L’avversione del grande capitale al mantenimento del pieno impiego tramite le spese statali ha a questo proposito un’importanza fondamentale. Tale attitudine si è manifestata chiaramente all’epoca della grande crisi economica degli anni trenta, quando i capitalisti hanno combattuto costantemente gli esperimenti volti ad accrescere l’occupazione per mezzo della spesa pubblica in tutti i paesi, con l’eccezione della Germania hitleriana.
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1. Una delle funzioni importanti del fascismo, come si può vedere nel caso dell’hitlerismo, fu l’eliminazione dei motivi per l’avversione dei capitalisti nei confronti del pieno impiego. L’avversione alle spese pubbliche come tali viene superata dal fascismo col fatto che la macchina statale è sotto il controllo diretto di una associazione del grande capitale col vertice fascista. Il mito della “finanza sana” che era necessario per impedire al governo di agire contro una “crisi di fiducia” tramite la spesa pubblica è ora superfluo. Nello Stato democratico non si sa con sicurezza come sarà il governo seguente, mentre nello Stato fascista non c’è governo seguente.
Basterebbe questo a comprendere quanto ci sia di sbagliato nella politica economica keynesiana e ringrazio Michal Kalecki (autore del brano, economista marxista polacco, approdato poi conclusioni teoriche di Keynes) per averlo illustrato chiaramente.
Secondo me la piena occupazione, ammesso che sia possibile, visto che esiste anche l'immigrazione, sarebbe un grave difetto di un sistema economico. Vuol dire che la domanda e l'offerta si equilibrano. Quindi se io cerco uun lavoratore, non lo trovo (sono tutti occupati). Oppure ne trovo uno e non ho scelta: c'è solo lui, prendere o lasciare. Per evere un'economia che funziona è meglio che l'offerta superi sempre la domanda, anche se di poco (2-3%).