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La riforma del lavoro

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 26/02/2012, 20:42

chango ha scritto:talmente standard che in Germania Marchionne non l'hanno voluto.

Esiste una versione ufficiale per questo diniego?
Faccio notare che tuttavia Marchionne è andato bene a Obama ed ai sindacati americani.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda flaviomob il 27/02/2012, 1:43

Beh certo, in America Marchionne aveva davanti un'azienda praticamente già fallita e sindacati disposti a qualsiasi cosa per salvarla e preservare i posti di lavoro. Tuttavia Obama i soldi glieli prestò, non fece regali a fondo perduto come la politica italiana per quarant'anni, con l'ultima ciliegina sulla torta di Termini Imerese: prendi i soldi e scappa...


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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 27/02/2012, 10:32

flaviomob ha scritto:Beh certo, in America Marchionne aveva davanti un'azienda praticamente già fallita e sindacati disposti a qualsiasi cosa per salvarla e preservare i posti di lavoro. Tuttavia Obama i soldi glieli prestò, non fece regali a fondo perduto come la politica italiana per quarant'anni, con l'ultima ciliegina sulla torta di Termini Imerese: prendi i soldi e scappa...

Termini Imerese è del 1970, mi pare. Quindi Marchionne non c'entra.
Se dopo 40 anni uno stabilimento (abbondantemente ammortizzato) non è piu' adeguato non si puo' parlare di "prendi i soldi e scappa" . In ogni caso la soluzione è stata trovata con chi subentra nello stabilimento ed anche la FIOM è soddisfatta.
Faro' sapere a Landini che invece Flavio non è soddisfatto :lol:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12 ... do/174472/
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda Robyn il 27/02/2012, 12:27

Sulle cause legate al gmo siamo tutti d'accordo che non c'è reintegro.Il problema è che quando ci si avventura sulla giusta causa si và sù un campo difficile.Per questa c'è la prova.Esiste poi il giustificato motivo soggettivo che riguarda gli inadempimenti contrattuali che per il magistrato devono essere notevoli ed è qui spiegata la causa del reintegro.Qui si può agire solo sulle assenze ingiustificate,la malattia,le assenze giustificate ma considerate irregolari per il loro numero facendo un riferimento alla tradizione.Per esempio con più di due assenze ingiustificate nell'arco di sei mesi non c'è possibilità di reintegro o con più di due assenze per malattia in cui a seguito di accertamenti si è verificato che non si era malati,oppure con più di quattro assenze giustificate nell'arco di sei mesi ciao robyn
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda flaviomob il 28/02/2012, 8:00

Beh i soldi x Termini Imerese (e non solo) ha fatto a tempo a prenderli anche Marchionne

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10 ... ne/161556/


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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda Robyn il 28/02/2012, 11:04

La Francia aveva lo stesso problema di rigidità nel lavoro che ha l'Italia,ma è riuscita ad introdurre la flessibilità in uscita con le stesse regole facendo in modo che ci fosse una scarsa incidenza della reintegrazione,e questo spiega perchè i paesi europei che mantengono la reintegrazione hanno la flessibilità in uscita.Questa si può realizzare mettendo un limite al numero di infrazioni dopodichè si può recedere.In questo modo si tutela il lavoratore per bene da quello inadempiente e si riesce a stabilire una linea di confine.Per poter fare questo bisogna rovesciare la parte di articolo che dice che gli inadempimenti devono essere notevoli sostituendola con il divieto di licenziamento quando si constati che non esistono elementi sufficenti che giustificano la leggittimità del licenziamento.Ma i limiti alle infrazioni vanno regolati in base alla gravità delle inadempienze.Per esempio nel caso di un dipendente della PA che si faccia timbrare il cartellino da un'altro dipendente ci può essere la prima volta una sanzione disciplinare e l'inibizione all'accesso al lavoro per qualche settimana se poi c'è recidività le cose cambiano e si può giungere alla massima sanzione disciplinare che è il recesso.Si può ricorrere al magistrato ma se i limiti delle infrazioni sono superati non esiste reintegro.Ma questo per quando riguarda il gms.Per quando riguarda la giusta causa questa non regola ne le inadempienze contrattuali ne ne le crisi e le ristrutturazioni cioè il gmo ma è inerente al comportamento del lavoratore.Qui c'è la prova di due anni prima dell'assunzione ma magari è possibile mettere un limite alle infrazioni per alcuni aspetti.Inoltre il sistema in germania del fai da te "rsu,azienda",può indenbolire il sindacato perchè non esiste nessun sindacato che licenzia
ciao robyn
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 28/02/2012, 12:09

Sono d'accordo con il fatto che aiuti ed incentivi non servano a nulla e distorcono il mercato.
Ma come ulteriore esempio si distorce il mercato se in Italia si tassano gli utili societari al 60% mentre in germania al 20.

Ma dove sta il gioco perverso, che tanto piace a chi denuncia gli aiuti alla FIAT?
Che si chiede in tasse alla FIAT un'enormità rispetto ai concorrenti tedeschi, poi gli si dà indietro una minima parte come contentino, che serve pero' ad obbligare [leggi "ricattare"] FIAT (ma anche altre imprese) a costruire stabilimenti dove vuole il governo e dove vuola la politica clientelare.

Bene, partendo da qui http://www.fiatspa.com/it-IT/investor_r ... lanci.aspx sono andato a verificare dal 1995 al 2010 quanti soldi ha pagato di tasse FIAT (IRES e IRAP). Pur considerando che FIAT era nelle cifre rosse (dal 2001 al 2004 ed anche nel 2009, vedo) e quindi in quel caso non essendoci utile, non si paga IRES (ma si paga IRAP) e se ho fatto bene i calcoli FIAT ha pagato 8 miliardi e mezzo all'erario. In media ha pagato il 52.4% di imposte sugli utili. Diciamo che se FIAT fosse in Germania avrebbe pagato solo 4 miliardi di imposte, avrebbe 4.5 miliardi in cassa di piu' e non avrebbe cosi' bisogno di ottenere aiuti per alcune centinaia di milioni. Ma il giocattolino del ricatto che tanto piace a chi si lamenta degli aiuti fiat si romperebbe.

Poi si potrebbe anche calcolare quanto il lavoro FIAT contribuisce come reddito agli 81'000 dipendenti italiani (su 199'924 in totale nel mondo [+9.910 rispetto all'anno precedente]) e quanto va in imposte e contributi. I dati pero' non sono nel bilancio consolidato del gruppo ma nei bilanci delle centinaia di società consociate. Dal dato di 37'406 (fonte FIOM) come reddito medio (operai ed impiegati) si puo' simare che in 15 anni FIAT ha versato 22.7 miliardi tra IRPEF e contributi previdenziali dei dipendneti. Dalla FIAT sono quindi usciti 30 miliardi ma a partità di fatturato in germania avremmo minori contributi previdenziali (20% invece di 33%) e minori imposte sugli utili. Ecco perché VW e BMW non avrebbero bisogno di aiuti di stato. Anche se pare li abbiano ricevuti: http://archivio-radiocor.ilsole24ore.co ... ste-aiuti/
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda flaviomob il 28/02/2012, 17:35

E perché FIAT non chiede ad alta voce allo stato una riforma sul fronte fiscale? Marchionne, al contrario, si lamenta costantemente ed esclusivamente dei "troppi diritti" dei lavoratori, da "normalizzare" prima possibile.


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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 28/02/2012, 18:07

flaviomob ha scritto:E perché FIAT non chiede ad alta voce allo stato una riforma sul fronte fiscale? Marchionne, al contrario, si lamenta costantemente ed esclusivamente dei "troppi diritti" dei lavoratori, da "normalizzare" prima possibile.

Forse perché non compete alla fiat chiedere riforme fiscali ma compete alla fiat firmare contratti con diritti ricalibrati alle esigenze attuali. Come ha fatto, trovano la maggioranza dei lavroatori d'accordo.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 28/02/2012, 19:51

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:E perché FIAT non chiede ad alta voce allo stato una riforma sul fronte fiscale? Marchionne, al contrario, si lamenta costantemente ed esclusivamente dei "troppi diritti" dei lavoratori, da "normalizzare" prima possibile.

Forse perché non compete alla fiat chiedere riforme fiscali ma compete alla fiat firmare contratti con diritti ricalibrati alle esigenze attuali. Come ha fatto, trovano la maggioranza dei lavroatori d'accordo.


se non compete alla FIAT richiedere una riforma fiscale che favorisca gli investimenti (eppure mi parrebbe una richiesta più che sensata) non capisco perchè compete all'AD di FIAT chiedere la riforma del welfare e del mercato del lavoro.
sarà competenza della FIAT firmare contratti, ma dovrebbe competere alla FIAT fare anche investimenti adeguati e interesse della FIAT avere le condizioni migliori per farlo.

poi ognuno sceglie il proprio modo di competere sul mercato. certo che dalle scelte e richieste che si fanno si capisce che modello di impresa e di sviluppo uno in mente.
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