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Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda trilogy il 16/12/2011, 11:52

[..]l’Italia, rispetto al resto della UE27, vanta un rapporto fra debito complessivo – pari alla somma dei debiti delle famiglie, delle imprese, dello stato e delle banche – e PIL tra i più bassi d’Europa. Secondo, l’Italia, al contrario degli altri partner commerciali, vanta un deficit di bilancio meno elevato della media europea, una bassa esposizione del proprio debito pubblico nei confronti dell’estero, un tasso di risparmio (lordo) elevato.

A prescindere della genuinità dei dati citati, questo tipo d’analisi ha il limite di non guardare ai veri problemi strutturali dei Paesi che si trovano sotto il fuoco della speculazione, limitandosi a trattare la situazione attuale delle loro economie senza chiedersi se questa sia sostenibile nel medio periodo. Inoltre, vincolarsi al solo dato dell’indebitamento attuale dell’Italia non necessariamente deve indurre il governo a dormire tra due guanciali perché dimentica di considerare la congiuntura reale dell’Italia, la cui ripresa pare meno vivace della media europea. Ed è proprio in questa prospettiva che arroccarsi sul concetto di risparmio lordo invece che su quello netto può risultare pericoloso.

E’ vero che l’Italia ha un risparmio nazionale lordo tra i più elevati d’Europa (in questo Giannino ed altri economisti hanno perfettamente ragione); è anche vero, però, che con questo risparmio l’Italia non è neanche in grado di coprire gli ammortamenti! Se invece guardiamo al risparmio netto, l’Italia ha ben poco da stare allegra poiché un suo eventuale ingresso nel club delle economie cronicamente in debito con l’estero può seriamente compromettere la sua struttura economica. Ed i canali attraverso i quali ciò può verificarsi sono principalmente due: crescita economica e debito pubblico.[..]
articolo completo : http://www.nens.it/_public-file/APPROFO ... 5.2010.pdf
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 16/12/2011, 13:35

Utilizziamo questo risparmio interno per l'acquisto interno di titoli pubblici a bassi interessi; molto meglio così che indebitarci ulteriormente per pagare btp al 6%, insostenibili per un paese che non cresce e che ora entrerà in recessione.
Ed è ora che l'Europa torni a prendere decisioni, a strutturarsi come una federazione seria di stati con un parlamento sovrano che decide e con politiche comuni (sociali, economiche, fiscali, di difesa) che non delega le sue decisioni a due soli paesi, Francia e Germania, con una classe politica che non vede al di là del proprio naso... (mentre la nostra non vede nemmeno quello, ma solo il glande ipertrofico di Silvio...)


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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda trilogy il 16/12/2011, 14:12

flaviomob ha scritto:Utilizziamo questo risparmio interno per l'acquisto interno di titoli pubblici a bassi interessi; molto meglio così che indebitarci ulteriormente per pagare btp al 6%, insostenibili per un paese che non cresce e che ora entrerà in recessione.
Ed è ora che l'Europa torni a prendere decisioni, a strutturarsi come una federazione seria di stati con un parlamento sovrano che decide e con politiche comuni (sociali, economiche, fiscali, di difesa) che non delega le sue decisioni a due soli paesi, Francia e Germania, con una classe politica che non vede al di là del proprio naso... (mentre la nostra non vede nemmeno quello, ma solo il glande ipertrofico di Silvio...)


L'economia è entrata dalla fine del 2007 in una fase di "deleveraging", di riduzione della leva finanziaria", sia in Europa che in USA, con alcuni segnali che possa prendere piede anche in Cina. Il detonare è stato, come avviene "quasi sempre", il settore immobiliare. Avevamo sostituito, o compensato la crescita del reddito con la crescita del debito. Ora il debito pubblico e privato cerca di riportarsi lentamente su livelli più sostenibili in relazione al PIL dei vari paesi. Questo processo, avviene tra accelerazioni traumatiche (crisi, default) e lento rimborso dei debiti. Andrà avanti in questo modo fino al 2014-2015. Possiamo in parte gestire il processo per ridurne gli effetti socialmente più devastanti, ma rimane un processo di aggiustamento di durata pluriennale.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda Iafran il 16/12/2011, 14:13

flaviomob ha scritto:Ed è ora che l'Europa torni a prendere decisioni ... che non delega le sue decisioni a due soli paesi, Francia e Germania,

Io penso che siano i governanti degli altri Stati, che, per meglio sfruttare ciascuno il proprio orticello (senza doverne rendere conto a qualcuno nell'immediato), rifiutino di partecipare o di dare importanza alle decisioni della UE.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 16/12/2011, 15:52

trilogy ha scritto: Avevamo sostituito, o compensato la crescita del reddito con la crescita del debito.

Classica misura keynesiana, che pare non abbia mai funzionato.
Non nella crisi del 29 e seguenti (bloccata dalla seconda guerra mondiae) e non in quella giapponese degli anno 80.
Non in quella delle dot.com dei 2000.
Qui in realtà dovremmo analizzare cosa significa oggi "finanza", visto che la politica monetaria è in mano agli stati ed ai governi, con tutto il contorno di volponi che troviamo quando lo Stato ha troppo potere. Usa compresi.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda trilogy il 16/12/2011, 16:19

franz ha scritto:
trilogy ha scritto: Avevamo sostituito, o compensato la crescita del reddito con la crescita del debito.

Classica misura keynesiana, che pare non abbia mai funzionato.
Non nella crisi del 29 e seguenti (bloccata dalla seconda guerra mondiae) e non in quella giapponese degli anno 80.
Non in quella delle dot.com dei 2000.
Qui in realtà dovremmo analizzare cosa significa oggi "finanza", visto che la politica monetaria è in mano agli stati ed ai governi, con tutto il contorno di volponi che troviamo quando lo Stato ha troppo potere. Usa compresi.


La genesi della crisi non è dovuta a poltiche keynesiane. A partire dagli USA C'è stato un miscuglio di politiche fiscali, monetarie, economiche e regolamentari deliranti.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 16/12/2011, 17:56

Ma cosa dice, signor trilogy: la colpa non può che essere sempre, e solo, dei progressisti brutti sporchi e cattivi...
Quei comunisti dei keynesiani, mi consenta! :lol:


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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 17/12/2011, 10:04

trilogy ha scritto:La genesi della crisi non è dovuta a poltiche keynesiane. A partire dagli USA C'è stato un miscuglio di politiche fiscali, monetarie, economiche e regolamentari deliranti.

Quella giapponese, che dura ancora oggi, assolutamente SI.
Per quanto riguarda quella USA ed Europea, vedendo:
a) i tassi di sconto, ultra bassi
b) il ritmo di crescita di M0
c) l'indebitamento statale crescente dal 2008
direi che c'è si puo' descrivere tutto questo in un solo modo. Ok, delirante ma anche perfettamente in linea con le raccomandazioni di keynes che erano proprio quelle.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 17/12/2011, 15:26

Ecco un altro "astrologo"... questo però è docente in Danimarca... che ne pensate?

Monti e Draghi condannano l’Italia: salvano solo gli usurai



La manovra e il governo Monti? Non sono “inevitabili”. E per favore, lasciamo perdere l’equità: quello che sta avvenendo è tutto fuorché equo. Quella di Monti non è una “medicina amara”; non è nemmeno una cura: è una vera e propria tragedia, peraltro evitabilissima. Ne è convinto il professor Bruno Amoroso, prestigioso docente di economia internazionale all’Università di Roskilde in Danimarca. I problemi di cui Monti si occupa, dice Amoroso, non hanno niente a che vedere con l’urgenza della crisi, che deriva «da una gigantesca truffa dovuta allo strapotere di gruppi finanziari internazionali». E sono ancora loro i beneficiari della manovra: Italia ed Europa aiutano solo le banche, veicolo del disastro, e tagliano la capacità dello Stato di sostenere l’economia e le famiglie.

E’ l’assalto finale al welfare: una demolizione sistematica che procede da almeno vent’anni in ossequio all’élite finanziaria neoliberista. «Alla speculazione finanziaria che, come ha illustrato Draghi, ha sottratto 5 punti di Pil all’economia italiana, si può reagire con misure di recupero dei risparmi espropriati ai risparmiatori da speculatori e dai dirigenti delle banche, da restituire ai legittimi proprietari», dice il professor Amoroso in un’intervista realizzata da Andrea Pinna per “Megachip”. Inoltre, aggiunge l’economista, si potrebbe agire con efficacia mettendo in opera misure di controllo sul funzionamento delle banche e dei mercati (Borse, rating) e combattendo forme di usura e di “insider trading” in corso e impuniti. «Né l’Italia né l’Europa si occupano di tutto ciò ma cercano invece di amputare le possibilità dei governi di mitigare gli effetti sociali della crisi imponendo misure di controllo sui loro bilanci».

Si tratta di misure che «accentuano la restrizione della domanda, aggiungendosi a quella provocata dal furto dei redditi, e spingendo così numerose imprese verso il fallimento». Autore di saggi come “Euro in bilico” (“Lo spettro del fallimento e gli inganni della finanza globale”, Castelvecchi 2011), nonché presidente del Centro studi Federico Caffè e coordinatore di programmi di ricerca e cooperazione coi paesi dell’Asia e del Mediterraneo, Bruno Amoroso non ha dubbi: «Si finge d’ignorare la lezione di John Maynard Keynes», il grande economista inglese «che giustamente asseriva che i governi devono favorire l’occupazione: sarà questa, poi, a sanare il bilancio pubblico». Nell’attuale contesto italiano, invece, «le misure proposte sono anzitutto dannose all’economia». Non c’è un errore, ma un calcolo sotterraneo, di cui sono beneficiari i tedeschi: il “rigore” e il taglio del welfare sono misure «interpretabili solo dentro il gioco della Germania di non consentire all’economia italiana di rafforzare le proprie potenzialità economiche e di un maggiore inserimento sui mercati».

Il programma anti-crisi non doveva regolare i mercati finanziari e rafforzare in modo virtuoso il funzionamento di quelli di beni e servizi? Sì, esatto. Ma non ce n’è traccia nella manovra del “governo tecnico” e dell’oligarchia che rappresenta, perché l’élite vuole solo «la difesa del proprio strapotere e dei privilegi dei propri portaborse: la manovra Monti è quindi perfettamente coerente e in linea con un orientamento neoliberista e di rafforzamento dei privilegi esistenti». Una scelta, aggiunge il professor Amoroso, «che non ha nulla di inevitabile ma è solo espressione del prevalere di una cultura predatrice», alla faccia dell’equità tanto sbandierata ma poi irrintracciabile, eccetto eventuali piccoli compromessi per tentare di «mantenere un minimo di parvenza istituzionale e democratica ed evitare un eccesso di reazioni sociali».

Parlare quindi di “equità” della manovra di Mario Monti «non ha senso», secondo Bruno Amoroso: non ci può essere equità se si lascia immutata la situazione esistente dopo la crisi e si chiede a tutti di contribuire; al contrario, bisognerebbe «introdurre misure che modifichino la distribuzione esistente, neutralizzando i gruppi sociali dannosi al bene comune». Per l’economista dell’università di Roskilde, «la cosa più grave della situazione attuale è che il governo Monti appare “inevitabile” ed “equo” perché non esiste una alternativa né di governo né di politiche, e su questo il Pd e le altre opposizioni dovranno molto presto dar conto ai cittadini».

Alternative che, invece, sono ben delineate nell’ultimo libro di Amoroso: che auspica il ritorno di tutti i paesi europei alla moneta nazionale, la ricontrattazione dei rapporti di cambio tra valute e infine la costituzione di un Fondo di solidarietà tra paesi per «disincentivare crescita e competitività» laddove si sviluppi «al di fuori dei criteri di sostenibilità sociale e economica», perché una crescita drogata dal debito contratto con la finanza internazionale produce esattamente il disastro nel quale siamo sprofondati. Amoroso vede una inevitabile revisione dell’assetto europeo, da dividere in due aree distinte: il patto solidale tra le valute del Sud consentirebbe all’Europa mediterranea di raggiungere una maggiore integrazione politica anche nei confronti del Mediterraneo, «cosa che l’Europa non è stata capace di fare, se non con danno reciproco». Purché sparisca al più presto dagli schermi il professor Monti: che tenta di legarsi al carro di Germania e Francia tutelando solo le banche e condannando l’Italia all’insolvenza, dato che priva lo Stato della capacità di favorire l’occupazione, che è l’unica possibile salvezza.

http://www.libreidee.org/2011/12/monti- ... gli-usurai


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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda trilogy il 18/12/2011, 15:35

franz ha scritto:
trilogy ha scritto:La genesi della crisi non è dovuta a poltiche keynesiane. A partire dagli USA C'è stato un miscuglio di politiche fiscali, monetarie, economiche e regolamentari deliranti.

Quella giapponese, che dura ancora oggi, assolutamente SI.
Per quanto riguarda quella USA ed Europea, vedendo:
a) i tassi di sconto, ultra bassi
b) il ritmo di crescita di M0
c) l'indebitamento statale crescente dal 2008
direi che c'è si puo' descrivere tutto questo in un solo modo. Ok, delirante ma anche perfettamente in linea con le raccomandazioni di keynes che erano proprio quelle.


I tassi di sconto sono ultrabassi perchè i rischi di deflazione si mantengono elevati e il mercato interbancario continua a bloccarsi come è successo di nuovo due tre settimane fa in Europa. Dal 2008 l'indebitamento statale è cresciuto per effetto dei salvataggi bancari. Questo si è sommato al classico effetto delle crisi: riduzione delle entrate fiscali per effetto della crisi, aumento delle entrate per sussidi di disoccupazione e altri amortizzatori sociali. Queste spese si possono in teoria evitare, ma lo Stato non risparmia granchè, visto che a quel punto, aumentano le spese per il mantenimento dell'ordine pubblico e per la detenzione dei manifestanti.
Guarda nella tabella sotto l'andamento dei prezzi al consumo negli USA, cosa accade tra il 2008 e il 2009.
Andamento inflazione negli USA:
CPI US ultimi anni Anni:
periodo inflazione
ottobre 2011 3,525 %
ottobre 2010 1,173 %
ottobre 2009 -0,183 %
ottobre 2008 3,655 %
ottobre 2007 3,536 %
ottobre 2006 1,306 %
ottobre 2005 4,348 %
ottobre 2004 3,189 %
ottobre 2003 2,041 %
ottobre 2002 2,026 %
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