franz ha scritto:chango ha scritto:il debito non necessariamente obbliga a comprimere ogni spesa, visto che il debito di per se non è un problema. lo diventa se quel debito non si è in grado di ripagarlo, ma la dimensione del debito sia in senso assoluto che in rapporto al PIL non implica necessariamente un taglio delle spese.
Sbagliato, profondante sbagliato e illusoriamente sbagliato.
la dimensione assoluta ed in rapporto al PIL sono un problema, nel senso che possono non esserlo nell'istante t
e diventarlo in modo drammatico nell'stante t+1 se un governo cessa di essere (improvvisamente) credibile sul piano internazionale. Il che puo' succedere, come abbiamo scoperto il agosto 2011, in poche settimane. Quindi avere un elevato debito pubblico rappresenta un rischio potenziale elevato, piu' o meno come essere seduti su una casa di dinamite senza mutande in ghisa fumando allegramente. Siccome la dinamica politica e democratica puo' rapidamente trasformare, anche con un'elezione, un governo credibile in uno inaffidabile, va da sé che maggiore è il debito (assoluto e realtivo al PIL) e maggiore è il rischio che gli interessi scoppino, causando uno shock e seri problemi alle finanze, alla pressione fiscale ed alla spesa pubblica. Qui, visto che la lezione imparata in questi mesi è stata micidiale, spero che nessuno voglia insistere su questa strada.
il debiti diventa un problema se il governo cessa improvvisamente di avere credibilità internazionale?
quindi il problema non è il debito ma la credibilità internazionale di un Paese.
la controprova è la Spagna che con un debito in rapporto al PIL della metà dell'Italia è un paese considerato a rischio come noi.
franz ha scritto:Bisogna poi considerare che in ogni caso un grande debito è un freno alla crescita.
Perché per finanziarlo si tolgono o distolgono investimenti privati (produttivi).
Ci sono abbondanti studi empirici a proposito e la modesta crescita giapponese, rispetto a tanti altri paesi con debito inferiore, dovrebbe essere di monito. Ok, il giappone cresce piu' dell'Italia (magra consolazione, non so se per noi o per loro) ma solo perché la loro credibilità, connessa quindi a bassi tassi, consente di mantenere bassa per ora la pressione fiscale. Bisognerà vedere cosa succederà con il graduale abbandono del nucleare, che è stato per ora il loro grosso punto di forza sia nei costi interni (quindi maggiore valore aggiunto) sia per la bilancia dei pagamenti (petrolio). Oppure il prossimo scandalo di corruzione (un classico in giappone) potrebbe portare il paese, con un debito del 200%, ben oltre il baratro.
un grande debito è un ostacolo perchè distoglie principalmente risorse per investimenti pubblici piuttosto che per gli investimenti privati.
franz ha scritto:chango ha scritto:certamente il sistema in Italia è sbilanciato ma lo è solo nella spesa sociale? o le voci di spreco sono più generali?
le voci di spreco sono solo alla voce uscite? l'evasione e l'elusione fiscale non sono forse uno spreco sul lato dell'entrare?
la corruzione e i costi che da essa derivano non sono un elemento che genera sprechi?
Impeversa il benaltrismo. Certo che tutto il paese è sbilanciato ma se le spese arrivano al 50% del PIL (piu' della Svezia!!!!!) il problema sta lì, non nelle entrate. la Svezia e la Germaia lo hanno capito ed hanno ristrutturato la spesa.
Sicuro che la spesa in Italia sia più alta che in Svezia?
In base ai dati Eurostat sono diversi i paese che hanno una spesa pubblica in rapporto al PIL superiore a quella Italiana (Danimarca, Francia,Finlandia, Svezia, Belgio ,Grecia e Austria).
se poi limitiamo al discorso alla spesa sociale, allora anche il dato della Germania è superiore al nostro.
certo nei paesi Scandinavi l'alto livello di spesa è bilanciato da un adeguato livello di entrate che permettono di contenere l'indebitamento a livelli accettabili.
non mi pare quindi che affrontare la questione dell'evasione e dell'elusione fiscale sia poi un parlare d'altro.
così come il fenomeno della corruzione porta a un aumento dei costi che si traduce in un aumento di spesa.
franz ha scritto:chango ha scritto:bilanciare il sistema, quindi, vuol dire intervenire su tutte le voci che producono storture. non una alla volta, ma contemporaneamente.
D'accordo. Naturalmente il "contemporaneamente" non vuol dire oggi o nello stesso giorno o nella stesso mese. Vuol dire nella stessa azione di governo, che si puo' sviluppare in un anno. Intanto questo governo sta facendo cose che nessun altro ha fatto. E piace al paese. La trovo un'ottima notizia.
vuol dire non chiedere sacrifici oggi per ottenere qualcosa domani, solo se sono rispettate certe condizioni.
per fare un esempio di riforma attuale pensare di riformare la cassa integrazione oggi senza che contemporaneamente partano i nuovi ammortizzatori sociali, solo perché si dichiara che non ci sono le risorse non è un modo per bilanciare il sistema.
franz ha scritto:chango ha scritto:per quanto riguarda le pensioni, è vero che vengono pagate a prescindere dall'andamento dell'economia, ma proprio il ruolo centrale della famiglia nel welfare italiano, le rende importantissime nei momenti di crisi.
certo in Italia spendiamo una quota maggiore in pensioni che altri paesi, ma è una spesa che non è comprimibile nel breve periodo a meno di non ridurre gli importi degli assegni erogati. questa è la strada?
nel frattempo gli istituti di welfare di tipo europeo per disabilità, disoccupazione ecc. non li realizziamo?]
La compressione principale è stata fatta eliminando di fatto le pensoni di anzianità (passando per tutti al contributivo).
Vedremo come quel costo (55 miliardi annui) verrà gradualmente scemando. Intanto se qualcuno avvisasse Di Pietro, Cossutta, la moglie di Bossi e di Tremonti, e anche Celentano che stanno da anni succhiando come vampiri risorse alle famiglie, alla spesa sociale vera, all'escusione sociale, dalla disabilità, sarebbe buona cosa.
quindi bisogna vedere l'evoluzione nel tempo e risulta inutile continuare a lamentarsi di quanto spendiamo in pensione rispetto agli altri paesi.
franz ha scritto:chango ha scritto:per quanto riguarda la produttività, penso che Unione Sovietica il problema fosse riconducibili più a una inefficiente organizzazione della produzione piuttosto che alla spesa pubblica.
...
quindi stare in piedi economicamente che vuol dire?
avere un determinato rapporto debito/PIL?
per esempio al soglia del 60% è una pippa mentale tutta europea.
Produzione inefficente o spesa pubblica? Ma in quel sistema (fallimentare) sono la stessa identica cosa. Un sistema pianificato dallo Stato, con piani ogni 5 anni è per forza di cosa inefficente nella produzione di valore aggiunto e quindi la spesa pubblica (che valore non produce) ha poco o nulla da redistribuire. Anche se arriva al 100%. Perché è il 100% di zero. Pensiamo che la spesa pubblica possa creare valore e fare come il barone di munhausen che si alzava dalla palude sollevandosi per il coppino?
quindi gli investimenti in infrastrutture non creano valore?
quelli in ricerca scientifica?
le spese in Istruzione?
le commesse militari non creano valore?
franz ha scritto:Sul stare in piedi economicamente credo che potremmo discutere mesi. Ma una cosa è l'economia privata (il suo stare in piedi va visto separatamente) ed altra cosa è lo Stato (il suo stare in piedi è diverso da quello privato). E poi invence c'è lo stare in piedi del sistema totale (privato piu' pubblico). A me pare che oggettivamente i paesi in cui il balance pubblico privato pendeva verso il pubblico (svezia in primis) abbiano avuto un ripensamento (democratico, visto che sono cambiate le maggioranze) ed ora tocca a noi.
Per la soglia del 60% io direi che questo poteva essere un obiettivo 20 anni fa. Oggi dovremmo tendere al 40%. la Svezia lo ha già fatto.
ma bilanciare cosa?
perché se evasione, elusione fiscale e corruzione sono benaltrismo, cosa si bilancia in questo paese?