ranvit ha scritto:Nel '91 sono rimasto un anno intero senza lavoro....forse so contare le monetine anch'io...
La sburocratizzazione non consiste in fatture in meno...o no?

Certo che si'. Per prima cosa ogni atto burocratico costa. Costa in tempo, file, dipendenti da mandare in giro per la città, benzina, consulenti che ti dicono cosa fare e come compilare (e che poi manderanno la fattura), poi ci sono importi da pagare, bolli, carte bollate. E tutte queste cose sono a cascata, perché - come esempio- per avere il modulo A1 prima devi compilare E5, pagare il bollo, ritirare il modulo e poi scopri che ci voleva anche il B7, per cui devi prima avere un'autorizzazione dell'ASL, che ti fa perdere mezza giornata (e intanto non lavori) .... e via di seguito. Sembrano piccole cose ma se sommate fanno 31 miliardi non sono bruscolini.
Ho trovato l'articolo in questione:
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... -61129368/Cgia, i costi immensi della burocrazia:
per le imprese 31 miliardi all'annoScartoffie e adempimenti vari sono diventati una "tassa occulta" che impatta sulle piccole e medie aziende: danno che vale il 2% del Pil. Il settore che incide di più è quello del lavoro e della previdenza, che costa 2.275 euro a impresa, seguito dalle norme di sicurezza. Coldiretti: "100 giorni per le pratiche"MILANO - Sono passati pochi giorni dagli allarmi lanciati da Confesercenti e Confcommercio sulla situazione disperata degli imprenditori loro affiliati. Tra i principali problemi ricordati, ci sono l'incidenza del fisco sui redditi delle imprese e la pesantezza degli adempimenti burocratici che l'Erario richiede. Ebbene, per la burocrazia - estesa quindi oltre le pratiche fiscali - ogni anno le piccole e medie imprese
sborsano la bellezza di 31 miliardi di euro, pari a 7000 euro ad azienda.
Lo ha calcolato l'Ufficio studi della Cgia di Mestre, su dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri aggiornati al 31 dicembre 2012. Rispetto agli anni precedenti le cifre sono in aumento perchè grazie a rilevazioni più puntuali del fenomeno sono state scoperte nuove 'sacche di burocrazia', ha spiegato il segretario Giuseppe Bortolussi in una nota. L'associazione ha ricordato che negli ultimi anni il legislatore ha approvato una serie di misure di alleggerimento del peso burocratico che, una volta andate a regime, dovrebbero far risparmiare alle Pmi quasi 8,5 miliardi di euro. All'impatto economico si aggiunge quello di altre energie disperse, questa volta tradotte in tempo dalla Coldiretti: "
Nelle
aziende la burocrazia fa perdere fino a 100 giorni di lavoro all'anno che vengono sottratte all'attività di impresa per l'innovazione e la ricerca di nuovi mercati, in un difficile momento di crisi", lamenta l'associazione, che evidenzia anche che rappresenta uno dei fattori indicati come
principale ostacolo dai giovani che vogliono aprire una attività agricola.
La Cgia ha poi auspicato che con il nuovo decreto sulla semplificazione, che il Governo Letta dovrebbe presentare oggi, questo vantaggio economico sia implementato in tempi brevi. "31 miliardi di euro corrispondono a 2 punti di Pil circa: una cifra spaventosa", ha dichiarato Bortolussi". Di fatto la burocrazia è diventata
una tassa occulta che sta soffocando il mondo delle Pmi. Nonostante gli sforzi e qualche buon risultato ottenuto, i tempi rimangono troppo lunghi ed il numero degli adempimenti richiesti continua ad essere eccessivo".
Il settore che incide di più sui bilanci delle aziende è quello del
lavoro e della previdenza (9,9 miliardi di euro l'anno, 2.275 euro a impresa). Seguono i costi per gli adempimento alle
norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (4,6 miliardi, 1.053 di euro per azienda), il settore dell'
edilizia (4,4 miliardi, 1.016 di euro per azienda), l'area
ambientale (3,4 miliardi, 781 di euro per azienda), gli
adempimenti fiscali (2,7 miliardi, 632 di euro per azienda), la
privacy (2,6 miliardi, 593 di euro per azienda), la
prevenzione incendi (1,4 miliardi, 323 di euro per azienda), gli
appalti (1,2 miliardi) e la
tutela del paesaggio e dei beni culturali (0,6 miliardi, 142 di euro per azienda).
(15 giugno 2013)
http://www.repubblica.it
dall'articolo emerge che oltre all'impatto economico (31 miliardi) che le imprese "sborsano" (e quindi nel termine usato è implicito un pagamento) si
aggiunge quello di altre energie disperse, questa volta tradotte in tempo. Qui non si cita una media ma si dice che si arriva
fino a 100 ore ad azienda. Se fosse una media avremmo poco meno di mezzo milione di ore la valorizzazione monetaria è di circa 8 miliardi e mezzo, che dovremmo aggiungere ai 31.
Naturalmente poi dobbiamo fare una considerazione di tipo "macro". Come dovremmo sapere ogni costo si trasla per cui l'azienda è costretta a riversare sul mercato questi oneri, queste tasse oculte. Oppure deve rinunciare ad una fetta di utili ed alla possibilità di reinvestirli. Ma anche le aziende tra di loro scaricheranno questi costi. Se compro un semilavorato, dentro il suo prezzo avremo molto probabilmente le componenti di costo connesse alla burocrazie ed anche queste sono "fatture da pagare".
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)