da quando vivo all'estero mi sono abituato a una piccola ma significativa differenza nel cedolino del salario. Con una piccola riforma si potrebbe secondo me semplificare di molto la contabilita' e la comparazione del salario e attuare anche qui quella modernizzazione del paese che e' un passo ineluttabile veso il futuro.
Parlo del settore pubblico, di cui ho esperienza diretta.
Essenzialmente, quando ero in Italia (ma puo' essere che le cose siano cambiate) il cedolino del salario era composto da una serie di voci praticamente incomprensibili. L'importo variava continuamente ed era difficile per chi non avesse una formazione da "ragioniere" sapere quanto si prendesse su base annua. Perdonatemi se le cose sono cambiate o diverse da come le conosco. Il mio scopo e' quello di sapere quanti di voi ritengono che anche su tante di queste piccole cose concrete si puo' avviare una reale proposta, piuttosto che sui grandi sistemi.
Ovunque io abbia lavorato (lo ricordo: USA, Austrlia, UK) fuori dall'italia, invece, ci sono delle piccole grandi differenze: nel modo in cui avviene il reclutamento e il pagamento delle prestazioni nel settore pubblico.
1) il salario e' calcolato su base annua. Il lavoratore sa esattamente quanto prendera' e non ci sono 13esime, 14esime etc. In questo modo il confronto e' diretto e immediato. In pratica il salario annuo e' rateizzato in 12 "rate". In Australia addirittura veniva pagato ogni 14 giorni, invece che ogni mese. Puo' sembrare assurdo ma ha un grande pregio: quello che il numero di giorni e' sempre lo stesso e quindi e' ancora piu' facile per le famiglie la programmazione delle spese e delle entrate.
2) le voci sono pochissime. In UK c'e' la paga di base (quella concordata all'inzio del contratto), e il totale di incrementi ricevuti, su base annuale. Questo totale e' diviso per 12. C'e' infine una voce per le tasse, una per il fondo pensioni e una per il contributo alla sanita'. Tutto su base annua. I numeri sono pochissimi e facilmente controllabili. Il salario va pagato entro la data pattuita', altrimenti scatta la possibilita' di una denuncia da parte del lavoratore. Non ci sono eccezioni (e infatti non ho mai ricevuto il mio salario nemmeno con un giorno di ritardo).
3) i salari, o almeno un minimo e un massimo, sono noti in chiaro prima dei concorsi. Ricordo che quando feci il concorso per l'Universita' di Roma non fui in grado di sapere quanto avrei preso fino al giorno in cui ho intascato il mio primo salario, il che mi sembra sinceramente assurdo perche' lo stato (e il privato) devono abituarsi alla logica di ATTRARRE i potenziali lavoratori, piuttosto che concedergli il favore di far parte dei ruoli dello stato. Quindi va detto chiaro e tondo non solo quali sono le richieste, ma anche le offerte.
4) tutti i posti di lavoro di un certo livello vengono pubblicizzati sui giornali e su internet, anche se per agenzie pubbliche, universita' o scuole. Anche qui la logica del concorso puzza di stantio. Non si capisce (o meglio: lo si capisce benissimo ma non lo si puo' dire...) perche' tutto debba essere pubblicato sulla gazzetta ufficiale e debba essere tenuto quasi segreto, quando l'obiettivo e' di raggiungere il maggior numero di potenziali candidati. A volte queste cose si vengono a sapere per passaparola. Questo e' un discorso piu' difficile, perche' significa rendere le varie istituzioni autonome nella selezione del personale, e questo, in un paese corrotto come il nostro, porterebbe con se ancora maggiore corruzione senza interventi correttivi di ampio respiro.
5) i documenti vengono richiesti solo ad assunzione avvenuta, mentre prima c'e' una dichiarazione in modo da rendere le spese per l'applicante nulle.
Naturalmente evito di dire che e' tutta la logica dei concorsi che e' ormai datata, sbagliata e surreale, ma una riforma di questo tipo creerebbe un vespaio, e non sarebbe chiaro cosa sostituire ad essi. Mentre questa miniriforma potrebbe intanto correggere alcuni piccoli problemi.
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