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Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

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Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda franz il 27/06/2008, 18:30

Sul sito del ministero numeri e costi: quello complessivo
è stimato in oltre 121 milioni di euro l'anno
Brunetta mette on line
i dati sui distacchi sindacali

Ma i numeri dicono che rispetto agli impiegati pubblici non c'è un eccesso
di assenze: "fuori linea" gli enti locali e il Servizio sanitario nazionale
di CARLO CLERICETTI

E' di 121 milioni e 440 mila euro l'anno il costo stimato per la pubblica amministrazione delle assenze per motivi sindacali. Il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, che ha fatto della trasparenza la linea guida della sua attività, ha messo on line sul sito del ministero una sintesi della relazione al Parlamento su questa questione. Si tratta di 18 pagine di dati e grafici, senza alcun commento. I dati si riferiscono al 2006 e quasi tutte le amministrazioni (l'83,73%, da cui dipende il 95,48% degli impiegati pubblici) hanno adempiuto all'obbligo di fornire i dati richiesti.

Le 830.598 giornate di distacchi retribuiti, calcola la relazione, corrispondono ad un anno di assenza dal servizio di 2.276 dipendenti, a cui ne vanno sommati altri 47 per le 17.095 giornate di permessi cumulati sotto forma di distacco. Ci sono poi 263.466 giornate di permessi retribuiti per l'espletamento del mandato, corrispondenti all'assenza, sempre per un anno, di 1.198 dipendenti, e 115.868 giornate per le riunioni degli organismi direttivi statutari (527 dipendenti). Infine, ci sono 140.169 giornate di aspettative e 2.178 di permessi non retribuiti, che equivalgono ad altri 394 dipendenti assenti per un anno.

Bisogna poi considerare le aspettative e permessi per funzioni pubbliche elettive: sono 817.144 giornate, equivalenti a 2.239 dipendenti assenti e a un costo stimato di altri 67 milioni.

La parte più elevata del costo (quasi 30 milioni) deriva dai distacchi e permessi di Regioni ed enti locali, seguite dal Servizio sanitario nazionale (22,6 milioni) e dalla scuola (poco più di 20). Quarti, ma molto distanziati, i ministeri (11,8). Costi di rilievo anche per enti pubblici non economici (8,7 milioni), Polizia (6,6), agenzie fiscali (6,1) e Polizia penitenziaria (5,5). Per tutte le altre branche dell'amministrazione le cifre sono molto minori. Il costo delle aspettative per cariche pubbliche elettive ricalca grosso modo la classifica precedente, tranne il fatto che in questo caso i corpi di polizia mostrano dati estremamente bassi.

Quanto alla divisione per sigle sindacali, la parte del leone la fa la Cgil, con 381.533 giornate, seguita dalla Cisl (262.480), dalla Uil (133.614) e dai sindacati autonomi Confsal (118.009) e Usae (60.060). Dati che non sorprendono, visto che corrispondono più o meno alla consistenza delle varie sigle nel pubblico impiego.

Fin qui le tabelle della relazione. Che cosa se ne può trarre? Escludendo aspettative e permessi non retribuiti e per cariche elettive, sono 4.048 persone assenti per un anno. In rapporto ai 3.213.521 dipendenti pubblici (dati della Ragioneria generale del 2003) si tratta dello 0,125% degli impiegati, percentuale che francamente non appare esagerata.

E' semmai la distribuzione nelle varie branche dell'amministrazione a destare qualche perplessità. Come si è visto, il numero maggiore di permessi e distacchi risulta nelle Regioni ed enti locali, che invece, secondo la tabella della Ragioneria, impiegano 549.000 persone, quasi esattamente la metà della scuola (che risulta avere un terzo di giornate in meno) e 100.000 in meno del Servizio sanitario nazionale. Gli enti pubblici non economici hanno il 10% dei dipendenti di quest'ultimo, ma la spesa loro attribuibile è il 40% di quella del Ssn. La spesa degli enti locali appare abnorme anche rispetto a quella dei ministeri, che hanno poco più della metà dei dipendenti ma spendono poco più di un terzo.

Insomma, l'iniziativa di Brunetta, come sempre quando si fa uno sforzo di trasparenza, si rivela utile. Mostra che il costo della rappresentanza sindacale (senza dubbio uno dei "costi della democrazia" e non tra quelli di minore importanza) nella pubblica amministrazione è di fatto piuttosto contenuto, ma mostra anche che c'è qualcosa che non va nella distribuzione dei permessi e distacchi. Ora che si affronta un ulteriore passo verso il federalismo, sarà bene tenerlo presente.
( 27 giugno 2008)

http://www.repubblica.it
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Tabella della Ragioneria Generale dello Stato
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda mario il 28/06/2008, 17:55

Dove vuole arrivare Brunetta con questi discorsi ?.
Lui ha il dovere di illuminare tutto ciò che non va. E da qualche tempo a questa parte sta procedendo in tal senso. Va bene le spese per consulenze. Va bene gli stipendi dei dirigenti.
Ma cosa c’entrano i dati sui sindacalisti. ?
Il sindacato è uno strumento di democrazia che noi lavoratori ci siamo conquistati con gli scioperi e le trattative in sede di contrattazione nazionale.
Nel nostro stato il sindacato è una funzione come un’altra. Tanto vale segnalare gli stipendi dei dermatologi. Perché proprio i sindacati ?
Questo additare alla pubblica opinione certe categorie cosa significa?
Quando si fanno certi esempi si dovrebbe essere prudenti. Berlusconi non deve essere nominato. (qualcuno ci ha insegnato a chiamarlo come il principale esponente dello schieramento avverso) Ai rappresentanti dei lavoratori, invece, si fanno i conti tasca.
Sarà una sfumatura. Ma c’è qualcosa che non mi piace.
E allora se proprio vogliamo scendere su questo piano, qualcuno dello schieramento avverso, ci dica esattamente quanto guadagna Berlusconi. Il suo patrimonio. Le tasse che paga.
E per favore, sempre per motivi meramente informativi, ci faccia uno specchietto che evidenzi i dati riferiti al 1992 (prima che scendesse in politica) e quelli del 2008.
Occhio ragazzi. Hanno incominciato con i rumeni, poi con gli zingari, adesso con i sindacalisti.
Tengo a precisare. Io non sono un sindacalista.
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda delbia il 28/06/2008, 21:00

Sono perplesso anch'io.
E da qui al definire spese inutili e quindi condannabile de facto la funzione del sindacato, il passo è breve.
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda franz il 28/06/2008, 21:59

mario ha scritto:Nel nostro stato il sindacato è una funzione come un’altra. Tanto vale segnalare gli stipendi dei dermatologi. Perché proprio i sindacati ?
Questo additare alla pubblica opinione certe categorie cosa significa?

nemmneno io sono un sindacalista.
Tengo a precisare che dalla lettura della tabelle e delle spiegazioni quei dati non si riferiscono ai soli sindacalisti ma a tutti i lavoratori che necessitano di permessi (retribuiti) per seguire eventi sindacali (es: assemblee).
Francamente un milione e 777 mila giorni ogni anno sembrano tanti ma il dato andrebbe comparato con il settore privato e con quello che succede in altre nazioni euopee, in termini magari di ore annuali per dipendente.
Senza un valido benchmark il dato in se' dice poco.

Anche risultasse che da noi si fanno il doppio di assenze sindacali rispetto alla germania, occorrerebbe considerare i diversi contesti. Magari altrove i contratti si rinnovano con meno problemi e con meno conflittualità ed ore perse.
Intanto Brunetta potrebbe ragionare su questo.

La conflittualità è anche un costo.

Ciao,
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda ranvit il 29/06/2008, 11:49

Brunetta fa bene a pubblicare tante notizie!

Anche i sindacati sono una casta, concausa dei malanni dell'Italia, come quando difendono a spada tratta lavoratori veri e lavativi vari..molti sindacalisti sono come tanti politici, soprattutto a livello periferico : mestieranti che si sono scelti un lavoro spesso ben retribuito e spesso se ne strafottono dei problemi della gente e dell'Italia.

Vittorio
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda mario il 29/06/2008, 13:39

Parla pure male dei politici. Ma lascia stare i sindacalisti.
Un sindacalista per quanto scorretto possa essere non riuscirà mai a raggiungere i livelli di disonestà di un politico.
Tutte le conquiste di civiltà fatte dall’Italia negli ultimi 150 anni li dobbiamo più ai sindacati che ai partiti.
La settimana di 48 ore lavorative, la pensione, l’assistenza sanitaria, la cassa integrazione, la sicurezza sul lavoro ecc. gli scioperi generali, nell’Italia occupata dai nazi-fascisti.
Ci sono più sindacalisti ammazzati a causa delle loro idee che politici.
Certo potrebbe essere anche qualche mela marcia, come tra i preti, i magistrati. Ma mai quanto tra i politici.
E’ proprio questo che vuole Brunetta far dire alla gente quello che hai detto tu.
E non dobbiamo cascarci.
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda ranvit il 29/06/2008, 17:06

Faccio sommessamente notare che negli altri Paesi sviluppati d'europa i diritti sono gli stessi e forse piu'...

Cmq avendo lavorato per circa 40 anni in varie aziende e avuto a che fare con parecchi sindacalisti...credo di averli ben conosciuti.

Vittorio
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda franz il 29/06/2008, 17:45

ranvit ha scritto:Faccio sommessamente notare che negli altri Paesi sviluppati d'europa i diritti sono gli stessi e forse piu'...

Cmq avendo lavorato per circa 40 anni in varie aziende e avuto a che fare con parecchi sindacalisti...credo di averli ben conosciuti.

Vittorio

non vorrei alla fine risultare ... cerchibottista ;) ma i sindacati (ed i sindacalisti) non sono perfetti, come tutti.
Hanno quindi grandi meriti - e bisogna darne atto - ma anche hanno avuto grandi torti, con battaglie sbagliate - e poi perse - che hanno fatto arretrare il mondo del lavoro (per esempio la scala mobile contro craxi e a fianco del PCI).
Anche io ritengo che il merito maggiore sia nelle conquiste universali che abbiamo (col cavolo che in Italia ce le avrebbero regalate) ma tra i grandi demeriti c'è di aver troppo spesso accettato soluzioni particolari che hanno dato molto a pochi (per esempio la cassa integrazione solo per certe categorie e volumi di attività) contribuendo a rafforzare l'Italia delle caste, delle corporazioni, degli intoccabili e senza opporsi a cose infami come le baby pensioni nel pubblico impiego e le battaglie a difesa delle pensioni di anzianità.

Ciao,
Franz
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda mario il 29/06/2008, 18:59

I politici in qualche modo li hanno sistemati. Un po' col libro sulla casta(che condivido), un pò Berlusconi con le sua tecniche di ingaggio, un pò Veltroni.....
Ora stanno cercando di inquadrare i magistrati.
Poi, temo che toccherà ai sindacalisti.
Se il sindacato ha fatto qualche errore è nulla in confronto a certi disastri fatti dai politici.
I sindacati non hanno mai creato dittature. Semmai le hanno subite.
E se qualche volta hanno fatto errori è sulla spinta di noi lavoratori che non sempre siamo riusciti ad essere lungimiranti.
Brunetta non parli dei rappresentanti dei lavoratori.
Certe categorie non è opportuno che vengano nominate, Altrimenti si tratta o di provocazione o di un disegno preciso.
Così come non è opportuno parlare dei poliziotti, di preti ecc.
Non parlino neanche dei rappresentanti dei lavoratori.
A meno che subito dopo non si parli di imprenditori, con tanto di statistiche sull'evasione fiscale, sulle ricchezze accumulate, sulla percentuale del PIL che è stata in questi ultimi anni sottratta a salari e stipendi per andare a remunerare il capitale.
E neanche questi discorsi sarebbero opportuni.
In politica ci vuole responsabilità.
Prima ha fatto l'arrogante imponendo al tavolo delle trattaive un solo rappresentante per sigla sapendo di mettere in difficoltà tutti quelli che in sovrannumero erano presenti, al punto da costringere Epifani a lasciare la riunione.
Poi incomincia a divulgare statistiche sulle permessi utilizzati dai sindacalisti.
Non ci siamo affatto. La smetta di provocare.
mario
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Re: Brunetta mette on line i dati sui distacchi sindacali

Messaggioda orazio il 19/07/2008, 10:06

Che negli uffici pubblici ci siano sacche di scarsa produttività
mi sembra abbastanza verosimile.
Tuttavia la responsabilità ricade anche sui dirigenti.

Però imbastire una polemica in questi termini non mi sembra una grande idea.

Piuttosto proporrei un discorso di questo tipo:

di fronte alla deresponsabilizzazione di manager ed amministratori a
colpi di riforma delle procedure del fallimento e del reato di falso in bilancio (lasciando il Cavaliere per un momento sullo sfondo) come si può pensare di andare a parlare di produttività ai dipendenti pubblici o privati che siano?

Ma soprattutto come misurarla questa produttività visto che siamo di fronte ad
una giungla di contratti di lavoro atipici (anche nel pubblico impiego con largo uso di distacchi e comandi)
e bilanci poco veritieri visti i continui assalti al reato di falso in bilancio.

Il Cavaliere ha una solida maggioranza anche in quella parte del mondo imprenditoriale e amministrativo che ha gli stessi problemi legali che ha lui.

Bisogna in qualche modo affrontare questo ceto finto-imprenditoriale e finto-manageriale invece di blandirlo oppure
di contraddirlo con argomenti giusti ma che sono ormai percepiti come vecchi (intoccabilità del sindacato, benemerenze resistenziali etc.).

Evitiamo di disperderci in polemiche già viste (sindacato si sindacato no etc. etc.)
e proviamo a chiedere di ristabilire sui posti di lavoro il tempo ed il denaro come grandezze da misurare correttamente
tramite strumenti trasparenti (uno su tutti bilanci veritieri e non legalmente "aggiustati" nel pubblico come nel settore privato ).

Ciao

Orazio
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