E' tutto molto strano, a cominciare dalla definizione di "politiche kenesiane", pure o "bastarde" che siano definite.
Per prima cosa le politiche keynesiane (anticicliche) si attuano in momenti di crisi e lui stesso, almeno in un primo momento, spiegava che finita la crisi bisognasse tornare alle politiche normali. Cioe' si puo' pompare la spesa pubblica durante la crisi per creare domanda ma poi ricuperere la stabilità dei conti a crisi finita, agendo in senso opposto. E cosi' è stato fatto quando, a partire dagli anni 40 e poi soprattutto dal dopoguerra abbiamo avuto un lungo periodo di boom economico, legato alla ricostruzione post-bellica prima e poi a due fattori trainanti nel manufatturiero: automobile ed elettrodomestici.
Durante il boom non c'era alcun particolare bisogno di politiche keynesiane.
Da qui la tranquillità. Si cresce e non ci sono crisi.
Non è un merito o un demerito particolare delle teorie di keynes. Quelle eventualmente le apprezzi quando c'è crisi.
Bisognerebbe pero' chiedersi come mai allora negli anni 70 è scoppiata la crisi (petrolifera ed energetica).
Sicuramente come nel 2008 la crisi è venuta dagli USA, che per finanziare la guerra nel vietnam e poter stampare dollari a go-go (keynesianamente) hanno interrotto la conversione del Dollaro con l'Oro (una cosa che anche keynes piu' volte aveva definito un relitto del passato) con risultato di inflazionare il dollaro. I produttori arabi, che non sono sprovveduti, hanno aumentato il prezzo del petrolio per ricuperare valore a cio' che vendevano e questo ha esportato l'inflazione americana in tutto l'occidente.
La crisi attuale del debito pubblico pare dovuta al fatto che diversamente dalle prime indicazioni di keynes, gli stati si sono messi a far debiti sempre, non solo durante le crisi. Non so se sia qusta l'interpretazione "bastarda" a cui si allude ma fose vero l'attuale periodo di crsi sarebbe dovuto ad un eccesso di politiche di costante indebitamento da parte di alcuni stati ed alla scarsa credibilità degli stessi di saper rientrare dagli sperperi. In ogni caso anche l'aumento dei debiti e della spesa pubblica, non pare aver portato grandi benefici (aumento della domanda), forse perché nel frattempo le cose sono cambiatte drammaticamente. Quando Keynes scriveva le sue innovative teorie, il debito delgi stati era attrnoal 20% del PIL e la pressione fiscale era molto bassa. Oggi si viaggia tra il 90% di germania e francia ed il 125 dell'Italia, con una pressione fiscale decisamente elevata.
In queste condizioni keynes non è piu' attuale ed applicarlo significa applicare una presunta cura che non fa che peggiorare la malattia.