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Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda cardif il 14/07/2013, 0:35

franz ha scritto:Non mi risulta che Marchionne abbia proposto di abolire la Consulta. Perché questo antico e scorretto sistema di mettere in bocca ad altri cose non dette?

E chi ha messo parole in bocca a Marchionne? Non mi permetterei mai (cioè, per sbaglio mi potrebbe anche succedere, ma non volontariamente).
Marchionne si lamenta: attacca Consulta e Boldrini: “Boicottati da istituzioni"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... on/650698/
Marchionne ha detto: "Stiamo incontrando molte più difficoltà di quelle che non avremmo immaginato, che mettono a serio rischio ogni passo successivo. La sentenza della Consulta aggiunge incertezza".
Ma forse gli ha dato più certezza nella decisione di andarsene via, visto che dice: "Chiarezza dopo la Consulta o Fiat bloccherà gli investimenti in Italia". Non gli piace la chiarezza che ha fatto la Consulta, ne vuole un'altra di suo gradimento.
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... -62664365/)
A me pare che Marchionne abbia 'sentito campane' a lui avverse nel comportamento di Boldrini e nella sentenza della Consulta. Però se l'espressione non va posso pure scrivere come ha detto Lui: si è sentito boicottato dalle istituzioni sperando che vada bene.
La mia frase: La Consulta "ha suonato anche contro Marchionne" ha evidentemente il senso di: "ha sentenziato in modo non gradito a Marchionne".
Io ci vedo un po' di visione idelogica nel suo volere l'ostracismo (ma perenne, non di dieci anni) della Fiom e nelle sue esternazioni, che non fanno altri manager di più o meno pari livello.
E vedo un po' di visione ideologica nella difesa a spada tratta del Marchionne-pensiero parole ed azioni; come pure nella ipotesi di uno Stato ridotto a non so che, con l'affidamento al privato di tutto l'affidabile.
La Corte Costituzionale, su ricorso della FIOM, ha dichiarato incostituzionale l'art.19 dello Statuto «nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell'ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell'unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori».
Io non sono un costituzionalista, e nemmeno Marchionne. Lui ha il diritto di criticare la decisione della Consulta dicendo che ha ribaltato quanto stabilito dall'art.19. E io ho il diritto di ritenere che sbaglia lui, e che la valutazione della Consulta è più corretta essendo stata emessa da persone più competenti in materia. Se la Consulta esprimesse pareri su come Lui deve diregere la Fiat, direi che è la Consulta a sbagliare.
Mi chiedo perché è "strano che nel 1995 la Consulta abbia accettato quel tema referendario (allora proposto dai COBAS) ed ora a distanza di 18 anni improvvisamente si accorge che l'articolo è incostituzionale." Si sa che la Consulta non interviene automaticamente di sua iniziativa né prima (magari avesse questo compito) né dopo l'approvazione di una legge, ma solo quando viene chiamata ad esprimersi in base ad un ricorso, e può avvenire dopo 18 anni, su ricorso della Fiom come in questo caso, o dopo 100 anni.
Anzi, se non ci sono stati ricorsi fin'ora, è forse il segno che gli altri manager non hanno fatto battaglie ideologiche su questo.
Quando ha ritenuto ammissibile il referendum del '95, ha valutato e si è espressa su quella richiesta, non sul contenuto dell'art. in questione. Dopo il referendum l'articolo è stato modificato, e, da allora, la Consulta non era stata chiamata ad esprimersi sul nuovo testo.

Perché la Costituzione sarebbe 'Mitica'? (o c'è dell'ironia, e in tal caso rivolta a chi?). Per me è più mitica l'idea che cambiando la Costituzione, l'assetto dello Stato, col presidenzialismo che vuole Gasparri o con quella mezza cosa del semi-presidenzialismo, si risolvono tutti i problemi dell'Italia. Mi pare che sia visto come mito più Marchionne (e pure Renzi) che la Costituzione.
Nemmeno a me risulta che Marchionne abbia detto di voler abolire la Consulta.
Dato che non si parla, qua, di come la Consulta dovrebbe intervenire ma solo che 'crea incertezze', ho estremizzato il discorso: se non piace che si fa? La si può eliminare (e pure la Costituzione e lo Stato)? L'ho scritto io e non corrisponde al vero che lo abbia attribuito a Marchionne. C'è stata una svista, credo, che non affonda in vizi vetero comunisti, spero.
E' evidente il senso: non possiamo eliminare ciò che crediamo che non funzioni (Consulta, Costituzione e Stato) ma fare ciò che si riesce per migliorarli. E fino a che questo non avviene, questi Istituti fanno parte della nostra democrazia. In mancanza di meglio preferirei conservarli anzicché vedere l'Italia nel baratro istituzionale (già basta quello occupazionale). Ma non spetta a me decidere. Disfino e rifacciano altri. Al massimo io aspetterò per vedere come andrà a finire.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda Iafran il 14/07/2013, 8:31

cardif ha scritto:E' evidente il senso: non possiamo eliminare ciò che crediamo che non funzioni (Consulta, Costituzione e Stato) ma fare ciò che si riesce per migliorarli.

Finalizzato sempre alla collettività.
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 14/07/2013, 9:03

cardif ha scritto:Mi chiedo perché è "strano che nel 1995 la Consulta abbia accettato quel tema referendario (allora proposto dai COBAS) ed ora a distanza di 18 anni improvvisamente si accorge che l'articolo è incostituzionale." Si sa che la Consulta non interviene automaticamente di sua iniziativa né prima (magari avesse questo compito) né dopo l'approvazione di una legge, ma solo quando viene chiamata ad esprimersi in base ad un ricorso, e può avvenire dopo 18 anni, su ricorso della Fiom come in questo caso, o dopo 100 anni.
Anzi, se non ci sono stati ricorsi fin'ora, è forse il segno che gli altri manager non hanno fatto battaglie ideologiche su questo.
Quando ha ritenuto ammissibile il referendum del '95, ha valutato e si è espressa su quella richiesta, non sul contenuto dell'art. in questione. Dopo il referendum l'articolo è stato modificato, e, da allora, la Consulta non era stata chiamata ad esprimersi sul nuovo testo.

Premesso che a me pare notare po' di visione ideologica anche in questa continua conflittualità contro Marchionne, tra l'altro ad opera di un solo sindacato molto politicizzato e notoriamente ideologico (FIOM) e minoranza in fabbrica (lo si è visto nei referendum interni in FIAT che hanno accettato con CISL e UIL le intese e che hanno portato all'esclusione della FIOM dalle rappresentanze interne) non credo affatto che la Consulta quando ritiene ammissibile un referendum non entri nel dettaglio di un articolo o comma da abrogare. Se l'articolo riguardasse un tema fiscale per esempio, lo dichererebbe inammissibile e puo' farlo solo entrando nel merito dell'articolo in quiestione. Probabilmente non si pone il problema se il testo risultante dalla modifiche è anticostituzionale ma questo appunto io lo definisco "strano".
Se un organo costituzionale da il via libera ad una modifica referendaria il cui testo risultante è anticostituzionale, io lo trovo strano (in un paese normale) ma sappiamo che l'Italia non lo è e funziona tutto alla rovescia. Quindi va bene cosi'.

Non mi risulta che dopo il referendum l'articolo 19 sia mai stato modificato (fonti, please) e quindi per quanto ho trovato io in rete la formulazione attuale dell'art 19 (ora bocciata) è proprio quella che la Consulta ha reso possibile, consapevolmente, ammettendo il referendum promosso da Cobas e Rifondazione (tra l'altro ha superato il quorum con il 57.2% e ha vinto con il 62.10%). Se in 18 anni la consulta non è stata mai chiamata ad esprimersi significa forse che l'art 19 non è stato mai applicato e che è la prima volta che un sindacato rimeneva fuori dall'azienda per non aver firmato un accordo interno? E questa nel caso sarebbe una colpa della FIAT, se applica la legge alla lettera, o del sindacato, che conoscendo la legge si taglia fuori? Chi conduce la battaglia ideologica?
La FIAT che investe 23 miliardi e dà lavoro a 162'000 persone (390'000 nelmondo) o la FIOM che sappiamo bene che oriantamentopolito ed ideologio ha?

Sul piano puramente logico (ok, di una logica aziendale, che è quella che produce lavoro e ricchezza) un'azienda chiede certezze (la certezza del diritto a protezione di un investimento) ed è singolare che se l'azienda applica un artitilo di legge, votato dal popolo e voluto dalla sinistra, poi questo articolo viene dichiarato incostituzionale e quindi perde validità solo perchè alla sinistra non piace piu' perché si è ritorto contro se stessa.

Interessante leggere cosa scriveva nel 1995 Gino Giugni, su quel referendum (appoggiato anche dal PDS).
' COSI' CROLLA LO STATUTO'

ROMA - "Sono stato sempre contrario a questi referendum, rivelano il tentativo di sfruttare gli umori antisindacali che ci sono un po' in tutti i paesi moderni. Evidentemente sollevare questi istinti contro il sindacato paga: basta vedere quello che fece la Thatcher. Solo che il leader dei minatori Scargill se lo meritava, mentre i nostri sindacati, che hanno appena firmato l' accordo sulle pensioni, non si meritavano proprio questo attacco". Gino Giugni, deputato socialista, padre dello Statuto dei lavoratori, è amareggiato e polemico. Soprattutto con la sinistra e il Pds. Ai sindacati non risparmia critiche: "Dovevano mobilitarsi di più e chiedere maggiori sostegni esterni, non limitarsi a mostrare solo le loro facce". Dei quattro referendum solo uno viene dalla destra. Gli altri tre sono stati proposti da Rifondazione e dai Cobas, dunque da sinistra. Senza contare che il referendum che apre la strada ai Cobas nelle aziende è stato appoggiato dal Pds e non osteggiato dalla Cgil. Che effetto le fa? "Un pessimo effetto. La Cgil non solo ha lasciato liberi gli iscritti, ma ha anche consentito che in dibattiti televisivi comparissero propri dirigenti spesso in contrasto con esponenti di Uil e Cisl. Il Pds ha dato l' indicazione di votare a favore e questo lo ritengo un fatto gravissimo: dimostra che il Pds è con la testa nel governo ma con la coda fuori". Perché professore è così preoccupato? E' così dirompente il referendum sulla liberalizzazione delle rappresentanze sindacali a livello aziendale? "E' molto grave perché spalanca la porta ai Cobas, li legittima politicamente e giuridicamente, dischiude loro la possibilità di essere riconosciuti attraverso i contratti aziendali. L' effetto è il crollo di un pilastro dello Statuto dei lavoratori. Quella legge stabilisce infatti che i sindacati hanno dei diritti e delle condizioni di favore (dai permessi sindacali, alla possibilità di chiedere lo svolgimento di assemblee retribuite) a patto di un filtro costituito da un giudizio sulla rappresentatività e la natura nazionale dell' organizzazione. Questo era il fondamento dello Statuto dei lavoratori. Ora ad un Cobas basterà fare un contratto aziendale per accedere a permessi e diritti. E c' è il rischio che si costituiscano sindacati solo per godere di diritti e permessi". Il risultato del referendum sulle rappresentanze apre problemi dal punto di vista giuridico? "Il più grosso è dovuto al fatto che nasce una grossa contraddizione tra il primo referendum sulle rappresentanze che salva l' articolo 19 dello Statuto dei lavoratori e il secondo che lo amputa. Sarà un problema che impegnerà i giuristi nei prossimi mesi. Se vogliamo evitare di essere soffocati bisognerà assolutamente fare una legge"....

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... atuto.html

Notare che questi geni della politica non realizzano nemmeno la portata delle conseguenze delle leggi che fanno (o che criticano).
Nessuno si è reso conto che una legge temuta perché "spalanca le porte ai COBAS" in realtà ha finito per chiuderle alla FIOM.
Ricorda tanto il famoso cortometraggio B/N l'annaffiatore innaffiato.
Legero' con piacere, quando usciranno, le motivazioni della sentenza della Consulta per capire di piu' come è possibile che una legge dello stato votata dal popolo dopo 18 anni è incostituzionale e piu' che altro per sapere se l'applicabilità è per i futuri casi oppure esiste una sorte di reatroattività che renderebbe ancora piu' incerto il diritto italiano. Il vero problema infatti riguarda l'ambito di applicazione della decision, come si capisce leggendo qui: http://www.diritto.it/materiali/costitu ... ovici.html
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 14/07/2013, 9:16

Iafran ha scritto:
cardif ha scritto:E' evidente il senso: non possiamo eliminare ciò che crediamo che non funzioni (Consulta, Costituzione e Stato) ma fare ciò che si riesce per migliorarli.

Finalizzato sempre alla collettività.

Quel sempre mi sembra sbagliato. A volte la miglioria è finalizzata ad un diritto di minoranza o a diritti/esigenze che non sono collettivi ma individuali.
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda cardif il 15/07/2013, 14:18

franz ha scritto:Non mi risulta che dopo il referendum l'articolo 19 sia mai stato modificato (fonti, please)

dal che discendono considerazioni che mi sembrano contrastanti.

Faccio chiarezza soprattutto a me stesso.

L'art. 19 di cui si parla è quello della legge 20 maggio 1970, n. 300. Qua c'è il testo:
http://www.altalex.com/index.php?idnot=39728#titolo3

Parziale abrogazione dell'art.19 è stata fatta a seguito di referendum con D.P.R. 28 luglio 1995, n. 312. Qua c'è il testo:
http://guide.supereva.it/diritto/interv ... 3698.shtml

In base all'art.75 della Costituzione fu fatta la Legge costituzionale n.352. Qua c'è il testo:
http://www.giurcost.org/fonti/referendum.htm
che fissa limiti e competenze dela Corte Costituzionale nel valutare l'ammissibilità dei referendum.

La Corte esprime parere sulla sola ammissibilità. E non può essere che così. Se entrasse nel merito della richiesta abrogativa e non ammettesse il referendum, decidendo che la legge non deve essere modificata, o, addirittura, la modificasse di sua iniziativa, impedirebbe l'esercizio dell'istituto referendario previsto dall'art.75 della Costituzione che è in vigore (piaccia o no) e va rispettato, almeno finché non viene modificato. Se entrasse nel merito, sarebbe lei a decidere, e non il popolo sovrano o il Parlamento suo rappresentante. E non è previsto che sia così: è un tassello della nostra democrazia, ancorché sgradito.

Nessuno vieta a nessuno di ritenere ideologiche le posizioni della Fiom. Come nessuno può impedire a me di ritenere ideologica la scelta di un imprenditore di non assumere o licenziare un dipendente non perché non fa bene il suo lavoro ma perché politicamente non sta dalla sua parte o è di religione diversa, casomai. Camilleri, vincitore di un concorso in Rai, non fu assunto perché comunista. Ma era il 1954. Spero che non si torni ad allora.

Il fatto stesso che si parli di Costituzione a proposito della Fiat è sintomo di problemi ideologici di tipo diverso da quelli che una vertenza tra imprenditore e lavoratori rappresentati da un sindacato dovrebbe sollevare, che dovrebbero invece essere relativi a convenienze e trattamenti economici, orari di lavoro e sicurezza, ecc. E non a come espellere un sindacato sgradito e gli operai che questo rappresenta.
Ma diciamo che questa è una mia opinione.
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 15/07/2013, 18:50

Ok, compreso che la Corte Costituzionale non entra nel merito della costituzionalità della norma che i cittadini potrebbero approvare (ordinamenti di altri paesi lo prevedono e quindi se permettete per me la cosa rimane "strana") rimane il fatto che il testo dell'art. 19 è quello che è dal referendum del95 e non è stato modificato, come avevi asserito "Dopo il referendum l'articolo è stato modificato" per cui il testo in vigore (ed ora incostituzionale) è quello proposto dai Cobas, PDR ed appoggiato dall'allora PDS ed ammesso dalla Corte. Io di modifiche non ne ho trovate ma potrebbe solo essere una mia incapacità. Se ci sono, vediamole.
E vediamo se la decisione della Consulta è reatroativa (di solito negli stati che non sono repubbliche delle banane la legge non è retroattiva) oppure no.
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda cardif il 15/07/2013, 20:20

franz ha scritto:rimane il fatto che il testo dell'art. 19 è quello che è dal referendum del95 e non è stato modificato

Evidentemente è sfuggito il riferimento. Lo riporto di nuovo e anche il testo della legge di modifica:
http://guide.supereva.it/diritto/interv ... 3698.shtml

Decreto del Presidente della Repubblica 28 luglio 1995, n. 312
(in Gazz. Uff., 29 luglio, n. 176).
Abrogazione, a seguito di referendum popolare, della lettera a) e parzialmente della lettera b) dell’art. 19, primo comma, della legge 20 maggio 1970, n. 300, sulla costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali, nonchè differimento dell’entrata in vigore dell’abrogazione medesima.
.....
Art. 1.
1. In esito al referendum indetto con decreto del Presidente della Repubblica 5 aprile 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 85 dell’11 aprile 1995, è abrogato l’art. 19, primo comma, lettera a): < maggiormente rappresentative sul piano nazionale;>>, nonchè lettera b), limitatamente alla lettera <>, alle parole <> e alle parole < o provinciali>>, della legge 20 maggio 1970, n. 300 < dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento>>.


Non tanto per chiarire che avevo asserito il vero, ma per amore di verità.
Quando mi capiterà di asserire il falso mi correggerò :D
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Marchionne: disastro europeo

Messaggioda flaviomob il 15/07/2013, 22:17

Marchionne funziona fuori dall'Europa. Negli USA il governo lo ha accolto ma ha mantenuto fermo il principio che lo stato non dà fondi a perdere, ma aiuti sottoforma di prestiti da restituire al termine del risanamento in maniera trasparente.
In Brasile il governo ha scelto la via degli aiuti di stato (che Fiat non disdegna neppure in Serbia o in Polonia, peraltro): Fiat è leader di vendite, sì, ma il modello principale è la Fiat Uno già fuori mercato in Europa. La differenza è che la crisi creativa della casa torinese in Europa si trasforma in continua erosione delle percentuali di mercato, in Brasile in un abbassamento di costi dovuto al "riciclaggio" di vecchi modelli che tiene i prezzi bassi e permette di dominare un mercato in cui non eccelle certo la qualità media, ma i consumatori privilegiano le vetture a costi contenuti: semplicemente ciò che avveniva con Fiat in Europa (e in Italia) nei primi decenni del dopoguerra, ai tempi della "liretta".

Italia:

A giugno la quota di mercato di Fiat in Italia e' scesa al 27,46% rispetto al mese precedente. A maggio la quota di mercato del Lingotto era risultata pari al 30,2%. In Italia a giugno sono state immatricolate 122.008 nuove auto, in calo del 5,51% rispetto allo stesso mese del 2012. Lo riferisce il ministero dei Trasporti.
(AGI)

Europa:

Le vendite di Fiat Group Automobile nei 27 paesi Ue + Efta calano dell’11% rispetto a maggio di un anno fa a 73.758 unità. La quota di mercato si attesta al 6,8%, in calo rispetto al 7,2% del maggio 2012 e in rialzo rispetto al 6,3% di aprile. Nei primi 5 mesi il gruppo torinese ha perso il 9,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, penalizzato dalla debolezza del mercato europeo e dai ritardi della componentistica Seimat, che ha frenato le consegne.
(La Stampa, quotidiano di "famiglia")


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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda ranvit il 16/07/2013, 7:38

Marchionne è un ottimo manager....avrà anche dei modi del cazzo, ma funziona!

La sinistra-sinistra italiana, autolesionista come sempre, lo vorrebbe fuori dalle balle, ma senza di lui la Fiat sarebbe già fallita!

Che in Italia la quota Fiat si abbassa è....ovvio! Quando non aveva praticamente concorrenti aveva una quota di mercato spropositata (e insostenibile) in un mercato aperto: ora si sta stabilizzando (ovviamente scendendo) in Italia; mentre ha aumentato all'estero...che, in un mercato globalizzato, non è solo l'Europa!

Certo potrebbe fare meglio se solo al comando avesse Flaviomob :D .
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda flaviomob il 16/07/2013, 8:19

Sono frasi senza senso, Ranvit.

In che cosa la sinistra sarebbe autolesionista, se si auspica che Fiat aumenti le proprie quote di mercato invece di diminuirle?

Chi ha mai detto o scritto che vuole Marchionne fuori dalle balle?

Se lui funziona per il Brasile e gli USA, che segua come manager l'area americana (o extraeuropea). E' in Europa che non funziona e sarebbe molto meglio che ci fosse un dirigente dedicato a questa zona: ormai sono anni e anni che Fiat perde quote e non è affatto fisiologico, come dici tu, perché la concorrenza in Italia e in Europa è sempre esistita; casomai negli ultimi anni è cambiata puntando su livelli di qualità sempre più elevati, standard alti, estetica migliore (e lì i modelli "americani" della Lancia sono oggettivamente un disastro).
E' vero che se guardiamo i crash test pubblicati da Altroconsumo, Fiat era agli ultimi posti già prima di Marchionne. Evidentemente il compratore oggi è più informato e più sensibile a certe informazioni (che peraltro possono costargli o meno la vita!). E' anche vero che la lira permetteva di competere in Europa a livello di ribasso dei prezzi, ma non certo di qualità.
Oltre a questo si parla di progetti di rilancio in gran parte rimangiati da Marchionne, di investimenti che non si sono visti se non in minima parte. Non è certo un periodo facile per l'industria, ma questo dovrebbe essere un buon motivo per cercare di migliorare, rispetto alla concorrenza, non di peggiorare.


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