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Speciale liberalizzazioni

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Gas, farmaci, professionisti, trasporti ecco i voti

Messaggioda franz il 21/01/2012, 11:01

Tormentata la riunione del Consiglio dei ministri che dura, alla fine, più di otto ore. Il governo vara le liberalizzazioni. Salta per ora il piano di Passera per i rimborsi alle aziende in Btp. Giovani, un euro per creare nuove imprese. In arrivo la prossima settimana un nuovo provvedimento. Palazzo Chigi punta sulle semplificazioni di VALENTINA CONTE

UN CONSIGLIO dei ministri fiume, durato ben otto ore, ha licenziato ieri l'atteso decreto su concorrenza e liberalizzazioni, definito Cresci-Italia dopo il Salva-Italia di dicembre. "Più spazio ai giovani e al merito, meno rendite e privilegi per eliminare la giungla di chiusure e barriere" e avere "più crescita, ma anche più equità", ha spiegato il premier Monti in conferenza stampa, annunciando un altro decreto sulle "semplificazioni" per la prossima settimana. "Dopo i sacrifici fiscali offriamo agli italiani la liberazione dalle tasse occulte", ha scandito Monti.

Molte novità e qualche passo indietro nel decreto. La Pubblica Amministrazione, ad esempio, non potrà pagare i corposi debiti verso le imprese (circa 70 miliardi di euro) con titoli di Stato. L'ipotesi era nella bozza di decreto entrata in Consiglio, è stata discussa a lungo, infine accantonata, dopo i rilievi del Tesoro sull'impatto potenziale che una simile soluzione avrebbe avuto sul debito pubblico. Ecco tutte le novità del decreto.

In corsivo, il commento dell'Istituto Bruno Leoni alle misure. In percentuale, il voto dato dall'Istituto al grado di liberalizzazione. Il voto più alto lo prende il gas con lo scorporo di Snam Rte Gas dall'Eni; il più basso le autostrade.

PROFESSIONI 50%
Obbligo di preventivo con polizza parte del tirocinio all'università
"Abbiamo cercato di rimuovere gli ostacoli alla concorrenza, senza rinunciare alla qualità", ha spiegato il ministro della Giustizia Severino, presentando il capitolo sulle professioni. Le tariffe, minime e massime, sono del tutto abolite. Per le liquidazioni "da parte di un organo giurisdizionale" (tribunale) i parametri saranno fissati da un successivo decreto. Il professionista avrà l'obbligo di presentare al cliente un preventivo scritto con il compenso e l'indicazione della polizza assicurativa. Sei mesi dei 18 totali di tirocinio per l'esame di Stato potranno essere svolti all'università (anche nei corsi triennali).

Poco rilevante l'abolizione delle tariffe. Positiva la semplificazione dell'accesso alle professioni, con il tirocinio all'università. Discutibile l'obbligo di preventivo.

FARMACIE 50%
Ce ne sarà una ogni 3.000 abitanti. Regioni inadempienti commissariate
La pianta organica sale grazie a un nuovo quorum (3 mila abitanti ogni farmacia). Oltre 5 mila nuove licenze saranno assegnate nei prossimi cinque mesi con bando pubblico a farmacisti non titolari e rurali. I giovani farmacisti potranno concorrere anche in forma associata, sommando i titoli posseduti. Se le Regioni non avranno assegnato le licenze entro il termine, sarà nominato un commissario di governo che provvederà. Orari, turni, e sconti sui farmaci (anche di fascia A) diventano liberi. Il medico di base dovrà aggiungere in ricetta le parole: "O farmaco equivalente, se di minor prezzo".

Non si tratta di liberalizzazioni, ma di un mero aumento del numero di operatori. Di per sé non è sbagliato, ma rappresenta una risposta largamente insufficiente all'esigenza di introdurre concorrenza.

COMMERCIO 50%
Negozi, meno vincoli ai saldi e sconto libero per le edicole
I saldi liberi - senza vincoli di tempo e di importo tutto l'anno - non ci saranno. La derelugation del commercio viene notevolmente ridimensionata, limitata alle sole "vendite abbinate e promozionali di prodotti di diverse tipologie", oggi autorizzate solo in occasione delle festività tradizionali e che d'ora in poi saranno sempre possibili. Le edicole saranno libere di fare sconti "sulla merce venduta" e salta il limite minimo di superficie per la vendita di quotidiani. I titolari "possono rifiutare le forniture di prodotti complementari forniti dagli editori e dai distributori e possono vendere qualunque altro prodotto".

La principale innovazione resta la liberalizzazione degli orari presente nella manovra Salva-Italia. Valutazione non positiva sulle novità in materia di edicole che non liberalizzano il settore.

ENERGIA 80%
Trasporto e distribuzione del gas separati per decreto entro 6 mesi
Confermato lo scorporo tra trasporto e distribuzione del gas, che non riguarderà, come ha precisato ieri il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, solo Snam Rete Gas (trasporto e gasdotti), ma l'intera holding Snam, che comprende anche la distribuzione (con Italgas), lo stoccaggio di metano (Stogit) e l'impianto di rigassificazione di Panigaglia. Le modalità "dovranno essere studiate nel modo migliore, ovviamente", ha aggiunto Passera. E saranno fissate in un dpcm (decreto del Presidente del Consiglio) entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto sulle liberalizzazioni.

Vengono avviate le procedure per la separazione proprietaria della rete gas dall'ex monopolista. È condizione necessaria (anche se non sufficiente) per avere vera concorrenza nel mercato.

SOCIETÀ 50%
Nasce il Tribunale delle aziende: facilitati i neoimprenditori under 35
Arriva un Tribunale doc per le imprese: finora c'erano solo sezioni specializzate in proprietà industriale e intellettuali. E arriva anche la "Società semplificata a responsabilità limitata" per giovani sotto i 35 anni. Basterà un euro di capitale sociale. Non occorrerà il passaggio dal notaio per l'atto costitutivo, che sarà depositato presso l'Ufficio del Registro delle imprese, esente da diritti di bollo. Quando il socio supera i 35 anni è escluso di diritto, a meno che la società si trasformi e assuma un'altra ragione sociale. Se il requisito dell'età viene meno per tutti i soci, la società si scioglie o cambia. "Anche chi è privo di mezzi, potrà avviare una società", ha detto il sottosegretario Catricalà.

Bene pensare ai giovani, ma inserire l'ennesima eccezione non aiuta a superare le difficoltà delle imprese.

INFRASTRUTTURE 10%
Ecco i "project bond" per le grandi opere e anche i privati costruiranno le carceri
Arriva il "project bond" per lo sviluppo delle infrastrutture. In pratica, le società private, ma costituite per realizzare e gestire una singola infrastruttura o un nuovo servizio che sia di pubblica utilità "possono emettere obbligazioni purché destinate alla sottoscrizione da parte di investitori qualificati". Per far fronte, poi, alla "grave situazione di affollamento delle carceri" si potrà ricorrere anche a capitali privati per la realizzazione di nuove strutture secondo la modalità di project financing. Gli enti locali infine potranno emettere bond di scopo garantiti da beni immobili per la realizzazione di opere pubbliche.

Da valutare quanto il decreto sia un passo avanti, o solo un modo per spostare su soggetti para-privati il peso degli investimenti dello Stato.

CARBURANTI 60%
Adesso i proprietari degli impianti più liberi nell'acquisto di benzina
Resta, ma solo per i gestori proprietari degli impianti di distribuzione di carburante, la possibilità di acquistare, a partire dal 30 giugno, il 50% di quanto erogato nel precedente anno da qualsiasi produttore o rivenditore di benzina e gasolio, anche in aggregazione con altri gestori. Ai titolari non proprietari si concede la possibilità di riscattare, da soli o in cooperative, gli impianti, stabilendo un indennizzo per gli investimenti fatti e l'avviamento.

Viene liberalizzata la vendita di prodotti non-oil (inclusi giornali e tabacchi) nei punti di rifornimento. Sono rimossi i limiti al self service pre-pay, ma solo fuori dai centri urbani. Meno convincente il superamento del vincolo di esclusiva, anche se nella forma attuale è più accettabile rispetto alle versioni precedenti.

ASSICURAZIONI 40%
Rc auto low-cost con la scatola nera e contrassegno elettronico anti-frode
Sconti in arrivo per chi accetterà l'installazione della scatola nera sul proprio veicolo (costi a carico della compagnia) e per chi farà ispezionare la vettura prima della stipula del contratto. Entro due anni il contrassegno sarà elettronico (più difficili le falsificazioni) e le frodi sulle invalidità da incidente saranno represse (rischio carcere per i periti che attestano il falso). L'agente assicurativo rimane monomandatario, ma con l'obbligo di presentare al cliente polizze di tre compagnie diverse (previste multe dai 50 ai 100 mila euro). Le riparazioni dei danni eseguite dalla propria compagnia saranno garantite per due anni.

La scelta di un modello distributivo incardinato sul plurimandato produrrà scarsi benefici per il consumatore, mentre rappresenta un freno alla competizione tra modelli di business.


DIRITTO D'AUTORE 50%

Più mercato per artisti e opere, ma la Siae non cede il monopolio
La gestione e l'intermediazione dei diritti d'autore è libera. La novità dell'ultima ora scardina il potere di monopolio in questo campo detenuto dalla Siae. "Al fine di favorire la creazione di nuove imprese nel settore della tutela dei diritti degli artisti interpreti ed esecutori - si legge all'articolo 43 - mediante lo sviluppo del pluralismo competitivo, consentendo l'effettiva partecipazione e controllo da parte dei titolari, l'attività di amministrazione e intermediazione dei diritti connessi al diritto d'autore, in qualunque forma attuata, è libera". Fatte salve, dice il decreto, le funzioni assegnate in materia alla Siae.

Il monopolio di riscossione dei diritti d'autore viene sì infranto ma solo per i "diritti connessi", quei diritti che la legge riconosce non all'autore di un'opera, ma ad altri soggetti comunque collegati o affini.

SERVIZI LOCALI 60%
Più privato nelle aziende comunali. Acqua, rispettato il referendum
L'articolo 26 del decreto, uno dei più lunghi, è dedicato alla "promozione della concorrenza nei servizi pubblici locali". Per presidente del Consiglio Mario Monti scardinare questo settore non significa automaticamente privatizzare, ma aumentarne la competitività. Nelle aziende in mano agli enti locali (trasporti, rifiuti...) potranno entrare i privati con quote crescenti con il passare del tempo. Il ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, spiega che il decreto "favorirà l'aggregazione delle aziende in modo da renderle più competitive" e offrire un miglior servizio ai cittadini. Sparisce il divieto di gestione pubblica dell'acqua.

Viene rafforzato l'obbligo di gara e ridotta la soglia per la quale è possibile l'affidamento diretto. Resta tuttavia ampia la casistica in cui è possibile l'in house e il parere obbligatorio dell'Antitrust non è vincolante.

CLASS ACTION 20%
Marcia indietro sull'estensione: tutela preventiva anti-codicilli
Alla fine dal decreto "Cresci Italia" salta l'articolo 7, quello che prevedeva l'estensione della class action, l'azione giudiziaria collettiva da parte dei consumatori. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha precisato però che il governo ha eliminato dei "granelli di sabbia" dal complesso meccanismo della class action e "stabilito un modello di tutela preventiva per i consumatori, di natura amministrativa, nei confronti di molte clausole abusive, le clausole vessatorie che tutti noi incontriamo". Per le class action sarà competente il nuovo Tribunale delle imprese introdotto ieri dal governo Monti.

La class action è già uno strumento imperfetto che ha già dimostrato quanto sia difficile da applicare nel contesto italiano. I piccoli cambiamenti non sembrano poter cambiare la realtà attuale

FERROVIE 50%
Stop alla separazione della rete, i binari per ora restano alle Fs
Le aziende non hanno più l'obbligo di aderire al contratto nazionale dei ferrovieri. Per il momento salta invece la separazione della rete Rfi dal gestore dei servizi, le Ferrovie dello Stato, che sarà eventualmente decisa dall'Autorità. Avrà anche il compito di stabilire le regole per l'assegnazione delle nuove concessioni. Per quanto riguarda le ferrovie, così come per tutti gli altri settori dei trasporti, viene resa cogente la carta dei servizi pubblici: attribuiranno ai cittadini diritti soggettivi in caso di disservizi e violazioni da parte delle imprese concessionarie.

Manca la separazione della rete ferroviaria da Ferrovie dello Stato. La maggior parte dei "passi avanti" sono affidati alla costituenda Autorità per le reti, e quindi rimandati. È positiva l'abrogazione della norma che estendeva a tutte le compagnie ferroviarie lo stesso contratto nazionale delle Fs.


TAXI 50%
Prezzi delle corse più flessibili. No alla nascita di mega-imprese
Sarà l'Autorità dei trasporti a decidere - città per città e sentendo i sindaci - se aumentare le licenze dei taxi. Nel caso, sono previste compensazioni una tantum in favore dei tassisti già in attività con i ricavati dell'asta delle nuove licenze. Ci sarà maggiore flessibilità sugli orari di lavoro (arriva anche il part-time) e gli autisti potranno "caricare" i clienti anche in aeree diverse da quelle di propria pertinenza (previo accordo con i sindaci). Ci sarà poi maggiore libertà nella definizione delle tariffe ma con un tetto per quelle massime. Viene eliminata la concentrazione delle licenze in mano ad un singolo soggetto (inizialmente prevista) per evitare posizione dominanti.

La liberalizzazione viene di fatto rimandata. Positive alcune suggestioni come la possibilità di avere più licenze, quella di esercitare l'attività anche in altri comuni e la flessibilità tariffaria.


AEROPORTI-AUTOSTRADE N.C
Cinque anni a tariffe bloccate per le nuove concessioni
Il governo affida alla costituenda Autorità dei trasporti l'introduzione di un tetto ai pedaggi (price cap) per le nuove concessioni autostradali. I nuovi prezzi rimarranno in vigore per cinque anni. Per le concessioni già assegnate - a partire da quelle detenute da Autostrade - resta invece valida l'attuale metodologia di calcolo, con i prezzi che continueranno ad essere stabiliti ogni anno da Anas e ministero dei Trasporti. Novità anche per gli aeroporti: l'Authority definirà le tariffe, riscuoterà i diritti aeroportuali e vigilerà sul settore.

Il progetto di un regolatore indipendente per i trasporti appare positivo anche se sembra irrazionale lo "spezzettamento" rispetto alle competenze dell'agenzia per le infrastrutture, da un lato, e quella degli aeroporti, dall'altro. Tempi e modalità sono però del tutto incerti.

BANCHE N.C.
Giù le commissioni sul bancomat, più concorrenza nelle polizze-mutui
Il conto corrente di base, senza spese né bollo, previsto già dalla Manovra di dicembre, viene confermato e sarà poi un decreto a fissarne i criteri. Si stabilisce, inoltre, che entro il primo giugno Abi, Poste e associazioni che gestiscono circuiti di pagamento dovranno definire le regole generali per "assicurare una riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti" per le transazioni effettuate con carte. In mancanza, provvederà un decreto del ministero dell'Economia. Le banche saranno obbligate a presentare al cliente che vuole contrarre un mutuo almeno due alternative alla propria in caso di stipula dell'assicurazione. "Se una banca obbliga il risparmiatore a farsi carico di una assicurazione sulla vita nel momento in cui accende un mutuo, deve offrire un menù di più assicurazioni concorrenti", ha spiegato ieri Catricalà.
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Re: liberalizzazioni

Messaggioda flaviomob il 21/01/2012, 13:49

«Con le norme sulle liberalizzazioni e le riduzioni delle rendite nel settore dei servizi al livello medio degli altri Paesi euro il prodotto interno lordo potrebbe salire dell'11%, i consumi dell'8% e i salari reali di quasi il 12% senza effetti negativi sull'occupazione». «Analisi condotte dall'Ocse - si legge ancora nella nota del governo - evidenziano come l'adozione di misure di liberalizzazione che conducano a livelli di regolamentazione del settore dei servizi simili a quelli dei Paesi con i migliori standard produrrebbero una crescita significativa della produttività totale dei fattori nei settori che impiegano tali servizi quantificabile in oltre 10 punti percentuali. Altri studi sulla materia - prosegue la nota - indicano che con una riduzione delle rendite nel settore dei servizi a livello medio degli altri Paesi dell'euro si assocerebbe, nel medio periodo, a un aumento del prodotto dell'11%; il consumo privato e l'occupazione crescerebbero fino all'8%, gli investimenti del 18%, i salari reali di quasi il 12% senza effetti negativi sull'occupazione».

(Corriere)
http://www.corriere.it/economia/12_genn ... fb8c.shtml

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Si parla in maniera un poco ambigua di "medio periodo". Il governo chiarisca meglio i termini della questione, in modo che dopo l'approvazione del decreto si possa verificare se queste affermazioni corrispondono al vero


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Re: liberalizzazioni

Messaggioda franz il 21/01/2012, 17:37

flaviomob ha scritto:Si parla in maniera un poco ambigua di "medio periodo". Il governo chiarisca meglio i termini della questione, in modo che dopo l'approvazione del decreto si possa verificare se queste affermazioni corrispondono al vero

In effetti il termine medio periodo è ambiguo perché anche in economia ha un significato che varia a seconda dell'orizzonte temporale di chi opera. Per uno speculatore per esempio il breve periodo puo' essere un giorno oppure una settimana mentre per un risparmiatore il lungo puo' essere 40 anni. Per un'azienda che opera nelle alte tecnonologe di punta i periodi temporali (breve, medio, lungo) sono ben diversi da quelli di un'azienda di riforestazione. Per un governo il breve periodo - in politica economica - puo' essere sei mesi o un anno. Per medio periodo si intende esattamente solo cio' che non è breve e non è lungo. Il medio quindi a quanto ho potuto vedere non ha una sua definizione ma è derivato per sottrazione. In economia il breve periodo è quello in cui pur facendo qualche cosa, non succede nulla (il sistema è fisso e non reagisce). Il lungo periodo è l'opposto, quello di massima variabilità e massima efficenza delle azioni intrapprese. Per sottrazione quindi il medio periodo è quello in cui inizia a succedere qualche cosa (fine del breve) fino a raggiungere il massimo dei risultato (inizio del lungo periodo). Secondo me nel campo delle liberalizzazioni (che poi non sono state fatte completamente e immagino verranno completate mese per mese) i primi effetti saranno visibili a partire da 6 mesi fino a due o tre anni e questo quindi è il raggio d'azione del medio periodo.
Ho i miei dubbi pero' che si possa osservare un incremento del PIL di 10 punti in due o tre anni, visto che le liberalizzazioni per ora sono pallide. Se invece il processo prosegue (perché di un processo continuo si tratta) allora direi che un 5-6% in tre anni al minimo è verosimile ed un 10-11% sarebbe il massimo auspicabile.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda Robyn il 21/01/2012, 19:22

le liberalizzazioni per effetto della concorrenza diminuiscono i prezzi e quindi aumentano il potere d'acquisto del reddito.I sindacati dicono che non è sufficente.Infatti non è sufficente perche bisogna detassare l'Irpef e la parte variabile del reddito.Ma non si può avere tutto insieme pian piano arriveranno anche le altre cose,tempo al tempo
ciao robyn
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 21/01/2012, 21:13

Robyn ha scritto:Infatti non è sufficente perche bisogna detassare l'Irpef e la parte variabile del reddito.

Cosa è la "parte variabile" del reddito? E cosa significa "detassare l'Irpef"?
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 22/01/2012, 10:46

Passera: "Nostra proposta non si snaturi
Ora il piano crescita e lavoro"

A colloquio con il ministro dello Sviluppo sul decreto liberalizzazioni e le tappe future del piano di rilancio dell'economia italiana. "In due mesi abbiamo fatto ciò che non era stato fatto in due decenni". "Il cammino per una crescita strutturale è stato tracciato". E avverte: "Guai a pensare che il pericolo sia scampato, sarebbe un tragico errore"
di MASSIMO GIANNINI

ROMA - "La proposta è questa, e non può essere né annacquata, né snaturata. Ci sono proteste, ma sono convinto che il Paese capirà. Per questo contiamo anche in questo caso sul senso di responsabilità del Parlamento: c'è in gioco un bene comune superiore, che si chiama crescita sostenibile. Perseguiamolo, tutti insieme, andando oltre gli interessi particolari". Nel suo ufficio al ministero dello Sviluppo, Corrado Passera scorre le prime pagine dei giornali, titolate sulla sua "lenzuolata" di liberalizzazioni. "Non lo nego: sono molto soddisfatto, un gran lavoro di squadra. Venerdì è stata una bella giornata, per il governo e per l'Italia". E annuncia le prossime tappe del piano su crescita e lavoro.

Un Consiglio dei ministri di otto ore non si ricordava da tempo. Avete litigato di brutto, o avete dovuto arginare le pressioni dei partiti?
"Abbiamo semplicemente lavorato a fondo, con la voglia di ciascun ministro di contribuire anche alle proposte non di sua diretta pertinenza. Dopo il decreto Salva-Italia, che doveva fermare la caduta verso il baratro e convincere i mercati e l'Europa sulla nostra determinazione a perseguire il rigore finanziario, abbiamo avviato un grande piano per la crescita. Bisogna fare in modo che l'Italia si apra, come mercato e come società, in settori fino ad oggi rimasti chiusi: dall'energia ai servizi pubblici locali, dal commercio alle professioni. Bisogna dimostrare che questo Paese vuole sbloccare le sue tante paralisi e vuole imboccare il cammino delle riforme. Abbiamo messo in campo un disegno organico e strutturale, che valorizza molto le liberalizzazioni, ma poi si estenderà a tutte le leve dello sviluppo: la riforma del mercato del lavoro e le semplificazioni, le infrastrutture con lo sblocco di altri 5 miliardi di lavori che portano il totale a 20 in meno di due mesi, i 6 miliardi di incentivi Ace e Irap per le imprese che investono e assumono, i 20 miliardi per il fondo di garanzia dei crediti alle pmi. Insomma, non misure estemporanee, ma un insieme di provvedimenti collegati che non si vedevano da tempo".

Ma su molti punti serviva più coraggio. Le ferrovie: perché avete rinunciato a intervenire sulla rete?

"Non è vero che abbiamo rinunciato. Già nel decreto Salva-Italia, con la creazione dell'Autority per i trasporti, abbiamo creato le garanzie per regolare meglio i rapporti tra chi gestisce la rete e chi offre i servizi. Ma non escludiamo affatto, in futuro, di separare ulteriormente queste due realtà. Approfondiremo con l'Autority, studieremo anche i modelli adottati all'estero. Nessuna scelta è preclusa".

Potevate fare di più su assicurazioni e banche.
"Considero un bel passo avanti la nuova disciplina sui contratti della Rc auto e sulle agenzie, con l'obbligo di dare raffronti tra offerte di compagnie concorrenti. E cosi pure nel caso di polizze vita per i mutui casa. Quanto alle banche, abbiamo rafforzato i conti correnti di base. Certo, si può sempre fare di più, ma la concorrenza nel credito è già diventata fortissima. La Posta ha dato un grande contributo".

Avete ceduto sulle farmacie, rinunciando a liberalizzare i farmaci di fascia C.

"Avevamo già provato a varare questa norma, nel primo giro del decreto Salva-Italia. Il Parlamento ha rifiutato, e per questo non l'abbiamo riproposta. Ma abbiamo rilanciato con una norma di portata anche maggiore: 5 mila farmacie in più su 18.000 vuol dire mettere una pressione più forte sui prezzi ai cittadini, anche per i farmaci di fascia A. Non solo: il concorso unico apre il mercato anche a chi non è figlio di farmacisti. Mi pare un enorme passo avanti".

Diciamo allora che vi siete arresi alla frangia più dura, quella dei tassisti.
"Sui taxi eravamo partiti con idee più larghe. Ma anche qui il compromesso finale è positivo. Non trovo obiettive le critiche dei "benaltristi": non era affatto scontato che riuscissimo ad aprire tante aree di rendita.
Tutti gli italiani ne dovranno avere un beneficio tangibile".

A proposito di compromessi. La sospensione del beauty contest sulle frequenze tv non è una soluzione minimale? Avreste potuto decidere subito la revoca delle concessioni, nonostante gli attacchi di Mediaset.

"Le critiche di Mediaset le ho messe nel conto, ma mi paiono tutto sommato misurate. Sono convinto che la soluzione che abbiamo scelto sia la migliore, e non un escamotage per prendere tempo. Dobbiamo tener conto delle leggi, delle delibere dell'Agcom, delle direttive europee. La sospensione ci consente di decidere alla luce di questi elementi, e senza incappare nelle infrazioni Ue. Abbiamo comunque evitato che un bene pubblico venisse regalato, in un momento in cui chiediamo enormi sacrifici ai cittadini, ad un settore che di frequenze ne ha già moltissime".

La lenzuolata l'avete approvata. Ma ora comincia la fase più difficile: la Vandea delle corporazioni, la rivolta dei "100 forconi" che squassa l'Italia. Ne terrete conto?
"Speriamo che il fatto di aver chiesto qualcosa a tutti i settori, grandi e piccoli, pubblici e privati, convinca ciascuno ad accettare un pezzo di sacrificio, in nome di un bene comune superiore, cioè la crescita. Le proteste ci sono, le resistenze continueranno. Ma al di là di qualche eccesso, abbiamo anche trovato collaborazione in molte categorie. Mi creda, con il decreto Cresci-Italia abbiamo fatto la cosa giusta. Siamo convinti che una parte rilevante del Paese è con noi: ci saranno pure i "100 forconi", in giro per la penisola, ma ci sono alcuni milioni di cittadini che ci dicono "bene, non vi fermate". Si rendono conto che così, in Italia, non si può più andare avanti. Serve una scossa, e noi stiamo cercando di darla".

Oltre alla protesta sociale, c'è il malpancismo politico. La lenzuolata, già criticata prima del varo, va in Parlamento: non teme che i partiti la riducano in stracci?
"È vero, nei giorni scorsi c'era chi ci diceva "perché colpisci questa categoria, che fa parte della nostra base elettorale, e non altre?". Ma ora che si vede l'ampiezza e l'equità del nostro intervento riformatore, credo che tutti possano convincersi a sostenerlo. Se mai auspico che dalle Camere ci vengano idee e stimoli ad allargare ulteriormente l'operazione di apertura alla concorrenza".

Questo vuole dire che il decreto è immodificabile? Prendere o lasciare?
"Valuterà il presidente Monti nelle sedi opportune. Il Parlamento è sovrano, ma questa è la nostra proposta: pensiamo non debba essere né annacquata, né snaturata".

Berlusconi freme. Dice "la cura Monti non funziona, presto ci richiameranno". Non è un problema, per voi, questa maggioranza riluttante?
"Non sono dentro le vicende del Pdl. In generale, mi pare che i partiti finora non ci abbiano fatto mancare l'appoggio necessario. È ovvio che ci sia qualche disagio di fronte a un governo "strano", come lo ha definito Monti, e a una soluzione istituzionale anomala. L'importante è che il disagio non si traduca in sfiducia".

Quindi secondo lei dopo la lenzuolata le elezioni anticipate si allontanano?
"Questo non so dirlo. Spero che le forze politiche dimostrino lo stesso senso di responsabilità manifestato finora. Attenzione: in poco tempo abbiamo fatto grandi passi avanti, ma l'Italia resta sempre in "zona mortale": dobbiamo fare ancora molto per convincere i mercati e l'Europa. I primi segnali cominciamo a vederli sullo spread, malgrado un ingiustificato declassamento del rating. Ma guai a pensare che il lavoro sia finito, e che il pericolo sia scampato. Sarebbe un tragico errore".

Finora su crescita e occupazione non avete fatto granché. Non state sottovalutando il disagio sociale che cresce, soprattutto tra i giovani?
"Intanto, in appena due mesi abbiamo fatto quanto non era mai stato fatto in quasi due decenni. Quanto al disagio sociale, io lo sento e lo vedo, ma credo sia stato sottovalutato da molti negli ultimi anni. Tra disoccupati, inattivi, sottoccupati, stiamo parlando di almeno 6/7 milioni di persone: dobbiamo loro risposte urgenti, e queste risposte arrivano solo con un grande progetto di sistema per far crescere l'economia. Non si crea occupazione senza crescita e da mesi il nostro Paese con mezza Europa è invece in piena recessione".

E allora mi dica: qual è il piano?
"Il cammino per ricostruire crescita strutturale, a questo punto, l'abbiamo tracciato. Le liberalizzazioni sono un pezzo importante, ma puntiamo a far crescere la competitività delle aziende e la competitività del Sistema-Paese. Per la competitività delle aziende, abbiamo già dato un forte contributo alla crescita dimensionale con l'Irap e l'Ace, faremo proposte con il ministero dell'Università per la formazione e il ridisegno degli incentivi per l'innovazione e la ricerca, rafforzeremo la strumentazione per l'internazionalizzazione coinvolgendo con la nuova Ice le ambasciate e le camere di commercio, porteremo avanti le politiche di riduzione del costo dell'energia, e poi lanceremo la prossima settimana un decreto molto corposo sulla semplificazione, con decine di interventi per snellire gli adempimenti e i costi della burocrazia, e appena possibile, predisporremo un piano per smaltire i pagamenti sospesi della Pubblica Amministrazione".

Le imprese aspettano 60-80 miliardi di rimborsi. Perché avete archiviato la norma che prevedeva di restituirli in Bot e Btp?
"Non abbiamo archiviato nulla. Intanto nel decreto abbiamo stanziato i primi 5 miliardi per avviare lo smaltimento. Il pagamento in titoli di Stato è una delle ipotesi, ma ce ne sono altre che stiamo valutando. Dobbiamo recepire la direttiva Ue che impone pagamenti entro 30/60 giorni, sia per pubblici che per privati, e dobbiamo abbattere il pregresso in fretta, per aiutare le imprese senza venire meno ai nostri impegni sul rientro del debito pubblico. Garantito, lo faremo".

Domani si apre il tavolo sulla riforma del mercato del lavoro. Lei che ne pensa?

"Dobbiamo individuare meccanismi che facilitino l'ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, e che eliminino la piaga del precariato. Sono convinto che al tavolo della trattativa il ministro Fornero troverà la formula più adatta. Nessuna ipotesi deve essere esclusa in via pregiudiziale. Questo vale sia per i modelli contrattuali sia per la flessibilità, in entrata, in uscita e nell'uso degli impianti".

Mi sta dicendo che secondo lei si deve discutere anche di articolo 18?
"Di articolo 18 in questi giorni si è parlato fin troppo. Io dico solo che dobbiamo far crescere, allo stesso tempo, la produttività dei fattori, il tasso di occupazione e i redditi delle famiglie. Lo spazio per farlo c'è, si tratta solo di volerlo riempire, con il coraggio di innovare e di imparare dalle migliori esperienze internazionali".

Ma il metodo della concertazione è finito, con il governo dei tecnici?

"Concertazione è un termine che ognuno declina a modo suo. Io sostengo che in momenti di crisi bisogna lavorare tutti insieme, governo e parti sociali, imprese e sindacato. E per esperienza personale aggiungo che farlo con un sindacato forte, e soprattutto unito, è un grande vantaggio e produce grandi risultati".

Lei cosa farà, nel 2013? In molti la indicano come il vero "candidato" forte della prossima sfida elettorale, non si sa bene in quale metà del campo. È tentato?

"Non voglio essere reticente, ma non so proprio cosa dirle. Io sto facendo il ministro dello Sviluppo. Ho accettato con entusiasmo di partecipare a un progetto fortemente voluto dal presidente Napolitano e dal presidente Monti. Spero solo che funzioni. Tutto il resto si vedrà. Non è la prima volta che lavoro per lo Stato: lo faccio con grande orgoglio".

(22 gennaio 2012) http://www.repubblica.it
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda flaviomob il 22/01/2012, 14:23

da Repubblica

Tassisti, avvocati, notai
gli sconfitti del "Cresci Italia"
La riforma ha fatto molti scontenti, ma ha lasciato anche molte zone intonse. Alza le barricate buona parte del tessuto produttivo e delle categorie nazionali. Gli "sconfitti" puntano a ribaltare i (presunti) torti subiti durante l'iter parlamentare della deregulation. I vincitori presidiano il campo per evitare sorprese dell'ultima ora prima della conversione in legge della lenzuolata del governo
di ETTORE LIVINI
Lo leggo dopo

MILANO - I taxi in sciopero selvaggio. I farmacisti verso la serrata. I benzinai in trincea a fianco di avvocati, commercianti e notai per difendere i loro (presunti) diritti. Il decreto liberalizzazioni, come previsto dal premier Mario Monti, ha fatto il miracolo: unire nella lotta una fetta del Belpaese più eterogenea della maggioranza politica che sostiene il governo. Tutti sconfitti? Mica tanto. Tutti - grazie ai complessi iter applicativi della "lenzuolata" - hanno motivo per protestare. In realtà vincitori e vinti del "Cresci Italia" sono abbastanza chiari. Eccoli.
VINCONO PER KO
In primis banche e assicurazioni, croce (molto) e delizia (poco) di tutti gli italiani. I big delle polizze, più che vincere, stravincono. I tagli (-30%) ai risarcimenti in contante e la scatola nera anti-truffe sono manna per i loro conti. L'obbligo degli agenti a offrire ai clienti più polizze - dice il tam tam di settore - non cambierà lo status quo. Festeggiano anche le banche. Il conto corrente di base non entrerà in vigore prima di settembre. Gli interventi sulle polizze legati a mutui e i tetti alle commissioni sui bancomat sono un fastidio accettabile visto che il governo non è intervenuto sui veri costi occulti per i risparmiatori: la forbice tra tassi attivi e passivi o i costi collaterali dei conti correnti tricolori, tra i più cari d'Europa. Il decreto ha portato buone notizie agli autotrasportatori (il rimborso accelerato delle accise sui consumi) e agli ambientalisti che hanno esorcizzato gli incubi delle trivellazioni vicino ai parchi e della riprivatizzazione dell'acqua, e hanno visto sparire i fondi per il Ponte sullo Stretto.

VINCONO AI PUNTI
I benzinai non ottengono carta bianca sulla scelta del fornitore del carburante (le lobby dei petrolieri contano ancora qualcosa...), ma potranno vendere altre tipologie di prodotti, trasformando le pompe in piccoli mini-market. Festeggiano pure i big del greggio che temevano la liberalizzazione selvaggia e che invece vedranno aprirsi al mercato una quota minima dei distributori senza aver alcun obbligo di cedere il loro tesoretto di punti vendita. Risultato: il prezzo del pieno delle auto degli italiani scenderà, se scenderà, di pochi centesimi. Anche perché il 70% del costo sono tasse. Risultato positivo infine per le Ferrovie che mantengono, per ora, il controllo della rete e il ruolo di giocatore e arbitro nella partita del trasporto su rotaie.

PARI
I farmacisti protestano ma in realtà, male che vada, hanno portato a casa un buon pareggio in trasferta. Certo, hanno dovuto mandar giù l'apertura di 5 mila nuovi punti-vendita e la liberalizzazione degli orari. Ma la partita più ricca, quella per mantenere l'esclusiva per i farmaci di Fascia C, l'hanno vinta. In chiaroscuro anche il bilancio dei commercianti: il rischio di saldo selvaggio è stato esorcizzato, la deregulation sugli orari hanno già iniziato a combatterla con efficacia al livello degli enti locali. E con le licenze facili, in fondo, convivono dall'epoca delle "lenzuolate" di Bersani.

PERDONO AI PUNTI
I taxisti si sono esposti troppo per non uscire con qualche bruciatura. E così è andata. Arriveranno più licenze e il part-time, gli autisti potranno operare fuori dalla loro area. Fumo negli occhi delle auto bianche. La loro speranza, per assurdo, è il loro incubo: quell'Authority dei trasporti cui sarà affidata l'apertura del settore. I tempi del suo varo non sono chiari, le sue priorità devono essere definite. E il rischio che si vada alle calende greche, come da italica tradizione, è elevato. Piangono anche gli avvocati. Il tirocinio abbreviato, l'obbligo di preventivo e l'addio alle tariffe minime e massime rischiano di aprire la professione a una valanga di giovani legali (alcuni dei quali ormai 40enni) rimasti finora ai margini della professione.

PERDONO PER KO
Le trivelle dei petrolieri, già pronti a oliare gli ingranaggi per sforacchiare mari e monti del Belpaese, rimarranno per ora in magazzino. Le aree vicine ai parchi restano infatti off limits. Ko vanno pure (ma cadendo su un materasso imbottito d'oro) i notai. I nuovi concorsi aggiungeranno 1.500 posti entro il 2014. E se è vero che la concorrenza è l'anima del mercato, i prezzi dovrebbero questa volta scendere davvero. La class action esce invece dal Crescitalia con un bilancio da Caporetto. Restano in sostanza i paletti rigidi che rendono di difficile applicazione nel nostro Paese l'azione comune da parte di consumatori e risparmiatori.
(22 gennaio 2012)


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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda lucameni il 22/01/2012, 15:22

limiti nella liberalizzazioni che mi pare rispecchino in pieno le magagne denunciate in merito ai conflitti d'interesse esistenti nel governo Monti.
Conflitti eclatanti come nel caso di Passera, già protagonista di affari a dir poco - eufemismo - discutibili (e speriamo davvero che non vogliano metterlo a capo del Cs a tutti i costi: ma in un periodo nel quale si cerca il salvatore della patria e delle proprie terga non me meraviglierei) e probabilmente anche semplici limiti culturali da salotto buono.
Tant'è qualcosa di importante viene fatto (il cosiddetto lavoro sporco), anche se non si colpiscono i principali responsabili del disastro italiano.
A questo punto prendiamo quello che passa il convento, senza fare troppo benaltrismo.
Qua c'è un mix di persone serie, immagino oneste, e di supporter "tecnici" di un sistema malato e truffaldino.
Sarà difficile uscirne col sorriso sulle labbra e con un'opinione netta, vuoi positiva, vuoi negativa, nei confronti di un governo che non solo è votato dai responsabili di questo letamaio, ma che ha suoi rappresentanti conclamati al suo interno.
Se prima, con Berlusconi, ero pessimista al 100%, ora lo sono al 90%.
Va detto che è pur sempre un progresso.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda Robyn il 22/01/2012, 15:51

Franz La detassazione Irpef significa diminuire l'Irpef è questo probabilmente rientrerà nella riforma fiscale.La parte variabile del reddito è sostanzialmente premiare il merito,dare il premio di produzione a chi merita,ma non basta.Sul costo del lavoro grava l'assistenza che dovrebbe essere sostenuta dalla fiscalità generale con il quale si finanzia anche il reddito minimo.L'assistenza in questo caso và ad incrementare ancora il reddito del lavoratore,ma sul costo del lavoro graverà una quota minima dell'assistenza perche se pagata dalla fiscalità generale il lavoratore pagherà la sua parte ciao robyn
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 22/01/2012, 16:39

Robyn ha scritto:1) La detassazione Irpef significa diminuire l'Irpef è questo probabilmente rientrerà nella riforma fiscale.
2) La parte variabile del reddito è sostanzialmente premiare il merito,dare il premio di produzione a chi merita,ma non basta.
3) Sul costo del lavoro grava l'assistenza che dovrebbe essere sostenuta dalla fiscalità generale con il quale si finanzia anche il reddito minimo.L'assistenza in questo caso và ad incrementare ancora il reddito del lavoratore,ma sul costo del lavoro graverà una quota minima dell'assistenza perche se pagata dalla fiscalità generale il lavoratore pagherà la sua parte ciao robyn

Ora è piu' chiaro.
1) Diminuire l'Irpef è possibile se si dimuiscono le spese dello stato intervenendo su sprechi, clientele, burocrazia, esuberi.
2) Non capisco perché bisognerebbe detassare una eventuale parte variabile della retribuzione legata al merito. La costituziona parla di "capacità contributiva". Se uno è piu' bravo, merita di piu', è giusto che faccia la sua parte pagando piu' imposte.
3) D'accordo. Sui contributi non devono pesare oneri che devono essere soggetti alla fiscalità generale.
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