ranvit ha scritto:Giusto....la giustificazione puo' essere scarso rendimento? Incapacità? O semplicemente riduzione dei costi?
Incapacità? Difficile dimostrarla in termini assoluti. Pero' puo' essere verosimile in termini relativi.
Per esempio conosco una persona (Giovanni) che so veramente brava in un certo lavoro.
10 volte piu' brava in quella mansione dell'attuale lavoratore impiegato nell'azienda X, che chiameremo Pippo.
Il datore di lavoro non ha i soldi per assumere tutti e due.
Se vuole il migliore tra i due deve licenziare il lavoratore che ritiene inadeguato.
Non credo che questa motivazione sarebbe accettata in Italia, da un pretore.
Pippo se l'azienda ha piu' di 15 dipendenti ricorre e vince la causa. Giovanni perde, insieme al datore di lavoro.
Se l'azienda ha meno di 15 dipendenti Pippo non puo' ricorrere. Giovanni ha il lavoro.
La carota è la stessa ma a seconda della dimensione aziendale finisce in un diverso luogo.
Metaforicamente, parlando, si intende.
Pero' il 95% delle aziende, a causa di questa legge, ha meno di 10 dipendenti. Vero record tra le grandi nazioni occidentali.
E ce ne sono un mucchio (troppe) nell'intervallo 10-15 dipendenti (per non passare la soglia)
In totale le PMI danno lavoro a 2/3 della manodopera italiana.
Questa polverizzazione, risultato dello statuto dei lavoratori, è uno dei tanti problemi del nostro sistema produttivo.
Non sto a discutere se licenziare Pippo per assumere Giovanni sia giusto o meno (per me lo è e non siete esentati dal dire il vostro parere) e se sarebbe piu' giusto se esistessero quegli ammortizzatori sociali per chi perde il lavoro come esistono in europa. Dico che per prima cosa non è giusto avere diritti diversi sulla dimensione dell'azienda.
La regola se Pippo sia o no licenziabile non dovrebbe cambiare se la ditta ha 14 o 17 dipendenti.
Solo una mentalità burocratica, espressione di chi lavora molto poco nella vita, puo' stabilire una soglia simile su un diritto.
Franz