Jobs act, Art 18, indennizzo

[franz]

Intendevo dire che anche in Germania esiste una disparità nel diritto al reintegro (e di conseguenza nell'entità di risarcimento che poi un lavoratore può chiedere al posto del reintegro) tra aziende, mi pare, sopra o sotto i 10 dipendenti.

Forse sotto i 5, limite sotto il quale non c'è rappresentanza sindacale interna che possa contrattare con il datore eventuali indennizzi. Da considerare che il Germania chi riane senza lavoro ha comunque diritto all'indennità di disoccupazione.

[flaviomob]

Germania: Le regole sul licenziamento in Germania si applicano nelle aziende con più di 10 dipendenti. E' necessario che vi siano ragioni inerenti alla persona o alla condotta del lavoratore o urgenti ragioni economiche dell'impresa. Il lavoratore ha tempo 3 settimane per impugnare il licenziamento. In linea di principio, si deve reintegrare il lavoratore, ma il giudice ha la facoltà di verificare caso per caso che questo non turbi gli equilibri economici e sociali dell'impresa.

http://www.adnkronos.com/soldi/economia ... dPoIO.html

La proposta di Renzi e la Germania
Più volte il presidente del Consiglio ha ribadito che la riforma del mercato del lavoro, dovrà ispirarsi al modello tedesco. Per quanto riguarda il capitolo sui licenziamenti in Germania il giudice può ordinare all’azienda, a fronte di un licenziamento illegittimo, la possibilità di reintegrare il lavoratore in azienda. Ma la differenza sostanziale con il nostro Paese è che in Germania la disciplina sui licenziamenti si applica solo per la aziende con almeno 10 dipendenti (15 in Italia) e nelle aziende più grandi è fondamentale il ruolo di mediazione svolto dal Consiglio di fabbrica, che deve essere obbligatoriamente informato in caso di richiesta di licenziamento da parte dell’azienda e valuta in prima istanza la fondatezza dell’iniziativa dell’impresa.

Nei casi in cui il reintegro sia impraticabile il datore di lavoro deve risarcire il lavoratore con un’indennità da 12 a 18 mensilità in base all'anzianità di lavoro. Il giudice può stabilire anche una quota aggiuntiva. Il lavoratore poi ha diritto a prestare la sua attività durante la vertenza giudiziaria. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... jvpHU.dpuf

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 767ff.html

[franz]

Trovato. In effetti erano 5 prima della riforma del 2004 da parte del Governo Schroeder.
Il ricorso al giudice è comunque un fatto raro, perché l'accordo viene trovato nel 90% dei casi all'interno dell'azienda.
Il sistema di conciliazione in azienda è ben descritto qui http://www.firstonline.info/a/2014/09/2 ... 8cacb7261d e qui http://www.altalex.com/index.php?idnot=17243

Nel caso di ricorso al giudice (il 10% dei casi) a sua volta solo il 16% delle decisioni del magistrato si arriva al reintegro e nell'84% dei casi c'è l'îndennizzo, a questo punto deciso dal giudice.

Nel caso, ci sono sistemi (UK e CH) in cui la dimensione aziendale non conta per la disciplina dei licenziamenti, ma sono sistemi piu' "liberi". Dove ci sono sistemi con restrizioni al licenziamento, pare logico limitare tali restrizioni solo ad una dimensione aziendale abbastanza consistente.

[Robyn]

ecco in Uk l'ERA vale per tutte le aziende non esiste il limite stabilito in altri paesi ue

[Robyn]

Franz confonde gli esuberi con il licenziamento individuale.Gli esuberi sono una cosa differente dal licenziamento individuale e può essere attuato se riguarda più di cinque dipendenti e se c'è crisi ristrutturazione mi sembra che l'indennizzo non c'è,ma anche nel licenziamento individuale l'indennizzo non è previsto se la causa è dovuta a crisi ristrutturazione a mio parere si confondono le carte.Se Poletti tocca l'indennizzo se ne deve andare queste sono classi dirigenti che hanno solo un 'atteggiamento di superbia

[franz]

Franz confonde gli esuberi con il licenziamento individuale.Gli esuberi sono una cosa differente dal licenziamento individuale e può essere attuato se riguarda più di cinque dipendenti e se c'è crisi ristrutturazione mi sembra che l'indennizzo non c'è,ma anche nel licenziamento individuale l'indennizzo non è previsto se la causa è dovuta a crisi ristrutturazione a mio parere si confondono le carte.Se Poletti tocca l'indennizzo se ne deve andare queste sono classi dirigenti che hanno solo un 'atteggiamento di superbia

Grazie per la precisazione. Forse hai ragione tuttavia anche tu scrivi "mi sembra che l'indennizzo non c'è".
Avremmo quindi l'indennizzo per un licenziamento individuale ma non per i licenziamenti collettivi?
Se hai ragione non si puo' dire che da noi sarà come la germania, perché lì in base ai vari link che ho indicato, l'indennizzo in germania esiste anche per licenziamenti collettivi. Tanto è vero che azienda e sindacati, a fronte del licenziamento (mettiamo) di 20 dipendenti su 200, cercano di individuare quei 20 che abbiano meno problemi sociali (figli, famiglie monoparentali, situazione sociale complessa) per minimizzare l'impatto.

[Robyn]

Nel gmo non esiste la colpa del lavoratore,ma non esiste neanche la colpa del datore di lavoro se in effetti c'è crisi o sono necessarie ristrutturazioni,quindi non essendoci colpa del datore di lavoro l'indennizzo non c'è.Invece nel licenziamento collettivo che riguarda un numero maggiore o uguale a cinque lavoratori per causa crisi o ristrutturazione l'indennizzo non c'è e i lavoratori vengono reiscritti all'agenzia per l'impiego con relativa indennità di disoccupazione,tuttavia le parti rsa-azienda possono d'intesa stabilire dei compensi per i lavoratori interessati all'esubero ma per legge non c'è nulla.Anche in Italia gli esuberi sono regolati in modo da limitare il disagio dovuto agli esuberi"carichi familiari,età,numero componenti familiari,etc".Adesso con chiarezza si può dire perche è possibile in Italia estendere alle piccole le tutele previste per le aziende al di sopra dei quindici dipendenti e del perche l'art 18 non rappresenta un problema.Se il datore di lavoro inizializza una procedura di esubero riguardante almeno cinque dipendenti si inizializza con le rsa aziendali la fase di trattativa per trovare soluzioni alternative agli esuberi come ricollocamenti,formazione etc e se la fase inizializzata si conclude negativamente il datore di lavoro può procedere al recesso dei dipendenti in esubero.Tuttavia può anche accadere che anziche intimare cinque esuberi alla conclusione del periodo di trattativa ne può intimare uno solo ma solo a condizione che abbia inizializzato la procedura con cinque esuberi.Quindi anche in Italia come in Uk dove c'è l'ERA e dove non è previsto il limite dimensionale è possibile eliminare il limite dimensionale e quindi il dualismo del mercato del lavoro

[Robyn]

Gli esuberi nel nostro paese sono ancora più flessibili di quelli tedeschi perche permettono la scelta dei lavoratori in esubero d'intesa tra rsa e azienda.In mancanza di intesa rsa azienda interviene il ccnl di categoria l'ultima opzione è per carichi familiari età etc

[Robyn]

L'ncd ha messo in atto l'ennesimo ricatto sull'art 18 con l'opting out"bypassare il licenziamento nullo" che avrebbe demolito i diritti inesigibili del lavoratore che sono la malattia le ferie i diritti sindacali non parliamo del demansionamento e delle telecamere minacciando la stabilità del governo.E' finito il tempo in cui la chiesa sostiene i partiti cattolici che sono politicamente falliti anche perche mal si conciliano con la laicità dello stato

[flaviomob]

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
Giovani, il popolo delle partite Iva tradito da Matteo Renzi
Dimenticate dal Jobs Act, munte da Fisco e Inps. Strette tra governo e sindacati, le partite Iva sono le grandi sconfitte della Renzinomics. Nonostante abbiano spesso la stessa età e parlino con lo stesso linguaggio del premier. Anche su Twitter

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Dimenticati dal Jobs Act ma non da Fisco e Inps, dal 2015 i freelance andranno incontro a un salasso. La legge di Stabilità rivoluziona il regime dei minimi, uno status agevolato destinato agli under 35. Con le vecchie regole, le giovani partite Iva pagavano il 5% di Irpef, a patto di guadagnare meno di 30 mila euro l'anno. Dal primo gennaio l'aliquota triplica: passa al 15%. Ma è solo l'inizio, perché 30 mila euro, a quanto pare, sono troppi. Il governo ha introdotto delle soglie differenti a seconda dell'attività svolta. Per pagare il 15%, i commercianti devono incassare meno di 40 mila euro. I giovani professionisti meno di 15 mila. Una cifra, secondo l'osservatorio Adepp, al di sotto del compenso medio (18.640 euro lordi, pari a 723 euro al mese) delle partite Iva iscritte all'Inps.
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I dipendenti hanno 80 euro in busta paga. Gli stessi 80 euro che Renzi aveva promesso sarebbero arrivati anche nelle tasche degli autonomi. Invece nulla.
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