte le persone che esercitano attività in nero a fianco di attività - parziali o a tempo pieno - regolari. Il dipendente del vivaio che sistema i terrazzi dei clienti, l'operaio delle ferrovie che ripara i motorini, l'infermiere della Asl che fa privatamente iniezioni o altri piccoli interventi agli assistiti: questi sono solo alcuni esempi di persone che risultano attive ma che, accanto a lavori "ufficiali", esercitano attività in nero. Il fenomeno coinvolge almeno il 35% dei lavoratori dipendenti, costretti al doppio lavoro per far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese. In totale sono almeno 6 milioni "i doppiolavoristi" tra i dipendenti che, lavorando per circa 4 ore al giorno per 250 giorni, producono annualmente un sommerso di circa 91 mld di euro.

Tra gli immigrati regolari: 600mila lavoratori in nero. Per quanto riguarda gli immigrati clandestini, anche solo ipotizzando una giornata lavorativa - totalmente in nero - composta da 10 ore con un compenso medio di 100 euro per 300 giorni l'anno, si arriva a un totale di 24 mld di euro l'anno. Anche nel caso di chi ha regolare permesso di soggiorno, l'Eurispes ipotizza che ci siano almeno 600.000 individui che lavorano in nero mediamente per 10 ore al giorno e per complessivi 300 giorni l'anno. Il sommerso prodotto in questo caso è pari a 18 miliardi di euro.

In Italia circa due milioni di pensionati alimentano l'economia sommersa. In Italia su un totale di16,5milioni pensionati, circa 4,5 milioni hanno un'età compresa tra 40 e 64 anni. Secondo le stime dell'Eurispes, all'incirca un terzo di essi svolge un lavoro in nero. A questo terzo si aggiungono altri 820.000 pensionati ultrasessantacinquenni ancora attivi, che vanno a formare, secondo le stime Eurispes, i 2.320.000 pensionati italiani che producono lavoro sommerso. Ipotizzando che questi 2,3 milioni di individui lavorino per 5 ore al giorno, con un compenso orario medio di 15 euro, si ottiene un volume complessivo pari a 43,5 miliardi di euro.

Casalinghe e liberi professionisti. Altra categoria che sfugge ai dati ufficiali è rappresentata dalle casalinghe (8,5 milioni) che in molti casi svolgono, al di fuori della famiglia, piccoli lavori (ad esempio, baby sitter o lavori di cura). Almeno il 18,8% di esse svolge lavori che vanno ad alimentare il sommerso per una cifra pari a 24 miliardi di euro. Alle categorie già elencate vanno aggiunti i lavoratori indipendenti (imprenditori, liberi professionisti, lavoratori in proprio, soci di cooperativa, coadiuvanti familiari, collaboratori a progetto e prestatori d'opera). Il sommerso da loro generato è pari a 87 miliardi di euro.

(Labitalia)
http://www.inail.it/Portale/appmanager/ ... 214575.jsp
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Re: Il 35% dei lavoratori dipendenti costretto al doppio lavoro

Messaggioda mauri il 27/11/2009, 13:48

la cosa negativa è vedere una schiera di persone costrette al doppio lavoro, e non dalla crisi visto che i dati sono del 2007
la cosa positiva ecco spiegato come mai la ns economia tiene più di altre, e le persone riescono ad arrivare fine mese
e quindi va bene così' per ora ma nel futuro bisognerà cambiare qualche cosa e riformare il walfare e far emergere il lavoro nero a rischio infortuni ed ad alto sfruttamento
per gli altri, che vanno dalle ripetizioni degli inegnanti all'omino riparatutto, non sarà possibile
ciao mauri
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