La Sociologa Saraceno su povertà e reddito di cittadinanza
Inviato: 05/03/2021, 13:53
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/0 ... o/6122372/
La sociologa Saraceno
L'esperta di welfare è stata chiamata dal ministro Orlando a far parte del Comitato per la valutazione del rdc. Ecco le sue proposte, dopo i dati Istat sull'aumento della povertà: "Sì ai controlli, ma l'accesso sia più semplice. Ripensare il parametro dell'Isee e il requisito dei dieci anni di residenza in Italia. E' stato un errore, poi, legare la misura all'attivazione lavorativa: le politiche attive servono ma devono essere per tutti, non solo per i poveri. Che vengono descritti come "nullafacenti", gente che sta "sul divano". Non si usa un linguaggio così violento per parlare di chi evade"
Istat: “In povertà assoluta 1 milione di persone in più: 720mila nel Nord. Il totale a 5,6 milioni, record da 15 anni. Anche 1,3 milioni di minori”
Recovery plan, ampliare il reddito di cittadinanza “per raggiungere i vulnerabili” è tra le raccomandazioni della Commissione
Reddito di cittadinanza, con il Covid è boom di famiglie beneficiarie nelle grandi città: a Milano e Roma +36% rispetto a un anno fa
“Abbiamo più paura dei poveri che imbrogliano che dei ricchi che evadono. Giusto fare i controlli, ma non fissare paletti che finiscono per escludere i poveri veri mentre chi vuole riesce comunque ad aggirarli”.
La sociologa Chiara Saraceno, esperta di welfare, venerdì scorso è stata chiamata dal ministro del Lavoro Andrea Orlando a far parte del futuro Comitato per la valutazione del reddito di cittadinanza. Di fronte ai dati Istat sull’aumento della povertà nell’anno del Covid ribadisce che la misura voluta dal Movimento 5 Stelle va conservata e potenziata. Ma rivedendo sia i criteri di accesso sia l’impostazione attuale per cui il rdc dev’essere strettamente connesso alla ricerca di un lavoro: “E’ stato un errore. Le politiche attive del lavoro sono indispensabili ma devono riguardare tutti, non solo i poveri”.
Professoressa, i poveri assoluti sono aumentati di 1 milione. E si tratta in gran parte di persone con un lavoro.
I nuclei in cui nessuno è occupato sono una minoranza. La spiegazione è semplice: si tratta di lavoratori finiti in cassa integrazione oppure autonomi che a causa delle chiusure anti contagio hanno lavorato in maniera intermittente.
Perché non sono stati raggiunti dal reddito di cittadinanza?
Il primo problema è che l’Isee necessario per chiederlo si riferisce all’anno precedente. In caso di perdita del lavoro o forte calo del reddito familiare si può utilizzare l’Isee corrente, ma vale solo per sei mesi. Un barista o una commessa che l’anno prima avevano lavorato e avevano qualcosa in banca difficilmente sono riusciti a rientrare tra i beneficiari.
Per le famiglie di extracomunitari ha pesato il requisito dei dieci anni di residenza in Italia.
Anche la Ue ci ha chiesto di ridurlo. Un limite minimo c’è in tutti i Paesi, ma dieci anni sono troppi. Non a caso il reddito di emergenza introdotto durante la pandemia ha eliminato quel paletto. Non ho capito però perché non riformare subito il rdc e inventarsi invece una misura diversa, creando due categorie di poveri. Non ha senso, è come dire che chi è finito in povertà a causa del Covid ora è “meritevole” di aiuto mentre prima non lo era. In ogni caso anche il Rem è complicato da chiedere.
seguono altre domande e relative risposte
La sociologa Saraceno
L'esperta di welfare è stata chiamata dal ministro Orlando a far parte del Comitato per la valutazione del rdc. Ecco le sue proposte, dopo i dati Istat sull'aumento della povertà: "Sì ai controlli, ma l'accesso sia più semplice. Ripensare il parametro dell'Isee e il requisito dei dieci anni di residenza in Italia. E' stato un errore, poi, legare la misura all'attivazione lavorativa: le politiche attive servono ma devono essere per tutti, non solo per i poveri. Che vengono descritti come "nullafacenti", gente che sta "sul divano". Non si usa un linguaggio così violento per parlare di chi evade"
Istat: “In povertà assoluta 1 milione di persone in più: 720mila nel Nord. Il totale a 5,6 milioni, record da 15 anni. Anche 1,3 milioni di minori”
Recovery plan, ampliare il reddito di cittadinanza “per raggiungere i vulnerabili” è tra le raccomandazioni della Commissione
Reddito di cittadinanza, con il Covid è boom di famiglie beneficiarie nelle grandi città: a Milano e Roma +36% rispetto a un anno fa
“Abbiamo più paura dei poveri che imbrogliano che dei ricchi che evadono. Giusto fare i controlli, ma non fissare paletti che finiscono per escludere i poveri veri mentre chi vuole riesce comunque ad aggirarli”.
La sociologa Chiara Saraceno, esperta di welfare, venerdì scorso è stata chiamata dal ministro del Lavoro Andrea Orlando a far parte del futuro Comitato per la valutazione del reddito di cittadinanza. Di fronte ai dati Istat sull’aumento della povertà nell’anno del Covid ribadisce che la misura voluta dal Movimento 5 Stelle va conservata e potenziata. Ma rivedendo sia i criteri di accesso sia l’impostazione attuale per cui il rdc dev’essere strettamente connesso alla ricerca di un lavoro: “E’ stato un errore. Le politiche attive del lavoro sono indispensabili ma devono riguardare tutti, non solo i poveri”.
Professoressa, i poveri assoluti sono aumentati di 1 milione. E si tratta in gran parte di persone con un lavoro.
I nuclei in cui nessuno è occupato sono una minoranza. La spiegazione è semplice: si tratta di lavoratori finiti in cassa integrazione oppure autonomi che a causa delle chiusure anti contagio hanno lavorato in maniera intermittente.
Perché non sono stati raggiunti dal reddito di cittadinanza?
Il primo problema è che l’Isee necessario per chiederlo si riferisce all’anno precedente. In caso di perdita del lavoro o forte calo del reddito familiare si può utilizzare l’Isee corrente, ma vale solo per sei mesi. Un barista o una commessa che l’anno prima avevano lavorato e avevano qualcosa in banca difficilmente sono riusciti a rientrare tra i beneficiari.
Per le famiglie di extracomunitari ha pesato il requisito dei dieci anni di residenza in Italia.
Anche la Ue ci ha chiesto di ridurlo. Un limite minimo c’è in tutti i Paesi, ma dieci anni sono troppi. Non a caso il reddito di emergenza introdotto durante la pandemia ha eliminato quel paletto. Non ho capito però perché non riformare subito il rdc e inventarsi invece una misura diversa, creando due categorie di poveri. Non ha senso, è come dire che chi è finito in povertà a causa del Covid ora è “meritevole” di aiuto mentre prima non lo era. In ogni caso anche il Rem è complicato da chiedere.
seguono altre domande e relative risposte