flaviomob ha scritto:Se la politica avesse fatto il proprio dovere, avremmo sussidi di disoccupazione adeguati a scordarci la vecchia CIG e a garantire un diritto a tutti i lavoratori, non solo a quelli appartenenti alle categorie più forti e strutturate (o alle aziende maggiori)
TRADUZIONE:
Ciò non significa che la CGIL sia scevra da torti e pura da ogni colpa o peccato, veniale o mortale. I meriti del
sindacato erano contrapposti alle colpe della
classe politica.
Finchè i sindacati non avranno potere legislativo... saranno due cose diverse!
E' chiaru stu fattu?
Non è chiaro, perché quando si è parlato di sussidi di disoccupazione (1997, commissione Onofri, quindi una proppsta della politica ulivista) a dire di NO sono stati i sindacati (non ricordo se solo la CGIL o anche gli altri due).
Gli industriali avevano in passato detto NO perché in presenza di un costo del lavoro già elevato (contributi, imposte) aggiungere un nuovo prelievo in busta per finanziare questi ammortizzatori avrebbe comportato un aumento dei costi interni e quindi dei prezzi dei prodotti. Gli ammortizzatori secondo loro vanno introdotti nell'ambito di una generale revisione del costo del lavoro (cuneo fiscale) e gli imprenditori sono i primi volere questi ammortizzatori ma senza nuovi costio. Pagavano già troppo.
La proposta della commissione Onofri cercava la quadratura del cerchio in questo modo: c'era una forte limitazione delle pensioni di anzianità (che allora costituivano 1/3 della spesa previdenziale INPS) ed una riforma del sistema sanitario; da queste risorse emergevano i fondi per gli ammortizzatori sociali e tantissime altre cose.
Gli industriali si sono detti interessati. Cofferati disse NO.
La CGIL disse di NO perché (ricordo quasi le testuali parole) preferivano lottare per la tutela e la garanzia del posto di lavoro fisso alla flessibilità attenuata da ammortizzatori sociali. E sicuramente a dire NO fu il piu' grande dei sindacati. Inoltre Cofferati disse chiaramnte che le pensioni di anzianità non si toccavano, e quindi la quadratura del cerchio cadde.
Chiaro che se il maggior sindacato dice di NO, Prodi non poteva andare avanti da solo. Avrebbe rotto il suo stesso governo.
Quindi chi ha detto di no si deve prendere le sue responsabilità, anche se non sta in Parlamento.
Di fatto se si crede nella concertazione (e Prodi ci credeva) si deve anche dare ascolto alle organizzazioni che chiami al tavolo della concertazione e se la maggiore dice di NO, inutile proseguire.
Per informazioni sul lavoro della commissione Onofri:
http://www.cgil.it/Archivio/PolitichePr ... Onofri.pdfSulle cause di quel fallimento, consiglio
http://www.fondazionegorrieri.it/UserFi ... ASULLI.pdfCito:
In sostanza, la Commissione Onofri proponeva di disincagliare la spesa sociale italiana dal
peso e dalle disfunzioni del sistema pensionistico e di quello sanitario per liberare maggiori
risorse ed introdurre innovazioni in altri settori dell’assistenza, che risultavano sacrificati.
Occorreva intervenire in modo più adeguato e con nuovi strumenti su più fronti: disoccupazione
e formazione, famiglia e maternità, abitazioni, altre forme assicurative. Anche in questi settori,
il confronto con gli altri paesi dell’UE mostrava forti disparità: il 18,4% della spesa sociale
totale in Italia, contro una media UE del 31,9% 12.Sostiene quel documento che la Comissione Onofri fu disattesa perché "
ancora una volta, i vincoli
finirono col prevalere sulle possibilità" e "
vi fu un arroccamento delle organizzazioni sindacali, meramente
difensivo e quasi preventivo".
Ora io non ricordo con precisione cosa risposero CISL e UIL alle proposte della ulivista Commissione Onofri.
Vagamente credo di ricordare che fossero possibilisti, che ci fosse una cauta apertura alla possibilità di
approfondire (il tema cruciale era il finanziamento della riforma). Se qualcuno ricorda le posizioni di
allora di UILS e UIL, le porti qui.
Ma ricordo chiaramente che il NO secco, chiaro, perentori e definitvo di Cofferati mise fine ad ogni possibilità di approfondire.
E per me mise fine anche alla possibilità riformista del governo dell'Ulivo.
"E' chiaru stu fattu?" quindi lo dico io.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)