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Lavoro, tragedia in Sicilia

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Lavoro, tragedia in Sicilia

Messaggioda franz il 11/06/2008, 20:19

Mineo, 35 chilometri da Catania: uccisi da esalazioni tossiche
Berlusconi invia il ministro Sacconi. Veltroni: "Orribile, serva da monito"
Lavoro, tragedia in Sicilia
Sei operai morti in una vasca

Erano attesi per pranzo dalle famiglie, che hanno dato l'allarme
Fini: "Emergenza sociale assoluta" Bonanni: "Tutto il Paese si deve ribellare"

CATANIA - Ancora una volta. Come ogni giorno. Corpi senza vita nei cantieri. Sopra le impalcature. Nelle cisterne. Nelle vasche di depurazione. Di lavoro si muore. E stavolta sono morti in sei. Tutti assieme, disperatamente, forse per una intossicazione da esalazioni venefiche mentre pulivano una vasca di depurazione. I sei operai lavoravano nella struttura consortile di Mineo, a 35 km da Catania. Quattro erano dipendenti comunali (uno era un precario dei Lsu) e gli altri due di un azienda privata. Solo tre mesi fa la tragedia di Molfetta, quando cinque operai morirono intossicati dentro una cisterna.

Davanti ai soccorritori dei vigili del fuoco una scena agghiacciante. "Sicuramente sono morti per esalazioni tossiche o scarsa concentrazione di ossigeno", racconta Salvatore Spano', che coordina le operazioni di recupero dei cadaveri. "Alcuni li abbiamo trovati bocconi, altri a pancia in aria. Irriconoscibili, con il volto coperto di melma e fango. Addosso non avevano tute e maschere di protezione".

I sei hanno tentato di salvarsi. "Poi sono rimasti intrappolati dentro quella 'camera della morte'. E' probabile che uno di loro si sia sentito male è che gli altri abbiano cercato di aiutarlo, prima di rimanere a loro volta intossicati dalle esalazioni".

Sarebbe accaduto tutto stamattina, perché i lavoratori erano attesi a pranzo dalle famiglie ma non sono mai arrivati. Così è scattato l'allarme, fino a quando, dopo ore, è stata scoperta la tragedia.

Berlusconi, subito informato, ha detto di aver cercato il ministro del Lavoro "per chiedergli di recarsi immediatamente sul posto e verificare la dinamica dell'incidente". "Alle famiglie - continua il premier - va la vicinanza e anche l'aiuto concreto mio personale e del governo".

Lo stesso Sacconi, poco più tardi, ha annunciato di aver convocato sindacati e imprese. Per il ministro è urgente la predisposizione di "un Piano nazionale di intensa collaborazione tra le parti sociali e le istituzioni per diffondere condizioni di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, attraverso i prioritari investimenti in prevenzione, formazione e informazione".

Sul fronte sindacale, parla il leader della Cisl Raffaele Bonanni: "Chi ha sbagliato deve pagare. Non si può continuare a morire sul lavoro come se nulla fosse. Stiamo diventando come un paese del terzo mondo. E tutti dobbiamo ribellarci a questo andazzo. La verità è che non si fanno controlli rigorosi a dovere. Non c'è ancora un piano vero di prevenzione e di informazione sui rischi che corrono i lavoratori, al di là delle leggi vigenti. E poi ci vuole una effettiva selezione delle imprese che prendono, soprattutto nel Sud , appalti con il massimo ribasso e risparmiano sui costi della sicurezza".

Gianfranco Fini parla di una "emergenza sociale assoluta" e di "una tragedia che colpisce tutti i siciliani e tutti gli italiani". Per Walter Veltroni è "una tragedia orribile, che colpisce e ferisce la coscienza di tutti noi. Sei uomini morti così, uno dietro l'altro, devono essere un monito: lavorare non deve voler dire morire e quando succede significa che tante cose non hanno funzionato".

(11 giugno 2008)

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Re: Lavoro, tragedia in Sicilia

Messaggioda franz il 11/06/2008, 20:29

mi pare chi capire che questa volta la struttura in cui è avvenuto l'incdente è consortile, quindi pubblica.
anche l'ente pubblico quindi, non solo il demonizzato "privato", è soggetto ad incuria nella prevenzione degli incidenti sul lavoro.

il che rafforza l'opinione che sia una problema di cultura, conoscenza, saper fare, ed educazione (o se volete, negando il tutto, di ignoranza, di "non sapere", di ignorare).

sono abbastanza sicuro che parlare di (ir)responsabilità degli operai è ancora un tabu' (piu' facile incitarli alla ribellione che ad osservare le norme di sicurezza) ma sono ancora piu' sicuro che nessun operaio in germania o svezia sarebbe sceso senza protezione in quella vasca.

ritengo che usciremo da questa infame catena luttuosa solo con una diversa cultura della protezione.
questa nasce per prima cosa dalla coscienza del lavoratore, pubblico e privato che sia.

Ciao,
Franz
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Re: Lavoro, tragedia in Sicilia

Messaggioda annalu il 12/06/2008, 10:20

franz ha scritto:mi pare chi capire che questa volta la struttura in cui è avvenuto l'incdente è consortile, quindi pubblica.
anche l'ente pubblico quindi, non solo il demonizzato "privato", è soggetto ad incuria nella prevenzione degli incidenti sul lavoro.

il che rafforza l'opinione che sia una problema di cultura, conoscenza, saper fare, ed educazione (o se volete, negando il tutto, di ignoranza, di "non sapere", di ignorare).

sono abbastanza sicuro che parlare di (ir)responsabilità degli operai è ancora un tabu' (piu' facile incitarli alla ribellione che ad osservare le norme di sicurezza) ma sono ancora piu' sicuro che nessun operaio in germania o svezia sarebbe sceso senza protezione in quella vasca.

ritengo che usciremo da questa infame catena luttuosa solo con una diversa cultura della protezione.
questa nasce per prima cosa dalla coscienza del lavoratore, pubblico e privato che sia.

Ciao,
Franz


Sono d'accordo, ma la coscienza del lavoratore è qualcosa che si educa soprattutto con controlli regolari e severi.
Non serve a nulla DIRE che il lavoratore deve pensare ad osservare le norme di sicurezza, verrà sempre il momento in cui, per la fretta, oppure semplicemente perché ... "gli abiti sicuri sono scomodi" il lavoratore esperto e sicuro di sé commetterà una trascuratezza.

Ma devono esserci controllori e guardiani che sorvegliano in modo da impedire di abbassare la guardia, e questi controllori ci saranno, se sopra di loro ci saranno ispettori del lavoro che controlleranno regolarmente le aziende, somministrando sanzioni ...

Anche nei laboratori universitari dove ho trascorso la mia vita, moltissimi tendevano a trascurare le norme di sicurezza, a volte in modo davvero irresponsabile. Che so, aspirare un veleno mortale con la pipetta a bocca (adesso è impossibile, per fortuna, le pipette sono scomparse dai laboratori) oppure travasare sostanze che emettono vapori altamente tossici al di fuori di una cappa aspirante e senza mascherina.
Eppure lì i "lavoratori" erano tutti laureati ed oltre, ben consci dei pericoli ... ma che ci vuoi fare, la fiducia in se stessi e il desiderio di risparmiare un po' di tempo fa commettere sciocchezze.

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Re: Lavoro, tragedia in Sicilia

Messaggioda ranvit il 12/06/2008, 12:48

E' cosi' come dice annalu. Per 36 anni in varie aziende industriali ne ho viste di tutti i colori. L'esperienza migliore....dal punto di vista della prevenzione e formazione l'ho vissuta tra il '63 e il '70 in uno stabilimento italiano di una multinazionale americana del vetro : nonostante i tantissimi pericoli insiti in una vetreria, e con lavoratori ex braccianti agricoli che addirittura pensavano di lavorare scalzi, la fortissima organizzazione della sicurezza impedi' qualsiasi incidente grave.

Naturalmente è vero che i lavoratori sono i primi a non voler rispettare le norme anti-infortunistica, ma spetta a chi dirige imporle con le buone o le cattive.

E' davvero una vergogna quello che accade in Italia in questo settore....e non c'è destra o sinistra che tenga.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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